TIFOSERIA

[verbatim33]

Penso che la maggior parte delle persone che criticano la protesta della nord non hanno capito fino in fondo il problema.
Molti addirittura pensano che la protesta sia stata fatta per l'allenatore, niente di più sbagliato.

Quindi quando leggo commenti "contro" la nord mi incazzo il doppio. Perchè mi chiedo, ma queste persone non hanno la mia stessa esigenza di vivere "vicino" al taranto?

O forse queste persona al campo non ci vanno proprio e parlano giusto per..
come dici l'amico ut per cucciare fino all'inverosimile..


Gli allenamenti a porte aperte, il dialogo fra la gente e fra alcuni calciatori che si intrattengono dopo l'allenamento...tutte cose che non esistono più..
E aggiungo un'altra cosa, sembrerà una stupidaggine, ma anche il fatto di avere il primo anello bloccato è importante..crea comunque un distacco non indifferente.

Ed è proprio questo quello che si avverte, distacco. Lo stesso distacco con cui si guarda una partita in tv, che non può mai e poi mai trasmetterti un certo tipo di emozioni.

Il calcio dal vivo è altro onestemente, ed è questo che fa rabbia, al di là dei risultati e delle categorie.

[DelfiniRossoblu]

E' cambiato il sapore del calcio. C'è molta distanza. Chi ha visto sempre il Taranto dal vivo...lo avverte e ne soffre. Basterebbe davvero poco.

[DelfiniRossoblu]

Comunicato Psyko Group 1988

Oggi, 24 novembre, lo Psyko Group ricorda il sesto anniversario della morte di Antonello Sibilla.
Antonello per tanti anni ha guidato la curva nord con amore, passione e coerenza dei suoi ideali, anche nei momenti piu’ difficili.
E’ stato un grande uomo, rispettato e amato da tutti quelli che hanno avuto il piacere di conoscerlo. Non e’ facile accettare la morte di Antonello, perche’ e’ ancora vivo in noi il ricordo delle mille avventure che abbiamo condiviso con lui sia all’ interno dello Psyko Group che nella vita privata.
Con la sua scomparsa è andato via un simbolo, un ultras vero ma soprattutto un grande amico… Antonello non ti dimenticheremo mai perche’ chi vive nel ricordo di ognuno di noi non muore mai!
Vorremmo ricordare che stasera avrà inizio il Memorial in suo onore presso “la Meridiana club”. L’augurio e’ che tutti i partecipanti onorino nel migliore dei modi un cosi’ prestigioso torneo.
Un sentito ringraziamento a tutti i gruppi che parteciperanno a questo memorial: Psyko Group 1988, Ultrapaz, Gruppo Zuffa, Krazy Group Tamburi, Krazy Group Paolo IV, Angeli della Nord, Ultracep e gli amici di Antonello.

“ tu sei la stella più bella che continua a brillare anche quando la notte è finita... Antonello vive!

[DelfiniRossoblu]

Lo staff della AS Taranto Calcio scrive alla città

Operosità, basso profilo e rifiuto di ogni polemica. Su queste basi la AS Taranto ha provato a fondare la sua stagione, nella consapevolezza che tenere basso il livello delle pressioni è necessario per far bene.

Perché a Taranto non si riesce a fare qualcosa di importante, dentro e fuori al mondo del calcio? In via Martellotta ce lo siamo chiesti spesso. Perché nella risposta è nascosto il segreto per vincere una sfida ambiziosa: quella di costruire in riva allo Ionio una realtà solida e prestigiosa.

Restiamo sbalorditi nel leggere alcuni commenti che accompagnano la nostra avventura in questa stagione. E, passandoli in rassegna, comprendiamo parte dei perché a Taranto sia sempre così difficile costruire.

Consolidamento e transizione. Abbiamo reso pubblici da subito i nostri obiettivi stagionali, con grande trasparenza. Nessuno ha parlato di promozione. Per questo leggere oggi di un presunto immobilismo societario o di inconfessate ambizioni di promozione ci appare scorretto e pretestuoso.

Chiunque tra noi avrebbe desiderato occupare l’attuale posizione in classifica. Chiunque tra noi ha lavorato duramente per arrivarci. E, considerato anche l’andamento della scorsa stagione, quanto costruito ad oggi ci riempie di gioia e soddisfazione. Perciò è irritante per chi quotidianamente lavora per questi colori leggere che siamo distanti, immobili o non all’altezza delle sorti di questa squadra.

Prestando orecchio alle quotidiane polemiche e guardando indietro a trent’anni fatti di calcioscommesse, radiazioni e fallimenti, viene davvero da pensare che un simile clima fiaccherebbero persino un elefante. Ma non noi.

Il presidente D’Addario ci ha più volte chiarito che, tornando indietro, non si lascerebbe più trasportare in prima linea dalla passione, assumendo la presidenza del Taranto Calcio, sfidando amministrazioni e burocrazia, affrontando quanti remano contro e magari gioiscono delle nostre sconfitte.

Ma lo stesso presidente ci ha chiesto esercizio di pazienza e stile imprenditoriale. Di lavorare ogni giorno al miglioramento di un team importante che, nel provvedere a scadenze e adempimenti, passando indenne ogni tre mesi sotto le lenti della Co.Vi.Soc, possa portare questa nave nel sicuro porto degli obiettivi fissati.

La AS Taranto non è una onlus, né un ente benefico. Ci spiace deludere chi pensa ciò, ma le risorse – anche umane e lavorative – necessarie ad onorare gli impegni quotidiani, settimanali, mensili e trimestrali impongono al Taranto di essere non solo passione, ma anche un’azienda. Che non può diventare la sola valvola di sfogo, la sola promessa di riscossa, per una città bistrattata.

E’ forte il nostro desiderio di costruire una realtà che possa portare agli onori della cronaca la città di Taranto. Ma non possiamo diventare il bersaglio dell’insoddisfazione cittadina. Se la grande industria inquina e avvelena, se decenni di amministrazioni hanno ridotto in ginocchio questa terra, se in riva allo Ionio si soffre per salute e lavoro, il Taranto Calcio non può impugnare da solo la bandiera del riscatto cittadino.

Se una società si è impegnata ad assicurare il prezzo più basso della categoria per abbonamenti e biglietti, e se la stessa è costretta ad un piccolo rincaro per cause di forza maggiore (multe e costi di gestione), non le si può addebitare scarsa attenzione verso una città in difficoltà. Perché quelle difficoltà non sono da imputare a qualche euro in più speso per il pallone, ma a mancanze e storture ben più gravi.

Nel rimpiangere un passato glorioso e distante diciotto anni, nel ricordare vecchie glorie e promozioni sfumate, questa città pare non accorgersi che noi siamo qui da solo un anno e mezzo. Che senza un quotidiano impegno di risanamento e copertura di debiti oggi il Taranto non sarebbe neanche iscritto al campionato. Che quotidianamente continuiamo a lavorare per un graduale avvicinamento a quell’obiettivo che non contiamo di raggiungere quest’anno. Ma che sogniamo come voi.

Se non ne saremo capaci, ci faremo da parte e lasceremo questa società. E non a giugno, con l’acqua alla gola. Ma nelle mani di imprenditori capaci di dare lustro a questi colori. E siamo certi che anche loro avranno bisogno di una città che viva questo sport con meno polemiche, dietrologie e drammaticità per centrare importanti risultati.

Lo staff della AS Taranto Calcio

[DelfiniRossoblu]

RETORICA E LUOGHI COMUNI
di UT (the original)

Io credo che questo comunicato del Taranto sia intriso di una forte retorica che vuole fare perno sui falsi luoghi comuni che da sempre avviluppano gran parte della tifoseria nei suoi dibattiti internauti.

L'autore si è immortalato e ha superato se stesso... anche perchè dimostra una profonda conoscienza dei punti deboli della tifoseria: i fallimenti, le radiazioni, la sindrome che la colpa è dei tarantini, che per noi non si può costruire niente, etc.

C'è veramente di tutto. Chi ha scritto il post ha fatto la somma di tutte le ovvietà e luoghi comuni dei tifosi.

La cosa più interessante è la promessa che male che vada...se ne andranno fuori dalle palle senza lasciarci nella cacca. Ribadirlo è una buona notizia. Ne prendiamo atto.

[rossoblu]

Lo staff della AS Taranto Calcio scrive alla città

Operosità, basso profilo e rifiuto di ogni polemica. Su queste basi la AS Taranto ha provato a fondare la sua stagione, nella consapevolezza che tenere basso il livello delle pressioni è necessario per far bene.

Perché a Taranto non si riesce a fare qualcosa di importante, dentro e fuori al mondo del calcio? In via Martellotta ce lo siamo chiesti spesso. Perché nella risposta è nascosto il segreto per vincere una sfida ambiziosa: quella di costruire in riva allo Ionio una realtà solida e prestigiosa.

Restiamo sbalorditi nel leggere alcuni commenti che accompagnano la nostra avventura in questa stagione. E, passandoli in rassegna, comprendiamo parte dei perché a Taranto sia sempre così difficile costruire.

Consolidamento e transizione. Abbiamo reso pubblici da subito i nostri obiettivi stagionali, con grande trasparenza. Nessuno ha parlato di promozione. Per questo leggere oggi di un presunto immobilismo societario o di inconfessate ambizioni di promozione ci appare scorretto e pretestuoso.

Chiunque tra noi avrebbe desiderato occupare l’attuale posizione in classifica. Chiunque tra noi ha lavorato duramente per arrivarci. E, considerato anche l’andamento della scorsa stagione, quanto costruito ad oggi ci riempie di gioia e soddisfazione. Perciò è irritante per chi quotidianamente lavora per questi colori leggere che siamo distanti, immobili o non all’altezza delle sorti di questa squadra.

Prestando orecchio alle quotidiane polemiche e guardando indietro a trent’anni fatti di calcioscommesse, radiazioni e fallimenti, viene davvero da pensare che un simile clima fiaccherebbero persino un elefante. Ma non noi.

Il presidente D’Addario ci ha più volte chiarito che, tornando indietro, non si lascerebbe più trasportare in prima linea dalla passione, assumendo la presidenza del Taranto Calcio, sfidando amministrazioni e burocrazia, affrontando quanti remano contro e magari gioiscono delle nostre sconfitte.

Ma lo stesso presidente ci ha chiesto esercizio di pazienza e stile imprenditoriale. Di lavorare ogni giorno al miglioramento di un team importante che, nel provvedere a scadenze e adempimenti, passando indenne ogni tre mesi sotto le lenti della Co.Vi.Soc, possa portare questa nave nel sicuro porto degli obiettivi fissati.

La AS Taranto non è una onlus, né un ente benefico. Ci spiace deludere chi pensa ciò, ma le risorse – anche umane e lavorative – necessarie ad onorare gli impegni quotidiani, settimanali, mensili e trimestrali impongono al Taranto di essere non solo passione, ma anche un’azienda. Che non può diventare la sola valvola di sfogo, la sola promessa di riscossa, per una città bistrattata.

E’ forte il nostro desiderio di costruire una realtà che possa portare agli onori della cronaca la città di Taranto. Ma non possiamo diventare il bersaglio dell’insoddisfazione cittadina. Se la grande industria inquina e avvelena, se decenni di amministrazioni hanno ridotto in ginocchio questa terra, se in riva allo Ionio si soffre per salute e lavoro, il Taranto Calcio non può impugnare da solo la bandiera del riscatto cittadino.

Se una società si è impegnata ad assicurare il prezzo più basso della categoria per abbonamenti e biglietti, e se la stessa è costretta ad un piccolo rincaro per cause di forza maggiore (multe e costi di gestione), non le si può addebitare scarsa attenzione verso una città in difficoltà. Perché quelle difficoltà non sono da imputare a qualche euro in più speso per il pallone, ma a mancanze e storture ben più gravi.

Nel rimpiangere un passato glorioso e distante diciotto anni, nel ricordare vecchie glorie e promozioni sfumate, questa città pare non accorgersi che noi siamo qui da solo un anno e mezzo. Che senza un quotidiano impegno di risanamento e copertura di debiti oggi il Taranto non sarebbe neanche iscritto al campionato. Che quotidianamente continuiamo a lavorare per un graduale avvicinamento a quell’obiettivo che non contiamo di raggiungere quest’anno. Ma che sogniamo come voi.

Se non ne saremo capaci, ci faremo da parte e lasceremo questa società. E non a giugno, con l’acqua alla gola. Ma nelle mani di imprenditori capaci di dare lustro a questi colori. E siamo certi che anche loro avranno bisogno di una città che viva questo sport con meno polemiche, dietrologie e drammaticità per centrare importanti risultati.

Lo staff della AS Taranto Calcio

no scusate, io mi alzo in piedi mi tolgo la maglia e faccio una standing ovation

MA SCE FACIT NGUL

[DelfiniRossoblu]

ENNESIMA TRASFERTA PROIBITA: i Taranto Supporters annunciano iniziative

di Redazione (02/12/2010)

E' ritorsione !!!

Viareggio vietata. Settima trasferta vietata su otto, nonostante coi tifosi del Viareggio non ci siamo mai incrociati se non 74 ANNI FA. E' questa l'ennesima sentenza del Ministero degli Interni che sancisce il tenore persecutorio e vessatorio del provvedimento. E' una ritorsione nei confronti delle tifoserie che non si sono piegate alla logica commerciale della "Tessera del Tifoso". Ma noi non resteremo fermi. A breve ne saprete delle belle. La misura è colma!!!

[DelfiniRossoblu]

TRASFERTE VIETATE
di UT (the original)

Ormai l'abbiamo capito. Non ci consentiranno alcuna trasferta. Il motivo è la nostra forte e compatta intransigenza verso la tessera del tifoso. Siamo un baluardo di tenace resistenza, un ostacolo sulla strada del calcio della Tessera, delle pay tv e del ministero, e in quanto tale dobbiamo essere abbattuti, annientati.
Ora anche i fuori sede avranno dei problemi a seguire il Taranto in trasferta. E' una mera operazione di calcolo.
Come andrà a finire? Si tessereranno i doppio fedisti...che vorranno andarsi a vedere la Milaninterjuve...e pertanto saranno tesserati anche per il Taranto. Si tesseranno i fuorisede...che se vengono a Taranto...non possono vedersi un Foggia Taranto...e magari fuori casa non lo potranno manco vedere se non residenti nella stessa regione di dove si gioca. Si tesseranno i prossimi abbonati. Dei tesserati già ce li abbiamo e il totale farà una bella cifra enorme. Forse solo le partite in casa...si salveranno dall'obbligo di tessera per i residenti...sempre che questo governo non duri ancora.
Alla fine si tessereranno proprio tutti. Qualche centinaio di diffidati resterà fuori dagli stadi...e tutto ricomincerà come prima e più di prima: tutti tesserati...tutti nel settore ospiti...solite scorte...soliti incidenti...e male che vada ti ritirano la tessera...prima c'era il daspo. Vedrete non cambierà proprio niente. Siamo lontani anni luce dal sistema inglese. Una trasferta di 1000 tarantini tesserati a Foggia(ad esempio)...richiederà comunque una super mega maxi organizzazione di sicurezza e l'incidente ci scappa comunque.
Auguri a tutti...e de ce cose?

[DelfiniRossoblu]

Ferruccio Taroni, presidente dell'associazione nazionale delegati alla sicurezza parla del caso Taranto: "E' vero, sono state pochissime le adesioni alla tessera, ma è anche vero che ha trovato terreno fertile in diversi luoghi, come per esempio Verona o Salerno",

Poi circa la tifoseria tarantina, messa a ferro e fuoco da Casms e Questure, ad eccezione di Pisa, tutte le altre trasferte sono state vietate ai residenti in Puglia; come l'ultima di Viareggio, dove il rischio era minimo.

"E' vero, esistono delle situazioni paradossali, come quella del Taranto. Il problema è che in un certo senso a decidere sono le Questure: se nei pressi di una città in cui si deve svolgere una gara è in programma un altro evento che richiede un impegno gravoso delle Forze dell'Ordine, allora non c'è personale sufficiente per poter gestire anche l'evento sportivo. Per questo, si dichiara a rischio la gara, pur non essendo cosi nella pratica...".

Ferruccio...hai dimenticato Foggia...

[DelfiniRossoblu]

SOSTENIAMO IL DREAM TEAM

Carissimi amici,
scusate, sapete che non vi disturbo quasi mai, ma leggete qui

http://www.blunote.it/index.asp?sez=92&id=79260

e qui

http://www.blunote.it/index.asp?sez=92&id=79277

ora io non seguo altri sport diversi dal calcio e del Taranto. Altre realtà sportive in questi anni hanno dato lustro allo sport cittadino, tra questi c'è sicuramente il Dream Team del Basket in Carrozzina.

Vedi qui http://it.wikipedia.org/wiki/Dream_Team_Taranto

Non voglio indugiare oltremodo sull'importanza e il risvolto sociale di tale attività sportiva perchè è lampante.

So benissimo quanto sia difficile intraprendere iniziative di solidarietà in questi casi. Basti pensare che anche per il calcio in passato c'è stata una notevole difficoltà a reperire dei fondi per acquistare maglie e materiale tecnico...o se penso al "progetto Taranto" quando ci fu il fallimento.

Nonostante ciò faccio un appello a quanti volesserò contribuire ad una colletta...della quale chiedo si facciano promotori i gruppi delle tifoserie organizzate più sensibili. Personalmente già da ora do la mia disponibilità ad offrire un piccolo contributo: l'unione fa la forza.

Non m'illudo o pretendo che tale iniziativa possa risolvere tutti i problemi, ma quanto meno credo sia giusto NON RESTARE INDIFFERENTI alle difficoltà di questa realtà.

Chiunque voglia dare un contributo questo è il conto corrente aperto dal Coach del Dream Team

Clifford Fisher IT 84 A 01030 15807 PREP94920095. Banca Monte dei Paschi di Siena, sede di Taranto

Grazie per l'attenzione e scusate per il disturbo.
Sempre Forza Taranto
e auguri di buone feste

[rossoblu]

trasferta vietata anche a gela

[DelfiniRossoblu]

Dov'è la novità?

Maroni

[DelfiniRossoblu]

COMMIATO AL 2010, AVANTI 2011
di UT (the original)

Per noi tifosi del Taranto, la cosa più importante da conservare per il futuro è proprio la nostra fede calcistica e la nostra identità, un patrimonio di ricordi, passioni, gioie e dolori a cui siamo chiamati, nel bene e nel male a dare un seguito, senza per questo indugiare troppo nell'autocommiserazione e nel vittimismo.

Nonostante i lunghi anni d'insoddisfazione sportiva, il bene supremo deve essere il Taranto come momento di aggregazione, allo stadio, così come sul muro e nelle amicizie.

Ne sono fortemente convinto.

Il calcio, quello che ci ha fatto innamorare non esiste più, purtroppo è cambiato e sta cambiando ancora, per altro sicuramente in peggio; in ultima analisi, la TdT e le varie trasferte inibite, segnano di già un solco profondo che sta cambiando il nostro modo di tifare.

Tuttavia credo sia sempre possibile e doveroso sperare in un futuro migliore, sia a livello sportivo, sia a livello di "sostenibilità" del tifo. Un tifo sempre gioioso, colorato e passionale.

E allora, a noi che siamo tifosi del Taranto, non ci resta che augurarci un futuro migliore perchè in fondo ce lo meritiamo, diversamente non cederemo e saremo sempre qui a gridare
Sempre Forza Taranto

[DelfiniRossoblu]

RIFLESSIONE SULLA CURVA NORD
di UT (the original)

Siamo al crespucolo di un'epoca, sia calcistica che di tifo. La situazione potrebbe trascinarsi stancamente per due, tre anni, fino a quando la curva attuale sarà costretta a cedere il passo...immagino al nuovo tifo che verrà.

Ma non è poi un fatto così scontato, perchè qui c'è tanta gente che parla...e pochi che si alzano le maniche o che siano disposti a rischiare qualcosa in prima persona. Per subentrare ad una curva serve una certa forza, una certa mentalità, un certo rispetto e un certo seguito.
Non intravedo nuove leve che potenzialmente potrebbero dare la scalata da qui a cinque anni.

Pertanto la situazione è stagnate e depressiva, così come i campionati e le fortune del Taranto. Una serie di vittorie sportive potrebbero portare certamente un nuovo fermento e nuova linfa al movimento.

Noi diamo per scontato cose inesatte. La Curva Nord è stata profondamente diversa negli anni a seconda di chi l'ha gestita. Ogni gestione ha disprezzato quelle precedenti....e gli ex vertici di quelle precedenti spesso hanno disconosciuto quelle attuali.

Il problema dell'ipotetica successione è di complicata lettura: un nuovo commando ultras o la loro completa sparizione a vantaggio di un gruppo organizzato più simile a quelli di gradinata???

Io credo che la Nord sarà a lungo una zona grigia dove non potranno attecchire dei semplici gruppi organizzati di tifo in stile gradinata. Vedremo a lungo languire l'odierna situazione.

[DelfiniRossoblu]

HULLS: Qual è stato l'errore più grande della nostra gestione? Prendere il Taranto... Ho risposto onestamente, non mi piace essere ipocrita.

GAME OVER
di UT (the original)



Siamo alle solite, alla domanda su quale sia stato il più grande errore della gestione, domanda che implicitamente fa intendere che di errori ce ne sono stati tanti, si risponde arrogantemente che l'errore più grande è stato quello di acquistare il Taranto.

Si chiede un atto di umiltà nel riconoscere un errore...e invece parte il ceffone, lo sfreggio. Insomma è l'ennesimo atto di spocchia e superbia, ennesimo schiaffo in faccia alla tifoseria.

Tornando ora agli auspici di Romanzini e alle nostre colpe di provare e riprovare all'infinito: e noi dovremmo trovare il modo di far capire gli errori...e di far invertire la rotta a questa società????

Siamo seri. Questi dilettanti allo sbaraglio sono talmente pieni di se che l'unica cosa che sanno fare è vomitare veri e propri insulti alla tifoseria in maniera indistinta.

Per quanto mi riguarda già attendo il cambio societario. E' ora che la famiglia D'Addario e il suo staff cambino console di gioco e vadano altrove.