

Moderatore:tarantocalcio
basta esserci col pensiero x non essere barese?DelfiniRossoblu ha scritto: CHI NON VIENE E' UN BARESE!!!
paolè guarda che amore che abbiamo x loroRUMePERA ha scritto:DelfiniRossoblu ha scritto: CHI NON VIENE E' UN BARESE!!!
DelfiniRossoblu ha scritto:ok vada per il pensiero..ma solo perchè sei a Napoli...
sicuramente ce ne sono molti di più...ma non faccio parte di quella razzaRUMePERA ha scritto:DelfiniRossoblu ha scritto:ok vada per il pensiero..ma solo perchè sei a Napoli...un barese a Napoli.
DelfiniRossoblu ha scritto:
SEMPRE FORZA TARANTO !!!
RUMePERA ha scritto:DelfiniRossoblu ha scritto:
SEMPRE FORZA UT !!!
'100 battiti di cuore, storia e… passione'
Bellissima iniziativa: il primo pensiero che nasce è questo, e i complimenti a chi ha messo in piedi il progetto della mostra sul calcio a Taranto non sono di rito ma davvero sentiti. Il 15 settembre si inaugura una importante mostra, dove sarà esposta la memoria storica del calcio a Taranto: oltre 250 “worn shirt”, ovvero le magliette indossate dai calciatori, figurine, cartoline, foto, gagliardetti, palloni, biglietti dello stadio, abbonamenti, riviste, ritagli e chi più ne ha più ne metta.
Chiacchierare con Franco Valdevies, che insieme a Carlo Esposito, Nicola Grassi e Daniele Semeraro è curatore di questa mostra, è facile: non serve chiedere il perché di questa iniziativa; non occorre domandare da dove nasce la voglia di mettere in mostra i ricordi in bianco e nero di tantissime generazioni di tarantini. Forse non serve nemmeno chiedere quanto sacrificio c’è dietro questo lavoro. Abbiamo entrambi chiara la natura del popolo tarantino per poter capire bene quanta fatica costi mantenere viva la memoria storica in un popolo generalmente indolente. Non me ne vogliano i tanti concittadini che si prodigano ogni giorno per fare di Taranto un posto migliore di quello ereditato dai nostri padri; non me ne vogliano, quindi, coloro che attraverso la cultura cercano di strappare dalla bocca del tarantino medio la frase “ma ce me ne futte a ‘mme” sgradevole più al cuore che alle orecchie: d’altronde parliamo proprio di questo.
Franco mi fa una appassionata carrellata di tutto ciò che sarà possibile vedere presso la Galleria Comunale sita nel Castello Aragonese: cimeli, coppe, cartelloni espositivi, l’angolo dedicato a Iacovone. Ecco Iacovone: solo pronunciare il nome fa emozionare, sentire i cori allo stadio è puro batticuore. Eppure quanto fu difficile organizzare una mostra dedicata all’idolo della curva Nord, o quanto fu difficoltoso reperire i fondi per la statua in suo onore… Rimbomba nella testa: “ma ce me ne futte a ‘mme”…
Uno dei pezzi pregiati di questa mostra è una coppa. Su di essa ci sono incisi il nome della FIGC e dell’Arsenal Taranto, che vinse davanti al Parma il campionato di serie C 1953-54: la Lega la donò alla Società jonica come premio per il traguardo raggiunto. Immediatamente mi interrogo dove siano tutti gli altri cimeli che non sono nelle mani dei collezionisti: che le società avvicendatesi nel tempo se le siano passate in eredità? Franco mi batte sul tempo, ricordandomi delle importanti bacheche presenti nella storica sede di Viale Virgilio: me le ricordo bene, ero quindicenne quando mi recavo in sede per i biglietti dello stadio. Quelle bacheche piene di targhe, coppe, gagliardetti, rappresentavano la storia del Taranto. Dove sono? Chissà… che abbiano fatto come fecero i nostri avi alla fontana dell’omonima piazza alla caduta dei Borboni? “Via il vecchio, cancelliamo e bruciamo tutto”, reazione materiale del “ma ce me ne futte a ‘mme” pensiero. Corsi e ricorsi storici, che si susseguono nel tempo, un parallelismo tra la storia della nostra società e lo sport pedestre più amato in riva allo Jonio.
“Robè, vogliamo mettere in mostra la memoria di Taranto” – mi dice Franco – “Le difficoltà sono tante, ci vuole tanto sacrificio e dobbiamo dire grazie davvero a pochi. Tra questi, oltre la Provincia e il Comune, dobbiamo ringraziare i ragazzi di Taranto Supporters” (non ne avevo dubbi, sono esempio di amore per il Taranto e per Taranto).
Il problema non è che di queste manifestazioni ce ne sono poche, ma che, nella maggior parte dei casi, quando si cerca di cavare qualcosa di buono da questa città si fa fatica a farlo germogliare: ognuno di noi è la risposta. In bocca al lupo, ragazzi!