"Non siamo in democrazia"

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Rossazzurro
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"Non siamo in democrazia"

Messaggio da Rossazzurro » 11.08.09 - 19:20

Il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, critica l'attuale sistema elettorale e difende l'autonomia dei magistrati. Monito del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: "Chieda scusa al Parlamento"

CAPALBIO (GROSSETO) - "Oggi non siamo in piena democrazia perchè quando a decidere i candidati del popolo è la segreteria di un partito, non possiamo dire di essere in democrazia". Lo ha affermato il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso sul palco di Capalbio Libri 2009 nel corso della presentazione del suo libro "Per non morire di mafia". Erano presenti anche Pino Buongiorno, vicedirettore di Panorama, e Piero Luigi Vigna, ex procuratore nazionale antimafia.

Grasso ha anche affermato che "bisogna bloccare chi vuole controllare i giornalisti e i magistrati. Se la giustizia è lenta e la riforma del processo penale che ci viene prospettata o le intercettazioni produrranno ulteriori danni noi cosa possiamo fare se non opinione, pressione? Io per dire qualcosa ho dovuto scrivere un libro e tanti giornalisti oggi si ritrovano a doverne scrivere perchè le loro idee non trovano ospitalità nei giornali. Questo è un grave problema". Parlando di mafia, il procuratore ha detto: "Io sono per l'antimafia concreta fatta di cose concrete, di comportamenti e di fatti. Ognuno nel proprio piccolo deve fare un'opera di pressione".

"Meravigliano grandemente le incredibili parole provenienti da Pietro Grasso, del quale nel passato abbiamo apprezzato l'equilibrio" è il commento del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che, rivolgendosi a Grasso, lo ha invitato "a chiedere scusa al Parlamento. Scambiare i ricorrenti abusi in materia di intercettazioni da parte dei magistrati e giornalisti - ha spiegato Gasparri - con la volontà di metterli sotto controllo è un grave errore. Grasso si è purtroppo unito al coro di quanti offendono il Parlamento e la democrazia. In questo Paese tutti possono scrivere di quello che vogliono e non sarà sfuggito a Grasso che esistono giornali abitualmente dediti all'illecita pubblicazione di intercettazioni ed alla diffusione sistematica di menzogne".

"Grasso chieda scusa al Parlamento dove abbiamo appena varato le più severe e dure norme antimafia della storia italiana. Inoltre - ha proseguito Gasparri - la malafede di Grasso è testimoniata dal fatto che le norme riguardanti le intercettazioni escludono i reati di mafia. Rendiamo omaggio agli eroi della magistratura uccisi nell'adempimento del loro dovere e biasimiamo chi stravolge la realtà. Peraltro con questa maggioranza di centrodestra sono cresciuti i sequestri di beni mafiosi ed il numero degli arresti". Gasparri ha infine ricordato di essere stato lui il proponente di una revisione in senso restrittivo dell'articolo 41 bis "per porre rimedio agli inauditi ed imperdonabili errori di alcuni colleghi di Grasso".

"In materia di antimafia concreta siamo docenti e non discenti. Grasso - è la conclusione perentoria di Gasparri - si legga le norme appena approvate e chiede scusa per espressioni che offendono l'alta funzione che ricopre per combattere il crimine e non per aggiungersi alla lunga serie di togati con la speranza di entrare presto nel Parlamento e farne parte".

"Come il senatore Gasparri ben sa, spesso frasi estrapolate da un discorso ampio e articolato si prestano a banalizzazioni giornalistiche-ha replicato Grasso- Un conto è l'affermazione apodittica "non siamo in democrazia", giunta al senatore Gasparri che non era presente a Capalbio, altro è esprimere dubbi e perplessità su un sistema che nega agli elettori di assegnare delle preferenze sui candidati al Parlamento".

"Può un cittadino-magistrato esprimere la propria opinione durante la presentazione del proprio libro?". Poi ha aggiunto "Per quel che riguarda il problema della censura, della difesa dell'indipendenza dell'autonomia dei magistrati e dei giornalisti, argomento che tanto fa inorridire il senatore Gasparri, devo ricordare di aver esposto questi concetti nelle sedi istituzionali, proprio in quel Parlamento che mi ha concesso l'onore di interpellarmi. D'altra parte so benissimo che non viene dal Parlamento la spinta al cosiddetto controllo del consenso. Non mi preoccupano le norme appena approvate, che condivido pienamente, ma quelle riforme che si prospettano all'orizzonte che potrebbero diminuire gli strumenti per combattere il crimine".

"La libertà di stampa - dice Grasso - e l'indipendenza della magistratura, e questo non sono soltanto io a dirlo, sono beni preziosi che ci invidiano le migliori democrazie del mondo. Del resto è ben nota la mia posizione sulla condanna di qualsiasi illecita pubblicazione di notizie che metta in pericolo le indagini in corso". Infine "Sulla mia presunta ambizione ad entrare in politica, desidero rassicurare il senatore Gasparri: "Non rientra nei miei programmi".

(fonte: lasiciliaweb.it)

Quando qualcuno ha il coraggio di dire qualcosa di sensato, arriva il mafiosetto di turno che gli vuole tappare la bocca.
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