Qui si parla di "saremmo", ma i fatti dicono il contrario: i prezzi sono aumentati in modo abnorme in ogni settore, si tratta di percentuali davvero assurde se si provasse a confrontare il prezzo di qualsiasi bene oggi e 15 e negli anni pre-Euro. Sono diminuiti i salari medi e aumentati i prezzi, riducendo fortemente il potere d'acquisto dei cittadini.thor01 ha scritto:Alexito90 ha scritto: Il guaio è che il suo disinteresse nei confronti delle misure economiche ci ha esposto come paese allo sciacallaggio e mediatico e dei mercati finanziari, tanto che il WSJ a più riprese l'ha additato come "nemico del liberismo economico" (che suona quasi una bestemmia per uno che è "sceso in campo" per fare l'interesse degli imprenditori e dei più interessati alle politiche liberali).
Quoto totalmente la prima parte, in Italia un partito di destra liberale attualmente non esiste assolutamente. Leggetevi qualche rapporto annuale dell'Antitrust e capirete che la situazione è disperata.
Peraltro è vero che i mercati finanziari tendono a preferire governi di stampo liberale, sopratutto a causa di questioni ideologiche derivanti da quelli che erano le teorie economiche dominanti nei primi anni '80, anche se personalmente credo che ciò sia destinato necessariamente a ridimensionarsi negli anni a venire.
Io ritengo che il vero problema dell'Italia a livello finanziario sia stata la scarsa stabilità politica, i mercati finanziari sfruttano ogni minima voce, di ogni genere, per fare speculazione, e considerando che i movimenti finanziari rilevano molto ma molto di più di quelli reali il patatrac è presto fatto. Chiaramente i problemi strutturali del paese fanno la loro parte, ma senza le vicende degli ultimi tempi, tenendo a posto i conti, la situazione poteva essere evitata.
Su questo sono totalmente in disaccordo. Senza l'entrata nell'UEM l'Italia oggi sarebbe totalmente allo sbando secondo me. Prima di tutto saremmo in un far west politico ancora maggiore e probabilmente ancor più tagliati fuori dagli scambi internazionali di quanto non lo siamo oggi.Alexito90 ha scritto: In sintesi, sapete qual è la stata forse l'unica verità (magari inconsapevole) che Berlusconi ha pronunciato in una intera carriera politica di menzogne e sotterfugi? Che l'Italia dall'ingresso nell'area Euro non ci ha guadagnato nulla
Vi ricordo che prima dell'entrata nell' Euro l'Italia è andata avanti per anni con le svalutazioni competitive, penalizzando tantissimo la competitività delle nostre imprese.
In sintesi senza EU la nostra incapacità politica si sarebbe notata oggi ancora di più.
Considerando che l'intero sistema economico si basa sul consumo del cittadino medio che costituisce la maggioranza numerica in un paese, penalizzare così tanto la sua capacità di spesa strozzando i salari e alzando i prezzi, crea (logicamente) una serie di conseguenze negative, in primis l'impossibilità per le piccole e medie aziende (già strangolate dalla burocrazia, dalle tasse e costrette ai licenziamenti per mantenersi in vita) di realizzare guadagni decenti.
Il problema è che l'Italia del boom economico ha funzionato, e bene, grazie all'immissione nella nostra economia di denaro fresco proveniente dal piano Marshall americano. Nonostante l'Italia fosse uscita a pezzi dalla guerra, in circa 20 anni ha avuto un indice di crescita assolutamente di tutto rispetto e si è imposta come eccellenza in molti settori (automobilistico e non solo). Questo dimostra che uno Stato che ha facoltà di spendere (come l'Italia con la lira) e in grado oltretutto di usufruire di capitali stranieri stabili (cosa che oggi avviene di rado per le questioni di sfiducia di cui sopra), funziona molto meglio di quanto funzioni l'Italia oggi.
L'errore sta nel pensare che l'Euro serva a creare stabilità benessere. Il trattato di Lisbona sancisce per la Bce una capacità limitata di acquistare titoli di stato di paesi in difficoltà e fuori dai parametri stabiliti di deficit, presupponendo che tutti gli Stati siano in grado di essere virtuosi dal punto di vista del bilancio (il che può essere corretto a livello teorico e a livello di sanzioni inflitte in caso di comportamenti non consoni, ma non può trasformarsi in un totale o quasi ignoramento delle richieste d'aiuto dei paesi in crisi come Grecia o Italia).
Anche a livello puramente semplicistico, gli unici due paesi Europei in grado di competere con le economie extra-europee sono Germania e Francia, i cui vertici detengono il grosso del potere economico del continente e hanno ben pensato di ingabbiare gli stati dell'Europa del Sud con il sistema Euro per impedire la svalutazione competitiva di cui parlavi su (che è assolutamente una pratica di cui non abusare, ma che in certi frangenti può risultare preziosa per attirare nuovi investitori e rinvigorire le casse dello Stato).