Post-Berlusconi: parliamone

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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da MrVaridoianis » 16.11.11 - 14:25

thor01 ha scritto:
Alexito90 ha scritto: Il guaio è che il suo disinteresse nei confronti delle misure economiche ci ha esposto come paese allo sciacallaggio e mediatico e dei mercati finanziari, tanto che il WSJ a più riprese l'ha additato come "nemico del liberismo economico" (che suona quasi una bestemmia per uno che è "sceso in campo" per fare l'interesse degli imprenditori e dei più interessati alle politiche liberali).


Quoto totalmente la prima parte, in Italia un partito di destra liberale attualmente non esiste assolutamente. Leggetevi qualche rapporto annuale dell'Antitrust e capirete che la situazione è disperata.
Peraltro è vero che i mercati finanziari tendono a preferire governi di stampo liberale, sopratutto a causa di questioni ideologiche derivanti da quelli che erano le teorie economiche dominanti nei primi anni '80, anche se personalmente credo che ciò sia destinato necessariamente a ridimensionarsi negli anni a venire.
Io ritengo che il vero problema dell'Italia a livello finanziario sia stata la scarsa stabilità politica, i mercati finanziari sfruttano ogni minima voce, di ogni genere, per fare speculazione, e considerando che i movimenti finanziari rilevano molto ma molto di più di quelli reali il patatrac è presto fatto. Chiaramente i problemi strutturali del paese fanno la loro parte, ma senza le vicende degli ultimi tempi, tenendo a posto i conti, la situazione poteva essere evitata.

Alexito90 ha scritto: In sintesi, sapete qual è la stata forse l'unica verità (magari inconsapevole) che Berlusconi ha pronunciato in una intera carriera politica di menzogne e sotterfugi? Che l'Italia dall'ingresso nell'area Euro non ci ha guadagnato nulla
Su questo sono totalmente in disaccordo. Senza l'entrata nell'UEM l'Italia oggi sarebbe totalmente allo sbando secondo me. Prima di tutto saremmo in un far west politico ancora maggiore e probabilmente ancor più tagliati fuori dagli scambi internazionali di quanto non lo siamo oggi.
Vi ricordo che prima dell'entrata nell' Euro l'Italia è andata avanti per anni con le svalutazioni competitive, penalizzando tantissimo la competitività delle nostre imprese.
In sintesi senza EU la nostra incapacità politica si sarebbe notata oggi ancora di più.
Qui si parla di "saremmo", ma i fatti dicono il contrario: i prezzi sono aumentati in modo abnorme in ogni settore, si tratta di percentuali davvero assurde se si provasse a confrontare il prezzo di qualsiasi bene oggi e 15 e negli anni pre-Euro. Sono diminuiti i salari medi e aumentati i prezzi, riducendo fortemente il potere d'acquisto dei cittadini.
Considerando che l'intero sistema economico si basa sul consumo del cittadino medio che costituisce la maggioranza numerica in un paese, penalizzare così tanto la sua capacità di spesa strozzando i salari e alzando i prezzi, crea (logicamente) una serie di conseguenze negative, in primis l'impossibilità per le piccole e medie aziende (già strangolate dalla burocrazia, dalle tasse e costrette ai licenziamenti per mantenersi in vita) di realizzare guadagni decenti.

Il problema è che l'Italia del boom economico ha funzionato, e bene, grazie all'immissione nella nostra economia di denaro fresco proveniente dal piano Marshall americano. Nonostante l'Italia fosse uscita a pezzi dalla guerra, in circa 20 anni ha avuto un indice di crescita assolutamente di tutto rispetto e si è imposta come eccellenza in molti settori (automobilistico e non solo). Questo dimostra che uno Stato che ha facoltà di spendere (come l'Italia con la lira) e in grado oltretutto di usufruire di capitali stranieri stabili (cosa che oggi avviene di rado per le questioni di sfiducia di cui sopra), funziona molto meglio di quanto funzioni l'Italia oggi.

L'errore sta nel pensare che l'Euro serva a creare stabilità benessere. Il trattato di Lisbona sancisce per la Bce una capacità limitata di acquistare titoli di stato di paesi in difficoltà e fuori dai parametri stabiliti di deficit, presupponendo che tutti gli Stati siano in grado di essere virtuosi dal punto di vista del bilancio (il che può essere corretto a livello teorico e a livello di sanzioni inflitte in caso di comportamenti non consoni, ma non può trasformarsi in un totale o quasi ignoramento delle richieste d'aiuto dei paesi in crisi come Grecia o Italia).

Anche a livello puramente semplicistico, gli unici due paesi Europei in grado di competere con le economie extra-europee sono Germania e Francia, i cui vertici detengono il grosso del potere economico del continente e hanno ben pensato di ingabbiare gli stati dell'Europa del Sud con il sistema Euro per impedire la svalutazione competitiva di cui parlavi su (che è assolutamente una pratica di cui non abusare, ma che in certi frangenti può risultare preziosa per attirare nuovi investitori e rinvigorire le casse dello Stato).
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da MrVaridoianis » 16.11.11 - 15:15

Ritornando a Matrix, che ho rivisto interamente oggi perchè mi interessava l'evolversi della puntata con quegli ospiti in studio.

Sono rimasto moderatamente deluso, moderatamente nel senso che me l'aspettavo che accadesse quello che è successo.

Io seguo Barnard da tempo sul suo sito e molte delle cose che scrive sono surrogate da date, nomi, dati, dichiarazioni, rimandi a siti/documenti ufficiali.

Come per tutti i giornalisti (che inevitabilmente per quanto parziali possano essere, inseriscono una anche se minima quota di soggettività in quello che dicono/scrivono) sarebbe giusto metterli di fronte al contraddittorio.
Ieri sera le dichiarazioni di Barnard hanno colto in disaccordo tutti gli ospiti, da Costamagna a Giannino alla giornalista bionda di cui ignoravo l'esistenza. Barnard ha avuto il contraddittorio. Hanno tentato di sminuire la sua tesi, giusta o sbagliata che sia, utilizzando la solita vuota retorica dei politicanti.
Io sinceramente mi sono rotto un po' le palle di questo modo di ostacolare il vero giornalismo: se sei convinto che il tuo interlocutore stia dicendo una grossa castroneria, sarebbe giusto esporre la TUA versione dei fatti. Non basta dire che l'altro sta sbagliando senza esporne motivazioni a corredo.

Piaccia o no il suo modo di fare (ieri sera non ho condiviso nessuno dei suoi comportamenti, avrebbe potuto essere più "furbo" anzichè far indispettire subito il conduttore che poi ha perfettamente cavalcato l'onda facendo ostracismo su ogni suo intervento), Barnard era l'unico dei presenti ieri sera (insieme a Chiesa, che però era limitato dal fatto che non era in studio) a dare all'ascoltatore qualcosa di concreto oltre che le solite vuote parole.

Cosa scaturisce da questo pandemonio mediatico? Quello che è passato ieri sera è che Barnard e gli altri due "meno noti" ospiti di ieri sono dei semplici "complottisti" che guardano il mondo della finanza dall'esterno e di conseguenza le loro tesi, benchè ben illustrate e surrogate da dati, non possono essere considerate probanti.
Invece, anche e soprattutto grazie all'avallo di un conduttore compiacente, ciò che esce dalla bocca di giornalisti ed economisti in studio è legge (salvo poi, a detta dello stesso Costamagna presente in studio, bollare la posizione di 36 economisti americani in merito all'Euro come irrilevante perchè "Figurati, quelli sono americani e poi chi sono?").

Da umile cittadino guardo una trasmissione del genere e mi do delle mie personali risposte. Non so se il Sistema esiste nelle condizioni ipotizzate da qualcuno (e per questo odio chi parla di complotto perchè, ripeto, sminuisce la portata del problema che certamente esiste), ci vogliono anni di studio per venire a capo di un problema del genere, certo ora è innegabile quanto l'economia abbia "inquinato" la politica. Ed è altrettanto indubbio che qualcuno, nei vari talk-show televisivi, abbia il compito di tenere a freno lo sviscerarsi di certe tematiche. Quello che è evidente, è che devono essere riferite sempre le stesse cose, parlare di quanto sia sgradevole la risata della Merkel su Berlusconi, parlare del fondoschiena della Merkel o dei tacchi della Bruni per non sfigurare il marito, parlare dell'Eurozona come un passo dovuto e inevitabile, senza neanche interrogarsi su quanto questo sia vero (non pretendo che dicano che l'Euro è stato un errore, semplicemente vorrei che ne si parlasse concretamente).
Questo è un palese tentativo di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica, il che non è molto difficile se adottata nei confronti di povera gente che al ritorno da 8 o magari 10 ore di lavoro massacrante preferisce vedere Italia-Uruguay che sforzarsi di comprendere certe tematiche complesse.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da Vis Pesaro » 17.11.11 - 10:56

Spero che la Fornero chiuda i centri per il NON-impiego.
Dai dati risulta che sono completamente inutili dato che trovano lavoro solo il 3% delle persone.
Fanno addirittura peggio le agenzie interANALI.. :vomito:

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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da HappySall1 » 17.11.11 - 12:02

Ribadisco di non essere un esperto di economia e mi complimento con chi in queste pagine ha argomentato in maniera notevole determinati concetti :up:
Vorrei però fare una velocissima considerazione sull'avvento dell'euro e di quanto poteva essere conveniente tenerci la lira: in diverse circostanze ed in momenti diversi ho sempre sentito dire che se oggi avessimo avuto ancora la lira, avremmo avuto con essa un'inflazione inimmaginabile. Attraverso quali meccanismi non chiedetemelo, mi limito a riportare quello che ho sentito e letto.

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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da thor01 » 17.11.11 - 12:16

Alexito90 ha scritto:
Qui si parla di "saremmo", ma i fatti dicono il contrario: i prezzi sono aumentati in modo abnorme in ogni settore, si tratta di percentuali davvero assurde se si provasse a confrontare il prezzo di qualsiasi bene oggi e 15 e negli anni pre-Euro. Sono diminuiti i salari medi e aumentati i prezzi, riducendo fortemente il potere d'acquisto dei cittadini.
Considerando che l'intero sistema economico si basa sul consumo del cittadino medio che costituisce la maggioranza numerica in un paese, penalizzare così tanto la sua capacità di spesa strozzando i salari e alzando i prezzi, crea (logicamente) una serie di conseguenze negative, in primis l'impossibilità per le piccole e medie aziende (già strangolate dalla burocrazia, dalle tasse e costrette ai licenziamenti per mantenersi in vita) di realizzare guadagni decenti.
Qua sbagli Alex, perché innanzitutto non si tratta di "saremmo", ma sono ipotesi ben consolidate nel pensiero economico. Inoltre l'aumento dei prezzi è dipeso in buona parte dai piccoli commercianti, che ci hanno marciato sopra, oltre che da condizioni congiunturali derivanti dall'aumento del costo del petrolio che incide considerevolmente sui costi delle materie prima e quindi a cascata sui costi industriali delle imprese. Oltretutto ora con una moneta svalutata ci ritroveremmo a pagare il petrolio in termini reali molto più di quanto non costi già ora.
Alexito90 ha scritto:
Il problema è che l'Italia del boom economico ha funzionato, e bene, grazie all'immissione nella nostra economia di denaro fresco proveniente dal piano Marshall americano. Nonostante l'Italia fosse uscita a pezzi dalla guerra, in circa 20 anni ha avuto un indice di crescita assolutamente di tutto rispetto e si è imposta come eccellenza in molti settori (automobilistico e non solo). Questo dimostra che uno Stato che ha facoltà di spendere (come l'Italia con la lira) e in grado oltretutto di usufruire di capitali stranieri stabili (cosa che oggi avviene di rado per le questioni di sfiducia di cui sopra), funziona molto meglio di quanto funzioni l'Italia oggi.

L'errore sta nel pensare che l'Euro serva a creare stabilità benessere. Il trattato di Lisbona sancisce per la Bce una capacità limitata di acquistare titoli di stato di paesi in difficoltà e fuori dai parametri stabiliti di deficit, presupponendo che tutti gli Stati siano in grado di essere virtuosi dal punto di vista del bilancio (il che può essere corretto a livello teorico e a livello di sanzioni inflitte in caso di comportamenti non consoni, ma non può trasformarsi in un totale o quasi ignoramento delle richieste d'aiuto dei paesi in crisi come Grecia o Italia).

Anche a livello puramente semplicistico, gli unici due paesi Europei in grado di competere con le economie extra-europee sono Germania e Francia, i cui vertici detengono il grosso del potere economico del continente e hanno ben pensato di ingabbiare gli stati dell'Europa del Sud con il sistema Euro per impedire la svalutazione competitiva di cui parlavi su (che è assolutamente una pratica di cui non abusare, ma che in certi frangenti può risultare preziosa per attirare nuovi investitori e rinvigorire le casse dello Stato).
L'avvento dell'Euro poi, è vero che toglie sovranità monetaria alle economie nazionali, ma in ogni caso gli stati stampano moneta sempre emettendo titoli che devono essere collocati a condizioni di mercato, non possono stamparla a proprio piacimento, altrimenti si finirebbe nella situazione pre anni '80, quella che per dirla semplice ha causato la prima impennata del debito pubblico e si avrebbe un inflazione incredibilmente alta, e inflazioni significa incertezza e quindi instabilità economica. Il problema dell'Italia è sopratutto quello che l'enorme debito pubblico è stato speso male, non investito pensando al futuro ma impiegato per finanziare l'altissima spesa corrente.
Ultima modifica di thor01 il 17.11.11 - 12:40, modificato 3 volte in totale.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da Meridiano » 17.11.11 - 12:39

u :eheh:
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da MrVaridoianis » 17.11.11 - 12:40

HappySall1 ha scritto:Ribadisco di non essere un esperto di economia e mi complimento con chi in queste pagine ha argomentato in maniera notevole determinati concetti :up:
Vorrei però fare una velocissima considerazione sull'avvento dell'euro e di quanto poteva essere conveniente tenerci la lira: in diverse circostanze ed in momenti diversi ho sempre sentito dire che se oggi avessimo avuto ancora la lira, avremmo avuto con essa un'inflazione inimmaginabile. Attraverso quali meccanismi non chiedetemelo, mi limito a riportare quello che ho sentito e letto.
Guarda, l'inflazione è un fenomeno difficile da prevedere. In teoria andrebbe valutato in modo da tenerlo costantemente sotto controllo.
E' sicuramente un limite e non bisogna scherzarci. Ma attenzione a diffidare sia da chi con la scusa che le misure di crescita e investimento possano causare una spirale d'inflazione ci propinano un modello di soli tagli e licenziamenti, e sia a chi ci dice che invece si potrebbe creare la piena occupazione semplicemente stampando danaro a random per coprire tutto il fabbisogno nazionale.

La verità secondo me sta nel mezzo. Immaginiamo che i privati (cittadini) e tutte le aziende italiane costituiscano un contenitore nel quale sono in circolo dei soldi distribuiti in un certo modo (del tutto ineguale, pochi i benestanti, tanti quelli che vivono in maniera decente, alcuni in maniera indecente); lo Stato grazie al danaro preso in prestito dai mercati (eurozona) o stampato a suo piacimento (Usa) ne costituisce un altro.
Lo Stato può, emettendo più denaro del dovuto, rischiare di diminuire il potere d'acquisto dello stesso (banale legge economica: ci sono stessi prodotti e più danaro in circolo, quest'ultimo rischia di svalutarsi e poter "comprare meno" di un mese prima con una stessa cifra, anche se ovviamente non si tratta di cose che accadono in 24h --> di riflesso i prezzi si alzano).
Ma come si può evitare questo senza evitare di arricchire l'economia di un paese? Investire il surplus di denaro emesso in servizi. Che so, la costruzione di un autostrada: e con quei soldi quindi dare incentivi a una agenzia che costruisce autostrade che a sua volta pagherà degli operai. Il denaro non ristagna, ma ricircola, come prima: riproducendo questo fenomeno su larga scala, un'operazione volta a rendere decenti i salari dei lavoratori incentivando le aziende in difficoltà può funzionare a patto che le aziende aumentino davvero i salari, perchè è ovvio che se le stesse (come accade il 90% delle volte per incentivi statali o europei) avviano i lavori di un infrastruttura e poi non la completano intascando buona parte degli incentivi, gli operai non vedono un euro e continueranno a spendere poco, creare "sacche di prodotti invenduti" scatenando la crisi come la vediamo noi. A quel punto cosa accade (parliamo sempre di piccole aziende, le grosse naturalmente non risentono della crisi come le altre)? La piccola cementeria (esempio banale) è costretta ad abbassare i prezzi per cercare di smaltire la merce invenduta, e a volte è costretta ad abbassarli così tanto da limitare al minimo o addirittura annullare il guadagno sui prodotti. Magari così qualcuno comprerà, ma la piccola cementeria avrà guadagnato magari il 40% in meno di quanto avrebbe dovuto su tot kg di cemento. Se la crisi continua a la cementeria è costretta a vendere a 30 anzichè a 45, non durerà molto. E con essa gli operai, che già erano a salario ridottissimo e magari un 25% cassaintegrati.

Mia opinione da profano? Si può creare ricchezza emettendo denaro solo se si è in grado di investire, creare lavoro, redistribuire la ricchezza e non farla stagnare.
E questo può farlo solo lo Stato sotto forma di organo che emette denaro.

Di conseguenza, non esiste una logica secondo cui tagliare migliore la salute di uno Stato. Non ha alcun senso, non può esistere benessere economico con salari minori e tanta disoccupazione. La gente ha paura, consuma meno, spende meno e manda in crisi interi settori di piccole e medie aziende.
La storia economica dice che il benessere si crea solo investendo, non è mai esistito uno Stato che si è risollevato con l'austerity. Si tratta di misure imposte per impaurire uno Stato, per convincerlo che "se non tagli poi il debito come lo paghi?". Ma sul debito esistono degli interessi, come si può ipotizzare di diminuire o addirittura estinguere un debito che cresce a dismisura? Anche tagliando fino a creare salari in stile Cina, al massimo riesci a non farlo crescere tagliando nella stessa misura dei tassi. Ma i 1900 mld sono sempre lì. Eppure lo Stato ora non può fare altro, perchè non può neanche provare ad investire se non ha facoltà di emettere denaro liberamente: su ogni euro emesso paga un interessa, che si tramuta in debito.
Com'è strutturato attualmente il sistema economico, lo Stato è in balia totale del suo debito. E non ha modo di estinguerlo.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da thor01 » 17.11.11 - 12:47

Alexito90 ha scritto: non è mai esistito uno Stato che si è risollevato con l'austerity.
In realtà la Thatcher fece in linea di massima proprio questo :mrgreen:
demotivato, mollo? Ma quale mollo..io non sono mollo

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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da Meridiano » 17.11.11 - 12:50

Piccolo particolare, la Cancellieri ministro dell'interno, fa benissimo, e' stata qui a catania come prefetto di catania propio nell'anno dell'omicidio Raciti e devo dire che fu la prima a salvare la faccia alla Citta di Catania difendendola a spada tratta come non mai, mi ricordo che ci chiamo a tutti noi dei gruppi organizzati e ci parlo come una madre, disse delle parole stupende, qui e' stata trattata benissimo , ha fatto delle belle cose per catania, con lei la criminalita baby fu per la maggior parte soppressa e lei stessa teneva al bene di Catania, una grande donna, di ferro, fu anche commissario del teatro vincenzo Bellini di Catania

Auguri Anna Maria :inchino:
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da MrVaridoianis » 17.11.11 - 12:50

thor01 ha scritto: Qua sbagli Alex, perché innanzitutto non si tratta di "saremmo", ma sono ipotesi ben consolidate nel pensiero economico. Inoltre l'aumento dei prezzi è dipeso in buona parte dai piccoli commercianti, che ci hanno marciato sopra, oltre che da condizioni congiunturali derivanti dall'aumento del costo del petrolio che incide considerevolmente sui costi delle materie prima e quindi a cascata sui costi industriali delle imprese. Oltretutto ora con una moneta svalutata ci ritroveremmo a pagare il petrolio in termini reali molto più di quanto non costi già ora.
Si tratta di ipotesi, appunto, delle quali non abbiamo avuto conferma perchè siamo passati all'Euro. Certo l'Italia con la Lira non ha mai raggiunto questi livelli di deficit, imposti o causati che siano. Questi sono dati di fatto..

Sull'aumento dei prezzi sono d'accordissimo: per metà i commercianti ci hanno marciato (non ne avevano magari bisogno, ma sull'onda dell'innalzamento globale si sono adeguati anche loro), per metà sono stati costretti dall'aumento del costo delle materie prime (anche se molti contadini asseriscono di vendere sempre alle stesse cifre, quindi credo che siano molti quelli che ci marciano).

La moneta sovrana presuppone ovviamente una oculata gestione economica, più di quanto non serva con l'Euro dove le possibilità sono risicate. Però c'è un grossissimo vantaggio: se sai agire, funzioni. E puoi crescere, perchè hai facoltà di emettere denaro. Con l'Euro no, hai un limite imposto dall'Ue e dai tassi di interesse.
L'avvento dell'Euro poi, è vero che toglie sovranità monetaria alle economie nazionali, ma in ogni caso gli stati stampano moneta sempre emettendo titoli che devono essere collocati a condizioni di mercato, non possono stamparla a proprio piacimento, altrimenti si finirebbe nella situazione pre anni '80, quella che per dirla semplice ha causato la prima impennata del debito pubblico e si avrebbe un inflazione incredibilmente alta, e inflazioni significa incertezza e quindi instabilità economica. Il problema dell'Italia è sopratutto quello che l'enorme debito pubblico è stato speso male, non investito pensando al futuro ma impiegato per finanziare l'altissima spesa corrente.
Perchè tu parti dal presupposto che siano tutti "Stati canaglia" non in grado di mantenere bassa l'inflazione e di gestire l'emissione del denaro.
In parte ti sei risposto da solo: l'Euro è nato per regolamentare l'emissione del denaro ed evitare le svalutazioni competitive, i rischi di inflazione, l'instabilità economica. Alcuni dei principi ispiratori "sembravano" positivi. Ma dopo diversi anni di sistema Euro abbiamo visto le tantissime fragilità: innanzitutto perchè funzioni è necessario che tutti siano paesi virtuosi, e invece già Grecia, Irlanda Italia e Portogallo sono finiti nel mirino.
Ma ha tolto la fondamentale libertà che prima ogni paese aveva di provare ad evolversi: adesso i paesi dell'Eurozona hanno tutti le ali tarpate, non possono spingersi oltre certi orizzonti che rispondono al nome di "titoli collocati a condizioni di mercati e con dei tassi di interesse". Di facciata è un "restiamo tutti uniti come Europa per concorrere con gli USA" ma in realtà è un "vi teniamo per le palle".
Sai qual è il paese più in crescita negli ultimi anni? Un paese che fino a qualche anno fa era sull'orlo della bancarotta. E' l'Argentina. Senza la moneta sovrana secondo te sarebbe mai stata in grado di uscire da una crisi economica devastante?
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da MrVaridoianis » 17.11.11 - 12:57

thor01 ha scritto:
Alexito90 ha scritto: non è mai esistito uno Stato che si è risollevato con l'austerity.
In realtà la Thatcher fece in linea di massima proprio questo :mrgreen:
Oddio, la Thatcher ha optato per politiche mooooooooooolto liberali. E tra l'altro ci sono opinioni controverse sul suo operato, per un certo periodo il Pil era crollato dell'11%.. in ogni caso dire che ha lavorato solo d'austerity è molto riduttivo, ha rilanciato per certi versi l'economia con molte iniziative liberali, piaccia o no serve investire sempre e comunque.. è ovvio che bisogna saperlo fare, ed è proprio di questo che hanno paura i padri dell'Euro: degli stati virtuosi.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da thor01 » 17.11.11 - 13:03

Alexito90 ha scritto: Si tratta di ipotesi, appunto, delle quali non abbiamo avuto conferma perchè siamo passati all'Euro. Certo l'Italia con la Lira non ha mai raggiunto questi livelli di deficit, imposti o causati che siano. Questi sono dati di fatto..
Guarda che il deficit ha iniziato a salire dagli anni '80, precisamente da quando la Banca d'Italia è divenuta un organismo indipendente e non governativo.
Alexito90 ha scritto: Sull'aumento dei prezzi sono d'accordissimo: per metà i commercianti ci hanno marciato (non ne avevano magari bisogno, ma sull'onda dell'innalzamento globale si sono adeguati anche loro), per metà sono stati costretti dall'aumento del costo delle materie prime (anche se molti contadini asseriscono di vendere sempre alle stesse cifre, quindi credo che siano molti quelli che ci marciano).
Più che altro sono l'energia ed i derivati del petrolio ad essere aumentati, i coltivatori, come dici tu, fanno la fame come prima
Alexito90 ha scritto: La moneta sovrana presuppone ovviamente una oculata gestione economica, più di quanto non serva con l'Euro dove le possibilità sono risicate. Però c'è un grossissimo vantaggio: se sai agire, funzioni. E puoi crescere, perchè hai facoltà di emettere denaro. Con l'Euro no, hai un limite imposto dall'Ue e dai tassi di interesse.
Alexito90 ha scritto: Perchè tu parti dal presupposto che siano tutti "Stati canaglia" non in grado di mantenere bassa l'inflazione e di gestire l'emissione del denaro.

Questo è vero, ma se non sono stati in grado di gestirsi pur avendo dei ferrei regolamenti tendo a credere che ci sarebbero riusciti ancor meno lasciandoli liberi di agire. Considera che oggi l'austerità è imprescindibile se vuoi pagare tassi di interesse bassi sul debito, forse ancor più della crescita economica.
Alexito90 ha scritto: In parte ti sei risposto da solo: l'Euro è nato per regolamentare l'emissione del denaro ed evitare le svalutazioni competitive, i rischi di inflazione, l'instabilità economica. Alcuni dei principi ispiratori "sembravano" positivi. Ma dopo diversi anni di sistema Euro abbiamo visto le tantissime fragilità: innanzitutto perchè funzioni è necessario che tutti siano paesi virtuosi, e invece già Grecia, Irlanda Italia e Portogallo sono finiti nel mirino.
Ma ha tolto la fondamentale libertà che prima ogni paese aveva di provare ad evolversi: adesso i paesi dell'Eurozona hanno tutti le ali tarpate, non possono spingersi oltre certi orizzonti che rispondono al nome di "titoli collocati a condizioni di mercati e con dei tassi di interesse". Di facciata è un "restiamo tutti uniti come Europa per concorrere con gli USA" ma in realtà è un "vi teniamo per le palle".
Sai qual è il paese più in crescita negli ultimi anni? Un paese che fino a qualche anno fa era sull'orlo della bancarotta. E' l'Argentina. Senza la moneta sovrana secondo te sarebbe mai stata in grado di uscire da una crisi economica devastante?
Forse non ho capito cosa intendi, ma anche gli USA devono sottostare al "titoli collocati a condizioni di mercati e con dei tassi di interesse".
Dove hai preso il dato sull'Argentina? sinceramente in ambiente economico ancora dell'Argentina se ne parla poco, o almeno, molto meno che dei paesi del BRIC.
demotivato, mollo? Ma quale mollo..io non sono mollo

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biancodisera
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da biancodisera » 17.11.11 - 13:04

Vis Pesaro ha scritto: Immagine
Questa tabella è interessantissima. Direi che fotografa in pieno l'Italia, dove il favore dell'amico, dello zio o magari del prete rende sempre...
Quello che mi rincuora è il dato riferito all'autocandidatura.
Ultima modifica di biancodisera il 17.11.11 - 13:05, modificato 1 volta in totale.
"Non troveremo mai una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni... Il PIL misura tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta" Robert Kennedy

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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da thor01 » 17.11.11 - 13:04

Alexito90 ha scritto:
thor01 ha scritto:
Alexito90 ha scritto: non è mai esistito uno Stato che si è risollevato con l'austerity.
In realtà la Thatcher fece in linea di massima proprio questo :mrgreen:
Oddio, la Thatcher ha optato per politiche mooooooooooolto liberali. E tra l'altro ci sono opinioni controverse sul suo operato, per un certo periodo il Pil era crollato dell'11%.. in ogni caso dire che ha lavorato solo d'austerity è molto riduttivo, ha rilanciato per certi versi l'economia con molte iniziative liberali, piaccia o no serve investire sempre e comunque.. è ovvio che bisogna saperlo fare, ed è proprio di questo che hanno paura i padri dell'Euro: degli stati virtuosi.
La Tatcher fa parte di quell'ambiente riconducibile al neoliberismo economico che è quello sui cui si fonda l'operato della BCE.
Si va beh, è contestata, ma se parli con qualche professore di economia sentirai che l'opione degli "addetti ai lavori" è ben diversa.
Ultima modifica di thor01 il 17.11.11 - 13:07, modificato 1 volta in totale.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone

Messaggio da Rossazzurro » 17.11.11 - 14:33

Tanto per stemperare i toni e dare fiducia ai mercati, Berlusconi dichiara che il governo durerà finchè vorranno loro e che la democrazia è sospesa.
Questo è malato di mente, non c'è alternativa.
Immagine

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