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Guarda Matteo non credere. Hollande ha fatto tante promesse in campagna elettorale, e ne ha mantenute ben poche perché sta facendo i conti con la realtà. Alcune iniziative sono state giuste, a a conti fatti la Francia sta mostrando pesantissimi scricchiolii anche per colpa delle politiche di Hollande. A Hollande si rimprovera l'eccessivo statalismo nelle sua politica: ha aumentato i sussidi statali, cosa che ha fatto crollare la domanda interna in maniera netta, ha tenuto in piedi l'industria automobilistica francese attraverso una serie di contributi statali (un po' come abbiamo fatto noi per anni con la Fiat), ha spinto moltissimi capitali al di fuori della Francia. L'unica cosa buona che aveva fatto Sarkozy era stato ridurre l'inefficienza dell'apparato burocratico francese, mentre Hollande sta intraprendendo la strada opposta. In molti in Francia si stanno domandando se sia davvero in grado di gestire un paese così importante come la Francia in una situazione così difficile, perché un conto sono le belle parole, la campagna elettorale, ma poi la realtà è tutt'altro e o sei capace o non lo sei. Intanto la Francia è stata declassata dalle agenzie di rating.
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- crash83
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Primarie PD
Ragazzi guardate che secondo me voi confondete alcune cose. Diffidate degli imprenditori che chiedono aiuti statali, la maggior parte delle volte fanno cattiva imprenditoria, hanno aziende mal gestite e spesso non chiedono altro di rimanere a spese dello stato. Gli imprenditori veri, quelli bravi, chiedono allo stato più intraprendenza, meno burocrazia, meno tasse, non soldi per ripianare i loro debiti. E' questo che molti politici di sinistra dovrebbero capire a mio avviso. Gli interventi statali volti ad "aiutare" gli imprenditori è un modo come un altro per buttare i soldi pubblici, aumentando la spesa e di fatto parando le chiappe agli imprenditori incapaci che si rifugiano sotto la gonna dello stato per coprire i loro fallimenti. E giù pioggia di contributi per anni ed anni. Il politico serio aiuta la media e piccola imprenditoria riducendo le tasse, favorendo il mercato e alleggerendo il peso dello stato, non aumentandolo come sta facendo Hollande. E quando vediamo capitali su capitali che fuggono da un paese, imprenditori che soffocano sotto il peso della burocrazia, altri che invece gongolano su quelle pioggie di finanziamenti pubblici di cui parlavo prima, i mercati non possono che penalizzarti alla fine.
Ultima modifica di crash83 il 23.11.12 - 23:25, modificato 2 volte in totale.
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Primarie PD
Simo è tutto giusto quello che scrivi, l'eccessivo statalismo rende stagnante o nulla l'intraprendenza degli imprenditori che sanno di poter confidare nell'aiuto dello Stato. Chi ne paga le conseguenza sono le piccole imprese, che non hanno accesso a crediti e aiuti statali e nonostante operino in buona fede e secondo le leggi, sono costretti a soccombere perchè effettivamente i consumi sono strozzati dai redditi in calo.
Però, bisogna differenziare le politiche di crescita a lungo termine da quelle volte a preparare il terreno per la crescita futuro. Nell'attuale situazione economica, è impensabile ipotizzare di iniziare a crescere subito, è lecito invece immaginare una fase di transizione con una lenta ripresa dei consumi. E per favore l'ingresso nella fase di transizione, può essere corretto allentare temporaneamente la morsa dell'erario nei confronti delle piccole e medie aziende SENZA costringere gli imprenditori a intervenire sugli stipendi dei dipendenti. Ora, a mio avviso, è giustificabile sovvenzionare le aziende strangolate dall'erario, non lo è invece sostenere la Fiat piuttosto che
l'Alitalia che si trovano in difficili condizioni economica per colpa di una cattiva gestione aziendale.
P.S. Senza contare il fatto che, nello specifico, il credito d'imposta concesso alle aziende significa sostanzialmente diminuire il carico di imposte, non è una pioggia di soldi ed è comunque commisurata all'operatività e alla grandezza dell'azienda.
Però, bisogna differenziare le politiche di crescita a lungo termine da quelle volte a preparare il terreno per la crescita futuro. Nell'attuale situazione economica, è impensabile ipotizzare di iniziare a crescere subito, è lecito invece immaginare una fase di transizione con una lenta ripresa dei consumi. E per favore l'ingresso nella fase di transizione, può essere corretto allentare temporaneamente la morsa dell'erario nei confronti delle piccole e medie aziende SENZA costringere gli imprenditori a intervenire sugli stipendi dei dipendenti. Ora, a mio avviso, è giustificabile sovvenzionare le aziende strangolate dall'erario, non lo è invece sostenere la Fiat piuttosto che
l'Alitalia che si trovano in difficili condizioni economica per colpa di una cattiva gestione aziendale.
P.S. Senza contare il fatto che, nello specifico, il credito d'imposta concesso alle aziende significa sostanzialmente diminuire il carico di imposte, non è una pioggia di soldi ed è comunque commisurata all'operatività e alla grandezza dell'azienda.
Ultima modifica di MrVaridoianis il 24.11.12 - 00:00, modificato 1 volta in totale.
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Infatti esatto è proprio questo. L'Italia ha vissuto una duplice contraddizione negli ultimi 20 anni, strangolata da una parte da un centro-sinistra dalla doppia anima, quella europeista di Prodi che ha fatto del fisco l'arma giusta per spremere gli italiani e quella assistenzialista e demagogica dell'estrema sinistra, dall'altra parte invece un berlusconismo senza capo né coda tutto chiuso nelle leggi ad personam e nel conflitto di interessi, con politiche economiche sconsiderate fatte da Tremonti (infatti molte delle cose che ha fatto il governo Monti seguono la strada tracciata del super ministro di Berlusconi). Bisogna darci un taglio a mio avviso e superare le barriere ideologiche del tipo "quello non è di sinistra" oppure "la destra italiana è tutta un'altra cosa". Basta!!!
Per tornare in topic, è per questo che Renzi potrebbe sembrarmi, aggiungo il condizionale, il nome giusto: una sintesi tra una sinistra che fa politiche di equità sociale e una sinistra moderna, sul modello anglosassone, una sinistra più liberista, meritocratica e in grado di discutere anche con gli imprenditori, non solo con le banche. Anche se continua a non convincermi fino in fondo, ma avendo fatto bene come amministratore ed essendo un ragazzo di 39 anni con idee moderne (sebbene non tutte condivisibili) meriterebbe fiducia.
E poi rispetto ai suoi predecessori ai quali spesso viene paragonato, già il fatto che non è un uomo sfondato di soldi, non è proprietario di aziende, di giornali, di televisioni, di squadre di calcio, di aziende nella grande distribuzione, di assicurazioni, di case editrici, di ville imbarcazioni società in paradisi fiscali, non è in conflitto di interessi, non è stato iscritto a logge massoniche, non è sotto processo né indagato, non è amico di persone condannate per mafia, non è entrato in politica a 60 anni dopo aver finanziato per anni un partito fallito dopo Tangentopoli, eccetera eccetera eccetera, già "solo" per questo il confronto è proprio improponibile, quindi sarebbe il caso che gli elettori iniziassero a giudicare le persone dalla capacità politica, dal profio caratteriale e dall'integrità morale, non soltanto dal conto in banca, da quanto è bravo in televisione e dalla paraculaggine che piace perché fa "uomo forte".
Per tornare in topic, è per questo che Renzi potrebbe sembrarmi, aggiungo il condizionale, il nome giusto: una sintesi tra una sinistra che fa politiche di equità sociale e una sinistra moderna, sul modello anglosassone, una sinistra più liberista, meritocratica e in grado di discutere anche con gli imprenditori, non solo con le banche. Anche se continua a non convincermi fino in fondo, ma avendo fatto bene come amministratore ed essendo un ragazzo di 39 anni con idee moderne (sebbene non tutte condivisibili) meriterebbe fiducia.
E poi rispetto ai suoi predecessori ai quali spesso viene paragonato, già il fatto che non è un uomo sfondato di soldi, non è proprietario di aziende, di giornali, di televisioni, di squadre di calcio, di aziende nella grande distribuzione, di assicurazioni, di case editrici, di ville imbarcazioni società in paradisi fiscali, non è in conflitto di interessi, non è stato iscritto a logge massoniche, non è sotto processo né indagato, non è amico di persone condannate per mafia, non è entrato in politica a 60 anni dopo aver finanziato per anni un partito fallito dopo Tangentopoli, eccetera eccetera eccetera, già "solo" per questo il confronto è proprio improponibile, quindi sarebbe il caso che gli elettori iniziassero a giudicare le persone dalla capacità politica, dal profio caratteriale e dall'integrità morale, non soltanto dal conto in banca, da quanto è bravo in televisione e dalla paraculaggine che piace perché fa "uomo forte".
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Non andrò a votare alle primarie del PD visto che non sono un loro elettore (PS: ma che facce da c*** hanno a chiedere anche 2 € dopo tutti gli sperperi cui hanno contribuito?).
Comunque mi sento di dire che la Puppato è una brava persona e ho letto che ha fatto benissimo anche da Sindaco.
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"Non troveremo mai una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni... Il PIL misura tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta" Robert Kennedy
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Nicchio ha scritto:Io sono di sinistra per cui alle politiche sicuramente non voterò il PD.![]()
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Ultima modifica di biancodisera il 24.11.12 - 10:04, modificato 1 volta in totale.
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Non è del tutto vero.Alexito90 ha scritto: Ma il mio scetticismo nei riguardi dell'applicabilità delle misure da lui proposte è lecito: la sovranità governativa dei paesi europei è limitata ormai, se la BCE non apre i rubinetti non c'è liquidità per fare alcun investimento importante, a meno di decidere di spendere a deficit ed aumentare il debito pubblico per tentare di rimettere in moto l'economia (che è quello che fanno soltanto Francia e Germania, il motivo è scritto su qualche misterioso libro che sfortunatamente non riesco a trovare).
I Paesi che fanno parte dell'Unione Europea versano soldi che verranno poi usati per finanziare i progetti che le entità politiche (sia nazionali che di più basso valore) proporranno alla stessa Unione Europea.
Quindi in teoria i soldi (non tanti) ci sarebbero per finanziare molte cose che sarebbero utili e funzionali al nostro Paese. Il problema è che non siamo capaci di presentrare progetti concreti che spingano l'UE a darci i finanziamenti (siamo penultimi nel numero di progetti tra tutte le Nazioni).
Quindi le possibilità ci sono, basta che le persone che saranno elette (e non parlo solo del Governo) siano capaci di presentare progetti concreti.
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Su questo concordo totalmente.Alexito90 ha scritto:Però, bisogna differenziare le politiche di crescita a lungo termine da quelle volte a preparare il terreno per la crescita futuro. Nell'attuale situazione economica, è impensabile ipotizzare di iniziare a crescere subito, è lecito invece immaginare una fase di transizione con una lenta ripresa dei consumi. E per favore l'ingresso nella fase di transizione, può essere corretto allentare temporaneamente la morsa dell'erario nei confronti delle piccole e medie aziende SENZA costringere gli imprenditori a intervenire sugli stipendi dei dipendenti.
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Ma non c'è neanche bisogno di andare scomodare i finanziamenti europei per i progetti che sono una goccia nell'oceano, tra l'altro pratica notoriamente preda della malavita organizzata (ormai non più solo al sud, lo scandalo-Lombardia ci ha ad esempio dimostrato dov'è finito il nucleo operativo e decisionale della 'ndrangheta) e che quindi, a ragione, vede l'Italia in una posizione di svantaggio rispetto ad altri paesi.matteo9502 ha scritto:Non è del tutto vero.Alexito90 ha scritto: Ma il mio scetticismo nei riguardi dell'applicabilità delle misure da lui proposte è lecito: la sovranità governativa dei paesi europei è limitata ormai, se la BCE non apre i rubinetti non c'è liquidità per fare alcun investimento importante, a meno di decidere di spendere a deficit ed aumentare il debito pubblico per tentare di rimettere in moto l'economia (che è quello che fanno soltanto Francia e Germania, il motivo è scritto su qualche misterioso libro che sfortunatamente non riesco a trovare).
I Paesi che fanno parte dell'Unione Europea versano soldi che verranno poi usati per finanziare i progetti che le entità politiche (sia nazionali che di più basso valore) proporranno alla stessa Unione Europea.
Quindi in teoria i soldi (non tanti) ci sarebbero per finanziare molte cose che sarebbero utili e funzionali al nostro Paese. Il problema è che non siamo capaci di presentrare progetti concreti che spingano l'UE a darci i finanziamenti (siamo penultimi nel numero di progetti tra tutte le Nazioni).
Quindi le possibilità ci sono, basta che le persone che saranno elette (e non parlo solo del Governo) siano capaci di presentare progetti concreti.
Ancora più semplicemente, sull'Italia grava un consistente debito pubblico. Debito che all'epoca della lira-moneta sovrana costituiva semplicemente un indice, un termometro della salute economica del nostro paese. Insomma, in tanti si sono chiesti bonariamente "a chi dovessimo quei soldi". La risposta è semplice, non dovevamo quei soldi a nessuno, in quanto dotati di una banca nazionale con proprietà di stampare moneta. Ma gli anni della Lira sono serviti a inculcare lo spauracchio del debito pubblico, uno spauracchio che ora è però diventato realtà. L'Euro è ovviamente una moneta europea, gli stati non hanno alcuna sovranità sulla valuta (la Grecia addirittura non l'ha neanche più sul suo debito) in quanto sono costretti, per ogni investimento che abbisogna di liquidità, a chiedere il denaro in prestito ai mercati privati con annesso pagamento di tassi d'interesse. Ogni Euro che l'Italia spende aumenta irrimediabilmente il debito pubblico, e se qualche anno fa i politici sapevano e gli economisti anche che il debito costituiva un deficit positivo e non assolutamente un mostro a tre teste, perchè significava che un Paese stava investendo in infrastrutture, opere pubbliche, politiche sociali, oggi (e il tutto è ormai stato ratificato nella Costituzione) il debito deve essere limitato negli anni fino a raggiungere l'obiettivo del pareggio di bilancio.
Ebbene, non esiste una ricetta economica in grado di tirare fuori un paese dalla crisi, aumentarne i salari, rilanciare la produttività delle aziende senza investire nel concreto e quindi aumentare ulteriormente il debito pubblico. Per annullare il deficit di bilancio ci vengono invece propinate ricette di tagli (sempre a settori chiave, colpendo ogni volta di striscio colossi quale l'industria militare e le politiche militari, le banche o anche semplicemente gli sperperi della politica), tagli alla cultura, tagli alla sanità, tagli alle pensioni, e non sto neanche a raccontarvi cosa stanno diventato le Università perchè è deprimente anche solo doverlo ammettere. Ma la spirale dei tagli conduce alla regressione dell'economia di un paese, i salari si abbassano, la disoccupazione schizza alle stelle e ovviamente i consumi calano fino al punto di rendere l'economia ancora più stagnante del periodo pre-misure "lacrime e sangue".
I mercati abbassano la loro morsa non perchè sanno che il paese in questione è lanciato verso la crescita, ma semplicemente perchè sanno che è stato preso per le palle e sarà costretto a firmare ogni accordo con organi sovra-statali pur di avere accesso ai fondi-salvastato che le sono imprescindibile per non annegare definitivamente.
In tutto questo, il ruolo della politica è limitato. Giochiamo con l'1% di IVA, alziamo e poi ri-abbassiamo l'Irpef, aboliamo l'Ici e poi inventiamo l'Imu, rosicchiamo il problema al contorno quando invece servirebbero investimenti pesanti che ci sono impediti dalla grave situazione del debito pubblico.
Quindi quando sono scettico sul fatto che Renzi riuscirà a rilanciare la nostra economia, mi riferisco al fatto che è impensabile sperare di farlo semplicemente ripartendo il danaro che è già contenuto nel sistema-Italia. E' un banale principio economico, tagliando da qualche parte ci sarà un settore che si impoverirà a beneficio di un altro, ma non sarà mai l'intero sistema a goderne. Le possibilità sono due: rilanciare l'export per favorire l'ingresso di capitali esteri (ed è l'unica opzione rimastaci) o immettere nel sistema-Italia nuova moneta, ma purtroppo questa pratica è stata resa irrealizzabile dalla creazione del sistema-Euro che si, vi ricordate bene, doveva salvarci dal declino e renderci competitivi come entità Europea in tutto il mondo.
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Secondo me non è una motivazione valida. Non si può nascondere l'incapacità di pensare e attuare progetti con la malavita organizzata. Non voglio credere che la Mafia controlli ogni singola cosa nel nostro Paese perchè se fosse così non si potrebbe far nulla comunque per risolevvare l'Italia.Alexito90 ha scritto:Ma non c'è neanche bisogno di andare scomodare i finanziamenti europei per i progetti che sono una goccia nell'oceano, tra l'altro pratica notoriamente preda della malavita organizzata (ormai non più solo al sud, lo scandalo-Lombardia ci ha ad esempio dimostrato dov'è finito il nucleo operativo e decisionale della 'ndrangheta) e che quindi, a ragione, vede l'Italia in una posizione di svantaggio rispetto ad altri paesi.matteo9502 ha scritto:Non è del tutto vero.Alexito90 ha scritto: Ma il mio scetticismo nei riguardi dell'applicabilità delle misure da lui proposte è lecito: la sovranità governativa dei paesi europei è limitata ormai, se la BCE non apre i rubinetti non c'è liquidità per fare alcun investimento importante, a meno di decidere di spendere a deficit ed aumentare il debito pubblico per tentare di rimettere in moto l'economia (che è quello che fanno soltanto Francia e Germania, il motivo è scritto su qualche misterioso libro che sfortunatamente non riesco a trovare).
I Paesi che fanno parte dell'Unione Europea versano soldi che verranno poi usati per finanziare i progetti che le entità politiche (sia nazionali che di più basso valore) proporranno alla stessa Unione Europea.
Quindi in teoria i soldi (non tanti) ci sarebbero per finanziare molte cose che sarebbero utili e funzionali al nostro Paese. Il problema è che non siamo capaci di presentrare progetti concreti che spingano l'UE a darci i finanziamenti (siamo penultimi nel numero di progetti tra tutte le Nazioni).
Quindi le possibilità ci sono, basta che le persone che saranno elette (e non parlo solo del Governo) siano capaci di presentare progetti concreti.
Nessuno ha mai detto che riuscirà a risollevare in breve tempo la nostra economia perchè è impossibile.Alexito90 ha scritto: Quindi quando sono scettico sul fatto che Renzi riuscirà a rilanciare la nostra economia, mi riferisco al fatto che è impensabile sperare di farlo semplicemente ripartendo il danaro che è già contenuto nel sistema-Italia. E' un banale principio economico, tagliando da qualche parte ci sarà un settore che si impoverirà a beneficio di un altro, ma non sarà mai l'intero sistema a goderne. Le possibilità sono due: rilanciare l'export per favorire l'ingresso di capitali esteri (ed è l'unica opzione rimastaci) o immettere nel sistema-Italia nuova moneta, ma purtroppo questa pratica è stata resa irrealizzabile dalla creazione del sistema-Euro che si, vi ricordate bene, doveva salvarci dal declino e renderci competitivi come entità Europea in tutto il mondo.
Renzi ha detto che creerà nuovi posti di lavoro pubblici e darà finanziamenti a aziende private per rilanciare almeno l'economia interna che al monento è ferma o quasi.
Un'altra cosa importante è l'investimento che si vuole fare sulla cultura (l'Italia ha una quantità di opere d'arte ecc. che, se tenute come dovrebbero, produrrebbero molto turismo e di conseguenza entrare economiche) e sulla scuola.
Certo questo non basta per risanare il debito pubblico ma è un primo passo verso la crescita.
La tua frase in grassetto poi non dice cose vere perchè è un discorso che si potrebbe fare nel caso l'economia di un Paese fosse chiusa ma così non è. Investendo x si può ricavare 2x da un settore e 20x da un altro perchè l'economia (e mi riferisco all'economia nel più semplice significato del termine, cioè investire per avere un profitto) è globalizzata e il discorso del sistema-Italia secondo me non funziona
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Quoto la prima parte, ed infatti Monti in parte sta anche cercando di farlo, andando, dopo tanti anni che nessuno di credibile lo faceva, in giro per il mondo a cercare gente che investa.Alexito90 ha scritto: . Le possibilità sono due: rilanciare l'export per favorire l'ingresso di capitali esteri (ed è l'unica opzione rimastaci) o immettere nel sistema-Italia nuova moneta, ma purtroppo questa pratica è stata resa irrealizzabile dalla creazione del sistema-Euro che si, vi ricordate bene, doveva salvarci dal declino e renderci competitivi come entità Europea in tutto il mondo.
Non sono d'accordo sulla seconda affermazione, se oggi l'Italia avesse potuto stampare liberamente moneta sarebbe già fallita a causa di una crisi valutaria, il problema dell'unione monetaria, secondo me, è che avendo abbattuto i c.d. "costi di trasporto" ha finito per agevolare incredibilmente i paesi "core" rispetto a quelli periferici, che così hanno visto affiancarsi il declino della competitività del settore manifatturiero, e quindi i declino della crescita del PIL, ai debiti pubblici elevatissimi dettati da anni di cattive gestioni politiche.
Ultima modifica di thor01 il 24.11.12 - 15:55, modificato 3 volte in totale.
demotivato, mollo? Ma quale mollo..io non sono mollo
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Non è vero che siamo incapaci di pensare e attuare progetti, in Italia le eccellenze non sono mai mancate. E' che vengono soffocate dalla burocrazia.matteo9502 ha scritto: Secondo me non è una motivazione valida. Non si può nascondere l'incapacità di pensare e attuare progetti con la malavita organizzata. Non voglio credere che la Mafia controlli ogni singola cosa nel nostro Paese perchè se fosse così non si potrebbe far nulla comunque per risolevvare l'Italia.
Mai detto che la mafia controlli ogni singola cosa, comunque.
Il discorso sui finanziamenti europei è corretto ma, ripeto, non servirebbe a a risanare del tutto l'economia. Può essere uno dei fattori, sicuramente non IL fattore.
Per investire x hai bisogno di denare fresco che, come ho già scritto, può entrare nel sistema-Italia (che non è un sistema chiuso ma lo sta diventando, almeno per quanto riguarda l'export che è ridotto alle poche eccellenze che ci sono rimaste) tramite una di quelle due modalità.Nessuno ha mai detto che riuscirà a risollevare in breve tempo la nostra economia perchè è impossibile.
Renzi ha detto che creerà nuovi posti di lavoro pubblici e darà finanziamenti a aziende private per rilanciare almeno l'economia interna che al monento è ferma o quasi.
Un'altra cosa importante è l'investimento che si vuole fare sulla cultura (l'Italia ha una quantità di opere d'arte ecc. che, se tenute come dovrebbero, produrrebbero molto turismo e di conseguenza entrare economiche) e sulla scuola.
Certo questo non basta per risanare il debito pubblico ma è un primo passo verso la crescita.
La tua frase in grassetto poi non dice cose vere perchè è un discorso che si potrebbe fare nel caso l'economia di un Paese fosse chiusa ma così non è. Investendo x si può ricavare 2x da un settore e 20x da un altro perchè l'economia (e mi riferisco all'economia nel più semplice significato del termine, cioè investire per avere un profitto) è globalizzata e il discorso del sistema-Italia secondo me non funziona
Immagina l'Italia come un contenitore nel quale girano dei soldi tramite compravendite, prestiti, mutui e via discorrendo. Gli attori in questione sono i cittadini, le imprese, le banche, lo Stato. Esiste qualche altro modo per far AUMENTARE la quantità di soldi all'interno del contenitore (e non semplicemente ripartirla) SENZA attingere a capitali esteri o a liquidità emessa dalla banca centrale? Quando investi x in Italia e ricavi 2x o 20x SENZA che siano intervenuti degli attori esterni al contenitore, significa che qualcuno si è arricchito ma qualcun'altro si è impoverito. E' quello che accade ancora oggi, credi non ci sia nessuno che sta lucrando sulla crisi? Certo che c'è, ma questo non vuol dire che si tratta di investimenti positivi per l'intero paese perchè contemporaneamente migliaia di persone si impoveriscono.
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Primarie PD
La tua è una congettura, la controprova non l'avremo mai. Qui non stiamo parlando di stampare trilioni di euro e farli piovere sui tetti delle case. Se stampi moneta badando a tenere sott'occhio l'inflazione e emetti liquidità nelle quantità e nei settori giusti al solo ed unico scopo di creare posti di lavoro e favorire i consumi, (esempio banale: costruire un centro sportivo piuttosto che una qualsiasi altra infrastruttura, significa dover assumere x dipendenti per la realizzazione che avranno la possibilità si spendere i loro guadagni in qualsiasi settore, apportando benefici all'intero sistema) ottieni dei vantaggi a lungo termine non indifferenti.thor01 ha scritto:Quoto la prima parte, ed infatti Monti in parte sta anche cercando di farlo, andando, dopo tanti anni che nessuno di credibile lo faceva, in giro per il mondo a cercare gente che investa.Alexito90 ha scritto: . Le possibilità sono due: rilanciare l'export per favorire l'ingresso di capitali esteri (ed è l'unica opzione rimastaci) o immettere nel sistema-Italia nuova moneta, ma purtroppo questa pratica è stata resa irrealizzabile dalla creazione del sistema-Euro che si, vi ricordate bene, doveva salvarci dal declino e renderci competitivi come entità Europea in tutto il mondo.
Non sono d'accordo sulla seconda affermazione, se oggi l'Italia avesse potuto stampare liberamente moneta sarebbe già fallita a causa di una crisi valutaria, il problema dell'unione monetaria, secondo me, è che avendo abbattuto i c.d. "costi di trasporto" ha finito per agevolare incredibilmente i paesi "core" rispetto a quelli periferici, che così hanno visto affiancarsi il declino della competitività del settore manifatturiero, e quindi i declino della crescita del PIL, ai debiti pubblici elevatissimi dettati da anni di cattive gestioni politiche.
Senza considerare il fatto che, una moneta sovrana, offre la possibilità della svalutazione che è un comodissimo strumento (anche questo se adoperato nelle modalità corrette) per indirizzare gli investitori verso le proprie produzioni favorendo l'export. In buona sostanza, ciò che da anni fa la Cina.
Vivaldi va suonato più allegro!
Primarie PD
La prova è nella realtà dei fatti, non possiamo sapere se quello che stanno facendo oggi avrà effetto, ma sappiamo cosa è successo in passato.Alexito90 ha scritto:La tua è una congettura, la controprova non l'avremo mai. Qui non stiamo parlando di stampare trilioni di euro e farli piovere sui tetti delle case. Se stampi moneta badando a tenere sott'occhio l'inflazione e emetti liquidità nelle quantità e nei settori giusti al solo ed unico scopo di creare posti di lavoro e favorire i consumi, (esempio banale: costruire un centro sportivo piuttosto che una qualsiasi altra infrastruttura, significa dover assumere x dipendenti per la realizzazione che avranno la possibilità si spendere i loro guadagni in qualsiasi settore, apportando benefici all'intero sistema) ottieni dei vantaggi a lungo termine non indifferenti.thor01 ha scritto:Quoto la prima parte, ed infatti Monti in parte sta anche cercando di farlo, andando, dopo tanti anni che nessuno di credibile lo faceva, in giro per il mondo a cercare gente che investa.Alexito90 ha scritto: . Le possibilità sono due: rilanciare l'export per favorire l'ingresso di capitali esteri (ed è l'unica opzione rimastaci) o immettere nel sistema-Italia nuova moneta, ma purtroppo questa pratica è stata resa irrealizzabile dalla creazione del sistema-Euro che si, vi ricordate bene, doveva salvarci dal declino e renderci competitivi come entità Europea in tutto il mondo.
Non sono d'accordo sulla seconda affermazione, se oggi l'Italia avesse potuto stampare liberamente moneta sarebbe già fallita a causa di una crisi valutaria, il problema dell'unione monetaria, secondo me, è che avendo abbattuto i c.d. "costi di trasporto" ha finito per agevolare incredibilmente i paesi "core" rispetto a quelli periferici, che così hanno visto affiancarsi il declino della competitività del settore manifatturiero, e quindi i declino della crescita del PIL, ai debiti pubblici elevatissimi dettati da anni di cattive gestioni politiche.
Senza considerare il fatto che, una moneta sovrana, offre la possibilità della svalutazione che è un comodissimo strumento (anche questo se adoperato nelle modalità corrette) per indirizzare gli investitori verso le proprie produzioni favorendo l'export. In buona sostanza, ciò che da anni fa la Cina.
Innanzitutto la BCE non è che stia riducendo la liquidità, visto che i tassi di interesse sono bassissimi da molto tempo. La svalutazione è uno strumento comodo nel breve periodo, ma nel lungo è penalizzante, per almeno 2 motivi:
-Non incentivi la produttività delle imprese
-Fa uscire capitali
Svalutare è sintomo di una banca centrale debole, è questo è penalizzante, te lo assicuro. Tu investiresti in un paese dove sei costantemente a rischio che il controvalore in valuta estera del tuo investimento diminuisca da un momento all'altro? Le crisi Sudamericane sono avvenute anche per questo.
La situazione Cinese è diversa, loro non stanno svalutando, stanno mantenendo artificialmente un tasso di cambio basso, ma è una cosa ben diversa da svalutare.
Il principale vantaggio che avremmo nello svalutare sta nel fatto che il nostro debito pubblico varrebbe meno.
Ultima modifica di thor01 il 24.11.12 - 16:19, modificato 2 volte in totale.
demotivato, mollo? Ma quale mollo..io non sono mollo
- MrVaridoianis
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Primarie PD
Ma già per il semplice fatto che esistano dei tassi d'interesse, si desume il fatto che per ogni singolo euro preso in prestito ci sarà una componente che va ad alimentare il debito pubblico, per quanto bassi possano essere i tassi.thor01 ha scritto:
La prova è nella realtà dei fatti, non possiamo sapere se quello che stanno facendo oggi avrà effetto, ma sappiamo cosa è successo in passato.
Innanzitutto la BCE non è che stia riducendo la liquidità, visto che i tassi di interesse sono bassissimi da molto tempo. La svalutazione è uno strumento comodo nel breve periodo, ma nel lungo è penalizzante, per almeno 2 motivi:
-Non incentivi la produttività delle imprese
-Fa uscire capitali
Svalutare è sintomo di una banca centrale debole, è questo è penalizzante, te lo assicuro. Le crisi Sudamericane sono avvenute anche per questo.
Il principale vantaggio che avremmo nello svalutare sta nel fatto che il nostro debito pubblico varrebbe meno.
Sulla svalutazione ovviamente concordo, è uno strumento di cui non abusare ma che può produrre vantaggi nel breve termine. Vantaggi che però ci sono preclusi, in assenza di sovranità monetaria. Come hai giustamente detto tu, le crisi sudamericane sono avvenute anche per questo. Ma sai che l'Argentina, ad esempio, è anche grazie ad un oculato utilizzo di questo strumento che è riuscita a riprendersi?
Citando un pezzo significativo che ho letto tempo fa:
"il peso debole aveva reso le esportazioni argentine economiche e competitive all'estero ed aveva scoraggiato le importazioni. Inoltre, l'alto prezzo della soia sui mercati internazionali causò un grande afflusso di valuta estera (la Cina divenne il maggior compratore di soia argentina e dei suoi derivati).
Il governo incoraggiò la produzione locale e prestiti accessibili per le imprese, organizzò un piano ambizioso per aumentare il gettito fiscale e destinò una grande quantità di denaro ai servizi sociali controllando la spesa in altri campi.
Come conseguenza del modello produttivo dell'amministrazione e delle sue misure di controllo (vendere le riserve in dollari nei mercati pubblici), il peso si rivalutò lentamente, arrivando ad un rapporto 3 a 1 con il dollaro."
Insomma, di svalutazione si può perire ma ci si può anche risollevare. E questo è solo uno dei tanti possibili strumenti che sarebbero utilizzabili da un paese con moneta sovrana ed esperti di economia nell'esecutivo.
Vivaldi va suonato più allegro!