L'onestà dell'Inter e la rabbia dei Milanisti
di Luca Serafini
Il clima del calcio italiano è avvelenato da 4 anni (il post-Calciopoli) con toni anche troppo sopra le righe, scavalcate scientemente da Josè Mourinho che non perde occasione per parlare di complotti e disegni torbidi che sarebbero tuttora in atto nei confronti dell’Inter.
E’ necessario distinguere bene quello che sta accadendo, anzitutto ricordando cosa è accaduto. Partecipando a molte trasmissioni televisive e radiofoniche, con il lavoro che facciamo, abbiamo letto 4 anni fa TUTTI i faldoni delle intercettazioni e non ci sono dubbi circa lo scenario che esse hanno perfettamente descritto: il calcio italiano era in mano a una gang (Moggi, Giraudo, il presidente della Federazione Franco Carraro impunemente, inspiegabilmente lasciato andare, il vicepresidente Mazzini, i designatori Bergamo e Pairetto, alcuni arbitri oltre –a latere – alla scimmietta muta, sorda e cieca attualmente alla presidenza Figc, Abete) che determinavano andamento e risultati delle partite. Le vittime sacrificali sono state in particolare Milan, Fiorentina e Lazio. La prima si è ribellata e per questo fu punita (la sentenza per la penalizzazione fu chiara: “(…) è fatto divieto ai tesserati mantenere rapporti abituali con i designatori (…)”, e una, una sola fu la telefonata-chiave per punire la società rossonera, quella del collaboratore Meani che si lamentava per un gol regolare annullato il giorno prima a Siena a Crespo e che al Milan sarebbe costato lo scudetto. Fiorentina e Lazio furono esplicitamente ricattate dalla Federazione e decisero di pagare “il pizzo”. Mettere sullo stesso piano gli esattori della mafia (definizione di Antonio Di Pietro) e gli esercenti ricattati è stato uno scandalo nello scandalo.
Il caso-Milan è un caso a parte: in un decennio in cui il club rossonero ha vinto un solo scudetto, ma 2 Champions disputando 3 finali, è un po’ dura sostenere che rubasse. Se lo ha fatto, della refurtiva non vi è comunque traccia. Nessuna. L’ineffabile Saverio Borrelli, a metà dell’inchiesta (nonostante quello che poi fu o meglio non fu trovato a carico del club, essendo Adriano Galliani il grande assente in tutte le intercettazioni incriminate) disse (Corriere della sera, 9 colonne): “La posizione del Milan è più grave di quella della Juventus”. Un falso storico e politico. Borrelli ce l’aveva con Berlusconi, non con il Milan. Ha detto in diretta Mauro Suma (Studio Milan mercoledì 7 aprile, ore 20.30), direttore di Milan Channel: “Voglio vedere se mi querelano, sfido la querela.Il signor Saverio Borrelli interrogava arbitri e guardalinee dicendo loro: non ci interessa la posizione dell’Inter, o incastrate Milan e Juve o non arbitrate più”.
Il caso-Inter è invece un caso farsesco all’italiana. Nella sentenza del processo per Calciopoli, “lo scudetto 2006 non viene di conseguenza assegnato”. L’interista Guido Rossi e i suoi saggi amici (e, come lui, amici di Tronchetti Provera) decidono invece di assegnarlo all’Inter “che si distingue per etica”. Un bel colpo di spugna alle intercettazioni di Facchetti che già esistevano, alle sue frequentazioni di casa Bergamo in Toscana, a Passaportopoli e al trofeo giovanile (!), ripetiamo, trofeo giovanile vinto dall’Inter, restituito con la mani in alto per aver ammesso di aver truccato la carta di identità di 2 ragazzini. Incredibile. Incredibile anche perché nella storia degli sport a squadre professionistici mondiali non esiste alcun precedente di titoli assegnati a tavolino. Ricordiamo in proposito 2 precedenti molto esplicativi: in Italia lo scudetto revocato al Torino nel 1927 (andatevi a vedere il Palmares, lo scudetto risulta revocato e non assegnato), la Coppa dei Campioni del 1993 (Marsiglia-Milan 1-0, revocata al Marsiglia e non assegnata). Se aggiungiamo anche i “pedinamenti” fatti a Bobo Vieri, etica aziendale, il quadro è completo. Anzi, completiamolo questo quadro con una statistica significativa: in 10 anni di “regno Moggi” (1996-2006), l’Inter è arrivata 2 volte seconda, 4 volte terza, 2 volte quarta, 1 volta quinta, 1 volta ottava, regolarmente sbolognata dalle coppe europee, mentre i ladroni di Milan e Juve facevano anche finali (e il Milan ne vinceva) in Champions.
Ma una cosa è l’etica (su cui l’Inter ha costruito lo squadrone insuperabile con Ibrahimovic e senza avversari), un’altra la ragione. La rabbia dei milanisti ha eccome cittadinanza per disparità di trattamento, non dovendosi confondere però con le motivazioni: se anche l’Inter è coinvolta nelle intercettazioni, e lo è, e già sapevamo che lo fosse, anche l’Inter lottava comunque come Milan, Fiorentina, Lazio, per non essere stritolata dalla Cupola. Questo deve essere chiaro per tutti.
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