19angelo85 ha scritto:I calciatori di serie A, visto che guadagnano tutti più di 90 mila euro annui, in virtù della proposta della finanziaria, dovranno pagare il 5% di contributo in più. La loro richiesta è che questo 5% (che in molti casi supererà il 10% se percepiscono un reddito superiore a 150 mila euro) venga pagato direttamente dalla società presso la quale sono tesserati. Le società, ovviamente, si oppongono.
Da che mondo è mondo gli stipendi di tutti i lavoratori si contrattano al lordo, anche perchè i datori di lavoro hanno esigenze di budget e devono conoscere con certezza il costo che dovranno sostenere per i loro dipendenti.
Indipendentemente dal giudizio che si può dare nel merito sul contributo di solidarietà, è del tutto illogico che i soggetti naturalmente incisi da esso per disposizione normativa (i lavoratori), pretendano di traslare il carico fiscale sull'azienda che li ha assunti. Ciò comporterebbe un imprevisto ed irrazionale aumento del costo del lavoro.
Se il governo ha deciso che a pagare siano i dipendenti, devono essere i dipendenti e non le aziende. Ripeto che non entro nel merito della decisione, ma soltanto sull'aspetto tecnico di gestione del contributo stesso.
Ovviamente, nelle prossime contrattazioni tra lavoratori e datori di lavoro, per raggiungere gli accordi si terrà conto anche di questo ulteriore balzello e probabilmente tutti gli stipendi dei lavoratori con una notevole forza contrattuale (come i soggetti pedatori di palla), subiranno un inevitabile ulteriore incremento medio, con un effetto di traslazione indiretta (e magari parziale) del contributo sui datori di lavoro.