La verità di Paparesta
Inviato: 31.01.09 - 13:22
La verità di Paparesta: "Mai chiuso in spogliatoio"
L'arbitro in tv a La7: "Moggi e Giraudo entrarono agitati, e si lamentarono del mio operato, poi però se ne andarono via. Con me c'erano assistenti, quarto uomo e un osservatore. Se fosse accaduto qualcosa, qualcuno l'avrebbe segnalato. A volte mi chiedo perchè non arbitro più"
"Finalmente posso dire l'unica verità su quel 6 novembre 2004: non sono mai stato chiuso in uno spogliatoio da Moggi". Gianluca Paparesta, l'arbitro pugliese coinvolto nello scandalo di Calciopoli, lo ha rivelato nel corso dell'intervista concessa alla trasmissione de La7 Niente di personale, condotta da Antonello Piroso, che andrà in onda questa sera alle 21.
IL RACCONTO - "Moggi e Giraudo entrarono agitati, e si lamentarono del mio operato - ha spiegato Paparesta riferendosi a quanto accadde al termine di Reggina-Juventus, conclusasi con la vittoria per 2-1 dei calabresi.
Nessuno però mi ha chiuso dentro lo spogliatoio.
Si sono solo lamentati in maniera decisa perchè non avevo concesso loro un rigore e avevo annullato il gol del pareggio proprio un attimo prima del finale, cosa che per altro dimostra che non soffrivo certo di sudditanza.
Poi se ne sono andati via e io ho solo sbagliato a non inserire nel referto di gara l'episodio".
"Questa non è la mia versione ma la realtà - ha aggiunto Paparesta - non ero solo, con me c'erano assistenti, quarto uomo e un osservatore.
Se fosse accaduto qualcosa, qualcuno l'avrebbe segnalato".
AI MARGINI - Paparesta non ha poi voluto commentare il fatto che altri suoi colleghi coinvolti in Calciopoli, e tutt'ora sotto processo penale davanti alla procura di Napoli (dove invece la sua posizione è stata archiviata), siano ancora in attività: "A volte mi chiedo perchè non arbitro più, ma a me non interessa la posizione di altri miei colleghi, a cui invece auguro di essere completamente prosciolti come me. Ho dimostrato la mia estraneità davanti agli organi inquirenti e, ora che sotto l'aspetto disciplinare sono pulito, solo Collina può dire se potrò tornare ad arbitrare o meno.
Solo il designatore può dire se sono in grado di arbitrare dal punto di vista tecnico".
LA TELEFONATA A MOGGI - Il fischietto, che nel frattempo è stato nominato responsabile del protocollo d'intesa tra i comuni di Bari e Milano in vista dell'Expo2015, ha anche affrontato il tema legato alla telefonata fatta a Moggi l'8 novembre 2004, due giorni dopo la gara di Reggio Calabria: "È stato il mio unico errore.
L'ho chiamato perchè era partita nei miei confronti una campagna mediatica incredibile di cui lui si vantava.
Molti, anche della mia associazione (l'Aia), dicevano che dovevo smettere di arbitrare, e così l'ho sentito per chiarire.
Se lui pensava che non ero in grado di arbitrare si doveva rivolgere alle sedi competenti anche perchè se la campagna fosse continuata io mi sarei dimesso".
LA TELEFONATA A MEANI - Infine, Paparesta ha spiegato la telefonata all'addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani: "Io sono un cittadino italiano e un commercialista, prima che un arbitro.
Dopo aver appreso la notizia, durante il mio lavoro di revisore dei conti, di una possibile procedura d'infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione Europea per violazione delle norme sul protocollo di Kyoto in relazione alle energie alternative, ne ho parlato col Meani visto che il presidente del Milan è anche il premier italiano".
http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Pr ... esta.shtml
______
Io sono dell'idea, come dice il buon Franco Ordine, che per tutti questi signori si dovrebbe...
BUTTARE LA CHIAVEEEE!!!
L'arbitro in tv a La7: "Moggi e Giraudo entrarono agitati, e si lamentarono del mio operato, poi però se ne andarono via. Con me c'erano assistenti, quarto uomo e un osservatore. Se fosse accaduto qualcosa, qualcuno l'avrebbe segnalato. A volte mi chiedo perchè non arbitro più"
"Finalmente posso dire l'unica verità su quel 6 novembre 2004: non sono mai stato chiuso in uno spogliatoio da Moggi". Gianluca Paparesta, l'arbitro pugliese coinvolto nello scandalo di Calciopoli, lo ha rivelato nel corso dell'intervista concessa alla trasmissione de La7 Niente di personale, condotta da Antonello Piroso, che andrà in onda questa sera alle 21.
IL RACCONTO - "Moggi e Giraudo entrarono agitati, e si lamentarono del mio operato - ha spiegato Paparesta riferendosi a quanto accadde al termine di Reggina-Juventus, conclusasi con la vittoria per 2-1 dei calabresi.
Nessuno però mi ha chiuso dentro lo spogliatoio.
Si sono solo lamentati in maniera decisa perchè non avevo concesso loro un rigore e avevo annullato il gol del pareggio proprio un attimo prima del finale, cosa che per altro dimostra che non soffrivo certo di sudditanza.
Poi se ne sono andati via e io ho solo sbagliato a non inserire nel referto di gara l'episodio".
"Questa non è la mia versione ma la realtà - ha aggiunto Paparesta - non ero solo, con me c'erano assistenti, quarto uomo e un osservatore.
Se fosse accaduto qualcosa, qualcuno l'avrebbe segnalato".
AI MARGINI - Paparesta non ha poi voluto commentare il fatto che altri suoi colleghi coinvolti in Calciopoli, e tutt'ora sotto processo penale davanti alla procura di Napoli (dove invece la sua posizione è stata archiviata), siano ancora in attività: "A volte mi chiedo perchè non arbitro più, ma a me non interessa la posizione di altri miei colleghi, a cui invece auguro di essere completamente prosciolti come me. Ho dimostrato la mia estraneità davanti agli organi inquirenti e, ora che sotto l'aspetto disciplinare sono pulito, solo Collina può dire se potrò tornare ad arbitrare o meno.
Solo il designatore può dire se sono in grado di arbitrare dal punto di vista tecnico".
LA TELEFONATA A MOGGI - Il fischietto, che nel frattempo è stato nominato responsabile del protocollo d'intesa tra i comuni di Bari e Milano in vista dell'Expo2015, ha anche affrontato il tema legato alla telefonata fatta a Moggi l'8 novembre 2004, due giorni dopo la gara di Reggio Calabria: "È stato il mio unico errore.
L'ho chiamato perchè era partita nei miei confronti una campagna mediatica incredibile di cui lui si vantava.
Molti, anche della mia associazione (l'Aia), dicevano che dovevo smettere di arbitrare, e così l'ho sentito per chiarire.
Se lui pensava che non ero in grado di arbitrare si doveva rivolgere alle sedi competenti anche perchè se la campagna fosse continuata io mi sarei dimesso".
LA TELEFONATA A MEANI - Infine, Paparesta ha spiegato la telefonata all'addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani: "Io sono un cittadino italiano e un commercialista, prima che un arbitro.
Dopo aver appreso la notizia, durante il mio lavoro di revisore dei conti, di una possibile procedura d'infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione Europea per violazione delle norme sul protocollo di Kyoto in relazione alle energie alternative, ne ho parlato col Meani visto che il presidente del Milan è anche il premier italiano".
http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Pr ... esta.shtml
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Io sono dell'idea, come dice il buon Franco Ordine, che per tutti questi signori si dovrebbe...
BUTTARE LA CHIAVEEEE!!!