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Fantacalcio Totalcalcio •Arbitro gay in Turchia da rigori facili a giocatori belli
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Arbitro gay in Turchia da rigori facili a giocatori belli

Inviato: 27.06.09 - 10:30
da Meridiano
L’outing in Turchia è una scelta di estremo coraggio e Halil Ibrahim Dincdag aveva già le spalle al muro quando ha deciso di sedersi davanti a una telecamera e raccontare in un seguitissimo talk show di essere gay. È un arbitro, cioè lo era perché da quando i suoi gusti sessuali sono diventati pubblici la federazione gli ha tolto il lavoro e i vicini lo hanno obbligato a lasciare Trabzon, città super conservatrice, per Istanbul dove per lo meno può circolare senza essere aggredito. All’inizio è stato un pettegolezzo, poi un insulto e il sospetto della sua omosessualità, non nascosta, ma mai sbandierata, è bastato a farlo diventare cittadino poco gradito.

Molto prima del suo racconto in diretta tv stava già senza lavoro, proprio per questo ha deciso di reagire: «Pensavano che mi sarei nascosto invece ho fatto il contrario e sono diventato una bandiera per il movimento dei diritti gay». Ha fatto causa e si è consegnato alla stampa perché pubblicizzasse la sua storia e ha svegliato gli omosessuali turchi che ora lo considerano come Harvey Milk, il primo politico dichiaratamente gay diventato consigliere comunale a San Francisco nel 1977 e poi assassinato. A differenza di altri paesi musulmani, la Turchia non mette in carcere gli omosessuali però li perseguita al limite della legge. Nel caso di questo arbitro la federazione ha usato il suo passato: è stato dichiarato non idoneo al servizio militare (anche allora perché gay) «quindi non è in condizione di arbitrare». Erman Toroglu, la voce del calcio turco, ha commentato: «Non può riavere il posto, assegnerebbe i rigori ai giocatori più carini ». Il livello è questo, battutacce e riprovazione.

Dincdag però è diventato un caso e la Turchia ancora aspetta l’approvazione della comunità europea: non vogliono trasformarlo nell’esempio di quel che non funziona. Gli è sfuggito di mano: che un trentatreenne timido e solitario, arbitro da 13 anni proprio perché il ruolo gli consentiva di stare per i fatti suoi, si mettesse alla testa di una rivoluzione sociale non era previsto. Invece Dincdag ha successo, ha mobilitato blog e manifestanti e persino la famiglia, con cui non si era mai rivelato, lo appoggia: «Anche mio fratello imam mi ha aiutato. Rivoglio il mio lavoro. Sono pronto ad andare alla corte Europea».


Fonte: lastampa.it