Interessante quest'articolo che ho trovato sul sito della Gazzetta.
*******************************************************************************************************************************************
"Nessun insulto agli arbitri" . E il giudice smentisce Mou
Le sentenze di Tosel sottolineano per tre volte "ingiurie" del tecnico portoghese. Ingiurie registrate da assistenti o agenti della Procura federale. Da Celi a Orsato e Tagliavento: ecco i suoi bersagli
ROMA, 24 FEBBRAIO 2010 - Che Josè Mourinho non sia un pirla, lo abbiamo chiaro sin dal 3 giugno del 2008, il giorno in cui si presentò come nuovo allenatore dell'Inter irrompendo nella sfera pallonara di casa nostra. Che sia un grande comunicatore non si discute, ma a volte è il caso di andare più a fondo rispetto alle sue eclatanti dichiarazioni. L'ultima di ieri: "Voglio sapere qual è il primo arbitro italiano che ha il coraggio di dire che José Mourinho lo ha insultato. Questa è la mia sfida: che arbitro può dire che lo ho insultato?". Si sa, i nostri fischietti non sono autorizzati a rispondere per regolamento. Ma parlano attraverso i loro referti. E allora basta scorrere i comunicati del giudice sportivo, Gianpaolo Tosel, in queste ultime due stagioni per dedurre che ci sono almeno tre arbitri che sono stati insultati dal portoghese: non solo Tagliavento, come sostenuto dagli agenti della Procura federale sabato scorso ha arbitrato Inter-Samp, ma anche Celi e Orsato, che lo fa scrivere al quarto uomo Velotto, come testimone. Ma andiamo per ordine e soprattutto su riscontri oggettivi. Perché si usa il termine "ingiurie" che è un sinonimo di insulto.
Il nemico Orsato — Sicuramente l'arbitro di Schio non è in vetta alle simpatie del portoghese, e viceversa. Delle quattro espulsioni italiane di Mou, la metà sono di Orsato che lo caccia alla fine di un Inter-Fiorentina del 15 marzo dell'anno scorso. Ma in questo caso ha ragione il tecnico, nessun insulto perché l'ammenda di 10 mila euro (con diffida) è così motivata dal giudice: "per avere, al 49' del secondo tempo, contestato platealmente l'operato arbitrale uscendo dall'area tecnica; recidivo". E recidivo lo diventa Josè con lo stesso Orsato qualche mese dopo: è il 21 settembre e in un caldo pomeriggio di fine estate, Mou perde le staffe e viene cacciato ancora da Orsato "reo" di non aver ammonito per la seconda volta (e quindi espulso) il cagliaritano Astori. Gli atteggiamenti sono già conosciuti, ma stavolta il portoghese trova una nuova chiave: per parlare con Orsato urla dentro il microfono del quarto uomo Velotto. Cosa urli lo apprendiamo dal successivo provvedimento del giudice sportivo. Squalifica di una giornata e 15 mila euro di multa: "Per avere, al 13' del secondo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale e indirizzato reiteratamente pesanti insulti al direttore di gara; infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale". Dunque Orsato è stato insultato e per evitare di essere preso per permaloso lascia al collega Velotto, il nostro testimone, la trascrizione a referto.
Battesimo Celi — Tornando indietro nel tempo il primo a espellere Mou in Italia è Celi da Campobasso. E' il 24 gennaio del 2009 e a San Siro c'è la Samp. I colori blucerchiati (visto quello che è successo sabato scorso) fanno al nostro l'effetto del rosso per i tori. Sta per finire il primo tempo quando Celi ammonisce Stankovic proprio davanti alla panchina, dalla quale l'allenatore salta su e mima un gesto chiaro con la mano: hai paura? Ne deriva una squalifica per una giornata col giudice che motiva: "Per avere, al 40' del primo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale, uscendo dall'area tecnica, rivolgendo al direttore di gara un'espressione ingiuriosa accompagnata da un gesto provocatorio". Espressione ingiuriosa: ergo, Celi insultato. Meno traumatica l'altra espulsione ad opera di Saccani da Mantova: il 5 dicembre scorso a Torino, contro la Juve viene cacciato: "Al 20' del primo tempo, per aver contestato platealmente l'operato arbitrale indirizzando ironici applausi al direttore di gara; recidivo".
Tagliavento e le manette — E siamo alle famose, e clamorose, manette di sabato scorso. Quelle che hanno portato 3 giornate di squalifica e 40 mila euro di ammenda. Qui gli insulti vengono sentiti dagli ispettori della Procura federale lo si deduce leggendo anche in questo caso il verdetto del giudice sportivo: "Per avere, nel corso della gara, contestato ripetutamente l'operato arbitrale con atteggiamenti plateali, in particolare mimando, al 35' del primo tempo ed al 10' del secondo tempo, "le manette", con i polsi incrociati e le braccia rivolte verso il pubblico e verso le telecamere presenti ai bordi del campo. Per avere inoltre, nell'intervallo, nel sottopassaggio che adduce agli spogliatoi, rivolto all'arbitro ed agli assistenti espressioni ingiuriose. Per avere, infine, nel corso della gara, contestato ripetutamente la presenza dei collaboratori della Procura federale, collocatisi nei pressi delle panchine di entrambe le squadre; infrazioni rilevate dai collaboratori della Procura federale; con recidiva specifica reiterata". Non opinioni, ma fatti.
Sorpasso multe — Come fatti sono le multe accumulate in questi anni. Il quotidiano portoghese O' Jogo ha calcolato che al Chelsea aveva chiuso a quota 101.000 euro, in tre anni. In meno di due stagioni in Italia siamo già a quota 103.000. Perché Mourinho fa sempre discutere e non lascia mai indifferenti.
Maurizio Nicita
http://www.gazzetta.it
**********************************************************************************************************************************************
Mi viene in mente una frase che lo scorso anno era spesso sulla bocca degli interisti: "A me piace Mourinho perchè a differenza degli altri, ipocriti e falsi, dice le cose in faccia, è sincero e sempre ironico, mai offensivo, ed è per questo che gli altri non lo sopportano, oltre che per la sua bravura".
E' un bugiardo e un furbone, oltre che maleducato, altro che sincero e ironico ... spero che anche gli interisti più accaniti inizino a capirlo, visto che loro tifosi sono i primi ad essere presi in giro.