Massimo Minato, operaio che abita in via Santa Margherita a Onè di Fonte, da oltre due anni ha cominciato a fischiare. Ma ora medita di appendere la giacchetta al chiodo. Il tutto per un cartellino rosso di troppo: durante il match domenicale giocato ad Altichiero, in provincia di Padova, tra Valsugana e Lupia Maggiore (seconda categoria). Poco prima della fine della partita un «rosso» comminato al numero 10 degli ospiti Spolaore scatena le proteste dei veneziani, infuriati con l’arbitro: dopo pochi secondi il Valsugana segna (la gara terminerà 2-0), scatenando la reazione del guardalinee del Lupia Maggiore, che continuava a protestare.
Così, quando Minato si è avvicinato all’uomo per spedirlo negli spogliatoi, è stato raggiunto al basso ventre da un colpo con la bandierina. «E’ entrato in campo e mi ha colpito - ha raccontato Minato ai vertici dell’Aia provinciale - la partita era quasi finita e non ho pensato di sospenderla, ma solo di finire in fretta». Minato è rimasto a terra un paio di minuti, soccorso dai presenti, poi è riuscito a concludere la gara. Al termine il dirigente-guardalinee si è scusato, ma ora sarà il referto arbitrale a decidere: rischia un anno di squalifica.
«Il rammarico per questi fatti è enorme - spiega Giuliano Vendramin, presidente dell’ Aia di Castelfranco - purtroppo verrà squalificato soltanto il dirigente, per il regolamento la società non verrà penalizzata. Ora spero che Massimo non abbandoni, so che è amareggiato ma non voglio perderlo: è un ragazzo promettente, può arrivare lontano».
Al momento non è stata presentata alcuna denuncia, ma nei prossimi giorni Minato potrebbe anche chiedere alla propria federazione l’a utorizzazione a procedere. «Quando è tornato a casa era nervoso - spiega la madre - capita spesso che gli arbitri siano nel mirino, ma così è davvero sbagliato».
(fonte: itasportpress.it)



