Da Ferrari a Bonolis
di CARLO NESTI
http://www.carlonesti.it
E dopo 25 anni, venne la domenica in cui mi sedetti in poltrona, e cominciai a fare zapping davanti al televisore, orfano dell’appuntamento con la tribuna stampa di uno stadio.
Sensazione sgradevole, non c’è che dire, ma la ruota del video-calcio gira, e, ad esempio, ciò che ora è di Mediaset (Champions League), l’anno prossimo sarà della Rai: succede...
Lungi da me la presunzione di pontificare su quanto ho visto, e anzi: complimenti a tutti, in particolare a Simona Ventura, che ha giustamente aggirato un divieto mostruoso.
Ma come: la Rai, già senza i gol, dovrebbe privarsi anche dell’annuncio dei gol? Impareggiabili i Vasino e i Carino, in grado di descrivere le partite sulle simulazioni del Maifredi team!
Consentitemi solo di andare controcorrente, e di affermare che questa tendenza a sovrapporre, a evento appena concluso, sport, spettacolo e umorismo a me non convince proprio.
Sarò anacronistico, ma sono persuaso che il tifoso della Juve, del Milan o dell’Inter ama ridere del calcio parlato e giocato 24 ore dopo, e non un’ora dopo, a emozioni ancora calde.
Sissignori, difendo la “sacralità” del pallone, che non significa per forza “drammatizzarlo”, ma “prendere sul serio” una cosa che la gente “prende sul serio”, punto e basta.
Resto dell’idea che ci sia un tempo per la tecnica, e un tempo per la Gialappa’s, perché è più facile fare satira il giorno dopo, quando il popolo tifoso è meno incazzato e più disteso.