Secco, bordate sulla Juve: Avevo preso Cassano e Mascherano
Inviato: 23.07.10 - 16:07
Dalle colonne de "La Stampa", sono parole di fuoco quelle dell'ex ds della Juventus Alessio Secco. Dal burrascoso addio "Credevo di meritare almeno due righe di ringraziamento dopo tredici anni", ai tanti acquisti mancati e sbagliati "Avevo preso Mascherano che sarebbe venuto anche in B ma la Juve ha un codice etico, avevamo in mano Cassano ma per qualcuno non era pronto...", sono le bordate (e i rimpianti) di un uomo ormai fuori dal calcio.
Il calcio concede quasi sempre una seconda chance e, anche quando non lo fa, lascia comunque spazio alle pagine di giornale dove un uomo può raccontare le sue verità. E' il caso di Alessio Secco, che dalle colonne de "La Stampa" si riscopre ds e parla di un rapporto con la Juventus durato tredici anni e finito malamente, senza nemmeno un grazie che è stato "una vera caduta di stile, il club lo ha fatto per chi ci è stato molto meno".
Delusioni a parte, le cose più interessanti sono i retroscena del mercato passato che arrivano a confermare l'ipotesi fatte da tanti, ovvero quelle di una dirigenza giovane e inesperta che negli anni di gestione post Calciopoli non sempre ha fatto "la scelta giusta". Come nel caso della scelta del famigerato regista, quando si optò per Poulsen invece di Xabi Alonso; si è sempre pensato fosse un problema economico, ma Secco ci svela che non fu proprio così: "Si decise per quel tipo di giocatore: costava la metà, ma il prezzo non c'entra nulla. Fu una decisione a livello collegiale come sempre: io, Ranieri, Blanc e il cda".
E non finisce qui perchè i tifosi juventini hanno di che mangiarsi le mani: "Cassano l'avevamo in mano tre e due anni fa, - dice Secco - ma c'erano perplessità da parte di qualcuno... io invece sapevo che lui non era più un enfant terrible". Stessa musica con Mascherano, il gioiello del Liverpool che adesso vale 30 milioni: "Nel gennaio 2007 l'avevo preso e sarebbe venuto anche in B, ma mi dissero che non si poteva perchè la proprietà del cartellino era un mix tra società e privati... e la Juve ha un codice etico. Lui (Mascherano ndr) si mise a piangere".
Su gli acquisti effettivamente arrivati poi, l'ex ds si dimostra ancora convitno della loro qualità: "Melo gioca nel Brasile mica per caso e, nonostante gli errori, è un ottimo giocatore. Diego si riprenderà. Tiago ha fatto un buon Mondiale ed è finito a giocate nella squadra che ha vinto la Uefa, Almiron a Bari è stato uno dei migliori centrocampisti del campionato".
L'ultima parola è per la vicenda Ferrara. Una leggenda dice che Secco fu a un passo da Giampaolo ma che poi, come il più classico dei "raccomandati", Ferrara fu calato dall'alto. Il "diciamo che ero abbastanza vicino a Giampaolo" suono come la più classica delle bordate finali dell'ex dal dente avvelenato.
Il calcio concede quasi sempre una seconda chance e, anche quando non lo fa, lascia comunque spazio alle pagine di giornale dove un uomo può raccontare le sue verità. E' il caso di Alessio Secco, che dalle colonne de "La Stampa" si riscopre ds e parla di un rapporto con la Juventus durato tredici anni e finito malamente, senza nemmeno un grazie che è stato "una vera caduta di stile, il club lo ha fatto per chi ci è stato molto meno".
Delusioni a parte, le cose più interessanti sono i retroscena del mercato passato che arrivano a confermare l'ipotesi fatte da tanti, ovvero quelle di una dirigenza giovane e inesperta che negli anni di gestione post Calciopoli non sempre ha fatto "la scelta giusta". Come nel caso della scelta del famigerato regista, quando si optò per Poulsen invece di Xabi Alonso; si è sempre pensato fosse un problema economico, ma Secco ci svela che non fu proprio così: "Si decise per quel tipo di giocatore: costava la metà, ma il prezzo non c'entra nulla. Fu una decisione a livello collegiale come sempre: io, Ranieri, Blanc e il cda".
E non finisce qui perchè i tifosi juventini hanno di che mangiarsi le mani: "Cassano l'avevamo in mano tre e due anni fa, - dice Secco - ma c'erano perplessità da parte di qualcuno... io invece sapevo che lui non era più un enfant terrible". Stessa musica con Mascherano, il gioiello del Liverpool che adesso vale 30 milioni: "Nel gennaio 2007 l'avevo preso e sarebbe venuto anche in B, ma mi dissero che non si poteva perchè la proprietà del cartellino era un mix tra società e privati... e la Juve ha un codice etico. Lui (Mascherano ndr) si mise a piangere".
Su gli acquisti effettivamente arrivati poi, l'ex ds si dimostra ancora convitno della loro qualità: "Melo gioca nel Brasile mica per caso e, nonostante gli errori, è un ottimo giocatore. Diego si riprenderà. Tiago ha fatto un buon Mondiale ed è finito a giocate nella squadra che ha vinto la Uefa, Almiron a Bari è stato uno dei migliori centrocampisti del campionato".
L'ultima parola è per la vicenda Ferrara. Una leggenda dice che Secco fu a un passo da Giampaolo ma che poi, come il più classico dei "raccomandati", Ferrara fu calato dall'alto. Il "diciamo che ero abbastanza vicino a Giampaolo" suono come la più classica delle bordate finali dell'ex dal dente avvelenato.