La GEA si scioglie?
Inviato: 05.05.06 - 18:19
Dopo le intercettazioni un fuggi-fuggi generale? Pare che la società sia in liquidazione e tutti i soci vogliano solo pensare ad incassare gli attivi..
La Gea si scioglie. Mesi e mesi di irruzioni della Guardia di Finanza, richieste pressanti di informazioni su contratti e rapporti vari, inchieste giudiziarie che proseguono e s'intrecciano, un battage di stampa certamente non facile da sostenere: il tutto pesa troppo ormai e i cinque soci della Gea World lavorano alla liquidazione della società, alla spartizione di quote azionarie, al pagamento dei passivi, all'incasso degli attivi. Gli agenti dell'organizzazione più potente e anche invidiata del calciomercato, attiva ormai anche nel settore fieristico (con iniziative come la mostra-mercato Expogoal) e della pubblicità non solo nel calcio (scherma, basket, motori, atletica) si porteranno ognuno in dote gli atleti assistiti finora e riprenderanno le loro attività individualmente, non più agendo in nome e per conto della società comune. L'operazione è stata avviata da qualche settimana, ovvio che a pesare ci sia proprio la pressione generatasi e aumentata negli ultimi mesi dalle inchieste sulla posizione dominante e minacce che ha coinvolto Alessandro Moggi: il disagio di dover lavorare con la sede di Piazza Barberini spesso visitata dalle Fiamme Gialle e dagli inquirenti è divenuto insostenibile per chi si sente a posto con la propria coscienza.
La Gea World, società che ha le procure di circa 130 giocatori di calcio professionisti e oltre 20 tecnici, è nata nel 2001 dalla fusione della General Athletic fondata da Andrea Cragnotti e Francesca Tanzi, figli illustri poi usciti prima della creazione di Gea, con la Football Management di Alessandro Moggi e Franco Zavaglia. Socio fondatore anche Riccardo Calleri. Nei primi mesi di vita della nuova società, appunto la Gea, l'incarico di presidente venne ricoperto da Chiara Geronzi, poi il ruolo passò ad Alessandro Moggi, con Riccardo Calleri nei panni del vice. Gli attuali azionisti sono appunto Chiara Geronzi (32,4 per cento), Moggi junior (27 per cento), Zavaglia (18 per cento), Calleri (22,6 per cento): loro stanno dividendosi quel che resta di una torta importante.
Indicata all'attenzione dell'Antitrust, passata indenne ad una discussa inchiesta interna della Figc, sotto inchiesta per le denunce di Gaucci e per le presunte minacce e turbativa del mercato presso la Procura di Roma (pm Palamara e Palaia), cesserà di essere, come si scriveva nello statuto, "un punto di riferimento nel mercato dei servizi per i singoli atleti e per le società, ampliando i concetti gestionali attraverso lo sviluppo globale di tutte le attività". Il calcio dovrà fare a meno di questo "sviluppo" ritenuto da molti ormai troppo "globale".
La Gea si scioglie. Mesi e mesi di irruzioni della Guardia di Finanza, richieste pressanti di informazioni su contratti e rapporti vari, inchieste giudiziarie che proseguono e s'intrecciano, un battage di stampa certamente non facile da sostenere: il tutto pesa troppo ormai e i cinque soci della Gea World lavorano alla liquidazione della società, alla spartizione di quote azionarie, al pagamento dei passivi, all'incasso degli attivi. Gli agenti dell'organizzazione più potente e anche invidiata del calciomercato, attiva ormai anche nel settore fieristico (con iniziative come la mostra-mercato Expogoal) e della pubblicità non solo nel calcio (scherma, basket, motori, atletica) si porteranno ognuno in dote gli atleti assistiti finora e riprenderanno le loro attività individualmente, non più agendo in nome e per conto della società comune. L'operazione è stata avviata da qualche settimana, ovvio che a pesare ci sia proprio la pressione generatasi e aumentata negli ultimi mesi dalle inchieste sulla posizione dominante e minacce che ha coinvolto Alessandro Moggi: il disagio di dover lavorare con la sede di Piazza Barberini spesso visitata dalle Fiamme Gialle e dagli inquirenti è divenuto insostenibile per chi si sente a posto con la propria coscienza.
La Gea World, società che ha le procure di circa 130 giocatori di calcio professionisti e oltre 20 tecnici, è nata nel 2001 dalla fusione della General Athletic fondata da Andrea Cragnotti e Francesca Tanzi, figli illustri poi usciti prima della creazione di Gea, con la Football Management di Alessandro Moggi e Franco Zavaglia. Socio fondatore anche Riccardo Calleri. Nei primi mesi di vita della nuova società, appunto la Gea, l'incarico di presidente venne ricoperto da Chiara Geronzi, poi il ruolo passò ad Alessandro Moggi, con Riccardo Calleri nei panni del vice. Gli attuali azionisti sono appunto Chiara Geronzi (32,4 per cento), Moggi junior (27 per cento), Zavaglia (18 per cento), Calleri (22,6 per cento): loro stanno dividendosi quel che resta di una torta importante.
Indicata all'attenzione dell'Antitrust, passata indenne ad una discussa inchiesta interna della Figc, sotto inchiesta per le denunce di Gaucci e per le presunte minacce e turbativa del mercato presso la Procura di Roma (pm Palamara e Palaia), cesserà di essere, come si scriveva nello statuto, "un punto di riferimento nel mercato dei servizi per i singoli atleti e per le società, ampliando i concetti gestionali attraverso lo sviluppo globale di tutte le attività". Il calcio dovrà fare a meno di questo "sviluppo" ritenuto da molti ormai troppo "globale".