notizie da Moggiopoli
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- Località:napoli [phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1275: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
''Se non punisci Collina e Rosetti...''.
Luciano Moggi, direttore generale della Juventus, al centro dell'inchiesta della Procura di Napoli che ha emesso oggi 41 inviti a comparire, si rivolge all'allora designatore arbitrale, Paolo Bergamo (i fatti risalgono al febbraio dell'anno scorso) e con lui, di fatto, decide le griglie propedeutiche al sorteggio degli arbitri delle singole partite del campionato di serie A.
Sono sconcertanti gli aspetti che emergono dalle intercettazioni telefoniche.
Proprio la telefonata tra Moggi e Bergamo delinea un quadro di condizionamento pesantissimo da parte del rappresentante di una societa' sul responsabile della scelta degli arbitri.
Ma il dg della Juve va anche oltre.
Cosi', secondo la Procura di Napoli, va negli spogliatoi di Reggio Calabria insieme con l'amministratore delegato dei bianconeri, Antonio Giraudo, arrabbiato per l'arbitraggio di Paparesta in occasione di Reggina-Juventus del 6 novembre 2004.
''Moggi - riferisce Pietro Ingargiola, osservatore dell'Aia al presidente dello stesso organismo, Tullio Lanese - lo minaccia col dito, col dito agli occhi''.
Ci sono anche le ingerenze sulle scelte dei calciatori per la Nazionale italiana.
Moggi, emerge dall'inchiesta, sarebbe intervenuto piu' volte nei riguardi del commissario tecnico Marcello Lippi perche' le convocazioni fossero fatte anche ''in relazione ai contingenti interessi'' della Juventus.
In una telefonata, e' lo stesso Lippi che parla con Moggi della formazione schierata contro la Bielorussia e quasi chiede rassicurazioni sulle scelte fatte, in particolare con riferimento all'esclusione di Cannavaro, richiesta dal dg dei bianconeri.
Carraro, poi, parlando con Moggi lo invita a raccomandarsi con Lippi: in Nazionale bisogna far giocare Totti e Gilardino.
C'e' anche Zeman, il tecnico boemo che ha piu' volte accusato la Juve in riferimento all'uso di sostanze dopanti, al centro di una telefonata tra Moggi a Giraudo.
Il primo dice: ''Bisogna dargli qualcosa, una legnata''.
Il presidente dimissionario della Figc, Franco Carraro, invece, viene considerato direttamente coinvolto nell'individuazione della griglia arbitrale e successivamente del direttore di gara per dare un ''aiuto'' alla Lazio.
Si parte da Chievo-Lazio vinta dalla squadra romana per 1-0 il 20 febbraio dell'anno scorso.
Il presidente della Figc evidenziava a Bergamo la necessita' di ''dare una mano alla Lazio''.
Di Carraro parla, in una telefonata, in termini non proprio elogiativi, sempre Moggi.
''Digli che non rompesse i c****'', afferma parlando con il vice presidente della Figc, Innocenzo Mazzini.
A seccarlo e' la convocazione fatta il 9 marzo da Carraro dei due designatori aribtrali, Bergamo e Livorno.
Il capitolo presidenti e' ampio.
Si parla prima di Diego Della Valle come vittima di un tentativo di dossieraggio.
Cosi' lo si voleva danneggiare nella sua scalata alla Lega Calcio come avversario di Adriano Galliani.
Dell'argomento parlano in una telefonata Mazzini e Moggi.
Ma poi, sempre Della Valle, avrebbe chiamato il presidente della Lazio, Lotito, per chiedergli di accordarsi in occasione della partita tra i viola e i laziali.
Tentativo rifiutato.
Diego Della Valle e il fratello Andrea, poi, dice la Procura, si sarebbero accordati con Mazzini, Bergamo e Pairetto ''perche' fossero sensibilizzati in relazione alle designazioni, perche' fosse garantita alla Fiorentina un percorso finale di campionato che ne assicurasse la salvezza in serie A''.
In soccorso di Lotito, a sua volta, come detto, era sceso in campo direttamente Carraro.
E tre sono le partite sospette che riguarderebbero i laziali.
Il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, e' invece, secondo l'accusa, vittima di una 'vendetta' che sarebbe stata perpretata dall'arbitro internazionale De Santis: costui, secondo Spinelli, faceva parte della 'combriccola romana'.
Cosi' De Santis, in occasione della partita Livorno-Siena dell'8 maggio, finita 6 a 3 per i toscani, sarebbe stato espulso ingiustamente Galante con l'obiettivo di far perdere il Livorno.
Due partite sospette riguardano invece il Milan, club rimasto finora fuori dai botas sulle voci di match truccati.
Le gare al centro dell'inchiesta della procura di Napoli, come emerge dall'invito a presentarsi notificato oggi dai carabinieri, sono Milan-Brescia 1-1 del 9 aprile 2005 e Milan-Chievo 1-0 del 20 aprile dello stesso anno.
C'e', nell'inchiesta, anche il coinvolgimento di giornalisti, con i condizionamenti attuati in particolare da Moggi.
E una telefonata quasi comica con Baldas, ex arbitro e moviolista del Processo di Biscardi.
Il fuorigioco di Trezeguet e' di 50 centimetri?
''Taglialo di 30'', e' il consiglio che rivolge il direttore generale della Juventus.
Luciano Moggi, direttore generale della Juventus, al centro dell'inchiesta della Procura di Napoli che ha emesso oggi 41 inviti a comparire, si rivolge all'allora designatore arbitrale, Paolo Bergamo (i fatti risalgono al febbraio dell'anno scorso) e con lui, di fatto, decide le griglie propedeutiche al sorteggio degli arbitri delle singole partite del campionato di serie A.
Sono sconcertanti gli aspetti che emergono dalle intercettazioni telefoniche.
Proprio la telefonata tra Moggi e Bergamo delinea un quadro di condizionamento pesantissimo da parte del rappresentante di una societa' sul responsabile della scelta degli arbitri.
Ma il dg della Juve va anche oltre.
Cosi', secondo la Procura di Napoli, va negli spogliatoi di Reggio Calabria insieme con l'amministratore delegato dei bianconeri, Antonio Giraudo, arrabbiato per l'arbitraggio di Paparesta in occasione di Reggina-Juventus del 6 novembre 2004.
''Moggi - riferisce Pietro Ingargiola, osservatore dell'Aia al presidente dello stesso organismo, Tullio Lanese - lo minaccia col dito, col dito agli occhi''.
Ci sono anche le ingerenze sulle scelte dei calciatori per la Nazionale italiana.
Moggi, emerge dall'inchiesta, sarebbe intervenuto piu' volte nei riguardi del commissario tecnico Marcello Lippi perche' le convocazioni fossero fatte anche ''in relazione ai contingenti interessi'' della Juventus.
In una telefonata, e' lo stesso Lippi che parla con Moggi della formazione schierata contro la Bielorussia e quasi chiede rassicurazioni sulle scelte fatte, in particolare con riferimento all'esclusione di Cannavaro, richiesta dal dg dei bianconeri.
Carraro, poi, parlando con Moggi lo invita a raccomandarsi con Lippi: in Nazionale bisogna far giocare Totti e Gilardino.
C'e' anche Zeman, il tecnico boemo che ha piu' volte accusato la Juve in riferimento all'uso di sostanze dopanti, al centro di una telefonata tra Moggi a Giraudo.
Il primo dice: ''Bisogna dargli qualcosa, una legnata''.
Il presidente dimissionario della Figc, Franco Carraro, invece, viene considerato direttamente coinvolto nell'individuazione della griglia arbitrale e successivamente del direttore di gara per dare un ''aiuto'' alla Lazio.
Si parte da Chievo-Lazio vinta dalla squadra romana per 1-0 il 20 febbraio dell'anno scorso.
Il presidente della Figc evidenziava a Bergamo la necessita' di ''dare una mano alla Lazio''.
Di Carraro parla, in una telefonata, in termini non proprio elogiativi, sempre Moggi.
''Digli che non rompesse i c****'', afferma parlando con il vice presidente della Figc, Innocenzo Mazzini.
A seccarlo e' la convocazione fatta il 9 marzo da Carraro dei due designatori aribtrali, Bergamo e Livorno.
Il capitolo presidenti e' ampio.
Si parla prima di Diego Della Valle come vittima di un tentativo di dossieraggio.
Cosi' lo si voleva danneggiare nella sua scalata alla Lega Calcio come avversario di Adriano Galliani.
Dell'argomento parlano in una telefonata Mazzini e Moggi.
Ma poi, sempre Della Valle, avrebbe chiamato il presidente della Lazio, Lotito, per chiedergli di accordarsi in occasione della partita tra i viola e i laziali.
Tentativo rifiutato.
Diego Della Valle e il fratello Andrea, poi, dice la Procura, si sarebbero accordati con Mazzini, Bergamo e Pairetto ''perche' fossero sensibilizzati in relazione alle designazioni, perche' fosse garantita alla Fiorentina un percorso finale di campionato che ne assicurasse la salvezza in serie A''.
In soccorso di Lotito, a sua volta, come detto, era sceso in campo direttamente Carraro.
E tre sono le partite sospette che riguarderebbero i laziali.
Il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, e' invece, secondo l'accusa, vittima di una 'vendetta' che sarebbe stata perpretata dall'arbitro internazionale De Santis: costui, secondo Spinelli, faceva parte della 'combriccola romana'.
Cosi' De Santis, in occasione della partita Livorno-Siena dell'8 maggio, finita 6 a 3 per i toscani, sarebbe stato espulso ingiustamente Galante con l'obiettivo di far perdere il Livorno.
Due partite sospette riguardano invece il Milan, club rimasto finora fuori dai botas sulle voci di match truccati.
Le gare al centro dell'inchiesta della procura di Napoli, come emerge dall'invito a presentarsi notificato oggi dai carabinieri, sono Milan-Brescia 1-1 del 9 aprile 2005 e Milan-Chievo 1-0 del 20 aprile dello stesso anno.
C'e', nell'inchiesta, anche il coinvolgimento di giornalisti, con i condizionamenti attuati in particolare da Moggi.
E una telefonata quasi comica con Baldas, ex arbitro e moviolista del Processo di Biscardi.
Il fuorigioco di Trezeguet e' di 50 centimetri?
''Taglialo di 30'', e' il consiglio che rivolge il direttore generale della Juventus.

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Piove sul bagnato.
Luciano Moggi e Antonio Giraudo, dimissionari dal CdA della Juventus, sono indagati anche per "concorso in sequestro di persona" presso la procura di Napoli.
L'indagine si sta appuntando sull'episodio, dai confini assolutamente incerti e ancora da dimostrare, della chiusura a chiave negli spogliatoi del "Granillo", al termine di Reggina-Juventus, dell'arbitro Paparesta ed i suoi collaboratori Cristiano Copelli e Aniello Di Mauro.
I due alti dirigenti bianconeri sarebbero coinvolti.
Ricordiamo che il sequestro di persona è un reato sanzionato molto duramente dal codice penale: l'art 605 prevede da sei mesi a otto anni di reclusione.
Luciano Moggi e Antonio Giraudo, dimissionari dal CdA della Juventus, sono indagati anche per "concorso in sequestro di persona" presso la procura di Napoli.
L'indagine si sta appuntando sull'episodio, dai confini assolutamente incerti e ancora da dimostrare, della chiusura a chiave negli spogliatoi del "Granillo", al termine di Reggina-Juventus, dell'arbitro Paparesta ed i suoi collaboratori Cristiano Copelli e Aniello Di Mauro.
I due alti dirigenti bianconeri sarebbero coinvolti.
Ricordiamo che il sequestro di persona è un reato sanzionato molto duramente dal codice penale: l'art 605 prevede da sei mesi a otto anni di reclusione.

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Sono 19 le partite del campionato di serie A 2004-2005 al centro dell'inchiesta della procura di Napoli.
I presunti illeciti riguardano in particolare le designazioni arbitrali con lo scopo di favorire una squadra o di ammonire giocatori in diffida per determinarne la squalifica al turno successivo.
Le partite interessate sono:
Reggina-Juventus 2-1 (6-11-04)
Lecce-Juventus 0-1 (14-11-04)
Juventus-Lazio 2-1 (5-12-04)
Fiorentina-Bologna 1-0 (5-12-04)
Bologna-Juventus 0-1 (12-12-04)
Juventus-Udinese 2-1 (13-2-05)
Roma-Juventus 1-2 (5-3-05)
Inter-Fiorentina 3-2 (20-3-05)
Fiorentina-Juventus 3-3 (9-4-05)
Chievo-Lazio 0-1 (20-2-05)
Lazio-Parma 2-0 (27-2-05)
Bologna-Lazio 1-2 (17-4-05)
Siena-Milan 2-1 (17-4-05)
Lazio-Fiorentina 1-1 (22-5-05)
Chievo-Fiorentina 1-2 (8-5-05)
Lecce-Roma 3-3 (29-5-05)
Livorno-Siena 3-6 (8-5-05)
Milan-Brescia 1-1 (10-4-05)
Milan-Chievo 1-0 (24-4-05)
I presunti illeciti riguardano in particolare le designazioni arbitrali con lo scopo di favorire una squadra o di ammonire giocatori in diffida per determinarne la squalifica al turno successivo.
Le partite interessate sono:
Reggina-Juventus 2-1 (6-11-04)
Lecce-Juventus 0-1 (14-11-04)
Juventus-Lazio 2-1 (5-12-04)
Fiorentina-Bologna 1-0 (5-12-04)
Bologna-Juventus 0-1 (12-12-04)
Juventus-Udinese 2-1 (13-2-05)
Roma-Juventus 1-2 (5-3-05)
Inter-Fiorentina 3-2 (20-3-05)
Fiorentina-Juventus 3-3 (9-4-05)
Chievo-Lazio 0-1 (20-2-05)
Lazio-Parma 2-0 (27-2-05)
Bologna-Lazio 1-2 (17-4-05)
Siena-Milan 2-1 (17-4-05)
Lazio-Fiorentina 1-1 (22-5-05)
Chievo-Fiorentina 1-2 (8-5-05)
Lecce-Roma 3-3 (29-5-05)
Livorno-Siena 3-6 (8-5-05)
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Moggi, Giraudo, Mazzini, Paolo Bergamo, Pairetto e l'arbitro Massimo De Santis.
Sono questi, secondo i pm di Napoli, i principali responsabili dell'associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva che avrebbe condizionato lo scorso campionato di serie A.
Dell'associazione avrebbero fatto parte anche il presidente dell' ssociazione Italiana Arbitri Tullio Lanese, l'ex segretaria della Commissione Arbitri (Can) Maria Grazia Fazzi, il responsabile degli assistenti della Can Gennaro Mazzei, il segretario della Figc Francesco Ghirelli, l'arbitro Pasquale Rodomonti, l'assistente Duccio Baglioni e il giornalista Ignazio Scardina.
Sono questi, secondo i pm di Napoli, i principali responsabili dell'associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva che avrebbe condizionato lo scorso campionato di serie A.
Dell'associazione avrebbero fatto parte anche il presidente dell' ssociazione Italiana Arbitri Tullio Lanese, l'ex segretaria della Commissione Arbitri (Can) Maria Grazia Fazzi, il responsabile degli assistenti della Can Gennaro Mazzei, il segretario della Figc Francesco Ghirelli, l'arbitro Pasquale Rodomonti, l'assistente Duccio Baglioni e il giornalista Ignazio Scardina.

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Continua il lavoro degli investigatori su mandato della Procura di Napoli.
I carabinieri del nucleo operativo di Roma, dopo aver fatto visita alla sede della Figc, si sono recati a casa Carraro.
Nella sede della Federcalcio in via Allegri e in quella dell`Aia gli investigatori, su mandato della Procura di Napoli, stanno acquisendo documenti e materiale cartaceo nell`ambito dell`indagine sui condizionamenti da parte del cosiddetto `sistema Moggi` su diverse gare del campionato di serie A della stagione 2004/2005.
INFAME!!!
I carabinieri del nucleo operativo di Roma, dopo aver fatto visita alla sede della Figc, si sono recati a casa Carraro.
Nella sede della Federcalcio in via Allegri e in quella dell`Aia gli investigatori, su mandato della Procura di Napoli, stanno acquisendo documenti e materiale cartaceo nell`ambito dell`indagine sui condizionamenti da parte del cosiddetto `sistema Moggi` su diverse gare del campionato di serie A della stagione 2004/2005.
INFAME!!!

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La sfilata al Palazzo di Giustizia di Torino del bianconero Gianluigi Buffon e degli ex Antonio Chimenti, Enzo Maresca e Mark Iuliano, i giocatori indagati dalla Procura subalpina nella vicenda del calcio scommesse, potrebbe arrivare gia' dalla prossima settimana.
Non e' ancora chiaro, pero', se gli stessi calciatori decideranno di presentarsi spontaneamente o se saranno convocati ufficialmente.
I pm torinesi Giancarlo Avenati Bassi e Marco Gianoglio non commentano gli sviluppi dell' indagine, ma secondo il loro collega di Parma Pietro Errede, che ha avviato un' inchiesta parallela con tre indagati, improvvisati allibratori per conto degli atleti, ''i calciatori sono i motori primari di questa attivita', e' chiaro, perche' si scommette su delle partite che ovviamente non erano serene nel loro svolgimento''.
A Torino il fascicolo e' aperto per violazione dell' articolo 4 della legge 401 dell' '89 che punisce chi partecipa o organizza scommesse senza essere autorizzato, mentre a Parma i reati che si ipotizzano sono quelli di associazione a delinquere e violazione della legge speciale sulle scommesse.
''L' associazione - ha spiegato il magistrato emiliano, lo stesso che si sta ancora occupando dell' indagine del rapimento e la morte di Tommaso Onofri - aveva come scopo di investire ingenti quantita' di denaro in scommesse su determinate competizioni sportive anche attraverso ovviamente riferimenti a societa' estere''.
Secondo quanto e' trapelato, un magazziniere della Parmalat faceva da collettore delle somme di denaro bonificategli dai giocatori e insieme ad alcuni allibratori clandestini scommetteva in Italia e all' estero tramite un internet point di Parma.
Obiettivo dei magistrati e' capire con precisione la destinazione e soprattutto se vi sia una relazione tra le puntate e i risultati sportivi di alcune partite.
Si sospetta di un Atalanta-Juventus di Coppa Italia del 2004-2005, con i bianconeri eliminati negli ottavi (2-0 a Bergamo e 3-3 a Torino), ma anche della gara di Champions League dell' agosto 2004 con gli svedesi del Djurgarden o quella di campionato, del 25 settembre 2004, tra la Juventus e il Palermo.
Prima di alcuni incontri ad esempio si intensificava lo scambio di telefonate e sms tra Buffon (da cui sarebbero partite le somme piu' ingenti, si parla di un paio di milioni di euro) e il magazziniere.
Certo resta da provare che i quattro giocatori fossero consapevoli dell' esatta destinazione delle somme di denaro da loro versate.
Tutta l' inchiesta e' nata dall' Ufficio italiano cambi allarmato dai forti movimenti di denaro da parte di persone con un reddito modesto.
La documentazione e' stata inviata alla Guardia di Finanza di Roma, che a sua volta ha trasmesso gli atti a Torino e Parma.
''A Parma - ha commentato Errede - si e' individuata la sede di una ipotetica associazione a delinquere.
E' chiaro che adesso siamo in una fase in cui si parla per ipotesi di reato.
Relativamente a questa vicenda specifica il reato di Parma e' il reato piu' grave, e' l' ipotesi associativa, e quindi la competenza territoriale e' di Parma''.
Alla domanda se le scommesse riguardavano solo il calcio o anche altri sport, Errede ha risposto:
''L' indagine che io sto conducendo riguarda l' attivita' calcistica, attivita' che si realizzava anche all' estero, certo''.
Ma quanto era il giro delle scommesse?
''Questo lo stiamo accertando.
Dai primi accertamenti pero' sicuramente erano delle ingenti somme di denaro''.
Non e' ancora chiaro, pero', se gli stessi calciatori decideranno di presentarsi spontaneamente o se saranno convocati ufficialmente.
I pm torinesi Giancarlo Avenati Bassi e Marco Gianoglio non commentano gli sviluppi dell' indagine, ma secondo il loro collega di Parma Pietro Errede, che ha avviato un' inchiesta parallela con tre indagati, improvvisati allibratori per conto degli atleti, ''i calciatori sono i motori primari di questa attivita', e' chiaro, perche' si scommette su delle partite che ovviamente non erano serene nel loro svolgimento''.
A Torino il fascicolo e' aperto per violazione dell' articolo 4 della legge 401 dell' '89 che punisce chi partecipa o organizza scommesse senza essere autorizzato, mentre a Parma i reati che si ipotizzano sono quelli di associazione a delinquere e violazione della legge speciale sulle scommesse.
''L' associazione - ha spiegato il magistrato emiliano, lo stesso che si sta ancora occupando dell' indagine del rapimento e la morte di Tommaso Onofri - aveva come scopo di investire ingenti quantita' di denaro in scommesse su determinate competizioni sportive anche attraverso ovviamente riferimenti a societa' estere''.
Secondo quanto e' trapelato, un magazziniere della Parmalat faceva da collettore delle somme di denaro bonificategli dai giocatori e insieme ad alcuni allibratori clandestini scommetteva in Italia e all' estero tramite un internet point di Parma.
Obiettivo dei magistrati e' capire con precisione la destinazione e soprattutto se vi sia una relazione tra le puntate e i risultati sportivi di alcune partite.
Si sospetta di un Atalanta-Juventus di Coppa Italia del 2004-2005, con i bianconeri eliminati negli ottavi (2-0 a Bergamo e 3-3 a Torino), ma anche della gara di Champions League dell' agosto 2004 con gli svedesi del Djurgarden o quella di campionato, del 25 settembre 2004, tra la Juventus e il Palermo.
Prima di alcuni incontri ad esempio si intensificava lo scambio di telefonate e sms tra Buffon (da cui sarebbero partite le somme piu' ingenti, si parla di un paio di milioni di euro) e il magazziniere.
Certo resta da provare che i quattro giocatori fossero consapevoli dell' esatta destinazione delle somme di denaro da loro versate.
Tutta l' inchiesta e' nata dall' Ufficio italiano cambi allarmato dai forti movimenti di denaro da parte di persone con un reddito modesto.
La documentazione e' stata inviata alla Guardia di Finanza di Roma, che a sua volta ha trasmesso gli atti a Torino e Parma.
''A Parma - ha commentato Errede - si e' individuata la sede di una ipotetica associazione a delinquere.
E' chiaro che adesso siamo in una fase in cui si parla per ipotesi di reato.
Relativamente a questa vicenda specifica il reato di Parma e' il reato piu' grave, e' l' ipotesi associativa, e quindi la competenza territoriale e' di Parma''.
Alla domanda se le scommesse riguardavano solo il calcio o anche altri sport, Errede ha risposto:
''L' indagine che io sto conducendo riguarda l' attivita' calcistica, attivita' che si realizzava anche all' estero, certo''.
Ma quanto era il giro delle scommesse?
''Questo lo stiamo accertando.
Dai primi accertamenti pero' sicuramente erano delle ingenti somme di denaro''.

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Moggi e i quaranta avvisati: non c'e' solo la parlantina spiccia e la fama di 'Big' Luciano nella lunga lista di persone alle quali oggi i Carabinieri hanno consegnato, da Roma a Firenze, gli inviti a comparire della Procura di Napoli.
A fare numero sono anche e soprattutto i 'signor nessuno' del mondo arbitrale e dintorni: dal guardalinee che lavora in Curia ed e' considerato l''agente' in Vaticano dei fischietti, al dirigente accompagnatore degli arbitri che faceva sempre trovare l'orologino dello sponsor tecnico come gentile omaggio.
E c'e' anche l'arbitro parrucchiere, al quale i colleghi si rivolgevano spesso per un taglio di capelli anche nel ritiro di Coverciano.
Gli indagati sono un presidente federale, ancorche' dimissionario, due alti dirigenti della stessa Figc, cinque dei club e tre degli arbitri; ma anche un giornalista, un'impiegata, un procuratore (anzi 'il' procuratore: Alessandro Moggi), due ufficiali della Finanza, due poliziotti, l'accompagnatore degli arbitri del Milan.
E poi i rappresentanti del mondo arbitrale, i i giudici in campo che ora sono sotto il vaglio di altri giudici: ed e' qui la sorpresa, perche' gli arbitri invitati a comparire sono nove, i guardalinee undici.
Perche' spesso le decisioni piu' importanti passano per le persone meno in vista.
Dura la vita dell'assistente di gara, un'ora e mezzo a correr lungo la linea laterale senza mai essere al centro del gioco.
Tranne poi stabilire alzando un braccio: fermi, e' fuorigioco, non si puo' segnare.
Nel gruppo dei cosiddetti assistenti dell'arbitro ci sono Alessandro Griselli, commerciante, 42 anni, da poco in societa' per un'agenzia immobiliare nella sua (e di Bergamo, al quale era molto legato) Livorno, e Marco Ivaldi, 45enne che lo sfizio di fischiare se lo toglie si', ma da vigile urbano a Mele, in provincia di Genova.
I due con De Santis compongono la terna arbitrale italiana scela per il Mondiale.
Ovviamente fino all'arrivo della bufera.
C'e' poi Duccio Baglioni, fiorentino di Bagno a Ripoli: col fratello gestisce un noto ristorante nel centro di Firenze, vicino a Santa Maria Novella.
E li' facevano tappa tutti i colleghi che arbitravano in citta', e molti altri del mondo del calcio.
Anche Silvio Gemignani viene dalla Toscana, la regione d'Italia piu' rappresentata, e non solo per la presenza del designatore Bergamo: tra i colleghi, di ieri e di oggi, risulta simpaticamente come l''agente' in Vaticano degli arbitri.
Vive a Camporgiano, in provincia di Lucca, lavora in Curia, ed era lui, secondo quanto raccontano da dentro, ad organizzare ''le scorribande degli arbitri a San Pietro'', ovvero le udienze pontificie.
Di Claudio Puglisi, veterano dei guardalinee (46 anni), si dice sia stato un fedelissimo di Collina: con l'arbitro al di sopra di ogni sospetto ha viaggiato in lungo e largo per l'Europa, tra partite di Champions e di Uefa, fino a quando il sodalizio si e' rotto e l'arbitro di Viareggio non lo ha piu' indicato (in Europa ne ha facolta') come suo assistente.
Stefano Titomanlio, milanese 43enne, vive invece a Bassano del Grappa, dove lavora nel pubblico impiego: ufficio catasto.
Ma di storie curiose ce ne sono anche tra qualche volto piu' noto.
L'arbitro Paolo Tagliavento ha 34 anni, e' nato e vive a Terni, in serie A e' arrivato a fine 2003 diritto dalla C con la fama del 'nuovo Collina': l'esordio nella massima serie a maggio 2004, in Chievo-Bologna.
Di professione fa il parrucchiere.
E piu' di una volta si e' sentito chiedere il favore dai colleghi nel ritiro di Coverciano di un taglio di capelli giusto.
La sua specialita', diceva sorridendo qualche collega, era spostare la riga.
A fare numero sono anche e soprattutto i 'signor nessuno' del mondo arbitrale e dintorni: dal guardalinee che lavora in Curia ed e' considerato l''agente' in Vaticano dei fischietti, al dirigente accompagnatore degli arbitri che faceva sempre trovare l'orologino dello sponsor tecnico come gentile omaggio.
E c'e' anche l'arbitro parrucchiere, al quale i colleghi si rivolgevano spesso per un taglio di capelli anche nel ritiro di Coverciano.
Gli indagati sono un presidente federale, ancorche' dimissionario, due alti dirigenti della stessa Figc, cinque dei club e tre degli arbitri; ma anche un giornalista, un'impiegata, un procuratore (anzi 'il' procuratore: Alessandro Moggi), due ufficiali della Finanza, due poliziotti, l'accompagnatore degli arbitri del Milan.
E poi i rappresentanti del mondo arbitrale, i i giudici in campo che ora sono sotto il vaglio di altri giudici: ed e' qui la sorpresa, perche' gli arbitri invitati a comparire sono nove, i guardalinee undici.
Perche' spesso le decisioni piu' importanti passano per le persone meno in vista.
Dura la vita dell'assistente di gara, un'ora e mezzo a correr lungo la linea laterale senza mai essere al centro del gioco.
Tranne poi stabilire alzando un braccio: fermi, e' fuorigioco, non si puo' segnare.
Nel gruppo dei cosiddetti assistenti dell'arbitro ci sono Alessandro Griselli, commerciante, 42 anni, da poco in societa' per un'agenzia immobiliare nella sua (e di Bergamo, al quale era molto legato) Livorno, e Marco Ivaldi, 45enne che lo sfizio di fischiare se lo toglie si', ma da vigile urbano a Mele, in provincia di Genova.
I due con De Santis compongono la terna arbitrale italiana scela per il Mondiale.
Ovviamente fino all'arrivo della bufera.
C'e' poi Duccio Baglioni, fiorentino di Bagno a Ripoli: col fratello gestisce un noto ristorante nel centro di Firenze, vicino a Santa Maria Novella.
E li' facevano tappa tutti i colleghi che arbitravano in citta', e molti altri del mondo del calcio.
Anche Silvio Gemignani viene dalla Toscana, la regione d'Italia piu' rappresentata, e non solo per la presenza del designatore Bergamo: tra i colleghi, di ieri e di oggi, risulta simpaticamente come l''agente' in Vaticano degli arbitri.
Vive a Camporgiano, in provincia di Lucca, lavora in Curia, ed era lui, secondo quanto raccontano da dentro, ad organizzare ''le scorribande degli arbitri a San Pietro'', ovvero le udienze pontificie.
Di Claudio Puglisi, veterano dei guardalinee (46 anni), si dice sia stato un fedelissimo di Collina: con l'arbitro al di sopra di ogni sospetto ha viaggiato in lungo e largo per l'Europa, tra partite di Champions e di Uefa, fino a quando il sodalizio si e' rotto e l'arbitro di Viareggio non lo ha piu' indicato (in Europa ne ha facolta') come suo assistente.
Stefano Titomanlio, milanese 43enne, vive invece a Bassano del Grappa, dove lavora nel pubblico impiego: ufficio catasto.
Ma di storie curiose ce ne sono anche tra qualche volto piu' noto.
L'arbitro Paolo Tagliavento ha 34 anni, e' nato e vive a Terni, in serie A e' arrivato a fine 2003 diritto dalla C con la fama del 'nuovo Collina': l'esordio nella massima serie a maggio 2004, in Chievo-Bologna.
Di professione fa il parrucchiere.
E piu' di una volta si e' sentito chiedere il favore dai colleghi nel ritiro di Coverciano di un taglio di capelli giusto.
La sua specialita', diceva sorridendo qualche collega, era spostare la riga.

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Le 12 domande a cui Moggi dovrà rispondere ai pm.
1. LA FORMAZIONE DELLE GRIGLIE ARBITRALI
Moggi dovrà difendersi dall'accusa di essere direttamente intervenuto per la formazione delle griglie arbitrali prima del sorteggio per la designazione degli arbitri, come prova in particolare - secondo l'accusa - una telefonata, intercettata, tra lo stesso Moggi e l' ex designatore Paolo Bergamo.
2. I DOSSIER PER SCREDITARE GLI AVVERSARI
I pm, dopo aver ascoltato alcune conversazioni tra Moggi e il vicepresidente della Figc Mazzini e tra Moggi e Giraudo, chiederanno spiegazioni sui "dossier" preparati per screditare gli "avversari" Della Valle e Zeman: secondo i magistrati, vere e proprie "metodologie intimidatorie".
3. IL SEQUESTRO PAPARESTA
Moggi dovrà difendersi dall'accusa di aver chiuso a chiave negli spogliatoi e minacciato verbalmente, contestando loro decisioni sfavorevoli ai bianconeri, l'arbitro Gianluca Paparesta e i suoi assistenti dopo Reggina-Juventus (2-1) del 6 novembre 2004. I reati contestati sono sequestro di persona e minaccia.
4. GLI ARBITRI DA PUNIRE O NON PUNIRE
A Moggi i pubblici ministeri contesteranno di essersi "dato da fare" perché "non venissero penalizzati" gli arbitri che avevano favorito la Juventus" e "invece, venissero penalizzati" i direttori di gara che non l'avevano favorita. Sul punto vi sono telefonate intercettate tra Moggi e l'ex designatore Paolo Bergamo e tra Moggi e una segretaria della Figc.
5. IL CONDIZIONAMENTO DI ALCUNE TRASMISSIONI TV
Moggi dovrà fornire ai pm la sua versione riguardo a numerose telefonate con giornalisti, che vengono ritenute dagli inquirenti come inequivocabili condizionamenti per favorire gli interessi della Juventus.
6. Il SILENZIO DI PIERONI
Il direttore generale della Juventus dovrà difendersi dall'accusa di aver "barattato" il silenzio dell' ex direttore generale dell'Ancona Ermanno Pieroni riguardo a dichiarazioni accusatorie davanti all'autorità giudiziaria in cambio "di vantaggi economici e dell'incarico di direttore sportivo dell' Arezzo".
7. IL CONDIZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA SPORTIVA
Moggi dovrà dare spiegazioni anche su presunte interferenze nei riguardi delle attività dell'ufficio indagini della Figc e della corte di Appello federale: vere e proprie pressioni - come emerge dalle intercettazioni, secondo i pm - per condizionare le decisioni della giustizia sportiva.
8. L' ASSERVIMENTO DEI VERTICI DELLA FIGC
L'organizzazione della quale Moggi faceva parte - secondo i pm - avrebbe anche perseguito finalità di asservimento e di condizionamento dei vertici della Figc, e anche su questo Moggi dovrà fornire la sua verità, tenuto anche conto di alcune sue telefonate con Innocenzo Mazzini, vicepresidente della Figc.
9. GLI INTERESSI DELLE SOCIETA' COLLEGATE
In particolare Messina, Reggina e Sassari avrebbero tratto benefici dall'organizzazione della quale Moggi faceva parte.
10. LA FORMAZIONE DELLA NAZIONALE
Moggi ct ombra dell'Italia, che suggeriva a Lippi chi schierare e chi lasciare in tribuna? E' il sospetto degli inquirenti, dedotto da intercettazioni di telefonate tra Moggi e Carraro, Moggi e Giraudo, Moggi e Lippi.
11. LE TALPE E LE DIVISE COMPIACENTI
Moggi dovrà poi rispondere ai magistrati sul contenuto di telefonate intercettate, in base alle quali - secondo l'accusa - venivano raccolte informazioni riservate riguardo a procedimenti penali. Il dg della Juventus, inoltre, dovrà spiegare le "relazioni compiacenti" con agenti di polizia e alla Guardia di finanza.
12. I SORTEGGI 'TAROCCATI' DEGLI ARBITRI
Potrebbe essere uno dei capitoli più spinosi dell'interrogatorio. A Moggi e altre persone si contesta di aver pilotato il sorteggio degli arbitri, premessa indispensabile per predeterminare il risultato di diverse partite.
1. LA FORMAZIONE DELLE GRIGLIE ARBITRALI
Moggi dovrà difendersi dall'accusa di essere direttamente intervenuto per la formazione delle griglie arbitrali prima del sorteggio per la designazione degli arbitri, come prova in particolare - secondo l'accusa - una telefonata, intercettata, tra lo stesso Moggi e l' ex designatore Paolo Bergamo.
2. I DOSSIER PER SCREDITARE GLI AVVERSARI
I pm, dopo aver ascoltato alcune conversazioni tra Moggi e il vicepresidente della Figc Mazzini e tra Moggi e Giraudo, chiederanno spiegazioni sui "dossier" preparati per screditare gli "avversari" Della Valle e Zeman: secondo i magistrati, vere e proprie "metodologie intimidatorie".
3. IL SEQUESTRO PAPARESTA
Moggi dovrà difendersi dall'accusa di aver chiuso a chiave negli spogliatoi e minacciato verbalmente, contestando loro decisioni sfavorevoli ai bianconeri, l'arbitro Gianluca Paparesta e i suoi assistenti dopo Reggina-Juventus (2-1) del 6 novembre 2004. I reati contestati sono sequestro di persona e minaccia.
4. GLI ARBITRI DA PUNIRE O NON PUNIRE
A Moggi i pubblici ministeri contesteranno di essersi "dato da fare" perché "non venissero penalizzati" gli arbitri che avevano favorito la Juventus" e "invece, venissero penalizzati" i direttori di gara che non l'avevano favorita. Sul punto vi sono telefonate intercettate tra Moggi e l'ex designatore Paolo Bergamo e tra Moggi e una segretaria della Figc.
5. IL CONDIZIONAMENTO DI ALCUNE TRASMISSIONI TV
Moggi dovrà fornire ai pm la sua versione riguardo a numerose telefonate con giornalisti, che vengono ritenute dagli inquirenti come inequivocabili condizionamenti per favorire gli interessi della Juventus.
6. Il SILENZIO DI PIERONI
Il direttore generale della Juventus dovrà difendersi dall'accusa di aver "barattato" il silenzio dell' ex direttore generale dell'Ancona Ermanno Pieroni riguardo a dichiarazioni accusatorie davanti all'autorità giudiziaria in cambio "di vantaggi economici e dell'incarico di direttore sportivo dell' Arezzo".
7. IL CONDIZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA SPORTIVA
Moggi dovrà dare spiegazioni anche su presunte interferenze nei riguardi delle attività dell'ufficio indagini della Figc e della corte di Appello federale: vere e proprie pressioni - come emerge dalle intercettazioni, secondo i pm - per condizionare le decisioni della giustizia sportiva.
8. L' ASSERVIMENTO DEI VERTICI DELLA FIGC
L'organizzazione della quale Moggi faceva parte - secondo i pm - avrebbe anche perseguito finalità di asservimento e di condizionamento dei vertici della Figc, e anche su questo Moggi dovrà fornire la sua verità, tenuto anche conto di alcune sue telefonate con Innocenzo Mazzini, vicepresidente della Figc.
9. GLI INTERESSI DELLE SOCIETA' COLLEGATE
In particolare Messina, Reggina e Sassari avrebbero tratto benefici dall'organizzazione della quale Moggi faceva parte.
10. LA FORMAZIONE DELLA NAZIONALE
Moggi ct ombra dell'Italia, che suggeriva a Lippi chi schierare e chi lasciare in tribuna? E' il sospetto degli inquirenti, dedotto da intercettazioni di telefonate tra Moggi e Carraro, Moggi e Giraudo, Moggi e Lippi.
11. LE TALPE E LE DIVISE COMPIACENTI
Moggi dovrà poi rispondere ai magistrati sul contenuto di telefonate intercettate, in base alle quali - secondo l'accusa - venivano raccolte informazioni riservate riguardo a procedimenti penali. Il dg della Juventus, inoltre, dovrà spiegare le "relazioni compiacenti" con agenti di polizia e alla Guardia di finanza.
12. I SORTEGGI 'TAROCCATI' DEGLI ARBITRI
Potrebbe essere uno dei capitoli più spinosi dell'interrogatorio. A Moggi e altre persone si contesta di aver pilotato il sorteggio degli arbitri, premessa indispensabile per predeterminare il risultato di diverse partite.
