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La chiamano repressione, ma andrebbe derubricata a semplice azione di disturbo. Il decreto anti-violenza sembrava fatto apposta per espellere gli ultrà dalle curve, eliminando le trasferte di massa. In realtà, gli ultrà alle partite fuori casa ci vanno lo stesso, e il paradosso è che ora è meno facile controllarli. Prendiamo Milan-Atalanta: Bergamo è a un tiro di schioppo, 50 chilometri, 45 minuti di viaggio, code comprese. Gli atalantini, che non si scoraggiano neppure se c’è da andare in Colombia, si sono presentati in tremila. E senza la consueta scorta armata. E con gli striscioni, che a Bergamo non hanno già più diritto di cittadinanza, ma a
Milano—chissà perché—sì. Gli atalantini hanno acquistato i biglietti a Bergamo, per i fatti loro, e per i fatti loro si sono messi in marcia.
Nessun treno speciale, nessun autobus, ma tante auto incolonnate sull’A4. Al parcheggio di Lampugnano non c’era un poliziotto ad attenderli.
Soltanto nei pressi di San Siro hanno trovato un posto di blocco: tutti fermi e ripartenze a scaglioni, con i poliziotti in testa. Documenti,
biglietti, tornelli, poi su fino al terzo anello presidiato dagli steward. E dopo la partita tutti a casa, senza dover stare per ore rinchiusi
nel recinto. Tafferugli zero, a dimostrazione che per essere civili non c’è bisogno di avere addosso l’esercito. Le trasferte ultrà sopravvivono.
I disagi sono per le forze dell’ordine, che prima avevano tutto sotto controllo e ora lavorano alla cieca.

E' proprio servito a molto...

ahahaha si infatti...
Poi vogliono vietare anke tamburi e striscioni vero??
Gia'...perke' a volte,quando si dicono le cose come stanno...uno striscione e' piu' doloroso di una mazzata... politici patetici.... :roll: