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Caco(ex Venezia)

Inviato: 03.07.07 - 12:40
da Martina
Uccide un uomo, si costituisce la mattina dopo: brutta disavventura per Caco (ex Venezia)

Francesco Caco, 21 anni, difensore ex del Venezia venerdì notte centra in pieno Marco De Biaggi, 46 anni di Rovigo, e si costituisce la mattina dopo

PADOVA. L’hanno cercato tutta la notte fra venerdì e sabato. I familiari di Francesco Caco (nella foto ai tempi del Venezia) temevano potesse compiere qualche gesto inconsulto. Gli agenti della Stradale di Piove di Sacco, invece, avevano la necessità di ascoltare la sua versione dei fatti. A terra in via delle Grazie vicino al casello di Padova Est, poco distante dal casello autostradale di Padova Est, poco dopo l’1,30 di notte, era rimasto il corpo senza vita di Marco De Biaggi, operaio rodigino di 46 anni, dipendente di un’azienda specializzata in lavori stradali, falciato da una Mini Cooper guidata da un ragazzo di 21 anni: Francesco Caco. Un giovane residente a Noventa Padovana. Un giovane di belle speranze, giocatore professionista di calcio in forza al Lumezzane (serie C/2) e cresciuto calcisticamente nel Venezia, formazione con la quale ha collezionato anche una presenza in serie B. Un giovane che si è trovato a gestire una tragedia più grande di lui. Una tragedia iniziata con la morte di un uomo e proseguita con una fuga. Fino all’epilogo. Francesco Caco, infatti, si è costituito il giorno dopo ed è stato denunciato dalla Polizia stradale per omicidio colposo e omissione di soccorso. Il giovane è stato anche sottoposto ai prelievi del sangue utili a stabilire se guidasse in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Francesco Caco ha probabilmente vagato a piedi per tutta la notte. Sconvolto per quanto accaduto. Poi, sabato mattina, insieme al suo avvocato Massimo Minuti è andato prima dai vigili urbani di Noventa Padovana, poi a Piove di Sacco negli uffici della Polizia stradale per fornire spontanee dichiarazioni. Per i suoi genitori la colpa di quanto è accaduto e della segnaletica stradale nei pressi del cantiere in via delle Grazie. Un cantiere mal segnalato. Un cantiere aperto in una strada pericolosa e che è già stata teatro di un altro incidente mortale. Il 6 maggio del 2004 Angelica Bernardo, 17 anni, stava tornando a casa lungo via delle Grazie, in sella al suo scooter, quando finì in una buca di un cantiere stradale e morì poco dopo. I genitori della ragazzina che viveva a Campodarsego, hanno citato i responsabili del cantiere. Un anno dopo sono iniziate le trattative per il risarcimento dei danni anche se nessuna somma, mai, potrà restituire Angelica ai suoi genitori.
Diverso l’incidente dell’altra notte che ha registrato anche stavolta una vittima: Marco De Biaggi, 46 anni, residente in via Argine Vecchio a Salara in provincia di Rovigo. L’uomo lavorava alle dipendenze della ditta Sorv Strade Srl di Campobasso. Era sposato, lascia due figli piccoli. De Biaggi, secondo le prime ricostruzioni, stava lavorando sul tratto destro della carreggiata di via Delle Grazie con alcuni colleghi, intenti a rifare il manto stradale. Tutti gli operai, come risulta dai rilievi eseguiti dagli agenti della Polstrada, vestivano con gli indumenti prescritti dalle leggi sulla sicurezza e il cantiere era segnalato a dovere. Improvvisamente una Mini Cooper che viaggiava in direzione del casello autostradale, ha invaso la corsia occupata dai lavoratori e ha centrato in pieno De Biaggi. Il quarantaseienne è stato caricato sul cofano, ha sbattuto violentemente la testa sul parabrezza della macchina ed è stato quindi scaraventato nel piccolo fossato che costeggia la via. La Mini Cooper si è fermata dopo lo scontro e dal lato del passeggero è sceso un ragazzo, A. M., 20 anni, residente a Vigonza, cugino di Francesco Caco. L’ex giocatore del Venezia, è rimasto un attimo impietrito, poi ha ingranato la prima ed è ripartito. Fermandosi poco più avanti. Poi è sceso ed è scappato.
Sul posto è intervenuta una pattuglia della polstrada di Piove di Sacco: i colleghi dell’operaio rimasto ucciso nell’incidente hanno raccontato agli agenti ciò che hanno vissuto. Come e perché secondo loro Marco De Biaggi è stato travolto. Poi è stata la volta del cugino del giovane che ha fornito anche lui la sua versione dei fatti. I due stavano rincasando dopo una serata trascorsa in un noto locale notturno all’aperto, che ha sede in zona industriale. Per i familiari di Caco il giovane sarebbe stato sorpassato da una Volkswagen Golf che gli avrebbe tagliato la strada. Per evitarla il giovane difensore si sarebbe buttato di lato con la sua auto, sterzando. Ma effettuando questa manovra non avrebbe visto l’operaio al lavoro perché la Volkswagen Golf gli avrebbe coperto la visuale.
Una versione che Caco ha confermato anche negli uffici della Polstrada a Piove di Sacco. Che lo hanno preso a verbale, prima di accompagnarlo all’ospedale per i prelievi. Francesco Caco ha anche spiegato il motivo per cui si è allontanato dal luogo dell’incidente a piedi: era sconvolto, troppo sconvolto e certamente non lucido per lo choc.
Quando la relazione della polizia stradale sarà pronta spetterà al giudice stabilire quale sia la verità. E far cadere o meno le accuse di omicidio colposo e di omissione di soccorso. Nel frattempo a Salara la famiglia di De Biaggi è in attesa del nullaosta del magistrato per poter celebrare i funerali del loro congiunto. Morto mentre stava lavorando lungo un’arteria buia e periferica a Padova.

(Ha collaborato Elena Livieri)

NOVENTA. «Francesco non è fuggito, prova ne è che non gli hanno ritirato la patente. La sua è stata la reazione di un ragazzo spaventato. La sua auto è rimasta sul luogo dell’incidente ed è stata fatta rimuovere dalla polizia stradale. Il cugino è rimasto là, c’è stato soccorso immediato. Quando ci hanno avvisato siamo corsi anche noi». Non ha dubbi papà Armando sul fatto che il figlio si sia assunto le proprie responsabilità: «Si è presentato con il nostro avvocato, Massimo Minuti», dice. E chiede che Francesco non venga criminalizzato: «E’ sconvolto per quello che è successo, il lutto e il dolore sono entrati anche in casa nostra». Nella villetta di via San Paolo a Noventa, frazione di Noventana dove Francesco vive, c’è un silenzio irreale nonostante tutta la famiglia sia riunita. Manca solo lui, Francesco: «Lo hanno portato via perché era stravolto - dicono i famigliari - Il fatto in sé non è ancora chiaro». Armando Caco ha ancora qualcosa da aggiungere: «Quegli operai non dovevano essere là, il cantiere doveva essere fatto in autostrada ma abbiamo saputo che improvvisamente, alle 6 di sera, è stato spostato in quel punto. Mi domando perché non ci fossero una segnaletica adeguata e un’illuminazione puntuale, accorgimenti che avrebbero evitato questo incidente mortale. Abbiamo saputo che proprio per questo motivo poco prima c’era stato un intervento dell’Ispettorato del lavoro che aveva rilevato alcune irregolarità». Francesco quella sera stava tornando a casa con alcuni amici per terminare la serata passata in loro compagnia. A quanto avrebbe raccontato ai genitori una Golf gli avrebbe tagliato la strada e per evitarla si è buttato di lato. Non avrebbe visto l’operaio al lavoro perché la Golf gli copriva la visuale.

Giusy Andreoli (La Nuova Venezia)