Ricordo a 30 anni dalla morte di Erasmo Iacovone
Inviato: 05.02.08 - 18:05
Erasmo Iacovone (Capracotta, 22 aprile 1952 – San Giorgio Ionico, 6 febbraio 1978) è stato un calciatore italiano.
Militò nelle società della Triestina e del Mantova, prima di essere ingaggiato dal Taranto nel 1976.
A Taranto diventò presto molto famoso ed acclamato. Venne ingaggiato con un somma pari a 400.000.000 di lire e con i suoi numerosi gol fece accarezzare alla squadra e alla città il sogno di giocare, per la prima volta nella storia della società, nella massima serie del campionato italiano. In breve tempo divenne un "mito" per tifosi e cittadini.
Cresciuto nell'OMI Roma, debuttò in Serie D a 19 anni. Nel novembre 1972 passò alla Triestina in Serie C, ma non ebbe molto successo: solo 13 presenze e senza reti nel capoluogo giuliano. Fu nella stagione successiva, ritornato in Serie D nelle file del Carpi, che il bomber uscì dal bozzolo, trascinando la squadra verso la promozione in Serie C. Le 13 reti messe a segno in 32 partite, gli valsero l'ingaggio nel Mantova in Serie C. Di statura media, fisicamente forte e dotato di buoni fondamentali, possedeva un buon senso del goal ed un ottimo colpo di testa. Segnò 24 reti in 72 partite nel Mantova, che gli valsero l'ingaggio in Serie B della società del Taranto nel novembre del 1976. Segnò 8 volte in 27 partite nella prima stagione, e stava raggiungendo una promettente maturità, quando una tragedia lo fermò mentre era capocannoniere del torneo cadetto con 9 gol (nessuno su rigore), e si diceva che la Fiorentina si stesse interessando a lui.
Il giocatore infatti perì tragicamente alle ore 00.40 di lunedì 6 febbraio 1978 per un incidente stradale: nell'attraversare un incrocio alla guida della sua Citroën Dyane 6, fu speronato da una Alfa Romeo 2000 GT che procedeva a fari spenti guidata da Marcello Friuli, appena rubata e per questo inseguita da una volante della Polizia. L'impatto sbalzò il calciatore fuori dall'abitacolo e ne provocò la morte, mentre il Friuli riportò solo qualche lesione. Aveva 26 anni e lasciò vedova la moglie Paola, con cui si era sposato solo sette mesi prima e dalla quale aspettava una bambina.
I funerali si svolsero martedì 7 febbraio, prima nella chiesa di San Roberto Bellarmino e poi all'interno del vecchio Stadio "Salinella", che aveva consacrato Iacovone a beniamino della tifoseria rosso-blu. Furono due ore di commozione intensa, un ultimo omaggio affettuoso e straziante. furono calcolate 40.000 presenze allo stadio, nonostante il giorno feriale e la pioggia che cadeva copiosa su Taranto.
Nelle parole del presidente Giovanni Fico, l'impegno in un ultimo gesto:
« Perdonaci Erasmo. Considero tutti i miei giocatori come figli, e tu eri il migliore. Il cielo ha voluto sottrarti a noi, ma tu rimarrai sempre vivo nel nostro cuore. In questo momento esprimo l'impegno a far intitolare al tuo nome questo stadio »
cosi avvenne.
Ancora oggi il suo nome è ricordato con amarezza nella città che gli dedicò anche un monumento, realizzato dallo scultore Francesco Trani e inaugurato il 20 ottobre 2002 nella piazza prospiciente lo stadio.
(da TARANTOSUPPORTERS)
Parlare di Erasmo è come trafiggere il cuore del tifoso tarantino. Il solo nome evoca immagini in bianco e nero, emozioni fortissime legate ad un gol, ad una azione, ad un attimo sospeso in aria. E' difficile il come cominciare, il facile è cadere nel parlarne con troppo amore. Perchè Iacovone è forse il giocatore che più di tutti è entrato nel cuore di un popolo di tifosi, di una città. Snocciolare date, presenze e reti sarebbe troppo "freddo" per un uomo capace di infiammare gli animi dei più tiepidi tifosi rossoblu.
Erasmo dico solo questoTaranto ti ha amato ti ama e ti amerà per sempre.
Erasmo sempre nel mio cuore anke se non ho avuto la fortuna di vederti giocare dal vivo,data la mia età. :(
Militò nelle società della Triestina e del Mantova, prima di essere ingaggiato dal Taranto nel 1976.
A Taranto diventò presto molto famoso ed acclamato. Venne ingaggiato con un somma pari a 400.000.000 di lire e con i suoi numerosi gol fece accarezzare alla squadra e alla città il sogno di giocare, per la prima volta nella storia della società, nella massima serie del campionato italiano. In breve tempo divenne un "mito" per tifosi e cittadini.
Cresciuto nell'OMI Roma, debuttò in Serie D a 19 anni. Nel novembre 1972 passò alla Triestina in Serie C, ma non ebbe molto successo: solo 13 presenze e senza reti nel capoluogo giuliano. Fu nella stagione successiva, ritornato in Serie D nelle file del Carpi, che il bomber uscì dal bozzolo, trascinando la squadra verso la promozione in Serie C. Le 13 reti messe a segno in 32 partite, gli valsero l'ingaggio nel Mantova in Serie C. Di statura media, fisicamente forte e dotato di buoni fondamentali, possedeva un buon senso del goal ed un ottimo colpo di testa. Segnò 24 reti in 72 partite nel Mantova, che gli valsero l'ingaggio in Serie B della società del Taranto nel novembre del 1976. Segnò 8 volte in 27 partite nella prima stagione, e stava raggiungendo una promettente maturità, quando una tragedia lo fermò mentre era capocannoniere del torneo cadetto con 9 gol (nessuno su rigore), e si diceva che la Fiorentina si stesse interessando a lui.
Il giocatore infatti perì tragicamente alle ore 00.40 di lunedì 6 febbraio 1978 per un incidente stradale: nell'attraversare un incrocio alla guida della sua Citroën Dyane 6, fu speronato da una Alfa Romeo 2000 GT che procedeva a fari spenti guidata da Marcello Friuli, appena rubata e per questo inseguita da una volante della Polizia. L'impatto sbalzò il calciatore fuori dall'abitacolo e ne provocò la morte, mentre il Friuli riportò solo qualche lesione. Aveva 26 anni e lasciò vedova la moglie Paola, con cui si era sposato solo sette mesi prima e dalla quale aspettava una bambina.
I funerali si svolsero martedì 7 febbraio, prima nella chiesa di San Roberto Bellarmino e poi all'interno del vecchio Stadio "Salinella", che aveva consacrato Iacovone a beniamino della tifoseria rosso-blu. Furono due ore di commozione intensa, un ultimo omaggio affettuoso e straziante. furono calcolate 40.000 presenze allo stadio, nonostante il giorno feriale e la pioggia che cadeva copiosa su Taranto.
Nelle parole del presidente Giovanni Fico, l'impegno in un ultimo gesto:
« Perdonaci Erasmo. Considero tutti i miei giocatori come figli, e tu eri il migliore. Il cielo ha voluto sottrarti a noi, ma tu rimarrai sempre vivo nel nostro cuore. In questo momento esprimo l'impegno a far intitolare al tuo nome questo stadio »
cosi avvenne.
Ancora oggi il suo nome è ricordato con amarezza nella città che gli dedicò anche un monumento, realizzato dallo scultore Francesco Trani e inaugurato il 20 ottobre 2002 nella piazza prospiciente lo stadio.
(da TARANTOSUPPORTERS)
Parlare di Erasmo è come trafiggere il cuore del tifoso tarantino. Il solo nome evoca immagini in bianco e nero, emozioni fortissime legate ad un gol, ad una azione, ad un attimo sospeso in aria. E' difficile il come cominciare, il facile è cadere nel parlarne con troppo amore. Perchè Iacovone è forse il giocatore che più di tutti è entrato nel cuore di un popolo di tifosi, di una città. Snocciolare date, presenze e reti sarebbe troppo "freddo" per un uomo capace di infiammare gli animi dei più tiepidi tifosi rossoblu.
Erasmo dico solo questoTaranto ti ha amato ti ama e ti amerà per sempre.
Erasmo sempre nel mio cuore anke se non ho avuto la fortuna di vederti giocare dal vivo,data la mia età. :(