Thuram: salta il contratto col PSG, problemi al cuore
Inviato: 28.06.08 - 13:11
Campione del mondo, campione europeo, recordman di presenze (142) nella nazionale francese, ambasciatore antirazzismo. Trentasei anni vissuti al massimo, con una scomoda compagna di viaggio: una malformazione cardiaca. Cresciuta col tempo, fino a diventare pericolosa ora che Lilian Thuram si preparava a firmare un comodo contratto di fine carriera al Paris Saint Germain.
Il previsto incontro coi giornalisti si è tenuto regolarmente, ma il difensore non ha annunciato il suo passaggio al club della capitale: "Se tengo questa conferenza stampa non è per annunciare il mio ingaggio al Psg, ma per dirvi che i medici mi hanno scoperto una malformazione cardiaca. Sembra che sia la stessa malattia che è costata la vita a mio fratello qualche anno fa su un campo di basket". Un ricordo dolorosissimo, la morte di Antonio Thuram, quando Lilian giocava ancora nel Monaco. Ora lo staff medico del Psg continuerà gli esami, per raggiungere un verdetto certo: se la malformazione sarà confermata, l'ex campione del mondo dovrà chiudere la sua lunghissima carriera.
Com'è potuto succedere? Il caso Thuram getta un' ombra sui controlli medici attuati da club professionistici di primo livello. Il giocatore ha debuttato nel Monaco nel '90, rimanendo sulla costa azzurra fino al '96, anno dell'inizio della sua avventura italiana: cinque anni nel Parma di Tanzi, poi il trasferimento ricchissimo alla Juventus. Altri cinque anni (due scudetti più uno revocato per Moggiopoli), prima di passare al Barcellona che l'ha lasciato libero di chiudere la carriera in Francia. In tutti questi anni uno dei calciatori più conosciuti al mondo sapeva che il suo cuore non era di dimensioni normali, che il problema cardiaco era congenito, "ma ora" spiega, "le cose si sono evolute e corro davvero un rischio". Sopratutto in questi ultimi anni l'ipertrofia poteva costargli carissima. Ancora pochi giorni fa Thuram era in campo agli Europei, annunciando il suo ritiro dopo l'eliminazione dei Bleus con l'Italia.
Nel '96 l'Inter si accorse che il giovane Nwankwo Kanu, medaglia d'oro con la Nigeria alle Olimpiadi di Atlanta, soffriva di una disfunzione cardiaca congenita non scoperta, o rivelata, dall'Ajax che lo aveva ceduto. Invece di strappare il contratto, Moratti pagò di tasca propria l'intervento chirurgico per la sostituzione di una valvola aortica, e Kanu giocò nell'Inter. Alla Confederations Cup del 2003 Marc-Vivien Foé si accasciò all'improvviso sul campo di Lione: inutili i soccorsi di medici e giocatori, il centrocampista del Camerun perse la vita un'ora più tardi. L'autopsia rivelò che la causa della morte era stata la dimensione sproporzionata del ventricolo sinistro, che aveva provocato un attacco cardiaco. Anche in questo caso i club che avevano messo sotto contratto il giocatore non aveva rilevato nulla.
Da Renato Curi ad Antonio Puerta, nazionale spagnolo morto il 28 agosto 2007, la lista è lunga. In questi anni Thuram non si è limitato a dare il massimo nel calcio, ma è stato spesso impegnato in campagne a sfondo politico, contro il o le condizioni sociali nelle banlieues parigine. S'è costruito una credibilità assoluta sfruttando l'impatto mediatico del calcio, che negli ultimi anni l'ha esposto a rischi troppo elevati, anche per un super professionista.
Il previsto incontro coi giornalisti si è tenuto regolarmente, ma il difensore non ha annunciato il suo passaggio al club della capitale: "Se tengo questa conferenza stampa non è per annunciare il mio ingaggio al Psg, ma per dirvi che i medici mi hanno scoperto una malformazione cardiaca. Sembra che sia la stessa malattia che è costata la vita a mio fratello qualche anno fa su un campo di basket". Un ricordo dolorosissimo, la morte di Antonio Thuram, quando Lilian giocava ancora nel Monaco. Ora lo staff medico del Psg continuerà gli esami, per raggiungere un verdetto certo: se la malformazione sarà confermata, l'ex campione del mondo dovrà chiudere la sua lunghissima carriera.
Com'è potuto succedere? Il caso Thuram getta un' ombra sui controlli medici attuati da club professionistici di primo livello. Il giocatore ha debuttato nel Monaco nel '90, rimanendo sulla costa azzurra fino al '96, anno dell'inizio della sua avventura italiana: cinque anni nel Parma di Tanzi, poi il trasferimento ricchissimo alla Juventus. Altri cinque anni (due scudetti più uno revocato per Moggiopoli), prima di passare al Barcellona che l'ha lasciato libero di chiudere la carriera in Francia. In tutti questi anni uno dei calciatori più conosciuti al mondo sapeva che il suo cuore non era di dimensioni normali, che il problema cardiaco era congenito, "ma ora" spiega, "le cose si sono evolute e corro davvero un rischio". Sopratutto in questi ultimi anni l'ipertrofia poteva costargli carissima. Ancora pochi giorni fa Thuram era in campo agli Europei, annunciando il suo ritiro dopo l'eliminazione dei Bleus con l'Italia.
Nel '96 l'Inter si accorse che il giovane Nwankwo Kanu, medaglia d'oro con la Nigeria alle Olimpiadi di Atlanta, soffriva di una disfunzione cardiaca congenita non scoperta, o rivelata, dall'Ajax che lo aveva ceduto. Invece di strappare il contratto, Moratti pagò di tasca propria l'intervento chirurgico per la sostituzione di una valvola aortica, e Kanu giocò nell'Inter. Alla Confederations Cup del 2003 Marc-Vivien Foé si accasciò all'improvviso sul campo di Lione: inutili i soccorsi di medici e giocatori, il centrocampista del Camerun perse la vita un'ora più tardi. L'autopsia rivelò che la causa della morte era stata la dimensione sproporzionata del ventricolo sinistro, che aveva provocato un attacco cardiaco. Anche in questo caso i club che avevano messo sotto contratto il giocatore non aveva rilevato nulla.
Da Renato Curi ad Antonio Puerta, nazionale spagnolo morto il 28 agosto 2007, la lista è lunga. In questi anni Thuram non si è limitato a dare il massimo nel calcio, ma è stato spesso impegnato in campagne a sfondo politico, contro il o le condizioni sociali nelle banlieues parigine. S'è costruito una credibilità assoluta sfruttando l'impatto mediatico del calcio, che negli ultimi anni l'ha esposto a rischi troppo elevati, anche per un super professionista.