Doping, la proposta: "Radiazione subito"
Inviato: 24.07.08 - 12:54
Amedeo Colombo, presidente dei corridori italiani, chiede che non ci siano più appelli: squalifica a vita già alla prima positività. "Dobbiamo mettere spalle al muro chi non capisce il danno che fa a tutto il movimento. E fargli cambiare mestiere"
MILANO, 24 luglio 2008 - Il tempo massimo è scaduto. Una settimana fa, lo scandalo doping di Riccardo Riccò, il corridore che incarnava il futuro del ciclismo. Il nuovo eroe della bicicletta. Spavaldo e vincente. E adesso Amedeo Colombo, presidente dell'Accpi, l'Associazione dei professionisti italiani, sbotta. Non ce la fa più a sentirsi tradito dai suoi ragazzi. Troppe volte è successo negli ultimi anni. Parte un segnale, che è soprattutto un ultimatum: "Radiazione. Il prossimo che sarà trovato positivo non deve correre più. È questa la proposta che presenterò all'assemblea dei nostri ciclisti". Una rivoluzione. Che, se verrà approvata dall'Accpi, verrà inoltrata alla Federciclo italiana.
PER VARESE - Mancano due mesi al Mondiale di Varese, la prova dei pro' si correrà domenica 28. Colombo ha portato la rassegna iridata nella sua terra, lui che è di Castiglione Olona, 57 anni dopo il titolo conquistato in volata dallo svizzero Kubler all'ippodromo di Varese davanti a Fiorenzo Magni. L'industriale varesino, numero uno del colosso giapponese Shimano in Italia, riesce a fare nello stesso momento due, tre, quattro cose. C'è da sistemare la spettacolare cerimonia di apertura, organizzare la pubblicità... In quella settimana di fine settembre, il Mondiale richiamerà un milione di tifosi. Ed è al tifoso di ciclismo che Colombo non smette di pensare. "Ha visto quanti appassionati c'erano al Giro? E quanti ce ne sono al Tour? Non possiamo deluderli ancora. Ma servono messaggi forti, che possano mettere i corridori che non capiscono con le spalle al muro - spiega Colombo -. Quante riunioni abbiamo fatto, quante volte ci siamo incontrati. Abbiamo spiegato le norme, la reperibilità, tutto. Adesso basta. Il caso di Riccò mi ha spinto a proporre questa soluzione drastica. Chi si dopa, chi viene trovato positivo, non deve correre più. Anche se è alla prima infrazione. Basta, non possiamo più essere presi in giro così. Chi non capisce quale danno si faccia a tutto il movimento, agli sponsor, agli organizzatori, alla gente, deve cambiare mestiere".
INCONTRI - La radiazione alla prima positività non è un concetto che Amedeo Colombo ha elaborato da solo. No, il presidente dell'Accpi ne ha già discusso sia con Filippo Pozzato, che è vicepresidente dell'associazione, sia con Gianni Bugno, il segretario. "Ci dovevamo rivedere in questi giorni al Tour per parlarne ancora - riprende Colombo -. Ma in ogni caso siamo d'accordo sulla linea dura". Proposta choc, che farà discutere anche in ambito internazionale. L'anno scorso, dopo gli scandali al Tour prima di Vinokourov, poi di Rasmussen cacciato in maglia gialla, si dichiarò per la radiazione Francesco Moser, che era il presidente mondiale dei corridori. Il movimento italiano è quello di riferimento a livello internazionale, e per questo è giusto che Colombo dia un segnale. Così come si era indignato per lo scandaloso trattamento riservato dalla Spagna ai propri corridori coinvolti nell'Operacion Puerto, a differenza dell'Italia che non aveva esitato a sacrificare Basso e Scarponi, adesso il presidente dell'Accpi alza ancora la voce. Tocca ai corridori mettersi una mano sulla coscienza.
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/Primo_P ... ping.shtml
MILANO, 24 luglio 2008 - Il tempo massimo è scaduto. Una settimana fa, lo scandalo doping di Riccardo Riccò, il corridore che incarnava il futuro del ciclismo. Il nuovo eroe della bicicletta. Spavaldo e vincente. E adesso Amedeo Colombo, presidente dell'Accpi, l'Associazione dei professionisti italiani, sbotta. Non ce la fa più a sentirsi tradito dai suoi ragazzi. Troppe volte è successo negli ultimi anni. Parte un segnale, che è soprattutto un ultimatum: "Radiazione. Il prossimo che sarà trovato positivo non deve correre più. È questa la proposta che presenterò all'assemblea dei nostri ciclisti". Una rivoluzione. Che, se verrà approvata dall'Accpi, verrà inoltrata alla Federciclo italiana.
PER VARESE - Mancano due mesi al Mondiale di Varese, la prova dei pro' si correrà domenica 28. Colombo ha portato la rassegna iridata nella sua terra, lui che è di Castiglione Olona, 57 anni dopo il titolo conquistato in volata dallo svizzero Kubler all'ippodromo di Varese davanti a Fiorenzo Magni. L'industriale varesino, numero uno del colosso giapponese Shimano in Italia, riesce a fare nello stesso momento due, tre, quattro cose. C'è da sistemare la spettacolare cerimonia di apertura, organizzare la pubblicità... In quella settimana di fine settembre, il Mondiale richiamerà un milione di tifosi. Ed è al tifoso di ciclismo che Colombo non smette di pensare. "Ha visto quanti appassionati c'erano al Giro? E quanti ce ne sono al Tour? Non possiamo deluderli ancora. Ma servono messaggi forti, che possano mettere i corridori che non capiscono con le spalle al muro - spiega Colombo -. Quante riunioni abbiamo fatto, quante volte ci siamo incontrati. Abbiamo spiegato le norme, la reperibilità, tutto. Adesso basta. Il caso di Riccò mi ha spinto a proporre questa soluzione drastica. Chi si dopa, chi viene trovato positivo, non deve correre più. Anche se è alla prima infrazione. Basta, non possiamo più essere presi in giro così. Chi non capisce quale danno si faccia a tutto il movimento, agli sponsor, agli organizzatori, alla gente, deve cambiare mestiere".
INCONTRI - La radiazione alla prima positività non è un concetto che Amedeo Colombo ha elaborato da solo. No, il presidente dell'Accpi ne ha già discusso sia con Filippo Pozzato, che è vicepresidente dell'associazione, sia con Gianni Bugno, il segretario. "Ci dovevamo rivedere in questi giorni al Tour per parlarne ancora - riprende Colombo -. Ma in ogni caso siamo d'accordo sulla linea dura". Proposta choc, che farà discutere anche in ambito internazionale. L'anno scorso, dopo gli scandali al Tour prima di Vinokourov, poi di Rasmussen cacciato in maglia gialla, si dichiarò per la radiazione Francesco Moser, che era il presidente mondiale dei corridori. Il movimento italiano è quello di riferimento a livello internazionale, e per questo è giusto che Colombo dia un segnale. Così come si era indignato per lo scandaloso trattamento riservato dalla Spagna ai propri corridori coinvolti nell'Operacion Puerto, a differenza dell'Italia che non aveva esitato a sacrificare Basso e Scarponi, adesso il presidente dell'Accpi alza ancora la voce. Tocca ai corridori mettersi una mano sulla coscienza.
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/Primo_P ... ping.shtml