La crisi economica rischia di investire il calcio
Inviato: 16.09.08 - 22:42
Aig è uno dei maggiori sponsor dei Red Devils: ogni anno versa oltre 56 milioni di sterline nelle casse del club inglese
Aig è un colosso dai piedi d'argilla, un gigante che molti temono possa diventare la prossima grande vittima della crisi dei mutui. Fino a pochi giorni fa Aig era la più grande compagnia di assicurazione del mondo per capitalizzazione di mercato e resta un anello fondamentale del sistema finanziario americano, l'equivalente per le assicurazioni di Citigroup, la prima banca del mondo. Se crollasse, spiega un analista, "sarebbe come togliere un pilastro alle fondazioni di un grattacielo".
Aig è il numero uno delle polizze assicurative Usa e la prima fornitrice di rendite a tasso fisso, uno dei prodotti su cui si basa il sistema previdenziale di milioni di pensionati americani. Ma Aig ha anche una divisione finanziaria che agisce come una banca d'affari e che è fortemente esposta nei prodotti strutturati garantiti da mutui. E' questo il buco nero di Aig. Rbs stima che la sua esposizione sui derivati si aggiri sui 441 miliardi di dollari (oltre 300 miliardi di euro).
Nel giugno scorso la Sec ha iniziato ad indagare su questo buco nero, ipotizzando che Aig abbia manomesso il valore in bilancio della polizze assicurative sui bond legati ai mutui. I guai di Aig sono cominciati da lì e Wall Street ha iniziato a tremare, poiché se crolla Aig, crolla un bel pezzo del grattacielo della finanza Usa, cioè rischia di saltare tutta quella galassia di banche e società che si è assicurata dal rischio di insolvenza stipulando polizze cds, credit default swap, proprio con Aig.
Il meccanismo è complesso. Un'enorme fetta dei mutui subprime sono finiti in pacchetti di bond strutturati chiamati cdo, che Aig assicurava dal rischio di default coi cds. A garanzia di queste polizze, cioè come collaterali, ha emesso titoli di Stato e altre obbligazioni. Insomma, una gigantesca catena di Sant'
Antonio. Con la crisi dei subprime i cdo sono diventati praticamente carta straccia e i cds sono diventati più cari. Aig ha quindi dovuto emettere più collaterali a garanzia delle polizze. La Sec e il dipartimento Usa alla giustizia sospettano che abbia barato sulle stime per iscrivere in bilancio i cds e i relativi collaterali.
Nel giugno scorso l'amministratore delegato di Aig, Martin Sullivan, in sella dal 2005, si è dimesso per lasciare il posto a Robert Willumstad. Dietro quelle dimissioni c'erano le inchieste sui cds, ma anche lo scontro tra Sullivan ed Hank Greenberg, azionista della banca ed ex amministratore delegato, anche lui finito a suo tempo nel mirino della Sec. Greenberg è una vecchia volpe che ha diretto la compagnia per 40 anni e ne conosce tutti i più reconditi segreti. Secondo gli esperti è l'unico che conosca veramente come funziona Aig.
Il gruppo, seduto sulla polveriera dei cds e duramente colpito dalla crisi dei mutui, è entrato in una grave crisi di liquidità ed è alla disperata ricerca di capitali per risollevarsi. Willumstad si è già detto disponibile a vendere attività per rastrellare capitali. Sta di fatto che tra sabato e domenica i colloqui di Aig con diverse aziende tra cui la finanziaria di Warren Buffet sono falliti e Aig si è vista costretta a chiedere aiuto alla Fed. "E' una delle poche società al mondo - spiega un analista - che possa permettersi di andare dalla Fed a chiedere liquidità". Solo che è capitata al momento sbagliato. La Fed era alle prese col crack di Lehman e col salvataggio di Merrill. Willumstad avrebbe chiesto un prestito temporaneo da 40 miliardi di dollari.
Aig, il colosso dai piedi d'argilla sponsor del Manchester United
La Fed si è messa in moto, perché Aig non è una società qualsiasi e, come spiega Ken Lewis, boss di Bank of America, cioè l'uomo che sta per diventare il più grande banchiere del mondo, "non conosco nessuna grossa banca americana che non sia esposta con Aig. Se saltasse sarebbe un problema molto più grosso di tutti quelli con cui abbiamo fatto i conti finora". La Federal Reserve, dunque, ha iniziato ad aiutare Aig, il cui titolo ieri ha perso oltre il 60% a Wall Street. La Fed di New York è riuscita a trovarle una linea di credito da 20 miliardi di dollari, mentre la Fed nazionale, secondo quanto riportano fonti bene informate, avrebbe chiesto a JP Morgan e Goldman Sachs di studiare il modo di mettere assieme un prestito sindacato, cioè un pool di banche, in grado di garantire alla compagnia assicurativa una linea di credito tra i 70 e i 75 miliardi di dollari. Nel frattempo però S&P, Moody's e Fitch, cioè le tre principali agenzie di rating, hanno deciso di tagliare drasticamente le loro valutazioni di Aig, rendendo più difficile il cammino verso la salvezza di questo gigante dai piedi d'argilla.
Tra le varie cose Aig è il principale sponsor del Manchester United, la squadra inglese detentrice della Champions League. La compagnia assicurativa statunitense per vedere stampato il suo marchio sulla maglia di Cristiano Ronaldo e compagni versa la bellezza di 56,5 milioni di sterline nelle casse del club. Il contratto, della durata di quattro anni, è uno dei più ricchi mai sottoscritti per la sponsorizzazione di una divisa da calcio.
:shock: :shock: :shock:
Aig è un colosso dai piedi d'argilla, un gigante che molti temono possa diventare la prossima grande vittima della crisi dei mutui. Fino a pochi giorni fa Aig era la più grande compagnia di assicurazione del mondo per capitalizzazione di mercato e resta un anello fondamentale del sistema finanziario americano, l'equivalente per le assicurazioni di Citigroup, la prima banca del mondo. Se crollasse, spiega un analista, "sarebbe come togliere un pilastro alle fondazioni di un grattacielo".
Aig è il numero uno delle polizze assicurative Usa e la prima fornitrice di rendite a tasso fisso, uno dei prodotti su cui si basa il sistema previdenziale di milioni di pensionati americani. Ma Aig ha anche una divisione finanziaria che agisce come una banca d'affari e che è fortemente esposta nei prodotti strutturati garantiti da mutui. E' questo il buco nero di Aig. Rbs stima che la sua esposizione sui derivati si aggiri sui 441 miliardi di dollari (oltre 300 miliardi di euro).
Nel giugno scorso la Sec ha iniziato ad indagare su questo buco nero, ipotizzando che Aig abbia manomesso il valore in bilancio della polizze assicurative sui bond legati ai mutui. I guai di Aig sono cominciati da lì e Wall Street ha iniziato a tremare, poiché se crolla Aig, crolla un bel pezzo del grattacielo della finanza Usa, cioè rischia di saltare tutta quella galassia di banche e società che si è assicurata dal rischio di insolvenza stipulando polizze cds, credit default swap, proprio con Aig.
Il meccanismo è complesso. Un'enorme fetta dei mutui subprime sono finiti in pacchetti di bond strutturati chiamati cdo, che Aig assicurava dal rischio di default coi cds. A garanzia di queste polizze, cioè come collaterali, ha emesso titoli di Stato e altre obbligazioni. Insomma, una gigantesca catena di Sant'
Antonio. Con la crisi dei subprime i cdo sono diventati praticamente carta straccia e i cds sono diventati più cari. Aig ha quindi dovuto emettere più collaterali a garanzia delle polizze. La Sec e il dipartimento Usa alla giustizia sospettano che abbia barato sulle stime per iscrivere in bilancio i cds e i relativi collaterali.
Nel giugno scorso l'amministratore delegato di Aig, Martin Sullivan, in sella dal 2005, si è dimesso per lasciare il posto a Robert Willumstad. Dietro quelle dimissioni c'erano le inchieste sui cds, ma anche lo scontro tra Sullivan ed Hank Greenberg, azionista della banca ed ex amministratore delegato, anche lui finito a suo tempo nel mirino della Sec. Greenberg è una vecchia volpe che ha diretto la compagnia per 40 anni e ne conosce tutti i più reconditi segreti. Secondo gli esperti è l'unico che conosca veramente come funziona Aig.
Il gruppo, seduto sulla polveriera dei cds e duramente colpito dalla crisi dei mutui, è entrato in una grave crisi di liquidità ed è alla disperata ricerca di capitali per risollevarsi. Willumstad si è già detto disponibile a vendere attività per rastrellare capitali. Sta di fatto che tra sabato e domenica i colloqui di Aig con diverse aziende tra cui la finanziaria di Warren Buffet sono falliti e Aig si è vista costretta a chiedere aiuto alla Fed. "E' una delle poche società al mondo - spiega un analista - che possa permettersi di andare dalla Fed a chiedere liquidità". Solo che è capitata al momento sbagliato. La Fed era alle prese col crack di Lehman e col salvataggio di Merrill. Willumstad avrebbe chiesto un prestito temporaneo da 40 miliardi di dollari.
Aig, il colosso dai piedi d'argilla sponsor del Manchester United
La Fed si è messa in moto, perché Aig non è una società qualsiasi e, come spiega Ken Lewis, boss di Bank of America, cioè l'uomo che sta per diventare il più grande banchiere del mondo, "non conosco nessuna grossa banca americana che non sia esposta con Aig. Se saltasse sarebbe un problema molto più grosso di tutti quelli con cui abbiamo fatto i conti finora". La Federal Reserve, dunque, ha iniziato ad aiutare Aig, il cui titolo ieri ha perso oltre il 60% a Wall Street. La Fed di New York è riuscita a trovarle una linea di credito da 20 miliardi di dollari, mentre la Fed nazionale, secondo quanto riportano fonti bene informate, avrebbe chiesto a JP Morgan e Goldman Sachs di studiare il modo di mettere assieme un prestito sindacato, cioè un pool di banche, in grado di garantire alla compagnia assicurativa una linea di credito tra i 70 e i 75 miliardi di dollari. Nel frattempo però S&P, Moody's e Fitch, cioè le tre principali agenzie di rating, hanno deciso di tagliare drasticamente le loro valutazioni di Aig, rendendo più difficile il cammino verso la salvezza di questo gigante dai piedi d'argilla.
Tra le varie cose Aig è il principale sponsor del Manchester United, la squadra inglese detentrice della Champions League. La compagnia assicurativa statunitense per vedere stampato il suo marchio sulla maglia di Cristiano Ronaldo e compagni versa la bellezza di 56,5 milioni di sterline nelle casse del club. Il contratto, della durata di quattro anni, è uno dei più ricchi mai sottoscritti per la sponsorizzazione di una divisa da calcio.
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