L'Italia del tennis torna nella Serie A del tennis grazie al successo per 3-0 contro il Cile. Il punto decisivo (dopo le vittorie nei due singolari di ieri) lo ha conquistato la coppia Bolelli-Fognini che ha sconfitto per 3 set a 0 (6-4, 6-4, 6-4) gli avversari cileni Aguilar-Massu. L'anno prossimo gli azzurri di Corrado Barazzutti ripartiranno dal tabellone principale della grande coppa a squadre del tennis dopo 11 anni di purgatorio.
Il "purgatorio" è durato undici anni. Tanti, troppi per una nazionale del blasone e delle tradizioni dell'Italia. Per una singolare coincidenza la sospirata promozione arriva a Santiago del Cile, una città evidentemente magica per l'Italia di Coppa Davis. Lì nel '76 gli azzurri soffocarono le proteste di coloro che invocavano il boicottaggio contro il regime di Pinochet vincendo 35 anni fa l'Insalatiera d'argento. Allora c'era il "dream team" targato Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli, con Pietrangeli capitano. Oggi tocca a Fognini, Starace, Bolelli e Bracciali, con Barazzutti ora in panchina. È lui - insieme con Pietrangeli, questa volta nella veste di dirigente - il segno della continuità di due momenti chiave del tennis tricolore. Il Cile ha sempre portato fortuna: cinque sfide, altrettanti trionfi. Eppure in questi undici anni l'Italia ha rischiato spesso il tracollo. Lasciato il gruppo mondiale nel 2000, per la prima volta con il gruppo mondiale a 16 squadre, anche se in buona compagnia, dopo il ko con il Belgio, gli azzurri sono piombati in B e anche in serie C (per fortuna per poco). Dopo aver giocato e perso la sua settima finale, l'unica disputata in patria (a Milano nel '98 con la Svezia), appena un anno e mezzo dopo la stessa squadra fu protagonista della retrocessione nel Gruppo 1. Per due volte - nel settembre 2005 e in quello 2006 - l'Italia già di Barazzutti è andata a un passo dalla promozione perdendo due avvincenti e sfortunati spareggi-promozione contro la Spagna di Rafael Nadal prima a Torre del Greco e poi a Santander. Prima del 2000 col Belgio in 20 partecipazioni al gruppo mondiale gli azzurri erano ricorsi allo spareggio-salvezza sette volte, salvandosi sempre prima di cadere nell'ottava. Viceversa prima del '98 a Milano ha raggiunto la finale altre cinque volte: 1960 a Sydney (vittoria Australia per 4-1), 1961 a Melbourne (Australia 5-0) con Pietrangeli e Sirola sempre in campo, 1977 a Sydney (Australia 3-1), 1979 a San Francisco (Usa 5-0), 1990 a Praga (Cecoslovacchia 4-1).
Nel '99, l'anno prima della retrocessione, l'Italia aveva dato chiari segnali di crisi salvandosi 3-2 con la Finlandia, un'avversaria che ha trovato spesso sul loro cammino. L'anno più buio il 2003, prima con la netta sconfitta col Marocco che la costrinse allo spareggio con lo Zimbabwe, ma anche quello finì in modo umiliante. Nel 2000 dopo il tondo di Mestre il presidente del Coni Gianni Petrucci disse che era la fine di una "illusione", questa volta lo è altrettanto, ma in difetto. Per essere stati "costretti" a giocare in B forse più a lungo del necessario, con un movimento ormai ritornato ai massimi livelli già da qualche anno. Come dimostrano i risultati e le classifiche dei maschi e le vittorie delle donne in Fed Cup e quella di Francesca Schiavone a Parigi. Ora le illusioni e gli incubi per fortuna sono finiti e l'Italia, tornata alla sua dimensione più reale, torna a riprendersi un posto nel tennis che conta. Con la speranza che ci resti a lungo, come merita.
«Ora che siamo finalmente tornati in serie A speriamo di rimanerci». Così Simone Bolelli commenta la vittoria nel doppio e la promozione in serie A degli azzurri di Coppa Davis. «Abbiamo giocato a tratti non benissimo - ammette -, ma era difficile, sapevamo che questo punto era tutto. Era difficile anche per il clima, ma tutta la squadra è stata grande. Siamo contenti soprattutto per il presidente, finalmente abbiamo portato la squadra in serie A». Il primo a congratularsi per l'impresa degli azzurri è stato il presedente del Coni Gianni Petrucci, che ha telefonato al presidente della Fit Angelo Binaghi per fare i complimenti alla Federtennis, a capitan Barazzutti e a tutta la squadra azzurra. «La promozione? Sono anni che ci proviamo, - prosegue ai microfoni di SuperTennis, il canale tv ha trasmesso la partita in diretta -. Dedichiamo questa promozione anche al capitano, a noi e tutti quelli che ci seguono». «Tutto il team è stato ottimo - dice Fabio Fognini -, questo risultato è meritato. Abbiamo regalato dopo anni questa promozione, ora ci godiamo questo momento, siamo felici». «Io avevo detto: speriamo che il Cile mi regali le emozioni del '76 e me le ha regalate - dice Corrado Barazzutti -. È una grande felicità per questi ragazzi che hanno lottato con tutte le loro forze in questi anni. Questo risultato premia loro, tutti quelli che hanno lavorato intorno a questa squadra e i tifosi che hanno di nuovo una squadra da serie A».
Prima del doppio è stato ricordata la storica finale del 1976, quando l'Italia battendo i sudamericani per 4-1 conquistò la sua prima e finora unica Coppa Davis. Per l'occasione è stata invitata la squadra cilena che giocò quel match composta da Jaime Fillol, Belus Prajoux e Patricio Cornejo con il capitano del'epoca Luis Ayala. I giocatori del Cile attuale hanno consegnato dei piatti d'argento ai loro predecessori, mentre per l'Italia Potito Starace e Fabio Fognini hanno regalato due piatti a Corrado Barazzutti, attuale capitano azzurro e tra i protagonisti della finale del 1976 (superò Fillol nel primo singolare) e il capitano di 35 anni fa Nicola Pietrangeli. «È stata una cosa molto carina - conclude Barazzutti -, ci siamo incontrati coi giocatori di allora, è stato emozionante e un grande piacere. È stata una cosa toccante».
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Re: L'Italia del tennis torna in A!
Bolelli-Fognini è una coppia di doppio di tutto rispetto.
Quest'anno hanno giocato spesso insieme, anche con buoni risultati (semifinale agli Us Open il culmine della buona stagione disputata). A livello di Coppa Davis questo è fondamentale, perchè spesso le coppie di doppisti che giocano in Davis sono improvvisate e non ben integrate. Se il deficit in singolare è ancora molto evidente (c'è poco da fare, ci manca la punta di diamante per poter puntare in alto), possiamo dire che con il doppio ce la giochiamo con tutti o quasi.
Credo che i buoni risultati in doppio derivino dal fatto che giocando assieme, entrambi compensano in parte a quello che è il loro vero difetto tennistico: la discontinuità. Sia Bolelli che Fognini hanno raccolto in carriera molto meno di quanto avrebbero realisticamente potuto fare: entrambi hanno un gran diritto, il primo ha anche un servizio che fa male (Fabio serve meno potente ma sa mettere comunque in difficoltà chi risponde), e sebbene il rovescio non sia per nessuno dei due, entrambi possono considerarsi completi da fondo campo (soprattutto Fabio, che quando vuole sa spingere anche di rovescio).
Bolelli ha due difetti abbastanza evidenti: in campo non sempre si muove come dovrebbe (soprattutto in singolare) e non è reattivissimo. Di conseguenza, a livello difensivo paga un po'. Il rovescio a una mano non è eccellente, insomma non al livello del diritto, che però lo conduce all'altro suo difetto, che è quello di concedere un numero decisamente elevato di gratuiti per match. E' un peccato, perchè sono difetti "lavorabili" in gioventù, ma Simone credo ormai abbia perso il treno.. qualche exploit isolato in carriera (vittorie contro Wawrinka di recente e altri top-ten) che dimostrano quanto avrebbe potuto fare e non ha, purtroppo per lui e per l'Italia, fatto.
Fognini è un tennista che mi piace tantissimo: è il prototipo della discontinuità, oggettivamente paga un'altezza non ottimale per un tennista (soprattutto al servizio questo deficit si rende evidente, benchè Fabio sappia servire comunque decentemente perchè ha un braccio "di valore"), ma con la racchetta gli ho visto fare dei numeri, altrettante oggettivamente, non da numero 39 del mondo.
Vedendolo giocare, il difetto meno imputabile al suo carattere poco affine al tennis (Fabio è un bel tipetto..) è di sicuro la sua fragilità a livello difensivo. Sebbene in campo sia un gatto (ha una reattività spaventosa rispetto a Simone), purtroppo non avendo un fisico "pesante" a supportarlo, quando deve giocare colpi in difesa, molte volte sbaglia o regala colpi semplici agli avversari.. sembra un dettaglio da nulla, e invece è assolutamente fondamentale: basti vedere Djokovic che basa metà del suo potenziale sulla capacità di rimettere in campo palle quasi impossibili e soprattutto giocarle in modo da non regalare quasi mai un colpo facile all'avversario. All'inizio pensavo che Fabio potesse davvero ambire ad un "posto al sole" (non parlo di top ten, ma pensavo/speravo che potesse almeno concorrere per un titolo e addossarsi alle prime 20-25 posizioni del ranking), ma purtroppo la sua discontinuità e i suoi difetti tennistici rendono tutto questo molto molto difficile. Potenzialmente Fabio con il braccio che ha, può mettere alle corde anche avversari molto più quotati di lui: certo, è molto difficile tenere per tutta la durata del match, soprattutto quando ti manca la solidità del colpo semplice, quando ti manca la "sicurezza" nel giocare a studiare l'avversario, quando sei obbligato a rischiare quando il rally recita ancora 3-4 colpi giocati.. purtroppo nel tennis di oggi è fondamentale tenere sempre lo scambio da fondo campo, e purtroppo Fabio lo fa solo a tratti (benchè, ripeto, abbia le armi per farlo). C'è da dire che Fabio è maturato rispetto al passato.. quest'anno ha fatto segnare il suo best ranking (32esimo), ha raggiunto i quarti al RG dopo l'epica vittoria contro Montanes, ed è stato autore di ottime prestazioni.. in un match contro Berdych, ad esempio, ha disputato un primo set divino arrendendosi soltanto al tie-break, per poi prendere un doppio 6-0 da dilettante.. insomma, per il futuro qualche piccola speranza possiamo nutrirla, perlomeno che ci regali qualche altro exploit in stile RG. Non sarà facile, ma in attesa che l'Italia ritorni finalmente a produrre 1-2 singolaristi degni di tale nome, dobbiamo accontentarci del talento "cassanesco" di Fabio e del doppio, sicuramente positivo, probabilmente il più positivo degli ultimi 10-15 anni
Quest'anno hanno giocato spesso insieme, anche con buoni risultati (semifinale agli Us Open il culmine della buona stagione disputata). A livello di Coppa Davis questo è fondamentale, perchè spesso le coppie di doppisti che giocano in Davis sono improvvisate e non ben integrate. Se il deficit in singolare è ancora molto evidente (c'è poco da fare, ci manca la punta di diamante per poter puntare in alto), possiamo dire che con il doppio ce la giochiamo con tutti o quasi.
Credo che i buoni risultati in doppio derivino dal fatto che giocando assieme, entrambi compensano in parte a quello che è il loro vero difetto tennistico: la discontinuità. Sia Bolelli che Fognini hanno raccolto in carriera molto meno di quanto avrebbero realisticamente potuto fare: entrambi hanno un gran diritto, il primo ha anche un servizio che fa male (Fabio serve meno potente ma sa mettere comunque in difficoltà chi risponde), e sebbene il rovescio non sia per nessuno dei due, entrambi possono considerarsi completi da fondo campo (soprattutto Fabio, che quando vuole sa spingere anche di rovescio).
Bolelli ha due difetti abbastanza evidenti: in campo non sempre si muove come dovrebbe (soprattutto in singolare) e non è reattivissimo. Di conseguenza, a livello difensivo paga un po'. Il rovescio a una mano non è eccellente, insomma non al livello del diritto, che però lo conduce all'altro suo difetto, che è quello di concedere un numero decisamente elevato di gratuiti per match. E' un peccato, perchè sono difetti "lavorabili" in gioventù, ma Simone credo ormai abbia perso il treno.. qualche exploit isolato in carriera (vittorie contro Wawrinka di recente e altri top-ten) che dimostrano quanto avrebbe potuto fare e non ha, purtroppo per lui e per l'Italia, fatto.
Fognini è un tennista che mi piace tantissimo: è il prototipo della discontinuità, oggettivamente paga un'altezza non ottimale per un tennista (soprattutto al servizio questo deficit si rende evidente, benchè Fabio sappia servire comunque decentemente perchè ha un braccio "di valore"), ma con la racchetta gli ho visto fare dei numeri, altrettante oggettivamente, non da numero 39 del mondo.
Vedendolo giocare, il difetto meno imputabile al suo carattere poco affine al tennis (Fabio è un bel tipetto..) è di sicuro la sua fragilità a livello difensivo. Sebbene in campo sia un gatto (ha una reattività spaventosa rispetto a Simone), purtroppo non avendo un fisico "pesante" a supportarlo, quando deve giocare colpi in difesa, molte volte sbaglia o regala colpi semplici agli avversari.. sembra un dettaglio da nulla, e invece è assolutamente fondamentale: basti vedere Djokovic che basa metà del suo potenziale sulla capacità di rimettere in campo palle quasi impossibili e soprattutto giocarle in modo da non regalare quasi mai un colpo facile all'avversario. All'inizio pensavo che Fabio potesse davvero ambire ad un "posto al sole" (non parlo di top ten, ma pensavo/speravo che potesse almeno concorrere per un titolo e addossarsi alle prime 20-25 posizioni del ranking), ma purtroppo la sua discontinuità e i suoi difetti tennistici rendono tutto questo molto molto difficile. Potenzialmente Fabio con il braccio che ha, può mettere alle corde anche avversari molto più quotati di lui: certo, è molto difficile tenere per tutta la durata del match, soprattutto quando ti manca la solidità del colpo semplice, quando ti manca la "sicurezza" nel giocare a studiare l'avversario, quando sei obbligato a rischiare quando il rally recita ancora 3-4 colpi giocati.. purtroppo nel tennis di oggi è fondamentale tenere sempre lo scambio da fondo campo, e purtroppo Fabio lo fa solo a tratti (benchè, ripeto, abbia le armi per farlo). C'è da dire che Fabio è maturato rispetto al passato.. quest'anno ha fatto segnare il suo best ranking (32esimo), ha raggiunto i quarti al RG dopo l'epica vittoria contro Montanes, ed è stato autore di ottime prestazioni.. in un match contro Berdych, ad esempio, ha disputato un primo set divino arrendendosi soltanto al tie-break, per poi prendere un doppio 6-0 da dilettante.. insomma, per il futuro qualche piccola speranza possiamo nutrirla, perlomeno che ci regali qualche altro exploit in stile RG. Non sarà facile, ma in attesa che l'Italia ritorni finalmente a produrre 1-2 singolaristi degni di tale nome, dobbiamo accontentarci del talento "cassanesco" di Fabio e del doppio, sicuramente positivo, probabilmente il più positivo degli ultimi 10-15 anni
Vivaldi va suonato più allegro!
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Re: L'Italia del tennis torna in A!
Il sorteggio poteva andarci peggio giusto contro Spagna, Serbia ed Argentina, ma certo la trasferta in Repubblica Ceca era uno dei peggiori accoppiamenti possibili per l’Italia nel primo turno del gruppo mondiale di coppa Davis che gli azzurri ritrovano dopo 11 anni. Perché, come caratteristiche tecniche, esperienza e pedigree, Tomas Berdych e Radek Stepanek sono avversari difficilmente superabili per i nostri migliori, Fabio Fognini e Simone Bolelli, come per il veterano Potito Starace, come anche per Andreas Seppi, tuttora auto-escluso dalla nazionale. Almeno sul duro, e molto veloce, che sarà sicuramente il campo dove verrà ospitata l’Italia il 10-12 febbraio 2012. Senza considerare le difficoltà ambientali della trasferta.
Il 26enne Berdych, bello impossibile con l’uno-due servizio-dritto, perché capace di alternare con la sua potenza grandi prestazioni a clamorose amnesie, è comunque numero 9 del mondo, è 1-1 nei precedenti con Fognini (n. 39), dopo il k.o. con il ligure sulla terra di Montecarlo nel 2009 (1-6 6-3 6-3) ed il netto successo ai recenti Us Open sul cemento con un eloquente 7-5 6-0 6-0. I testa a testa nel n. 1 ceco con Simone Bolelli dicono 2-2, ma sono datati 2007-2009, quando ancora il bolognese era competitivo a livelli più alti, mentre ora - in attesa del nuovo e decisivo rilancio con coach Renzo Furlan - è appena numero 138 del mondo. E, contro Potito Starace è 2-0, peraltro sula superficie preferita dal campano, la terra rossa. Guardando ai precedenti e alle caratteristiche tecniche, verrebbe da dire ancor di più che bisogna assolutamente recuperare anche Andreas Seppi alla causa. In virtù del 2-2 nei testa a testa con il trampoliere ceco (1.86), e soprattutto del 5-7 7-5 7-5 di Cincinnati 2008 del ragazzo di Caldaro allenato da sempre dall’ottimo Max Sartori.
Se Berdych ha il punto debole nei cali di concentrazione e negli spostamenti, il 32enne Radek Stepanek, che si sta riprendendo da infortuni, è un attaccante fastidiosissimo, intelligente e capace di innervosire gli avversari coi suoi atteggiamenti, e di caricare la sua squadra e il pubblico. Contro Fognini è 1-1 nei precedenti, col successo di quest’anno a Miami, contro Bolelli è 1-0 (3 set a zero agli Us Open 2009), contro Starace 2-0 (con uno stranissimo Wimbledon 2009 in 5 set!), contro Seppi ancora 2-0.
Eppoi c’è il doppio "molto forte", come sottolinea il capitano non giocatore azzurro, Corrado Barazzutti nel commentare il sorteggio: "Sapevamo che avremmo giocato contro una delle 8 teste di serie, ci capita un avversario difficile, durissimo, e fuori casa. Uno squadrone che ha come punta uno dei migliori giocatori del mondo, come Berdych, come secondo singolarista un giocatore di qualità ed esperienza, come Stepanek, ed ha anche un buon doppio". Il doppio ufficiale era Jan Hajek e Lukas Dlouhy, ma per lo scadimento di forma del secondo è stato promosso riserva Lukas Rosol, anche se Berdych e Stepanek non disdegnano la specialità, che giocano con buoni risultati come dimostrato nello spareggio del weekend. Anche se, come chiosa Barazzutti: "I cechi saranno favoriti, ma l’Italia è una buona squadra, difficile per tutti". Anche perché il quarto uomo, Lukas Rosol, non è impossibile. E nel primo turno di Davis, subito dopo gli Australian Open, si sa, non tutti i migliori si ritrovano al via.
Gli incontri si giocheranno nel weekend dal 10 al 12 febbraio 2012. Questo il tabellone completo: Spagna-Kazakistan; Austria-Russia; Canada-Francia; Svizzera-Usa; Repubblica Ceca-ITALIA; Serbia-Svezia; Giappone-Croazia; Germania-Argentina.
Il 26enne Berdych, bello impossibile con l’uno-due servizio-dritto, perché capace di alternare con la sua potenza grandi prestazioni a clamorose amnesie, è comunque numero 9 del mondo, è 1-1 nei precedenti con Fognini (n. 39), dopo il k.o. con il ligure sulla terra di Montecarlo nel 2009 (1-6 6-3 6-3) ed il netto successo ai recenti Us Open sul cemento con un eloquente 7-5 6-0 6-0. I testa a testa nel n. 1 ceco con Simone Bolelli dicono 2-2, ma sono datati 2007-2009, quando ancora il bolognese era competitivo a livelli più alti, mentre ora - in attesa del nuovo e decisivo rilancio con coach Renzo Furlan - è appena numero 138 del mondo. E, contro Potito Starace è 2-0, peraltro sula superficie preferita dal campano, la terra rossa. Guardando ai precedenti e alle caratteristiche tecniche, verrebbe da dire ancor di più che bisogna assolutamente recuperare anche Andreas Seppi alla causa. In virtù del 2-2 nei testa a testa con il trampoliere ceco (1.86), e soprattutto del 5-7 7-5 7-5 di Cincinnati 2008 del ragazzo di Caldaro allenato da sempre dall’ottimo Max Sartori.
Se Berdych ha il punto debole nei cali di concentrazione e negli spostamenti, il 32enne Radek Stepanek, che si sta riprendendo da infortuni, è un attaccante fastidiosissimo, intelligente e capace di innervosire gli avversari coi suoi atteggiamenti, e di caricare la sua squadra e il pubblico. Contro Fognini è 1-1 nei precedenti, col successo di quest’anno a Miami, contro Bolelli è 1-0 (3 set a zero agli Us Open 2009), contro Starace 2-0 (con uno stranissimo Wimbledon 2009 in 5 set!), contro Seppi ancora 2-0.
Eppoi c’è il doppio "molto forte", come sottolinea il capitano non giocatore azzurro, Corrado Barazzutti nel commentare il sorteggio: "Sapevamo che avremmo giocato contro una delle 8 teste di serie, ci capita un avversario difficile, durissimo, e fuori casa. Uno squadrone che ha come punta uno dei migliori giocatori del mondo, come Berdych, come secondo singolarista un giocatore di qualità ed esperienza, come Stepanek, ed ha anche un buon doppio". Il doppio ufficiale era Jan Hajek e Lukas Dlouhy, ma per lo scadimento di forma del secondo è stato promosso riserva Lukas Rosol, anche se Berdych e Stepanek non disdegnano la specialità, che giocano con buoni risultati come dimostrato nello spareggio del weekend. Anche se, come chiosa Barazzutti: "I cechi saranno favoriti, ma l’Italia è una buona squadra, difficile per tutti". Anche perché il quarto uomo, Lukas Rosol, non è impossibile. E nel primo turno di Davis, subito dopo gli Australian Open, si sa, non tutti i migliori si ritrovano al via.
Gli incontri si giocheranno nel weekend dal 10 al 12 febbraio 2012. Questo il tabellone completo: Spagna-Kazakistan; Austria-Russia; Canada-Francia; Svizzera-Usa; Repubblica Ceca-ITALIA; Serbia-Svezia; Giappone-Croazia; Germania-Argentina.
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