[Ciclismo] Giro d'Italia 2015
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Nicola Boem (Bardiani-CSF) ha vinto allo sprint la decima tappa del 98° Giro d'Italia,
Civitanova Marche-Forlì (200 km), davanti a Matteo Busato (Southeast) e Alessandro Malaguti (Nippo-Fantini). Quarto Alan Marangoni (Cannondale-Garmin), quinto Giacomo Nizzolo (Trek). Il 25enne di San Donà di Piave, pro' dal 2013 e al suo secondo centro, ha trionfato dopo una fuga di quasi 200 km: Boem è la nuova maglia rossa del Giro. Problemi per il leader di Sky Richie Porte, che ha forato ai meno 6 dall'arrivo portando a casa 47" dalla maglia rosa: in classifica generale il tasmaniano diventa quarto, a 1'09" da Alberto Contador.
la tappa — Pianura vera, finalmente. Dopo il riposo di lunedì - e dopo una prima settimana decisamente dura: 20.300 metri di dislivello in nove tappe, quasi la metà dei 44mila in programma - i 188 atleti rimasti in gara ritrovano la strada in una frazione dedicata alle ruote veloci. Da Civitanova Marche a Forlì è una tavola da biliardo lunga 200 chilometri con un Gpm in mezzo (Monte di Bartolo, 4ª categoria) e allora subito dopo la partenza cinque atleti danno vita a una fuga all'italiana: Oscar Gatto (Androni-Giocattoli), Nicola Boem (Bardiani-CSF), Alessandro Malaguti (Nippo-Vini Fantini), Matteo Busato (Southeast) e Alan Marangoni (Cannondale-Garmin). Il gruppo lascia fare - ma neanche troppo - e gli attaccanti rimediano 4'30" di vantaggio massimo dopo 90 km dal via.
Il Giro riparte da Civitanova Marche: la decima tappa, con arrivo a Forlì, è dedicata ai velocisti. Una lunga cavalcata (200 km) accanto al mare Adriatico e alle sue spiagge. Bettini Sul traguardo non si vede la classica volata di gruppo, come era nelle attese. A Forlì vince invece Nicola Boem, davanti agli altri tre compagni di fuga: Matteo Busato, Alessandro Malaguti e Alan Marangoni. Il gruppo ha aperto il gas tardi per inseguire i fuggitivi di giornata e il quartetto è riuscito ad arrivare alla fine. Afp Lo sforzo di Nicola Boem in volata. Afp E la gioia del 25enne della Bardiani alle premiazioni. Afp Ecco i cinque in fuga, tutti italiani. Il primo a tirare il gruppo è Oscar Gatto, che è stato fermato da una foratura negli ultimi 13 km ed è stato ripreso dagli inseguitori. Bettini Alan Marangoni della Cannondale Garmin. Bettini Alessandro Malaguti (Nippo - Vini Fantini). Bettini Nicola Boem della Bardiani - CSF, che andrà ad aggiudicarsi la tappa. Bettini La partenza da Civitanova Marche: ecco la squadra della Movistar. Bettini Il gruppo che sfila sul lungomare. Bettini Simon Geschke, con la maglia azzurra della classifica scalatori. Bettini Davide Formolo e i tanti tifosi che lo salutano. Bettini Immancabile selfie al via: ecco Giacomo Nizzolo della Trek. Bettini Andrè Greipel sorridente al foglio firme. Ansa Contador forma autografi... Bettini ... e anche Fabio Aru non si sottrae. Bettini
— Sulla carta la decima frazione non chiama i big di classifica, che viaggiano in gruppo senza però sottovalutare i rischi, comunque presenti, anche in una tappa con un arrivo del genere (come questa, per capirci). Il Gpm di Monte di Bartolo (km 107.9, Malaguti davanti a Marangoni) non fa danni, ma a poco meno di 50 km da Forlì la corsa perde uno dei nomi caldi per la tappa: il 26enne Matteo Pelucchi (Iam) saluta il Giro per le conseguenze rimediate dopo la caduta che ha coinvolto diversi atleti nella seconda frazione, Albenga-Genova . A 19 dall'arrivo la fuga transita al traguardo volante di Cesena (Gatto davanti a Boem e Malaguti) con 2' di vantaggio sul gruppo, ma i fuggitivi restano in quattro dopo la foratura di Oscar Gatto (Androni-Sidermec) ai meno 13.
gioia boem, sfortuna porte — I problemi non mancano e riguardano tutti. Richie Porte ai meno 6 resta attardato a causa di una foratura, costringendo la sua Sky ad un lavoro fuori programma per rientrare sul gruppo lanciato ai 60 orari verso Forlì. Davanti, in fuga, scoppia la bagarre. I fuggitivi tengono e arrivano a giocarsi la vittoria con meno di 1' sul gruppo: dopo un primo allungo di Alan Marangoni, Nicola Boem si impone in volata con un potente sprint, beffando i suoi tre compagni di giornata. L'altra notizia, però, riguarda il tasmaniano di Sky: Richie Porte arriva 150° a 1'05" dal vincitore di tappa e a 47" da Contador e Aru. In classifica generale scende al 4° posto a 1'09" dalla maglia rosa.
ARRIVO — 1. Nicola BOEM (Bardiani-CSF) 200 km in 4h26'16"; 2. Busato; 3. Malaguti a 2"; 4. Marangoni a 4"; 5. Nizzolo a 18"; 6. Modolo; 7. Greipel (Ger); 8. Mezgec (Slo); 9. Ruffoni; 10. Appollonio.
classifica — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 42h58'09"; 2. Aru a 3"; 3. Landa (Spa) a 46"; 4. Porte (Aus) 1'09"; 5. Cataldo a 1'16"; 6. Kreuziger (R.Cec) a 1'46"; 7. Uran (Col) a 2'10"; 8. Visconti a 2'12"; 9. Caruso a 2'20"; 10. Amador (C.Rica) a 2'24".
la prossima — Mercoledì 11ª giornata di gara, tappa breve e piuttosto impegnativa. Da Forlì a Imola, 153 km, tre Gpm (due di 3ª e uno di 4ª categoria), percorso molto mosso e senza pianura. La frazione si conclude con un percorso finale di 15.4 km - in parte nel Circuito Automobilistico di Imola - da ripetere tre volte.
Civitanova Marche-Forlì (200 km), davanti a Matteo Busato (Southeast) e Alessandro Malaguti (Nippo-Fantini). Quarto Alan Marangoni (Cannondale-Garmin), quinto Giacomo Nizzolo (Trek). Il 25enne di San Donà di Piave, pro' dal 2013 e al suo secondo centro, ha trionfato dopo una fuga di quasi 200 km: Boem è la nuova maglia rossa del Giro. Problemi per il leader di Sky Richie Porte, che ha forato ai meno 6 dall'arrivo portando a casa 47" dalla maglia rosa: in classifica generale il tasmaniano diventa quarto, a 1'09" da Alberto Contador.
la tappa — Pianura vera, finalmente. Dopo il riposo di lunedì - e dopo una prima settimana decisamente dura: 20.300 metri di dislivello in nove tappe, quasi la metà dei 44mila in programma - i 188 atleti rimasti in gara ritrovano la strada in una frazione dedicata alle ruote veloci. Da Civitanova Marche a Forlì è una tavola da biliardo lunga 200 chilometri con un Gpm in mezzo (Monte di Bartolo, 4ª categoria) e allora subito dopo la partenza cinque atleti danno vita a una fuga all'italiana: Oscar Gatto (Androni-Giocattoli), Nicola Boem (Bardiani-CSF), Alessandro Malaguti (Nippo-Vini Fantini), Matteo Busato (Southeast) e Alan Marangoni (Cannondale-Garmin). Il gruppo lascia fare - ma neanche troppo - e gli attaccanti rimediano 4'30" di vantaggio massimo dopo 90 km dal via.
Il Giro riparte da Civitanova Marche: la decima tappa, con arrivo a Forlì, è dedicata ai velocisti. Una lunga cavalcata (200 km) accanto al mare Adriatico e alle sue spiagge. Bettini Sul traguardo non si vede la classica volata di gruppo, come era nelle attese. A Forlì vince invece Nicola Boem, davanti agli altri tre compagni di fuga: Matteo Busato, Alessandro Malaguti e Alan Marangoni. Il gruppo ha aperto il gas tardi per inseguire i fuggitivi di giornata e il quartetto è riuscito ad arrivare alla fine. Afp Lo sforzo di Nicola Boem in volata. Afp E la gioia del 25enne della Bardiani alle premiazioni. Afp Ecco i cinque in fuga, tutti italiani. Il primo a tirare il gruppo è Oscar Gatto, che è stato fermato da una foratura negli ultimi 13 km ed è stato ripreso dagli inseguitori. Bettini Alan Marangoni della Cannondale Garmin. Bettini Alessandro Malaguti (Nippo - Vini Fantini). Bettini Nicola Boem della Bardiani - CSF, che andrà ad aggiudicarsi la tappa. Bettini La partenza da Civitanova Marche: ecco la squadra della Movistar. Bettini Il gruppo che sfila sul lungomare. Bettini Simon Geschke, con la maglia azzurra della classifica scalatori. Bettini Davide Formolo e i tanti tifosi che lo salutano. Bettini Immancabile selfie al via: ecco Giacomo Nizzolo della Trek. Bettini Andrè Greipel sorridente al foglio firme. Ansa Contador forma autografi... Bettini ... e anche Fabio Aru non si sottrae. Bettini
— Sulla carta la decima frazione non chiama i big di classifica, che viaggiano in gruppo senza però sottovalutare i rischi, comunque presenti, anche in una tappa con un arrivo del genere (come questa, per capirci). Il Gpm di Monte di Bartolo (km 107.9, Malaguti davanti a Marangoni) non fa danni, ma a poco meno di 50 km da Forlì la corsa perde uno dei nomi caldi per la tappa: il 26enne Matteo Pelucchi (Iam) saluta il Giro per le conseguenze rimediate dopo la caduta che ha coinvolto diversi atleti nella seconda frazione, Albenga-Genova . A 19 dall'arrivo la fuga transita al traguardo volante di Cesena (Gatto davanti a Boem e Malaguti) con 2' di vantaggio sul gruppo, ma i fuggitivi restano in quattro dopo la foratura di Oscar Gatto (Androni-Sidermec) ai meno 13.
gioia boem, sfortuna porte — I problemi non mancano e riguardano tutti. Richie Porte ai meno 6 resta attardato a causa di una foratura, costringendo la sua Sky ad un lavoro fuori programma per rientrare sul gruppo lanciato ai 60 orari verso Forlì. Davanti, in fuga, scoppia la bagarre. I fuggitivi tengono e arrivano a giocarsi la vittoria con meno di 1' sul gruppo: dopo un primo allungo di Alan Marangoni, Nicola Boem si impone in volata con un potente sprint, beffando i suoi tre compagni di giornata. L'altra notizia, però, riguarda il tasmaniano di Sky: Richie Porte arriva 150° a 1'05" dal vincitore di tappa e a 47" da Contador e Aru. In classifica generale scende al 4° posto a 1'09" dalla maglia rosa.
ARRIVO — 1. Nicola BOEM (Bardiani-CSF) 200 km in 4h26'16"; 2. Busato; 3. Malaguti a 2"; 4. Marangoni a 4"; 5. Nizzolo a 18"; 6. Modolo; 7. Greipel (Ger); 8. Mezgec (Slo); 9. Ruffoni; 10. Appollonio.
classifica — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 42h58'09"; 2. Aru a 3"; 3. Landa (Spa) a 46"; 4. Porte (Aus) 1'09"; 5. Cataldo a 1'16"; 6. Kreuziger (R.Cec) a 1'46"; 7. Uran (Col) a 2'10"; 8. Visconti a 2'12"; 9. Caruso a 2'20"; 10. Amador (C.Rica) a 2'24".
la prossima — Mercoledì 11ª giornata di gara, tappa breve e piuttosto impegnativa. Da Forlì a Imola, 153 km, tre Gpm (due di 3ª e uno di 4ª categoria), percorso molto mosso e senza pianura. La frazione si conclude con un percorso finale di 15.4 km - in parte nel Circuito Automobilistico di Imola - da ripetere tre volte.
IL TRAPIANTO E' VITA!
LFV-A-1^Div. Apertura 2010/11
LFV-A-1^Div. Apertura 2011/12
LFV-A-1^Div. Clausura 2012/13
Pulvirenti & Pitino fuori dal Calcio Catania
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
È di qualche ora fa la notizia della penalizzazione di 2′ in classifica generale ai danni di Richie Porte (Sky).
L’australiano nel corso della tappa di ieri del Giro d’Italia ha forato una ruota rimanendo attardato dal gruppo maglia rosa. Porte è pero’ stato aiutato dai connazionali della OricaGreenEDGE, Simon Clarke e Michael Matthews. Il primo gli ha ceduto la ruota della sua bici, il secondo ha collaborato per permettergli di rientrare sul gruppo.
Nonostante l’australiano del Team Sky non sia riuscito nell’impresa di recuperare il distacco dalla maglia rosa, la giuria ha considerato l’aiuto di Simon Clarke rilevante ai fini della gara e ha ritenuto il comportamento dei due corridori contro il regolamento in quanto non è possibile prestare “assistenza a un corridore di un’altra squadra“.
Entrambi gli atleti australiani sono dunque stati penalizzati di 2′ e Richie Porte scivola in 12a posizione con un ritardo dalla maglia rosa di 3’09”.
L’australiano nel corso della tappa di ieri del Giro d’Italia ha forato una ruota rimanendo attardato dal gruppo maglia rosa. Porte è pero’ stato aiutato dai connazionali della OricaGreenEDGE, Simon Clarke e Michael Matthews. Il primo gli ha ceduto la ruota della sua bici, il secondo ha collaborato per permettergli di rientrare sul gruppo.
Nonostante l’australiano del Team Sky non sia riuscito nell’impresa di recuperare il distacco dalla maglia rosa, la giuria ha considerato l’aiuto di Simon Clarke rilevante ai fini della gara e ha ritenuto il comportamento dei due corridori contro il regolamento in quanto non è possibile prestare “assistenza a un corridore di un’altra squadra“.
Entrambi gli atleti australiani sono dunque stati penalizzati di 2′ e Richie Porte scivola in 12a posizione con un ritardo dalla maglia rosa di 3’09”.
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Giro d'Italia, a Imola vince Zakarin. Contador gestisce la maglia rosa
IMOLA - In tanti lo aspettavano, soprattutto dopo la vittoria a sorpresa al Romandia, tradizionale antipasto del Giro d'Italia. Ilnur Zakarin, dopo una settimana e passa di anonimato, batte un colpo. Il russo si aggiudica la undecima frazione, quella dell'arrivo suggestivo all'autodromo di Imola: fa da solo negli ultimi km, dalla salita dei Tre Monti in poi, quando lascia la compagnia degli attaccanti che con lui caratterizzano la giornata. Per Zakarin, 26 anni, è la nuova svolta di una carriera iniziata alla grande con il titolo europeo juniores a cronometro, ma interrotta bruscamente per due anni (dal 2009 al 2011) causa una positivà al doping. Acqua passata, ma è doveroso segnalarla. Adesso il russo c'è, e non è il solo. Riferimento ad Alberto Contador, di nuovo nel pieno controllo della situazione dopo la spalla malandrina dei primi giorni.
Fabio Aru fa bene il suo lavoro, stuzzica giornalmente la maglia rosa, in maniera diretta e indiretta. Stavolta propone la seconda versione. Diego Rosa, fido luogotenente del sardo, entra nel drappello degli attaccanti. Un classico punto d'appoggio ad una azione di Aru? L'unico punto buono, considerata la pioggia, potrebbe essere l'ultima delle tre ascese al Tre Monti.
La discesa successiva potrebbe infatti causare patemi a chi ha sofferto per una caduta, ma ecco il Pistolero estrarre per primo l'arma. Scatta. Non lo fa a scopo selezione, ma per comandare le traiettorie delle curve in discesa. Una piccola azione dimostrativa che crea qualche impaccio ad Aru (arrivato infreddolito al traguardo) e sorprende Richie Porte, ancora sotto choc per il favore dell'amico australiano Clarke che gli è costato due minuti di penalità e forse il Giro. A conti fatti comunque, i tre grandi favoriti (ci mettiamo ancora, con riserva, anche Porte) arrivano tutti insieme. Con loro Rigoberto Uran, che però passa una giornataccia: in pieno autodromo finisce a terra toccando l'asfalto con spalla e, come mostra il casco spaccato, testa. Reagisce e pur dolorante non perde terreno, ma il problema evidenzia ancora la debolezza della sua squadra, la Etixx-Quick Step Lo aspettano in tre, compreso il divo Boonen, che mentre il buon Rigoberto fa lo slalom tra le ammiraglie riescono a perdere terreno...
Sono i motivi principali di una giornata che precede una tappa importantissima del Giro, quella verso Vicenza con il suo finale ostico. Intanto Imola sfoggia la sua storia. Basta pensare al campionato del mondo del 1968, quello vinto con un margine abissale da Vittorio Adorni, ma anche il Giro ha fatto sventolare la bandiera a scacchi due volte. L'ultima nel 1992 con la vittoria di Pagnin, la prima ancora nel 1968, con Marino Basso a precedere Franco Bitossi in un anticipo del folle finale iridato di 4 anni dopo a Gap. Inutile poi sottolineare la sacralità automoboilistica dell'impianto, colta dall'unico brasiliano in gruppo, Murilo Fisher, che corre con un caschetto nel ricordo di Ayrton Senna.
Interessante la composizione del gruppo che va all'attacco. Oltre a Zakarin ci sono Betancur (anche lui scivolato a terra) e Montaguti che giocano di squadra, Pellizotti, Rosa, Rutkiewicz, Intxausti insieme al compagno Fernandez (Movistar), un Hesjedal desideroso di tornare a lasciare il segno e una conoscenza delle fughe di questi giorni come Kruijswijk. Dietro, a parte il controllo di routine della Tinkoff di Contador, la squadra delegata a lavorare è quella di un papabile in situazioni del genere come Philippe Gilbert. La BMC indubbiamente assolve il compito, poi lentamente si sfalda, fa azioni poco sensate (vedere la rincorsa solitaria e senza speranza di Kung ai battistrada). Una manna che chi sta davanti, soprattutto per Zakarin che nel momento della verità va al doppio degli altri.
Finale per Contador, che manda un messaggio criptico. Destinatario probabile, proprio Fabio Aru: "Bisogna stare lì, pronti ad ogni momento", spiega lo spangolo commentando il suo scattino in salita. "A volte l'istinto ti dice di vedere chi sta bene e chi no, non c'era terreno per provare ma c'era qualcuno che era al limite...". La spalla intanto è a posto: "Ogni giorno va meglio, così come le mie gambe. Ma non sono il padrone del Giro". Bacchettata infine a chi vede Porte fuori dai giochi: "Quello che è successo a Richie è normale. Sei a mille pulsazioni, agitato, e non hai la lucidità per pensare a quello che sta succedendo e ai regolamenti. Il Giro è ancora lungo, e chi pensa che Porte sia fuori classifica sbaglia di grosso".
ORDINE D'ARRIVO
1. Ilnur Zakarin (Rus) o in 3h55'08" (+10" abbuono) (media 39,041 km/h)
2. Carlos Gomez Betancur (Col) a 00'53" (+06" abbuono)
3. Franco Pellizotti (Ita) s.t. (+04" abbuono)
4. Benat E. Intxausti (Spa) s.t.
5. Diego Rosa (Ita) s.t. (+03" abbuono)
6. Steven Kruijswijk (Ola) s.t.
7. Ryder Hesjedal (Can) s.t.
8 Maciej Paterski (Pol) a 00'58"
9. Philippe Gilbert (Bel) s.t.
10. Juan Lobato (Spa) a 01'02"
20. Alberto Contador (Spa) s.t.
21. Fabio Aru (Ita) s.t.
29. Rigoberto Uran Uran (Col) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Alberto Contador (Spa) in 46h54'19" (km percorsi 1.845,6, media 39,347 km/h)
2. Fabio Aru (Ita) a 00'03"
3. Mikel Meana Landa (Spa) a 00'46"
4. Dario Cataldo (Ita) a 01'16"
5. Roman Kreuziger (Cec) a 01'46"
6. Rigoberto Uran Uran (Col) a 02'10"
7. Giovanni Visconti (Ita) a 02'12"
8. Damiano Caruso (Ita) a 02'20"
9 Andrey Amador (Crc) a 02'24"
10. Leopold Koenig (Cec) a
02'30"
11. Davide Formolo (Ita) a 03'01"
12. Richie Porte (Aus) a 03'09"
16. Juergen Van den Broeck (Bel) a 03'33"
IMOLA - In tanti lo aspettavano, soprattutto dopo la vittoria a sorpresa al Romandia, tradizionale antipasto del Giro d'Italia. Ilnur Zakarin, dopo una settimana e passa di anonimato, batte un colpo. Il russo si aggiudica la undecima frazione, quella dell'arrivo suggestivo all'autodromo di Imola: fa da solo negli ultimi km, dalla salita dei Tre Monti in poi, quando lascia la compagnia degli attaccanti che con lui caratterizzano la giornata. Per Zakarin, 26 anni, è la nuova svolta di una carriera iniziata alla grande con il titolo europeo juniores a cronometro, ma interrotta bruscamente per due anni (dal 2009 al 2011) causa una positivà al doping. Acqua passata, ma è doveroso segnalarla. Adesso il russo c'è, e non è il solo. Riferimento ad Alberto Contador, di nuovo nel pieno controllo della situazione dopo la spalla malandrina dei primi giorni.
Fabio Aru fa bene il suo lavoro, stuzzica giornalmente la maglia rosa, in maniera diretta e indiretta. Stavolta propone la seconda versione. Diego Rosa, fido luogotenente del sardo, entra nel drappello degli attaccanti. Un classico punto d'appoggio ad una azione di Aru? L'unico punto buono, considerata la pioggia, potrebbe essere l'ultima delle tre ascese al Tre Monti.
La discesa successiva potrebbe infatti causare patemi a chi ha sofferto per una caduta, ma ecco il Pistolero estrarre per primo l'arma. Scatta. Non lo fa a scopo selezione, ma per comandare le traiettorie delle curve in discesa. Una piccola azione dimostrativa che crea qualche impaccio ad Aru (arrivato infreddolito al traguardo) e sorprende Richie Porte, ancora sotto choc per il favore dell'amico australiano Clarke che gli è costato due minuti di penalità e forse il Giro. A conti fatti comunque, i tre grandi favoriti (ci mettiamo ancora, con riserva, anche Porte) arrivano tutti insieme. Con loro Rigoberto Uran, che però passa una giornataccia: in pieno autodromo finisce a terra toccando l'asfalto con spalla e, come mostra il casco spaccato, testa. Reagisce e pur dolorante non perde terreno, ma il problema evidenzia ancora la debolezza della sua squadra, la Etixx-Quick Step Lo aspettano in tre, compreso il divo Boonen, che mentre il buon Rigoberto fa lo slalom tra le ammiraglie riescono a perdere terreno...
Sono i motivi principali di una giornata che precede una tappa importantissima del Giro, quella verso Vicenza con il suo finale ostico. Intanto Imola sfoggia la sua storia. Basta pensare al campionato del mondo del 1968, quello vinto con un margine abissale da Vittorio Adorni, ma anche il Giro ha fatto sventolare la bandiera a scacchi due volte. L'ultima nel 1992 con la vittoria di Pagnin, la prima ancora nel 1968, con Marino Basso a precedere Franco Bitossi in un anticipo del folle finale iridato di 4 anni dopo a Gap. Inutile poi sottolineare la sacralità automoboilistica dell'impianto, colta dall'unico brasiliano in gruppo, Murilo Fisher, che corre con un caschetto nel ricordo di Ayrton Senna.
Interessante la composizione del gruppo che va all'attacco. Oltre a Zakarin ci sono Betancur (anche lui scivolato a terra) e Montaguti che giocano di squadra, Pellizotti, Rosa, Rutkiewicz, Intxausti insieme al compagno Fernandez (Movistar), un Hesjedal desideroso di tornare a lasciare il segno e una conoscenza delle fughe di questi giorni come Kruijswijk. Dietro, a parte il controllo di routine della Tinkoff di Contador, la squadra delegata a lavorare è quella di un papabile in situazioni del genere come Philippe Gilbert. La BMC indubbiamente assolve il compito, poi lentamente si sfalda, fa azioni poco sensate (vedere la rincorsa solitaria e senza speranza di Kung ai battistrada). Una manna che chi sta davanti, soprattutto per Zakarin che nel momento della verità va al doppio degli altri.
Finale per Contador, che manda un messaggio criptico. Destinatario probabile, proprio Fabio Aru: "Bisogna stare lì, pronti ad ogni momento", spiega lo spangolo commentando il suo scattino in salita. "A volte l'istinto ti dice di vedere chi sta bene e chi no, non c'era terreno per provare ma c'era qualcuno che era al limite...". La spalla intanto è a posto: "Ogni giorno va meglio, così come le mie gambe. Ma non sono il padrone del Giro". Bacchettata infine a chi vede Porte fuori dai giochi: "Quello che è successo a Richie è normale. Sei a mille pulsazioni, agitato, e non hai la lucidità per pensare a quello che sta succedendo e ai regolamenti. Il Giro è ancora lungo, e chi pensa che Porte sia fuori classifica sbaglia di grosso".
ORDINE D'ARRIVO
1. Ilnur Zakarin (Rus) o in 3h55'08" (+10" abbuono) (media 39,041 km/h)
2. Carlos Gomez Betancur (Col) a 00'53" (+06" abbuono)
3. Franco Pellizotti (Ita) s.t. (+04" abbuono)
4. Benat E. Intxausti (Spa) s.t.
5. Diego Rosa (Ita) s.t. (+03" abbuono)
6. Steven Kruijswijk (Ola) s.t.
7. Ryder Hesjedal (Can) s.t.
8 Maciej Paterski (Pol) a 00'58"
9. Philippe Gilbert (Bel) s.t.
10. Juan Lobato (Spa) a 01'02"
20. Alberto Contador (Spa) s.t.
21. Fabio Aru (Ita) s.t.
29. Rigoberto Uran Uran (Col) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Alberto Contador (Spa) in 46h54'19" (km percorsi 1.845,6, media 39,347 km/h)
2. Fabio Aru (Ita) a 00'03"
3. Mikel Meana Landa (Spa) a 00'46"
4. Dario Cataldo (Ita) a 01'16"
5. Roman Kreuziger (Cec) a 01'46"
6. Rigoberto Uran Uran (Col) a 02'10"
7. Giovanni Visconti (Ita) a 02'12"
8. Damiano Caruso (Ita) a 02'20"
9 Andrey Amador (Crc) a 02'24"
10. Leopold Koenig (Cec) a
02'30"
11. Davide Formolo (Ita) a 03'01"
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Giro, maxi caduta a Jesolo: Aru maglia rosa, Contador giù. Vince Modolo
È il Giro delle sorprese. Sulla carta, la tredicesima tappa, da Montecchio Maggiore a Jesolo, la terza più corta di questa edizione, doveva essere una frazione priva di insidie e dedicata esclusivamente ai velocisti. Invece, al traguardo ci si ritrova con la classifica generale stravolta. Fabio Aru è la nuova maglia rosa, primo sardo ad indossarla nella storia del Giro. Contador ora insegue a 19'', Landa terzo a 1'14''. La volata è di Sacha Modolo, che precede Nizzolo: dopo Polanc e Ulissi, per la Lampre-Merida è triplete. ma cosa è successo?
È una caduta ai -3,2 dal traguardo (la neutralizzazione scatta ai -3) a rimescolare le carte di un Giro pieno di colpi di scena. Fino a quel momento, la tappa, bagnata dalla pioggia sin dalla partenza, aveva avuto un andamento piuttosto regolare: tre in fuga dal km 15 — Frapporti per l'Androni, Pineau per la Fdj e Rick Zabel, figlio del grande Erik e il più giovane del Giro con i suoi 21 anni, per la Bmc - ripresi a 17 dalla fine. Sui viali che portano a Jesolo, si organizzano le squadre di velocisti ed è la Trek a tirare il gruppo quando succede il patatrac. Nella pancia del gruppo si toccano le ruote di Hesjedal e Alafaci e si innesca la maxi caduta nella quale vengono coinvolti anche Alberto Contador e Richie Porte, che sono costretti a ripartire con le bici dei compagni.
Nel frattempo, Ferrari pilota il treno Lampre, con Richeze penultimo vagone prima dello scatto decisivo di Sacha Modolo (secondo successo in stagione dopo la tappa in Turchia) che brucia sul traguardo Giacomo Nizzolo. Terzo Elia Viviani. Fabio Aru arriva con il gruppo, Contador invece accumula 36'' di ritardo. In classifica si ribaltano i rapporti di forza: ora è il sardo a condurre, lo spagnolo rincorre a 19''. Terzo un altro Astana, Mikel Landa, a 1'14''. Sprofonda invece Richie Porte, già scosso dalla penalizzazione di martedì: il tasmaniano è sedicesimo con 5'05'' di ritardo.
È il Giro delle sorprese. Sulla carta, la tredicesima tappa, da Montecchio Maggiore a Jesolo, la terza più corta di questa edizione, doveva essere una frazione priva di insidie e dedicata esclusivamente ai velocisti. Invece, al traguardo ci si ritrova con la classifica generale stravolta. Fabio Aru è la nuova maglia rosa, primo sardo ad indossarla nella storia del Giro. Contador ora insegue a 19'', Landa terzo a 1'14''. La volata è di Sacha Modolo, che precede Nizzolo: dopo Polanc e Ulissi, per la Lampre-Merida è triplete. ma cosa è successo?
È una caduta ai -3,2 dal traguardo (la neutralizzazione scatta ai -3) a rimescolare le carte di un Giro pieno di colpi di scena. Fino a quel momento, la tappa, bagnata dalla pioggia sin dalla partenza, aveva avuto un andamento piuttosto regolare: tre in fuga dal km 15 — Frapporti per l'Androni, Pineau per la Fdj e Rick Zabel, figlio del grande Erik e il più giovane del Giro con i suoi 21 anni, per la Bmc - ripresi a 17 dalla fine. Sui viali che portano a Jesolo, si organizzano le squadre di velocisti ed è la Trek a tirare il gruppo quando succede il patatrac. Nella pancia del gruppo si toccano le ruote di Hesjedal e Alafaci e si innesca la maxi caduta nella quale vengono coinvolti anche Alberto Contador e Richie Porte, che sono costretti a ripartire con le bici dei compagni.
Nel frattempo, Ferrari pilota il treno Lampre, con Richeze penultimo vagone prima dello scatto decisivo di Sacha Modolo (secondo successo in stagione dopo la tappa in Turchia) che brucia sul traguardo Giacomo Nizzolo. Terzo Elia Viviani. Fabio Aru arriva con il gruppo, Contador invece accumula 36'' di ritardo. In classifica si ribaltano i rapporti di forza: ora è il sardo a condurre, lo spagnolo rincorre a 19''. Terzo un altro Astana, Mikel Landa, a 1'14''. Sprofonda invece Richie Porte, già scosso dalla penalizzazione di martedì: il tasmaniano è sedicesimo con 5'05'' di ritardo.
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
ARU IN ROSA!
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Ranocchia,Castan,De Sciglio,Rami,Glik,Gastaldello,Edenilson,De Maio;
Mertens,Bonaventura,Strootman,Soriano,Florenzi,Crisetig,Sturaro,De Jong;
Gomez,Icardi,Gervinho,Cassano,N.Sansone,Zaza.
Fanta a 8 con mod.difesa.
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Aru, ora difendila!
Ultima modifica di Meridiano il 23.05.15 - 06:53, modificato 1 volta in totale.
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Contador si riprende la maglia rosa con una crono super. Kiryienka vince la tappa
Il bielorussi Vasil Kiryenka (Sky), con il tempo di 1h17'52", ha vinto la 14esima tappa del 98esimo Giro d'Italia, una cronometro individuale di 59,4 chilometri con partenza da Treviso ed arrivo a Valdobbiadene. Lo spagnolo Alberto Contador (Tinkoff-Saxo) torna ad indossare la maglia rosa di leader della classifica generale, rimasta sulle spalle dell'azzurro Fabio Aru (Astana) per una sola giornata. Domani, domenica, la 15esima frazione, la Marostica-Madonna di Campiglio di 165 chilometri con arrivo in quota.
ORDINE D'ARRIVO
14/a tappa - Treviso-Valdobbiadene
1 - Vasil Kiriyenka (BLR-Sky) 1h17'52''
2 - Luis Leon Sanchez (ESP-Astana) a 12''
3 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff) a 14''
4 - Patrick Gretsch (GER-Ag2r) a 23''
5 - Steven Kruijswijk (NED-LottoNL) a 1'09''
6 - Tanel Kangert (EST-Astana) a 1'17''
7 - Jurgen Van den Broeck (BEL-Lotto) a 1'25''
8 - Fabio Felline (ITA-Trek) a 1'26''
9 - Tobias Ludvigsson (SWE-Giant) a 1'27''
10 - Luke Durbridge (AUS-Orica) a 1'36''
DISTACCHI TRA I BIG DELLA CLASSIFICA
1- Alberto Contador (ESP-Tinkoff) 1h18'06''
2 - Rigoberto Uran (COL-Etixx) a 2'31''
3 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 2'47''
4 - Richie Porte (AUS-Sky) a 4'06''
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 2'28''
3 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 3'36''
4 - Rigoberto Uran (COL-Etixx) a 4'14''
5 - Jurgen Van den Broeck (BEL-Lotto Soudal) a 4'17''
6 - Dario Cataldo (ITA-Astana) a 4'50''
7 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 4'55''
8 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 4'56''
9 - Roman Kreuziger (CZE-Tinkoff) a 4'57''
10 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 5'35''
Il bielorussi Vasil Kiryenka (Sky), con il tempo di 1h17'52", ha vinto la 14esima tappa del 98esimo Giro d'Italia, una cronometro individuale di 59,4 chilometri con partenza da Treviso ed arrivo a Valdobbiadene. Lo spagnolo Alberto Contador (Tinkoff-Saxo) torna ad indossare la maglia rosa di leader della classifica generale, rimasta sulle spalle dell'azzurro Fabio Aru (Astana) per una sola giornata. Domani, domenica, la 15esima frazione, la Marostica-Madonna di Campiglio di 165 chilometri con arrivo in quota.
ORDINE D'ARRIVO
14/a tappa - Treviso-Valdobbiadene
1 - Vasil Kiriyenka (BLR-Sky) 1h17'52''
2 - Luis Leon Sanchez (ESP-Astana) a 12''
3 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff) a 14''
4 - Patrick Gretsch (GER-Ag2r) a 23''
5 - Steven Kruijswijk (NED-LottoNL) a 1'09''
6 - Tanel Kangert (EST-Astana) a 1'17''
7 - Jurgen Van den Broeck (BEL-Lotto) a 1'25''
8 - Fabio Felline (ITA-Trek) a 1'26''
9 - Tobias Ludvigsson (SWE-Giant) a 1'27''
10 - Luke Durbridge (AUS-Orica) a 1'36''
DISTACCHI TRA I BIG DELLA CLASSIFICA
1- Alberto Contador (ESP-Tinkoff) 1h18'06''
2 - Rigoberto Uran (COL-Etixx) a 2'31''
3 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 2'47''
4 - Richie Porte (AUS-Sky) a 4'06''
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 2'28''
3 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 3'36''
4 - Rigoberto Uran (COL-Etixx) a 4'14''
5 - Jurgen Van den Broeck (BEL-Lotto Soudal) a 4'17''
6 - Dario Cataldo (ITA-Astana) a 4'50''
7 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 4'55''
8 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 4'56''
9 - Roman Kreuziger (CZE-Tinkoff) a 4'57''
10 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 5'35''
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Landa vince a Madonna di Campiglio. Contador controlla e resta in maglia rosa
GIRO D'ITALIA, Landa vince a Madonna di Campiglio. Contador controlla e resta in maglia rosa
Lo spagnolo Mikel Landa (Astana) ha vinto la 15esima tappa del 98esimo Giro d'Italia, la Marostica-Madonna di Campiglio di 165 chilometri con arrivo in quota. Seconda posizione per il russo Yuri Trofimov (Katusha), terzo lo spagnolo Alberto Contador (Tinkoff-Saxo), che precede Fabio Aru (Astana) e mantiene la maglia rosa di leader della classifica generale. Domani, lunedi', secondo ed ultimo giorno di riposo, si riparte martedi' con la 16esima frazione, la Pinzolo-Aprica di 174 chilometri con un altro traguardo in salita.
ORDINE D'ARRIVO
15/a tappa - Marostica-Madonna di Campiglio
1 - Mikel Landa (ESP-Astana)
2 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 2''
3 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff) a 5''
4 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 6''
5 - Steven Kruijswijk (NED-LottoNL) a 38''
6 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 42''
7 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 1'00''
8 - Tanel Kangert (EST-Astana) a 1'10''
9 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 1'49''
10 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 2'13''
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 2'35''
3 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 4'19''
4 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 4'46''
5 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 6'36''
6 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 6'58''
7 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 7'10''
8 - Maxime Monfort (BEL-Lotto Soudal) a 8'20''
9 - Giovanni Visconti (ITA-Movistar) a 9'53''
10 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 10'03''
GIRO D'ITALIA, Landa vince a Madonna di Campiglio. Contador controlla e resta in maglia rosa
Lo spagnolo Mikel Landa (Astana) ha vinto la 15esima tappa del 98esimo Giro d'Italia, la Marostica-Madonna di Campiglio di 165 chilometri con arrivo in quota. Seconda posizione per il russo Yuri Trofimov (Katusha), terzo lo spagnolo Alberto Contador (Tinkoff-Saxo), che precede Fabio Aru (Astana) e mantiene la maglia rosa di leader della classifica generale. Domani, lunedi', secondo ed ultimo giorno di riposo, si riparte martedi' con la 16esima frazione, la Pinzolo-Aprica di 174 chilometri con un altro traguardo in salita.
ORDINE D'ARRIVO
15/a tappa - Marostica-Madonna di Campiglio
1 - Mikel Landa (ESP-Astana)
2 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 2''
3 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff) a 5''
4 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 6''
5 - Steven Kruijswijk (NED-LottoNL) a 38''
6 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 42''
7 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 1'00''
8 - Tanel Kangert (EST-Astana) a 1'10''
9 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 1'49''
10 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 2'13''
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 2'35''
3 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 4'19''
4 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 4'46''
5 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 6'36''
6 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 6'58''
7 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 7'10''
8 - Maxime Monfort (BEL-Lotto Soudal) a 8'20''
9 - Giovanni Visconti (ITA-Movistar) a 9'53''
10 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 10'03''
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
C’è il Mortirolo
Dopo il riposo, il Giro riparte con la tappa più dura e una salita micidiale, già entrata nella storia.
Riprende la battaglia tra Contador e Aru
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Contador regale sul Mortirolo. Aru cede, Landa fa il bis
Il Giro è chiuso, anzi no... Alberto Contador resta il padrone dopo il capolavoro, solo contro tutti, sui tornanti assassini del Passo del Mortirolo. Sul suo orizzonte di gloria però si profila un nuovo avversario: non più Fabio Aru, il sardo che si piega ma non si spezza, ma Mikel Landa, il basco con una marcia in più in salita. Per lui dopo la vittoria a Madonna di Campiglio, arriva il bis all'Aprica: una gioia meritata dopo una giornata da tuttofare. Prima scorta capitan Aru rispettando gli ordini di scuderia, poi quando arriva il doveroso lasciapassare, va a vincere in beata solitudine. Una quarantina di secondi rosicchiati a Contador, quasi tre minuti a Fabio Aru, dal quale eredita il secondo posto nella generale. Due conti: Contador ha ora quattro minuti su Landa, giusti giusti quelli incassati nella cronometro. Sono tanti, possono essere pochi se Landa, ormai capitano della fortissima Astana, replicherà le prestazioni delle ultime due tappe sulla indigestione di montagne prevista tra venerdì e sabato. Onore comunque a Fabio Aru: nel giorno in cui abbandona le velleità di conquistare il Giro, fa capire che un giorno probabilmente riuscirà a centrare l'obbiettivo.
Tappa straordinaria, piena di colpi di scena. Il momento chiave, nella discesa che segue il primo assalto all'Aprica, si manifesta sotto forma di imprevisto: Contador fora (la ruota nuova gliela fornisce Ivan Basso), mentre davanti la Katusha sta lavorando sodo per Trofimov. Non è giorno da fair play, ma da uomini senza scrupoli: Landa e Aru salgono sul carro degli attaccanti. Gruppo spezzato, si formano due drappelli. Il primo, dopo che la fuga iniziale di giornata (presenti tra gli altri Hesjedal, Felline, Clarke e Pellizotti) è naufragata, vede Aru e Landa scortati dai compagni di squadra. Nel secondo ci sono i Tinkoff di Contador, che però -Kreuziger l'ultimo a mollare- mostrano la loro inadeguatezza al supporto del capitano. Dalla sua il Pistolero ha la calma dei grandi: non si scompone quando ai piedi del Mortirolo il cronometro indica inclemente un divario di cinquanta secondi. Quindi la salita che rivelò al mondo Marco Pantani: nessuno riesce a guardarla ditta negli occhi, tutti salgono all'insegna della sofferenza, il che è un incoraggiante segnale di un ciclismo credibile. Soffre tantissimo Aru, con le spalle ondulanti che ne tracciano la fatica, soffre anche Contador, che pure dà l'ennesima prova da fuoriclasse: resta solo, ma sa alternare tirate importanti a pause 'umane', trovando in mezzo sante alleanze spagnole (vedere Igor Anton, squadra Movistar).
Chi soffre meno invece è Mikel Landa: il basco conferma la sensazione, marcata con forza a Madonna di Campiglio, di essere quello che in salita ne ha di più. Contador si riporta su di lui, ma Landa è bloccato dagli ordini dell'ammiraglia. Disposizioni che hanno senso fino a quando Aru dà segnali, poi quando Contador rompe gli indugi scatta il contrordine che trasforma la salita del sardo, lasciato al suo destino, in un mezzo calvario (distacco in vetta sull'ordine dei due minuti). La discesa è tosta come la salita: Contador lo sa e disegna le traiettorie tra infidi piovaschi, semplificando il lavoro anche a Landa ed al terzo uomo a sorpresa, l'olandese Kruijswijk, ennesimo prodotto di un ciclismo in pianura (il più illustre predecessore è Zoetemelk) che riesce ad esaltarsi anche quando la strada sale.
Aru spende tanto anche in discesa, la affronta a tutta trascurando la necessaria alimentazione. Per lui la sorte batte due colpi: il primo non è male, visto che trova la collaborazione di Andrey Amador, colui he lo segue in classifica. Il secondo, anche psicologicamente, è una mazzata: problema alla catena, deve cambiare in bici mentre il costaricano ringrazia e va da solo 'recuperando' nel cammino Trofimov e il guerriero Hesjedal. I 14 km finali dicono tante altre cose: la prima è che Alberto Contador stringe una nuova alleanza, stavolta con Kruijswijk. Non gli può garantire la tappa, ma cerca di favorirne la stoccata. Landa azzanna la foglia però, e quando mancano 4 km all'arrivo pianta in asso la coppia e va a vincere. L'altra è che Aru diventerà un personaggio di primo piano del ciclismo internazionale: tutto gli rema contro, ci sono tutti i presupposti di una crisi nervosa, ma lui tiene in maniera dignitosa: riesce a dare nuova compostezza alla pedalata, contiene i danni, respinge l'attacco di Amador e, vista la progressione irresistibile di Landa, almeno salva il podio. Meglio di così era difficile fare. "Non è stata una delle mie giornate migliori", ammette Aru. "Ho sofferto tanto, ho cercato di non sprofondare tenendo duro più con la testa che con le gambe, purtroppo questo è lo sport. La vittoria di Landa cambia le gerarchie nella squadra? Mikel stava bene, era giusto che giocasse le sue carte e ha vinto la tappa"
"Sì, le gerarchie sono un po' cambiate, ora proverò ad attaccare". Mikel Landa è più chiaro sul suo nuovo ruolo: "Quando Contador ha avuto un problema abbiamo provato a menare, Aru mi ha detto di andare, poi nel finale sono scattato, non pensavo di essere così forte. Il mio Giro cambia, oggi ho capito di poter essere tra i più forti in salita e non mi fermerò per i prossimi due arrivi in quota". Forza sua, ma anche della squadra: "Ora dobbiamo stare tutti insieme e stare attenti, Contador ha faticato a riprenderci, proverò ad attaccarlo. Aru? E' una situazione un po' complicata, lui ha perso il secondo posto e non si sentiva bene. Manca però ancora tanto, potrà riposarsi un paio di giorni per poi riprovarci nel fine settimana".
Gran finale per Contador. "Hi vissuto momenti critici, ma questo è il ciclismo e le cose che la gente ricorda. Sono rimasto con Kruijswij perchè ha attaccato, è stato il più forte della tappa, ha un gradissimo futuro e ho fatto di tutto per aiutarlo", spiega esaltando l'olandese e snobbando Landa. "Bisogna avere anche fortuna. Oggi c'è stata la caduta, ho forato nella discesa dell'Aprica e Basso mi ha dato la ruota. Sono andato a tutta per rimontare e sono molto contento per il risultato: è una tappa che ricorderò per sempre, spero sia così anche il pubblico. Io sto soffrendo molto e penso si veda anche in televisione".
ORDINE D'ARRIVO
1. Mikel M. Landa (Spa) in 5h02'51" (+10" abbuono) (media 35,066 km/h)
2. Steven Kruijswijk (Ola) a 00'38" (+06" abbuono)
3. Alberto Contador (Spa) s.t. (+04" abbuono)
4. Yury Trofimov (Rus) a 02'03"
5. Andrey Amador (Crc) s.t.
6. Ryder Hesjedal (Can) a 02'10" (+04" abbuono)
7. Fabio Aru (Ita) a 02'51"
8. Damiano Caruso (Ita) a 03'16"
9. Leopold Koenig (Cec) a 03'19"
10. Carlos Alberto Betancur (Col) s.t.
11. Alexandre Geniez (Fra) s.t.
12. Juergen Van den Broeck (Bel) a 06'18"
13. Maxime Monfort (Bel) s.t.
14. Igor Anton (Spa) s.t.
15. Stefano Pirazzi (Ita) a 08'13"
16. Darwin Hurtado Atapuma (Col) s.t.
17. Giovanni Visconti (Ita) a 10'31"
21. Rigoberto Uran Uran (Col) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 4'02''
3 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 4'52''
4 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 5'48''
5 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 8'27''
6 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 9'21''
7 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 9'52''
8 - Steven Kruiijswijk (NED-LottoNL) a 11'40''
9 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 12'48''
10 - Ryder Hesjedal (CAN-Cannondale) a 12'49''
Il Giro è chiuso, anzi no... Alberto Contador resta il padrone dopo il capolavoro, solo contro tutti, sui tornanti assassini del Passo del Mortirolo. Sul suo orizzonte di gloria però si profila un nuovo avversario: non più Fabio Aru, il sardo che si piega ma non si spezza, ma Mikel Landa, il basco con una marcia in più in salita. Per lui dopo la vittoria a Madonna di Campiglio, arriva il bis all'Aprica: una gioia meritata dopo una giornata da tuttofare. Prima scorta capitan Aru rispettando gli ordini di scuderia, poi quando arriva il doveroso lasciapassare, va a vincere in beata solitudine. Una quarantina di secondi rosicchiati a Contador, quasi tre minuti a Fabio Aru, dal quale eredita il secondo posto nella generale. Due conti: Contador ha ora quattro minuti su Landa, giusti giusti quelli incassati nella cronometro. Sono tanti, possono essere pochi se Landa, ormai capitano della fortissima Astana, replicherà le prestazioni delle ultime due tappe sulla indigestione di montagne prevista tra venerdì e sabato. Onore comunque a Fabio Aru: nel giorno in cui abbandona le velleità di conquistare il Giro, fa capire che un giorno probabilmente riuscirà a centrare l'obbiettivo.
Tappa straordinaria, piena di colpi di scena. Il momento chiave, nella discesa che segue il primo assalto all'Aprica, si manifesta sotto forma di imprevisto: Contador fora (la ruota nuova gliela fornisce Ivan Basso), mentre davanti la Katusha sta lavorando sodo per Trofimov. Non è giorno da fair play, ma da uomini senza scrupoli: Landa e Aru salgono sul carro degli attaccanti. Gruppo spezzato, si formano due drappelli. Il primo, dopo che la fuga iniziale di giornata (presenti tra gli altri Hesjedal, Felline, Clarke e Pellizotti) è naufragata, vede Aru e Landa scortati dai compagni di squadra. Nel secondo ci sono i Tinkoff di Contador, che però -Kreuziger l'ultimo a mollare- mostrano la loro inadeguatezza al supporto del capitano. Dalla sua il Pistolero ha la calma dei grandi: non si scompone quando ai piedi del Mortirolo il cronometro indica inclemente un divario di cinquanta secondi. Quindi la salita che rivelò al mondo Marco Pantani: nessuno riesce a guardarla ditta negli occhi, tutti salgono all'insegna della sofferenza, il che è un incoraggiante segnale di un ciclismo credibile. Soffre tantissimo Aru, con le spalle ondulanti che ne tracciano la fatica, soffre anche Contador, che pure dà l'ennesima prova da fuoriclasse: resta solo, ma sa alternare tirate importanti a pause 'umane', trovando in mezzo sante alleanze spagnole (vedere Igor Anton, squadra Movistar).
Chi soffre meno invece è Mikel Landa: il basco conferma la sensazione, marcata con forza a Madonna di Campiglio, di essere quello che in salita ne ha di più. Contador si riporta su di lui, ma Landa è bloccato dagli ordini dell'ammiraglia. Disposizioni che hanno senso fino a quando Aru dà segnali, poi quando Contador rompe gli indugi scatta il contrordine che trasforma la salita del sardo, lasciato al suo destino, in un mezzo calvario (distacco in vetta sull'ordine dei due minuti). La discesa è tosta come la salita: Contador lo sa e disegna le traiettorie tra infidi piovaschi, semplificando il lavoro anche a Landa ed al terzo uomo a sorpresa, l'olandese Kruijswijk, ennesimo prodotto di un ciclismo in pianura (il più illustre predecessore è Zoetemelk) che riesce ad esaltarsi anche quando la strada sale.
Aru spende tanto anche in discesa, la affronta a tutta trascurando la necessaria alimentazione. Per lui la sorte batte due colpi: il primo non è male, visto che trova la collaborazione di Andrey Amador, colui he lo segue in classifica. Il secondo, anche psicologicamente, è una mazzata: problema alla catena, deve cambiare in bici mentre il costaricano ringrazia e va da solo 'recuperando' nel cammino Trofimov e il guerriero Hesjedal. I 14 km finali dicono tante altre cose: la prima è che Alberto Contador stringe una nuova alleanza, stavolta con Kruijswijk. Non gli può garantire la tappa, ma cerca di favorirne la stoccata. Landa azzanna la foglia però, e quando mancano 4 km all'arrivo pianta in asso la coppia e va a vincere. L'altra è che Aru diventerà un personaggio di primo piano del ciclismo internazionale: tutto gli rema contro, ci sono tutti i presupposti di una crisi nervosa, ma lui tiene in maniera dignitosa: riesce a dare nuova compostezza alla pedalata, contiene i danni, respinge l'attacco di Amador e, vista la progressione irresistibile di Landa, almeno salva il podio. Meglio di così era difficile fare. "Non è stata una delle mie giornate migliori", ammette Aru. "Ho sofferto tanto, ho cercato di non sprofondare tenendo duro più con la testa che con le gambe, purtroppo questo è lo sport. La vittoria di Landa cambia le gerarchie nella squadra? Mikel stava bene, era giusto che giocasse le sue carte e ha vinto la tappa"
"Sì, le gerarchie sono un po' cambiate, ora proverò ad attaccare". Mikel Landa è più chiaro sul suo nuovo ruolo: "Quando Contador ha avuto un problema abbiamo provato a menare, Aru mi ha detto di andare, poi nel finale sono scattato, non pensavo di essere così forte. Il mio Giro cambia, oggi ho capito di poter essere tra i più forti in salita e non mi fermerò per i prossimi due arrivi in quota". Forza sua, ma anche della squadra: "Ora dobbiamo stare tutti insieme e stare attenti, Contador ha faticato a riprenderci, proverò ad attaccarlo. Aru? E' una situazione un po' complicata, lui ha perso il secondo posto e non si sentiva bene. Manca però ancora tanto, potrà riposarsi un paio di giorni per poi riprovarci nel fine settimana".
Gran finale per Contador. "Hi vissuto momenti critici, ma questo è il ciclismo e le cose che la gente ricorda. Sono rimasto con Kruijswij perchè ha attaccato, è stato il più forte della tappa, ha un gradissimo futuro e ho fatto di tutto per aiutarlo", spiega esaltando l'olandese e snobbando Landa. "Bisogna avere anche fortuna. Oggi c'è stata la caduta, ho forato nella discesa dell'Aprica e Basso mi ha dato la ruota. Sono andato a tutta per rimontare e sono molto contento per il risultato: è una tappa che ricorderò per sempre, spero sia così anche il pubblico. Io sto soffrendo molto e penso si veda anche in televisione".
ORDINE D'ARRIVO
1. Mikel M. Landa (Spa) in 5h02'51" (+10" abbuono) (media 35,066 km/h)
2. Steven Kruijswijk (Ola) a 00'38" (+06" abbuono)
3. Alberto Contador (Spa) s.t. (+04" abbuono)
4. Yury Trofimov (Rus) a 02'03"
5. Andrey Amador (Crc) s.t.
6. Ryder Hesjedal (Can) a 02'10" (+04" abbuono)
7. Fabio Aru (Ita) a 02'51"
8. Damiano Caruso (Ita) a 03'16"
9. Leopold Koenig (Cec) a 03'19"
10. Carlos Alberto Betancur (Col) s.t.
11. Alexandre Geniez (Fra) s.t.
12. Juergen Van den Broeck (Bel) a 06'18"
13. Maxime Monfort (Bel) s.t.
14. Igor Anton (Spa) s.t.
15. Stefano Pirazzi (Ita) a 08'13"
16. Darwin Hurtado Atapuma (Col) s.t.
17. Giovanni Visconti (Ita) a 10'31"
21. Rigoberto Uran Uran (Col) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 4'02''
3 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 4'52''
4 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 5'48''
5 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 8'27''
6 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 9'21''
7 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 9'52''
8 - Steven Kruiijswijk (NED-LottoNL) a 11'40''
9 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 12'48''
10 - Ryder Hesjedal (CAN-Cannondale) a 12'49''
IL TRAPIANTO E' VITA!
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Oggi grandissima tappa!
Landa si conferma il più forte in salita e chissà che a fine Giro in Astana non debbano pentirsi di non avergli dato prima il via libera.
Aru purtroppo sta pagando il malessere che ha avuto poco prima del Giro e che gli ha condizionato la preparazione. La gamba è quella che è, deve solo provare a tenere il podio (e ce la può fare).
Ottimo Contador che è il migliore sul Mortirolo (ma solo perché Landa deve aspettare Aru), pessima la sua squadra che si scioglie appena si inizia a salire.
Da segnalare le grandissime prove di Hesjedal e Kruiswik.
Bene anche Amador che è l'avversario più temibile di Aru in ottica podio.
Landa si conferma il più forte in salita e chissà che a fine Giro in Astana non debbano pentirsi di non avergli dato prima il via libera.
Aru purtroppo sta pagando il malessere che ha avuto poco prima del Giro e che gli ha condizionato la preparazione. La gamba è quella che è, deve solo provare a tenere il podio (e ce la può fare).
Ottimo Contador che è il migliore sul Mortirolo (ma solo perché Landa deve aspettare Aru), pessima la sua squadra che si scioglie appena si inizia a salire.
Da segnalare le grandissime prove di Hesjedal e Kruiswik.
Bene anche Amador che è l'avversario più temibile di Aru in ottica podio.
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Gomez,Icardi,Gervinho,Cassano,N.Sansone,Zaza.
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Sacha Modolo ci prende gusto. Il velocista veneto, dopo quella di Jesolo, centra anche la volata dello sconfinamento in terra svizzera, a Lugano.
Modolo vince nettamente, sfruttando alla perfezione il piano della Lampre, di fatto l'unica squadra in grado di controllare le complesse bagarre dello sprint. In pratica viene replicato il copione già riuscito alla perfezione in terra veneta: Richeze e Ferrari, due velocisti che lavorano per un terzo -Modolo, appunto- ed il gioco è fatto. Detto così sembra facile, ma vincere è sempre esercizio complesso. Chiedere lumi al collezionista di piazzamenti, Giacomo Nizzolo, che per la settima volta (!) in carriera giunge al secondo posto in una tappa del Giro. Stavolta almeno c'è un ricco premio di consolazione: conquista la maglia rossa di leader della classifica a punti strappandola a un Viviani che, dopo l'exploit del secondo giorno in Liguria, non è più riuscito a trovare il varco giusto. Lo sprinter del Team Sky fatica a destreggiarsi nel traffico: ci può stare, ma da uno come lui che viene dalla maestra pista sarebbe lecito attendersi qualche numero in più. Non cambia nulla nella classifica generale: anche se questo Giro ha sorpreso in punti impensabili, stavolta lo sconfinamento a Lugano scorre tranquillo per la maglia rosa Contador e gli altri big della generale.
"E' stata una vittoria diversa rispetto alla precedente -spiega il vincitore-. Il percorso era impegnativo, con la salita finale ai 4 km. Ho visto che alcuni velocisti faticavano, ma oggi faceva caldo e queste sono le mie giornate" Un doveroso plauso anche a Richeze e Ferrari: "Dopo mesi di prove siamo diventati uno dei 'treni' più forti". Giusta l'analisi di Modolo su un finale per il quale lo sprint non era affatto scontato. In tanti provano l'anticipo, addirittura partendo dal secondo dei 134 km previsti, la tappa più corta. Si arriva a Lugano, suona dolce per il ciclismo italiano: evoca il trionfo mondiale di Fausto Coppi nel 1953. Pronti via e se ne vanno in tre: il solito Bandiera, uno dei più battaglieri di questo Giro, il giovane Berlato e il belga Keisse, uno specialista delle Sei Giorni.
Il loro margine non raggiunge mai livelli importanti, anche perchè dietro lo sloveno Mezgec (alla fine sarà terzo) sente la gamba calda e consiglia il Team Giant Alpecin a tirare. Meno prolugati ma nettamente più interessanti i tentativi dell'ultima parte di gara. Sulla salita di Croce di Menaggio prova il passistone australiano Hansen: sembra far paura quando lo raggiunge un altro del suo stampo come Gretsch, ridiventa controllabile quando il tedesco non crede più nel tentativo e lo lascia solo. A conti fatti quello che va più vicino ad evitare lo sprint è Luca Paolini. Il lombardo, che sfrutta la perfetta conoscenza delle strade verso il traguardo, piazza lo spunto con scelta di tempo. Una curva da acrobata in una discesa molto tecnica gli permette aprire un varco tra sè e il gruppo. Dietro però, dopo un momento di sbandamento reagiscono. E' volata, parte il treno Lampre, parte Modolo.
Dunque come detto, per i big della generale una tappa abbastanza comoda, anche se Contador non la pensa proprio così: "E' stata tappa molto nervosa anche se di transizione, tutti sono andati molto velocemente. E' un Giro molto duro, anche più di quanto pensassi, e sono contento che perché non ho avuto nessun problema dopo che ieri ci sono state cose che non sono andate bene". Il Pistolero si rende conto che Landa, secondo in classifica, è quello che potrà insidiarne la maglia rosa: "Giusto, è bello che il ciclismo offra spettacolo e io sono pronto per la guerra". Gerarchie nuovo in casa Astana che riconosce anche Aru: "Landa sta andando forte e l'ha dimostrato sia all'Aprica che a Madonna di Campiglio". Sulla tappa: "C'era un po' di vento, era una tappa stressante e siamo andati forte. Dopo le fatiche del Mortirolo ho riposato bene, stamattina ho dormito fino a tardi, adesso mancano quattro giorni. La testa è la cosa fondamentale di questo sport". Ora il gran finale: "Gli ultimi quattro giorni si andrà ancora più forte".
ORDINE D'ARRIVO
1 - Sacha Modolo (ITA-Lampre)
2 - Giacomo Nizzolo (ITA-Trek) s. t.
3 - Luka Mezgec (SLO-Giant) s. t.
4 - Heinrich Haussler (AUS-IAM) s. t.
5 - Davide Appollonio (ITA-Androni) s. t.
6 - Stig Broeckx (BEL-Lotto) s. t.
7 - Juan Lobato (ESP-Movistar) s. t.
8 - Aleksandr Porsev (RUS-Katusha) s. t.
9 - Kevin Reza (FRA-FDJ) s. t.
10 - Kevin Van der Lijke (NED-LottoNL) s. t.
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 4'02''
3 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 4'52''
4 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 5'48''
5 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 8'27''
6 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 9'31''
7 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 9'52''
8 - Steven Kruiijswijk (NED-LottoNL) a 11'40''
9 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 12'48''
10 - Ryder Hesjedal (CAN-Cannondale) a 13'01''
Modolo vince nettamente, sfruttando alla perfezione il piano della Lampre, di fatto l'unica squadra in grado di controllare le complesse bagarre dello sprint. In pratica viene replicato il copione già riuscito alla perfezione in terra veneta: Richeze e Ferrari, due velocisti che lavorano per un terzo -Modolo, appunto- ed il gioco è fatto. Detto così sembra facile, ma vincere è sempre esercizio complesso. Chiedere lumi al collezionista di piazzamenti, Giacomo Nizzolo, che per la settima volta (!) in carriera giunge al secondo posto in una tappa del Giro. Stavolta almeno c'è un ricco premio di consolazione: conquista la maglia rossa di leader della classifica a punti strappandola a un Viviani che, dopo l'exploit del secondo giorno in Liguria, non è più riuscito a trovare il varco giusto. Lo sprinter del Team Sky fatica a destreggiarsi nel traffico: ci può stare, ma da uno come lui che viene dalla maestra pista sarebbe lecito attendersi qualche numero in più. Non cambia nulla nella classifica generale: anche se questo Giro ha sorpreso in punti impensabili, stavolta lo sconfinamento a Lugano scorre tranquillo per la maglia rosa Contador e gli altri big della generale.
"E' stata una vittoria diversa rispetto alla precedente -spiega il vincitore-. Il percorso era impegnativo, con la salita finale ai 4 km. Ho visto che alcuni velocisti faticavano, ma oggi faceva caldo e queste sono le mie giornate" Un doveroso plauso anche a Richeze e Ferrari: "Dopo mesi di prove siamo diventati uno dei 'treni' più forti". Giusta l'analisi di Modolo su un finale per il quale lo sprint non era affatto scontato. In tanti provano l'anticipo, addirittura partendo dal secondo dei 134 km previsti, la tappa più corta. Si arriva a Lugano, suona dolce per il ciclismo italiano: evoca il trionfo mondiale di Fausto Coppi nel 1953. Pronti via e se ne vanno in tre: il solito Bandiera, uno dei più battaglieri di questo Giro, il giovane Berlato e il belga Keisse, uno specialista delle Sei Giorni.
Il loro margine non raggiunge mai livelli importanti, anche perchè dietro lo sloveno Mezgec (alla fine sarà terzo) sente la gamba calda e consiglia il Team Giant Alpecin a tirare. Meno prolugati ma nettamente più interessanti i tentativi dell'ultima parte di gara. Sulla salita di Croce di Menaggio prova il passistone australiano Hansen: sembra far paura quando lo raggiunge un altro del suo stampo come Gretsch, ridiventa controllabile quando il tedesco non crede più nel tentativo e lo lascia solo. A conti fatti quello che va più vicino ad evitare lo sprint è Luca Paolini. Il lombardo, che sfrutta la perfetta conoscenza delle strade verso il traguardo, piazza lo spunto con scelta di tempo. Una curva da acrobata in una discesa molto tecnica gli permette aprire un varco tra sè e il gruppo. Dietro però, dopo un momento di sbandamento reagiscono. E' volata, parte il treno Lampre, parte Modolo.
Dunque come detto, per i big della generale una tappa abbastanza comoda, anche se Contador non la pensa proprio così: "E' stata tappa molto nervosa anche se di transizione, tutti sono andati molto velocemente. E' un Giro molto duro, anche più di quanto pensassi, e sono contento che perché non ho avuto nessun problema dopo che ieri ci sono state cose che non sono andate bene". Il Pistolero si rende conto che Landa, secondo in classifica, è quello che potrà insidiarne la maglia rosa: "Giusto, è bello che il ciclismo offra spettacolo e io sono pronto per la guerra". Gerarchie nuovo in casa Astana che riconosce anche Aru: "Landa sta andando forte e l'ha dimostrato sia all'Aprica che a Madonna di Campiglio". Sulla tappa: "C'era un po' di vento, era una tappa stressante e siamo andati forte. Dopo le fatiche del Mortirolo ho riposato bene, stamattina ho dormito fino a tardi, adesso mancano quattro giorni. La testa è la cosa fondamentale di questo sport". Ora il gran finale: "Gli ultimi quattro giorni si andrà ancora più forte".
ORDINE D'ARRIVO
1 - Sacha Modolo (ITA-Lampre)
2 - Giacomo Nizzolo (ITA-Trek) s. t.
3 - Luka Mezgec (SLO-Giant) s. t.
4 - Heinrich Haussler (AUS-IAM) s. t.
5 - Davide Appollonio (ITA-Androni) s. t.
6 - Stig Broeckx (BEL-Lotto) s. t.
7 - Juan Lobato (ESP-Movistar) s. t.
8 - Aleksandr Porsev (RUS-Katusha) s. t.
9 - Kevin Reza (FRA-FDJ) s. t.
10 - Kevin Van der Lijke (NED-LottoNL) s. t.
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 4'02''
3 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 4'52''
4 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 5'48''
5 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 8'27''
6 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 9'31''
7 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 9'52''
8 - Steven Kruiijswijk (NED-LottoNL) a 11'40''
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Philippe Gilbert fa doppietta, Contador dà una nuova lezione a Landa e Aru piazzando un'altra spallata, poderosa, nella corsa al trionfo finale.
Grandi firme nella diciottesima fatica del Giro, antipasto della due giorni dai dislivelli impossibili che precederanno la passerella milanese. Partiamo dal vallone, che dopo aver illuminato il cielo piovoso di Vicenza, viene baciato dal sole a Verbania, teatro di una azione da sovrano delle classiche. Gilbert fa tutto alla perfezione, anche dal punto di vista strategico: entra nel nutrito drappello di uomini andati in fuga con il benestare degli sceriffi del gruppo, lo fa giovandosi della compagnia del fido Moinard. E' un percorso duro nel finale, perchè c'è da scalare il Monte Ologno, pendenze che toccano il 13%. Gilbert non le tiene, o semplicemente non vuole farlo: davanti resta Moinard, che lavora di regia, prima attendendone il ritorno, poi facendo da stopper nel momento (ai -20 dal traguardo) della stoccata micidiale dell'ex campione del mondo.
Passiamo al Contador 'vendicatore'. Lo sgarbo sul Mortitolo gli bruciava ancora sulla pelle. Stavolta per lui fila tutto liscio, è Landa che rimane incastrato nelle retrovie causa una caduta: Contador salta sulla situazione, mette la squadra a tirare, Aru non lo tiene, Landa non riesce più a recuperarlo nonostante la superiorità numerica del gruppo inseguitore di cui faceva parte. Come se non bastasse la maglia rosa, in tratti di pianura, trova anche l'alleanza proficua, con Hesjedal soprattutt,o ma anche con Villella. E' così che in un giorno tendenzialmente da pari e patta, il pistolero va a prendersi un altro minuto abbondante di vantaggio da aggiungere al margine già cospicuo. Difficile a questo punto formulare ipotesi diverse dal suo trionfo domenica prossima a Milano.
Tappa senza respiro, a iniziare dall'azione che oltre a Gilbert e Moinard vede davanti Belkov, Bongiorno, Busato, Chavanel, De La Cruz, Haga, Nocentini, Siutsou, Villella e Weening. Sul Monte Ologno succede di tutto: davanti si avvantaggia un quartetto con De La Cruz, Bongiorno, Siutsou e Moinard. Dietro Gilbert trova la collaborazione di Nocentini e Chavanel. Intanto la caduta che coinvolge Landa evidenzia la netta differenza esistente tra lui e Contador: la maglia rosa in situazioni simili ha saputo mettere a posto le cose, il basco si abbatte psicologicamente ed 'accetta' il proprio destino procedendo in compagnia, tra gli altri, di un Aru ancora poco brillante e Amador. Due corse in una quindi: nella prima fuoco e fiamme le accende il calabrese Bongiorno (alla fine sarà secondo), che così facendo rompe ipotesi di collaborazione tra i battistrada. Una manna per Gilbert, che rientra, saluta e se ne va. "E' la prima volta che vedo Contador in televisione mentre io sono già arrivato - scherza il vincitore -. E' una sensazione strana. Sono felice della seconda vittoria. Abbiamo interpretato alla grande la gara con Moinard che mi ha coperto la fuga e con il quale ho lavorato bene. Sono stato sempre a ruota e sono scollinato con 50 secondi e sapevo che sarebbe bastato, sono rientrato ed è andata bene".
Contador solo ai microfoni evita di fare il tiranno: "Sto bene, sono contento, mancano però ancora tre tappe dure. Forse oggi ho consumato troppe energie...". Sulla presunta 'vendetta' dopo il Mortirolo: "No, è un po' diverso. La salita di oggi non era una salita difficile come quella del Mortirolo. Io comunque sono salito bene. Poi Landa era rimasto staccato, ma con me c'era anche Fabio Aru, pensavo mi venisse dietro e invece...". Aru conferma: "Se avessi avuto le gambe sarei andato con Contador, ma oggi aveva un altro passo. Nel finale stavo meglio, ma Alberto era già andato, adesso pensiamo a domani e dopo". Infine Landa, che la maglia rosa ormai sembra averla archiviata: - "Sono caduto, ho perso tempo prezioso, poi il resto l'avete visto tutti. Contador ha visto l'opportunità di prendere vantaggio e lo ha fatto. Adesso il nostro obiettivo è mantenere le due posizioni sul podio e magari vincere qualche altra tappa".
ORDINE D'ARRIVO
1. Philippe Gilbert (Bel) in 4h04'14" (+16" abbuono) (media 41,763 km/h)
2. Manuel F. Bongiorno (Ita) a 00'47" (+07" abbuono)
3. Sylvain Chavanel (Fra) a 01'01" (+04" abbuono)
4. Matteo Busato (Ita) s.t.
5. Amael Moinard (Fra) s.t. (+02" abbuono)
6. David de la Cruz (Spa) s.t.
7. Rinaldo Nocentini (Ita) s.t. (+01" abbuono)
8. Kanstantsin Siutsou (Bie) s.t. (+02" abbuono)
9. Chad Haga (Usa) a 02'42"
10. Pieter Weening (Ola) a 03'55"
11. Ryder Hesjedal (Can) a 06'05"
12. Alberto Contador (Spa) s.t.
13. Davide Villella (Ita) a 06'38"
14. Alexandre Geniez (Fra) a 07'18"
23. Mikel Landa (Spa) s.t.
24. Fabio Aru (Ita) s.t.
25. Andrey Amador (Crc) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Alberto Contador (Spa) in 72h23'09" (km percorsi 2.888, media 39,897 km/h)
2. Mikel Landa (Spa) a 05'15"
3. Fabio Aru (Ita) a 06'05"
4. Andrey Amador (Crc) a 07'01"
5. Yury Trofimov (Rus) a 09'40"
6. Leopold Koenig (Cec) a 10'44"
7. Damiano Caruso (Ita) a 11'05"
8. Steven Kruijswijk (Ola) a 12'53"
9. Ryder Hesjedal (Can) a 13'01"
10. Alexandre Geniez (Fra) a 14'01"
15. Rigoberto Uran Uran (Col) a 23'25"
Grandi firme nella diciottesima fatica del Giro, antipasto della due giorni dai dislivelli impossibili che precederanno la passerella milanese. Partiamo dal vallone, che dopo aver illuminato il cielo piovoso di Vicenza, viene baciato dal sole a Verbania, teatro di una azione da sovrano delle classiche. Gilbert fa tutto alla perfezione, anche dal punto di vista strategico: entra nel nutrito drappello di uomini andati in fuga con il benestare degli sceriffi del gruppo, lo fa giovandosi della compagnia del fido Moinard. E' un percorso duro nel finale, perchè c'è da scalare il Monte Ologno, pendenze che toccano il 13%. Gilbert non le tiene, o semplicemente non vuole farlo: davanti resta Moinard, che lavora di regia, prima attendendone il ritorno, poi facendo da stopper nel momento (ai -20 dal traguardo) della stoccata micidiale dell'ex campione del mondo.
Passiamo al Contador 'vendicatore'. Lo sgarbo sul Mortitolo gli bruciava ancora sulla pelle. Stavolta per lui fila tutto liscio, è Landa che rimane incastrato nelle retrovie causa una caduta: Contador salta sulla situazione, mette la squadra a tirare, Aru non lo tiene, Landa non riesce più a recuperarlo nonostante la superiorità numerica del gruppo inseguitore di cui faceva parte. Come se non bastasse la maglia rosa, in tratti di pianura, trova anche l'alleanza proficua, con Hesjedal soprattutt,o ma anche con Villella. E' così che in un giorno tendenzialmente da pari e patta, il pistolero va a prendersi un altro minuto abbondante di vantaggio da aggiungere al margine già cospicuo. Difficile a questo punto formulare ipotesi diverse dal suo trionfo domenica prossima a Milano.
Tappa senza respiro, a iniziare dall'azione che oltre a Gilbert e Moinard vede davanti Belkov, Bongiorno, Busato, Chavanel, De La Cruz, Haga, Nocentini, Siutsou, Villella e Weening. Sul Monte Ologno succede di tutto: davanti si avvantaggia un quartetto con De La Cruz, Bongiorno, Siutsou e Moinard. Dietro Gilbert trova la collaborazione di Nocentini e Chavanel. Intanto la caduta che coinvolge Landa evidenzia la netta differenza esistente tra lui e Contador: la maglia rosa in situazioni simili ha saputo mettere a posto le cose, il basco si abbatte psicologicamente ed 'accetta' il proprio destino procedendo in compagnia, tra gli altri, di un Aru ancora poco brillante e Amador. Due corse in una quindi: nella prima fuoco e fiamme le accende il calabrese Bongiorno (alla fine sarà secondo), che così facendo rompe ipotesi di collaborazione tra i battistrada. Una manna per Gilbert, che rientra, saluta e se ne va. "E' la prima volta che vedo Contador in televisione mentre io sono già arrivato - scherza il vincitore -. E' una sensazione strana. Sono felice della seconda vittoria. Abbiamo interpretato alla grande la gara con Moinard che mi ha coperto la fuga e con il quale ho lavorato bene. Sono stato sempre a ruota e sono scollinato con 50 secondi e sapevo che sarebbe bastato, sono rientrato ed è andata bene".
Contador solo ai microfoni evita di fare il tiranno: "Sto bene, sono contento, mancano però ancora tre tappe dure. Forse oggi ho consumato troppe energie...". Sulla presunta 'vendetta' dopo il Mortirolo: "No, è un po' diverso. La salita di oggi non era una salita difficile come quella del Mortirolo. Io comunque sono salito bene. Poi Landa era rimasto staccato, ma con me c'era anche Fabio Aru, pensavo mi venisse dietro e invece...". Aru conferma: "Se avessi avuto le gambe sarei andato con Contador, ma oggi aveva un altro passo. Nel finale stavo meglio, ma Alberto era già andato, adesso pensiamo a domani e dopo". Infine Landa, che la maglia rosa ormai sembra averla archiviata: - "Sono caduto, ho perso tempo prezioso, poi il resto l'avete visto tutti. Contador ha visto l'opportunità di prendere vantaggio e lo ha fatto. Adesso il nostro obiettivo è mantenere le due posizioni sul podio e magari vincere qualche altra tappa".
ORDINE D'ARRIVO
1. Philippe Gilbert (Bel) in 4h04'14" (+16" abbuono) (media 41,763 km/h)
2. Manuel F. Bongiorno (Ita) a 00'47" (+07" abbuono)
3. Sylvain Chavanel (Fra) a 01'01" (+04" abbuono)
4. Matteo Busato (Ita) s.t.
5. Amael Moinard (Fra) s.t. (+02" abbuono)
6. David de la Cruz (Spa) s.t.
7. Rinaldo Nocentini (Ita) s.t. (+01" abbuono)
8. Kanstantsin Siutsou (Bie) s.t. (+02" abbuono)
9. Chad Haga (Usa) a 02'42"
10. Pieter Weening (Ola) a 03'55"
11. Ryder Hesjedal (Can) a 06'05"
12. Alberto Contador (Spa) s.t.
13. Davide Villella (Ita) a 06'38"
14. Alexandre Geniez (Fra) a 07'18"
23. Mikel Landa (Spa) s.t.
24. Fabio Aru (Ita) s.t.
25. Andrey Amador (Crc) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Alberto Contador (Spa) in 72h23'09" (km percorsi 2.888, media 39,897 km/h)
2. Mikel Landa (Spa) a 05'15"
3. Fabio Aru (Ita) a 06'05"
4. Andrey Amador (Crc) a 07'01"
5. Yury Trofimov (Rus) a 09'40"
6. Leopold Koenig (Cec) a 10'44"
7. Damiano Caruso (Ita) a 11'05"
8. Steven Kruijswijk (Ola) a 12'53"
9. Ryder Hesjedal (Can) a 13'01"
10. Alexandre Geniez (Fra) a 14'01"
15. Rigoberto Uran Uran (Col) a 23'25"
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Giro d'Italia: Aru dà spettacolo. E' suo il tappone a Cervinia
Da campioncino a campione. In quel di Cervinia Fabio Aru fa il vero salto di qualità della carriera. Di segnali il sardo, anche nella scorsa stagione, ne aveva dati tanti, stavolta però il discorso è diverso. In un Giro in cui la spia rossa delle sue energie si era affacciata sinistramente a più riprese, il sardo dimostra di non avere solo qualità tecniche -questo era chiaro- ma quella cosa necessaria per entrare tra i grandi che si chiama carattere. "Se non sono sprofondato è merito della testa", aveva detto Aru nei giorni scorsi. Non erano parole al vento, la dimostrazione in quelle braccia alzate al cielo, vincitore solitario nella frazione più dura. Una impresa che gli regala anche la soddisfazione di riprendersi la leadership della Astana: Mikel Landa, non disdegnava i gradi di capitano, ma deve di nuovo cedergli il secondo posto della generale. Circa il primo non cambia, non poteva cambiare niente: la maglia di Alberto Contador è di un rosa sempre più intenso.
Un arrivo da grandi, reso ovviamente possibile anche dal gran lavoro dell'Astana, Si capisce subito che il team kazako non ha intenzione di lasciare niente. Quando va via la immancabile fuga di giornata lascia margini, ma rimediabili. Otto uomini al comando, Visconti è quello che tiene più duro. Il Saint Barthelemy e il Saint Pantaleon (salite a di poco toste) non gli servono per accarezzare la gloria della tappa, sono però funzionali ad accaparrare punti preziosi per la maglia azzurra (sostituita della vecchia, cara verde) di leader del Gran Premio della Montagna. Visconti compie la sua impresa personale, ma l'ultima salita è, scritto con il massimo rispetto per il siciliano, roba da altre tempre. Contador, dopo la tirannia esibita nel giorno precedente, stavolta interpreta la versione 'padrone buono': Il Pistolero bada solo a spegnere gli ardori di Landa. Corre sul basco, non si preoccupa di reagire allo scatto Ryder Hesjedal: questione di classifica e di opportunità, visto che nella frazione precedente il canadesone gli aveva fatto il favore trasversale quando era rimasto senza compagni di squadra.
La salita è interminabile, 19 km. Aru salta sull'azione del canadese, lo mette nel mirino ma sembra soffrire per raggiungerlo. Quindi ne aggancia la ruota e ti aspetti che prenda fiato, invece... Parte una sorta di volata, neanche il traguardo fosse dietro l'angolo. Mancano invece ancora 5 km, ma ormai se li mette sulle spalle senza sentirne il peso. Dietro, Contador e Landa a parte, nessuno ha le gambe per reagire, Aru invece quansi vorrebbe che la salita non finisse mai: se la gusta fino al fondo, poi l'urlo liberatorio. "Non so cosa pensare. In questi giorni ho sofferto tanto, il Mortirolo è stato un calvario. Ma non ho mollato - commenta Aru- Ho dato tutto, la squadra è stata fantastica. Stavo bene e ho provato io, ma tutti i ragazzi sono stati incredibili, nei momenti difficili mi sono sempre stati vicini. Così come tutti i componenti dello staff. Il gruppo si vede non solo nei momenti in cui vinci. Il successo di oggi particolare? Il Giro della Valle d'Aosta è sempre stato il mio preferito. Sono legato a questi posti, conoscevo gli ultimi km a memoria. Sono felice". Aru elogia anche il lavoro del compagno di team Paolo Tiralongo: "E' incredibile. Lo ringrazio". Fabio Aru a Cervinia: da campioncino a campione.
ORDINE D'ARRIVO
1 - Fabio Aru (ITA-Astana)
2 - Ryder Hesjedal (CAN-Cannondale) a 28''
3 - Rigoberto Uran (COL-Etixx) a 1'10''
4 - Tanel Kangert (EST-Astana) a 1'18''
5 - Steven Kruijswijk (NED-LottoNL) a 1'18''
6 - Alberto Contador (ESP-Astana) a 1'18''
7 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 1'18''
8 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 1'21''
9 - Mikel Nieve (ESP-Sky) a 1'24''
10 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 2'24''
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 4'37''
3 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 5'15''
4 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 8'10''
5 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 10'47''
6 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 11'11''
7 - Ryder Hesjedal (CAN-Cannondale) a 12'05''
8 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 12'14''
9 - Steven Kruijswijk (NED-LottoNL) a 12'53''
10 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 15'07''
Da campioncino a campione. In quel di Cervinia Fabio Aru fa il vero salto di qualità della carriera. Di segnali il sardo, anche nella scorsa stagione, ne aveva dati tanti, stavolta però il discorso è diverso. In un Giro in cui la spia rossa delle sue energie si era affacciata sinistramente a più riprese, il sardo dimostra di non avere solo qualità tecniche -questo era chiaro- ma quella cosa necessaria per entrare tra i grandi che si chiama carattere. "Se non sono sprofondato è merito della testa", aveva detto Aru nei giorni scorsi. Non erano parole al vento, la dimostrazione in quelle braccia alzate al cielo, vincitore solitario nella frazione più dura. Una impresa che gli regala anche la soddisfazione di riprendersi la leadership della Astana: Mikel Landa, non disdegnava i gradi di capitano, ma deve di nuovo cedergli il secondo posto della generale. Circa il primo non cambia, non poteva cambiare niente: la maglia di Alberto Contador è di un rosa sempre più intenso.
Un arrivo da grandi, reso ovviamente possibile anche dal gran lavoro dell'Astana, Si capisce subito che il team kazako non ha intenzione di lasciare niente. Quando va via la immancabile fuga di giornata lascia margini, ma rimediabili. Otto uomini al comando, Visconti è quello che tiene più duro. Il Saint Barthelemy e il Saint Pantaleon (salite a di poco toste) non gli servono per accarezzare la gloria della tappa, sono però funzionali ad accaparrare punti preziosi per la maglia azzurra (sostituita della vecchia, cara verde) di leader del Gran Premio della Montagna. Visconti compie la sua impresa personale, ma l'ultima salita è, scritto con il massimo rispetto per il siciliano, roba da altre tempre. Contador, dopo la tirannia esibita nel giorno precedente, stavolta interpreta la versione 'padrone buono': Il Pistolero bada solo a spegnere gli ardori di Landa. Corre sul basco, non si preoccupa di reagire allo scatto Ryder Hesjedal: questione di classifica e di opportunità, visto che nella frazione precedente il canadesone gli aveva fatto il favore trasversale quando era rimasto senza compagni di squadra.
La salita è interminabile, 19 km. Aru salta sull'azione del canadese, lo mette nel mirino ma sembra soffrire per raggiungerlo. Quindi ne aggancia la ruota e ti aspetti che prenda fiato, invece... Parte una sorta di volata, neanche il traguardo fosse dietro l'angolo. Mancano invece ancora 5 km, ma ormai se li mette sulle spalle senza sentirne il peso. Dietro, Contador e Landa a parte, nessuno ha le gambe per reagire, Aru invece quansi vorrebbe che la salita non finisse mai: se la gusta fino al fondo, poi l'urlo liberatorio. "Non so cosa pensare. In questi giorni ho sofferto tanto, il Mortirolo è stato un calvario. Ma non ho mollato - commenta Aru- Ho dato tutto, la squadra è stata fantastica. Stavo bene e ho provato io, ma tutti i ragazzi sono stati incredibili, nei momenti difficili mi sono sempre stati vicini. Così come tutti i componenti dello staff. Il gruppo si vede non solo nei momenti in cui vinci. Il successo di oggi particolare? Il Giro della Valle d'Aosta è sempre stato il mio preferito. Sono legato a questi posti, conoscevo gli ultimi km a memoria. Sono felice". Aru elogia anche il lavoro del compagno di team Paolo Tiralongo: "E' incredibile. Lo ringrazio". Fabio Aru a Cervinia: da campioncino a campione.
ORDINE D'ARRIVO
1 - Fabio Aru (ITA-Astana)
2 - Ryder Hesjedal (CAN-Cannondale) a 28''
3 - Rigoberto Uran (COL-Etixx) a 1'10''
4 - Tanel Kangert (EST-Astana) a 1'18''
5 - Steven Kruijswijk (NED-LottoNL) a 1'18''
6 - Alberto Contador (ESP-Astana) a 1'18''
7 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 1'18''
8 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 1'21''
9 - Mikel Nieve (ESP-Sky) a 1'24''
10 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 2'24''
CLASSIFICA GENERALE
1 - Alberto Contador (ESP-Tinkoff)
2 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 4'37''
3 - Mikel Landa (ESP-Astana) a 5'15''
4 - Andrey Amador (CRC-Movistar) a 8'10''
5 - Leopold Konig (CZE-Sky) a 10'47''
6 - Yury Trofimov (RUS-Katusha) a 11'11''
7 - Ryder Hesjedal (CAN-Cannondale) a 12'05''
8 - Damiano Caruso (ITA-BMC) a 12'14''
9 - Steven Kruijswijk (NED-LottoNL) a 12'53''
10 - Alexandre Geniez (FRA-FDJ) a 15'07''
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Re: [Ciclismo] Giro d'Italia 2015
Giro, stupendo bis di Aru a Sestriere. Contador a 2'25'' ma resiste in rosa
Dopo Cervinia, Sestriere. Il 24enne Fabio Aru (Astana) concede il bis e trionfa per distacco nella 20ª tappa del 98° Giro d’Italia, Saint Vincent-Sestriere (199 km). Alle spalle del sardo - ancora secondo dopo l’arrivo a Cervinia, il canadese Ryder Hesjedal (Cannondale-Garmin) a 18”. Terzo e quarto a 24” Rigoberto Uran (Etixx-QuickStep) e Mikel Landa (Astana). Per Aru, pro’ dal 2012 e già vittorioso venerdì a Cervinia (19ª tappa), si tratta del terzo centro alla corsa rosa, l’ottavo da professionista. La maglia rosa Alberto Contador (Tinkoff-Saxo) è arrivato sesto con un ritardo di 2’25”, ma stringe la presa, ora davvero salda, sulla corsa rosa (senza vincere alcuna tappa). In classifica generale cambiano i distacchi tra i primi tre: Aru secondo a 2’02” dallo spagnolo, Landa terzo a 3’14”.
LA TAPPA — Una questione di volte. La penultima del 98° Giro (chiusura domenica a Milano), la terza del Colle delle Finestre (esordio nel 2005, poi 2011, Cima Coppi di questa edizione), la settima del Sestriere (gli altri sei arrivi in salita: ’91, ’93, ’94, 2000, ’05, ’11). I 199 chilometri della 20ª frazione della corsa rosa sono piatti e sereni fino a Susa (151 km). Da lì, Finestre e Sestriere uno dopo l’altro con arrivo in salita a 2035 metri. Al chilometro 36 vanno via in 9: Julien Berard (Ag2r-La Mondiale), Diego Ulissi (Lampre-Merida), Jon Izagirre (Movistar), Giacomo Berlato (Nippo Vini Fantini), Marco Bandiera (Androni-Sidermec), Nicola Boem (Bardiani CSF), Aleksejs Saramotins (Iam), Matteo Busato (Southeast) e Ilnur Zakarin (Katusha). Dopo circa 50 chilometri di gara la fuga guadagna 2’ sul gruppo. La curiosità, però, riguarda Bandiera e Boem: i due si giocano il Premio Fuga Pinarello - assegnato a fine Giro al corridore con il maggior numero di chilometri in fuga – con l’uomo Androni in vantaggio di 61 km in classifica sul vincitore della decima tappa.
FINESTRE — Dopo i traguardi volanti di Venaria Reale (97) e Susa (151) - entrambi Boem davanti a Bandiera – a meno di 50 km dal traguardo di Sestriere i fuggitivi attaccano la salita del Colle delle Finestre (18,5 km al 9%, punte al 14%) con un vantaggio sul gruppo di 35”. L’ascesa mette tutti in riga. I battistrada saltano ad eccezione del re di Imola Ilnur Zakarin, che ai -40 è inseguito da Pirazzi (a 50”) e dal gruppo maglia rosa (a 1’23”). Le cose si animano anche dietro, perché Kangert (Astana) spezza la regolarità dell’ascesa e traina, tra gli altri, Contador, Uran, Landa e Aru (-37 km). Mentre il russo continua da solo al comando (-32.5), Landa rompe gli indugi: Contador prova la chiusura, ma perde la ruota del connazionale che va all’inseguimento di Zakarin. L’azione del basco Astana, terzo nella generale, riduce a sei - oltre a lui - gli elementi del gruppo maglia rosa: Hesjedal, Contador, Aru, Uran, Kruijswijk e Kangert. Il colpo vero per la maglia rosa arriva quando i big, a meno di 2 km dal Gpm, cambiano passo e lo lasciano sul posto. La maglia rosa non riesce a rispondere e resta solo, con Landa e Aru che si giocano tutto per approfittare del black out di Contador. Al Gpm del Colle (27,5 all’arrivo) Landa transita primo davanti a Zakarin, raggiunto e superato. Aru passa dopo 30”, Contador 1’27”.
ARU BIS — La discesa del Colle delle Finestre è molto tecnica e Contador, sempre solo, non riesce a ridurre il suo ritardo. Landa e Zakarin arrivano all’attacco del Sestriere (-9.2) con circa 30” di vantaggio sul quartetto Aru, Uran, Kruijswijk e Kangert. Davanti, però, il russo non concede cambi al basco dell’Astana e i due vengono ripresi dagli inseguitori a poco più di 8 dall’arrivo. Zakarin non ne ha più e saluta il gruppo di testa ai -5, con Contador (in compagnia di Kangert formato stopper) a 1’19”. Il quintetto davanti inizia a giocarsi la tappa ai -2, quando Aru saluta, scatta e se ne va da solo con una rasoiata. Nessuno riesce a rispondere all’attacco del sardo che, con una sua classica progressione, potente e continua, arriva al traguardo e centra il bis in questa edizione della corsa rosa. Hesjedal, proprio come nella 19/esima tappa, chiude secondo (a 18”) alle spalle di Aru.
ARRIVO — 1. Fabio ARU (Astana) 199 km in 5h12’25”; 2. Ryder HESJEDAL (Can, Cannondale-Garmin) a 18”; 3. Rigoberto URAN (Col, Etixx) a 24”; 4. Landa (Spa); 5. Kruijswuijk (Ola) a 34”; 6. Contador (Spa) a 2’25”; 7. Kangert (Est) a 2’28”; 8. Pellizotti; 9. Konig (R.Cec); 10. Rosa.
CLASSIFICA — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 84h03’30”; 2. Fabio ARU (Astana) a 2’02”; 3. Mikel LANDA (Spa, Astana); 4. Amador (C.Rica) a 8’19”; 5. Hesjedal (Can) a 9’52”; 6. Konig (R.Cec) a 10’50”; 7. Kruijswijk (Ola) a 11’02”; 8. Caruso a 12’17”; 9. Geniez (Fra) a 16’00”; 10. Trofimov (Rus) a 16’23”.
Dopo Cervinia, Sestriere. Il 24enne Fabio Aru (Astana) concede il bis e trionfa per distacco nella 20ª tappa del 98° Giro d’Italia, Saint Vincent-Sestriere (199 km). Alle spalle del sardo - ancora secondo dopo l’arrivo a Cervinia, il canadese Ryder Hesjedal (Cannondale-Garmin) a 18”. Terzo e quarto a 24” Rigoberto Uran (Etixx-QuickStep) e Mikel Landa (Astana). Per Aru, pro’ dal 2012 e già vittorioso venerdì a Cervinia (19ª tappa), si tratta del terzo centro alla corsa rosa, l’ottavo da professionista. La maglia rosa Alberto Contador (Tinkoff-Saxo) è arrivato sesto con un ritardo di 2’25”, ma stringe la presa, ora davvero salda, sulla corsa rosa (senza vincere alcuna tappa). In classifica generale cambiano i distacchi tra i primi tre: Aru secondo a 2’02” dallo spagnolo, Landa terzo a 3’14”.
LA TAPPA — Una questione di volte. La penultima del 98° Giro (chiusura domenica a Milano), la terza del Colle delle Finestre (esordio nel 2005, poi 2011, Cima Coppi di questa edizione), la settima del Sestriere (gli altri sei arrivi in salita: ’91, ’93, ’94, 2000, ’05, ’11). I 199 chilometri della 20ª frazione della corsa rosa sono piatti e sereni fino a Susa (151 km). Da lì, Finestre e Sestriere uno dopo l’altro con arrivo in salita a 2035 metri. Al chilometro 36 vanno via in 9: Julien Berard (Ag2r-La Mondiale), Diego Ulissi (Lampre-Merida), Jon Izagirre (Movistar), Giacomo Berlato (Nippo Vini Fantini), Marco Bandiera (Androni-Sidermec), Nicola Boem (Bardiani CSF), Aleksejs Saramotins (Iam), Matteo Busato (Southeast) e Ilnur Zakarin (Katusha). Dopo circa 50 chilometri di gara la fuga guadagna 2’ sul gruppo. La curiosità, però, riguarda Bandiera e Boem: i due si giocano il Premio Fuga Pinarello - assegnato a fine Giro al corridore con il maggior numero di chilometri in fuga – con l’uomo Androni in vantaggio di 61 km in classifica sul vincitore della decima tappa.
FINESTRE — Dopo i traguardi volanti di Venaria Reale (97) e Susa (151) - entrambi Boem davanti a Bandiera – a meno di 50 km dal traguardo di Sestriere i fuggitivi attaccano la salita del Colle delle Finestre (18,5 km al 9%, punte al 14%) con un vantaggio sul gruppo di 35”. L’ascesa mette tutti in riga. I battistrada saltano ad eccezione del re di Imola Ilnur Zakarin, che ai -40 è inseguito da Pirazzi (a 50”) e dal gruppo maglia rosa (a 1’23”). Le cose si animano anche dietro, perché Kangert (Astana) spezza la regolarità dell’ascesa e traina, tra gli altri, Contador, Uran, Landa e Aru (-37 km). Mentre il russo continua da solo al comando (-32.5), Landa rompe gli indugi: Contador prova la chiusura, ma perde la ruota del connazionale che va all’inseguimento di Zakarin. L’azione del basco Astana, terzo nella generale, riduce a sei - oltre a lui - gli elementi del gruppo maglia rosa: Hesjedal, Contador, Aru, Uran, Kruijswijk e Kangert. Il colpo vero per la maglia rosa arriva quando i big, a meno di 2 km dal Gpm, cambiano passo e lo lasciano sul posto. La maglia rosa non riesce a rispondere e resta solo, con Landa e Aru che si giocano tutto per approfittare del black out di Contador. Al Gpm del Colle (27,5 all’arrivo) Landa transita primo davanti a Zakarin, raggiunto e superato. Aru passa dopo 30”, Contador 1’27”.
ARU BIS — La discesa del Colle delle Finestre è molto tecnica e Contador, sempre solo, non riesce a ridurre il suo ritardo. Landa e Zakarin arrivano all’attacco del Sestriere (-9.2) con circa 30” di vantaggio sul quartetto Aru, Uran, Kruijswijk e Kangert. Davanti, però, il russo non concede cambi al basco dell’Astana e i due vengono ripresi dagli inseguitori a poco più di 8 dall’arrivo. Zakarin non ne ha più e saluta il gruppo di testa ai -5, con Contador (in compagnia di Kangert formato stopper) a 1’19”. Il quintetto davanti inizia a giocarsi la tappa ai -2, quando Aru saluta, scatta e se ne va da solo con una rasoiata. Nessuno riesce a rispondere all’attacco del sardo che, con una sua classica progressione, potente e continua, arriva al traguardo e centra il bis in questa edizione della corsa rosa. Hesjedal, proprio come nella 19/esima tappa, chiude secondo (a 18”) alle spalle di Aru.
ARRIVO — 1. Fabio ARU (Astana) 199 km in 5h12’25”; 2. Ryder HESJEDAL (Can, Cannondale-Garmin) a 18”; 3. Rigoberto URAN (Col, Etixx) a 24”; 4. Landa (Spa); 5. Kruijswuijk (Ola) a 34”; 6. Contador (Spa) a 2’25”; 7. Kangert (Est) a 2’28”; 8. Pellizotti; 9. Konig (R.Cec); 10. Rosa.
CLASSIFICA — 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 84h03’30”; 2. Fabio ARU (Astana) a 2’02”; 3. Mikel LANDA (Spa, Astana); 4. Amador (C.Rica) a 8’19”; 5. Hesjedal (Can) a 9’52”; 6. Konig (R.Cec) a 10’50”; 7. Kruijswijk (Ola) a 11’02”; 8. Caruso a 12’17”; 9. Geniez (Fra) a 16’00”; 10. Trofimov (Rus) a 16’23”.
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