Turci ricomincia dal basket
Inviato: 29.11.07 - 13:38
GRADO (Go) —Il bello è che a calcio uno alto come lui fa la figura del gigante, mentre a basket rientra un po’ più nella norma. Il «lui» in questione è Luigi Turci, ex portiere di Cremonese, Alessandria, Sampdoria, Udinese e, fino allo scorso anno, Cesena. Uno che tanti anni fa, quando s’era messo in evidenza a Cremona, sarebbe dovuto andare anche all’Inter, se non fosse saltato l’affare all'ultimo momento: venne bocciato dalla signora Pellegrini, moglie dell’allora presidente dell’Inter, che lo sottopose (a sua insaputa) a un esame grafologico dopo una cena alla quale il portiere si presentò con un bel mazzo di fiori per la padrona di casa.
A Grado, in provincia di Gorizia, dove tra l’altro vive, che il buon Gigi (38 primavere a gennaio) ha scoperto una seconda carriera, dopo aver appeso i canonici guantoni al chiodo. Da quest'anno, gioca nella locale squadra di pallacanestro, che disputa il campionato di Promozione.
«E’ stata la società a contattarmi, e io ho accettato con entusiasmo, visto che non volevo rimanere fermo — spiega Turci —sono un principiante del basket, ma me la cavo bene. La tecnica individuale è migliorabile, lo ammetto. In compenso il mio metro e novanta aiuta molto, specialmente a rimbalzo. Essendo io il più alto della squadra non potevo che fare il pivot».
Una passione, quella della palla a spicchi, nata proprio ai tempi dell’Udinese. «Ci allenavamo in palestra con De Sanctis e Zampa, l’allora preparatore dei portieri— ricorda ancora Turci — avrei voluto continuare a giocare anche in seguito, ma alla Sampdoria e al Cesena mancavano i canestri».
Viaggia forte, il Grado: cinque vittorie su sei partite. E la canotta numero 12? Una scelta romantica, a ricordare i tempi in cui difendeva la porta?
«Macché. Era l'unica della mia taglia». Scherza lui. Che insomma, gigante era e gigante è rimasto.
A Grado, in provincia di Gorizia, dove tra l’altro vive, che il buon Gigi (38 primavere a gennaio) ha scoperto una seconda carriera, dopo aver appeso i canonici guantoni al chiodo. Da quest'anno, gioca nella locale squadra di pallacanestro, che disputa il campionato di Promozione.
«E’ stata la società a contattarmi, e io ho accettato con entusiasmo, visto che non volevo rimanere fermo — spiega Turci —sono un principiante del basket, ma me la cavo bene. La tecnica individuale è migliorabile, lo ammetto. In compenso il mio metro e novanta aiuta molto, specialmente a rimbalzo. Essendo io il più alto della squadra non potevo che fare il pivot».
Una passione, quella della palla a spicchi, nata proprio ai tempi dell’Udinese. «Ci allenavamo in palestra con De Sanctis e Zampa, l’allora preparatore dei portieri— ricorda ancora Turci — avrei voluto continuare a giocare anche in seguito, ma alla Sampdoria e al Cesena mancavano i canestri».
Viaggia forte, il Grado: cinque vittorie su sei partite. E la canotta numero 12? Una scelta romantica, a ricordare i tempi in cui difendeva la porta?
«Macché. Era l'unica della mia taglia». Scherza lui. Che insomma, gigante era e gigante è rimasto.