Tour: Riccò positivo all'EPO, escluso e rischia l'arresto
Inviato: 17.07.08 - 13:24
Finisce la favola di Riccardo Riccò al Tour de France. Lo scalatore modenese classe '83, vincitore di due tappe in questa edizione della Grande Boucle e nono in classifica generale è risultato positivo ai controlli antidoping effettuati tra il 3 e il 4 luglio, prima della cronometro individuale di Cholet. Immediata la sospensione dalla corsa. Dopo la comunicazione del risultato dei test la sua squadra, la Saunier Duval, ha annunciato il ritiro dei corridori con la maglia bianca e gialla dalla corsa francese. Tra loro anche Leonardo Piepoli, vincitore della decima tappa, e il colombiano Juan Josè Cobo, ottavo nella generale.
Secondo l'agenzia antidoping transalpina (AFLD), nelle urine del ciclista sono state trovate tracce di Epo di terza generazione, il cosiddetto Cera (Continuous Erythropietin Receptor Activator), un attivatore continuo dei recettori dell'eritropoietina che stimola la produzione di globuli rossi.
Dopo la notifica del risultato dei test, il corridore è stato prelevato dalle forze dell'ordine e portato in gendarmeria, dove adesso si trova in stato di fermo ed in attesa di essere interrogato.
Riccardo Riccò, astro nascente del ciclismo italiano, stava correndo un esaltante Tour de France. Dopo la vittoria a Super Besse e quella non meno importante sul Col d'Aspin, il modenese occupava il nono posto nella generale, indossava la maglia a pois della classifica degli scalatori ed era anche primo nella graduatoria della maglia bianca, che indica il miglior ciclista con meno di 25 anni. Il suo è il terzo caso di doping quest'anno alla Grande Boucle: prima di lui, sempre per positività all'Epo, sono stati fermati gli spagnoli Manuel Beltran l'11 luglio e proprio ieri Moises Duenas.
"E' la stessa sostanza trovata negli altri due ciclisti fermati" ha dichiarato il presidente dell'AFLD Pierre Bordry. E' furente il presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale Pat McQuaid "La mia è ancora una volta una reazione di collera. Ora si dirà che tutti utilizzano la stessa sostanza e che qualcuno gliel'ha venduta. Io sono orgoglioso che questi corridori siano stati presi. Il tour - ha continuato McQuaid - deve andare avanti fino alla fine, fino a Parigi".
Secondo l'agenzia antidoping transalpina (AFLD), nelle urine del ciclista sono state trovate tracce di Epo di terza generazione, il cosiddetto Cera (Continuous Erythropietin Receptor Activator), un attivatore continuo dei recettori dell'eritropoietina che stimola la produzione di globuli rossi.
Dopo la notifica del risultato dei test, il corridore è stato prelevato dalle forze dell'ordine e portato in gendarmeria, dove adesso si trova in stato di fermo ed in attesa di essere interrogato.
Riccardo Riccò, astro nascente del ciclismo italiano, stava correndo un esaltante Tour de France. Dopo la vittoria a Super Besse e quella non meno importante sul Col d'Aspin, il modenese occupava il nono posto nella generale, indossava la maglia a pois della classifica degli scalatori ed era anche primo nella graduatoria della maglia bianca, che indica il miglior ciclista con meno di 25 anni. Il suo è il terzo caso di doping quest'anno alla Grande Boucle: prima di lui, sempre per positività all'Epo, sono stati fermati gli spagnoli Manuel Beltran l'11 luglio e proprio ieri Moises Duenas.
"E' la stessa sostanza trovata negli altri due ciclisti fermati" ha dichiarato il presidente dell'AFLD Pierre Bordry. E' furente il presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale Pat McQuaid "La mia è ancora una volta una reazione di collera. Ora si dirà che tutti utilizzano la stessa sostanza e che qualcuno gliel'ha venduta. Io sono orgoglioso che questi corridori siano stati presi. Il tour - ha continuato McQuaid - deve andare avanti fino alla fine, fino a Parigi".