— E' vero che va all’estero perché nessuno la voleva più in Italia?
"No. Alla mia età ho ancora la fortuna di poter scegliere. Mi cercavano in tanti; oltre che dalla serie A, anche dai tre campionati principali come Spagna, Inghilterra e Germania. In Italia avevo due proposte (una del Chievo, con una nuova proprietà, ndr), però si prospettavano situazioni lunghe. Ho preferito accordarmi con chi mi ha rispettato e sono molto contento così. Quando ero in Portogallo avevo detto che mi mancava l'Italia come nazione — perché è la mia patria —, ma non il calcio italiano, con tutto quello che succede ogni giorno. E se mi cercano in tanti, fra cui anche federazioni straniere per guidare la nazionale, significa che sono ancora attuale, dopo oltre trent'anni di lavoro".
— Una carriera con ventuno titoli dà tante soddisfazioni. Ma alla sua età che bisogno ha di mettersi continuamente in discussione, di avventurarsi in nuove sfide in posti lontani?
"Il nostro ambiente è pieno di invidiosi, gente che pensa che certi traguardi vengano raggiunti soltanto attraverso dei colpi di fortuna. Io non mi metto in discussione, voglio misurarmi con il tempo che corre. E' il bello di questi impegni: poter ricominciare tutto da capo in situazioni nuove, con culture, abitudini, sistemi diversi. Anche a Lisbona era così: eppure sono riuscito a vincere uno scudetto che al Benfica mancava da undici anni. E' stata un'esperienza unica".
— Perché questa fretta di ricominciare? Lo Stoccarda si radunerà il 27 giugno, a casa sua pensavano di poter stare in vacanza qualche giorno di più.
"La mia carriera è una vacanza. Quando smetto con il campo ho sempre in programma di riposare, fermarmi un attimo. Ma dopo quindici giorni a casa non ce la faccio più. Cerco nuovi stimoli, ho tanto entusiasmo".
— Sua moglie non era contenta della trattativa. Nella conferenza stampa di presentazione, lei ha detto di essere stato bonariamente accusato di "amare più il calcio della propria consorte".
"C'era stato un contatto la settimana scorsa, poi l'affare era stato accantonato anche perché avevo promesso di restare nelle vicinanze. In seguito anche mia moglie si è convinta, forse dopo un po' che mi vede a casa sto "sulla pancia" anche a lei".
— Verrà in Germania?
"Certo, mi accompagnerà spesso".
— Non è un rischio firmare per una squadra che sta vendendo i pezzi migliori, da Kuranyi in giù?
"Purtroppo quando ci sono delle clausole nei contratti vanno rispettate. Ma io ho molta fiducia nelle capacità dei dirigenti. Siamo già all'opera per costruire una buona squadra: l'obiettivo è raggiungere la qualificazione alla Champions League. I piani di lavoro sono già pronti, io sono sempre al telefono per coordinare tutto con i miei collaboratori. Verranno con me il preparatore atletico Fausto Rossi e l'allenatore dei portieri Adriano Bardin".
— Deve ancora iniziare e già è spuntata la questione del difensivismo.
"E io ho risposto alzando quattro dita, il numero delle punte che mettevo al Benfica. Poi ho detto anche che il Real Madrid quest'anno ne metteva cinque, ma ha vinto nulla".
— Cosa le dà più soddisfazione nel suo mestiere?
"Essere sempre al passo con i cambiamenti. Il calcio è in continua evoluzione, adesso non si gioca come cinque o dieci anni fa. Io lo conosco da decenni, ma mi piace affrontare la modernità. Prima di chiudere però vorrei anche far sapere una cosa".
— Prego.
"Questa è l'ultima intervista che faccio in italiano. D'ora in poi solo in tedesco. Devo riappropriarmi della lingua".
Trap finge di restare serio, poi ride: ricominciare lo rallegra sempre
