Carpi Stagione 2014/2015
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Il tecnico del Carpi Fabrizio Castori ha parlato nel post partita del match perso contro il Frosinone ai microfoni di Sky Sport: "Abbiamo preso un gol su palla inattiva, perdendo le marcature sul corner. Non abbiamo approcciato la partita con la giusta concentrazione. Si è perso ma non ne facciamo un dramma. Abbiamo pagato forse la tensione prima della partita. A caldo faccio fatica ad analizzare il match. Dovevamo essere più attenti. Se il Frosinone va in vantaggio sul suo campo poi è dura recuperare. Oggi non siamo stati il solito Carpi".
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Re: Carpi Stagione 2014/2015
Il Carpi sta provando a stringere per Federico Melchiorri, attaccante classe '87 del Pescara tra i protagonisti del campionato cadetto. Secondo quanto riferito dall'esperto di mercato di Sportitalia, Alfredo Pedullà, il giocatore ha dato un assenso di massima alla destinazione che porta il Carpi ad avere un vantaggio su altri club, come ad esempio il Palermo, che ci avevano provato a gennaio. Parte dell'investimento per l'attaccante del Pescara arriverà dalla cessione di Mbakogu, cercato con insistenza da Krasnodar e Lokomotiv Mosca.
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Re: Carpi Stagione 2014/2015
Un punto, ecco quanto al Carpi per la matematica promozione in Serie A.
Un traguardo storico che la formazione di Castori potrebbe centrare questa sera contro il Bari. Al "Cabassi" è atteso il pubblico delle grandi occasioni, tagliandi esauriti da giorni e festa già pronta per in Piazza Martiri. La Serie A si avvicina. Carpi e un sogno che diventerà realtà.
Un traguardo storico che la formazione di Castori potrebbe centrare questa sera contro il Bari. Al "Cabassi" è atteso il pubblico delle grandi occasioni, tagliandi esauriti da giorni e festa già pronta per in Piazza Martiri. La Serie A si avvicina. Carpi e un sogno che diventerà realtà.
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Re: Carpi Stagione 2014/2015
Carpi in Serie A: la favola diventa modello low cost.
Sei anni fa era in Serie D, ha chiuso l’ultimo bilancio con un attivo di 51mila euro, la scorsa estate ha ridotto il budget del 40 per cento e scorrendo la rosa si rintracciano appena quattro nomi stranieri. Benvenuti a Carpi, reginetta della Serie B, città dove sport, successo e fatica si intrecciano nelle storie del maratoneta Dorando Pietri e del nuotatore Gregorio Paltrinieri. E dove il calcio ha disegnato un’altra storia di sacrificio che mescola favola e programmazione. Il confine lo traccia il deus ex machina della promozione in A dei carpigiani, il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, arrivato quando il sogno più grande che si potesse cullare nella Bassa Modenese era ritornare in terza serie per rinverdire i magnifici anni Novanta di Gianni De Biasi e Gigi De Canio: “Abbiamo fatto in modo che la realtà collimasse con l’immaginazione”. Il campionato lo hanno semplicemente dominato. La matematica certezza che il prossimo anno si accomoderanno a tavola con le big arriva ora (0-0 con il Bari), dopo aver fallito il primo match point il 25 aprile. Ora il sindaco Alberto Bellelli dovrà iniziare a pensare anche al grattacapo dello stadio, intitolato a un partigiano fucilato da un capitano repubblichino dopo il rifiuto del plotone d’esecuzione. Perché il Sandro Cabassi, quattromila posti e autorizzazione a giocarci in deroga già tra i cadetti, non è da Serie A. È cresciuto troppo in fretta il Carpi. Nessuno si aspettava che il club – 106 anni di storia e una fusione con la Dorando Pietri poco prima che iniziasse la scalata – riuscisse davvero ad affacciarsi in A.
Anzi. Quando dopo gennaio il Carpi da lepre è diventata cacciatrice sul lungo circuito della B, qualcuno ha iniziato perfino a preoccuparsi. “Se me porti su il Carpi… noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira”, spiegava Lotito alludendo alla difficoltà di vendere i diritti tv con tante, troppe a suo avviso, piccole realtà nella massima serie. Ci sono già l’Empoli, il minuscolo Chievo, la vicina Sassuolo. “Ma non si possono sminuire nel nome del business le favole che premiano la meritocrazia – ammonisce Bellelli – Carpi è un modello e fa bene allo sport. Ha fatto qualcosa di imponderabile”. Costruito con la maestria di Giuntoli, che si scherma dietro un “sono stato fortunato” e accende le luci su mister Fabrizio Castori: “Bravo, bravissimo, a calarsi nella nostra realtà, umile nell’accettare uno staff già composto e una squadra allestita per nove undicesimi”. Nella carriera dell’allenatore marchigiano questa è la nona promozione, ma non ha mai allenato in A. Per due anni – dal 2004 al 2006 – ha dovuto rinunciare alla panchina per una squalifica in seguito a una rissa che ancora oggi lo fa star male. Castori è il catalizzatore decisivo: gli emiliani giocano bene, perdono appena cinque partite e subiscono solo 25 gol, miglior difesa della categoria.
Mancano quattro giornate alla fine e il Carpi potrebbe far meglio della Juventus, che nell’anno di purgatorio seguito a Calciopoli incassò 30 gol. Nonostante al Sandro Cabassi nomi di grido non se ne vedano. Il migliore della squadra, l’attaccante Jerry Mbakogu, è arrivato dopo il fallimento del Padova accompagnato da un recente passato fatto di stagioni mai convincenti fino in fondo. La sorpresa è Kevin Lasagna, ultima stagione all’Este in D. Il gol che ha stordito il Bologna in un derby atteso e importante per la classifica lo ha segnato Lorenzo Pasciuti, a Carpi dai tempi del dilettantismo. “Abbiamo sempre lavorato ricercando ragazzi motivati e con qualità morali. Chi più della gioventù che gioca nelle serie inferiori può averne?”, spiega Giuntoli come se stesse parlando di matematica. Prendi in D, più porti in B, uguale vittoria: “La matrice italiana ha fatto il resto, assieme all’unità d’intenti di tutto lo staff. La nostra parola d’ordine è sacrificio. Morale, tecnico ed economico”.
I soldi, appunto. La maggior parte viene dalle tasche di Stefano Bonacini e Roberto Marani, soci di maggioranza, Claudio Caliumi, presidente del club e socio di minoranza, oltre al main sponsor Gianguido Tarabini. Nomi noti nel mondo della moda con i marchi Gaudì, Marilena e Bluemarine. Sono carpigiani e qui, nel cluster del tessile che negli ultimi dieci anni ha visto quasi dimezzarsi le imprese, hanno quartier generali e in alcuni casi la base produttiva. “Nella proprietà del club si incrociano le storie della matrice economica carpigiana che ha saputo interpretare la crisi cambiando il proprio modello e oggi ricomincia a godere di alcuni risultati”, appunta con orgoglio il sindaco.
Le circa mille imprese che insistono nel distretto hanno messo insieme 1,4 miliardi di ricavi nel 2014 registrando una crescita del 3,1%. Trainate proprio dalle aziende più grosse, tra cui quelle di soci e sponsor del Carpi. “Siamo amici prima di tutto, accomunati dalla passione per il calcio e dalla cultura del lavoro a testa bassa”, racconta a ilfattoquotidiano.it Gianguido Tarabini, amministratore delegato del gruppo Blufin che produce Bluemarine. “Qui non c’è un mega-milionario e allora ci siamo messi insieme per fare qualcosa di miracoloso, per passione e per divertimento. Allo stesso tempo abbiamo un bilancio sano e uno stadio pieno di famiglie. Bisognerebbe premiarle le squadre come noi, altro che prese in giro. Il vero problema del calcio è chi non paga gli stipendi o ha un bilancio in rosso. Ecco perché ci siamo sentiti offesi da Lotito”. La squadra e la dirigenza ha evitato di fare polemica. La composta risposta sono stati i risultati sul campo e ora il direttore sportivo vorrebbe trattenere tutti i giocatori di proprietà. Impresa difficile se non impossibile. “Vedremo. Adesso finiamo il campionato e ce ne andiamo in vacanza – dice Giuntoli – Abbiamo sofferto per un’intera stagione. È il momento di festeggiare tutti insieme”.
fonte: ilfattoquotidiano.it
Sei anni fa era in Serie D, ha chiuso l’ultimo bilancio con un attivo di 51mila euro, la scorsa estate ha ridotto il budget del 40 per cento e scorrendo la rosa si rintracciano appena quattro nomi stranieri. Benvenuti a Carpi, reginetta della Serie B, città dove sport, successo e fatica si intrecciano nelle storie del maratoneta Dorando Pietri e del nuotatore Gregorio Paltrinieri. E dove il calcio ha disegnato un’altra storia di sacrificio che mescola favola e programmazione. Il confine lo traccia il deus ex machina della promozione in A dei carpigiani, il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, arrivato quando il sogno più grande che si potesse cullare nella Bassa Modenese era ritornare in terza serie per rinverdire i magnifici anni Novanta di Gianni De Biasi e Gigi De Canio: “Abbiamo fatto in modo che la realtà collimasse con l’immaginazione”. Il campionato lo hanno semplicemente dominato. La matematica certezza che il prossimo anno si accomoderanno a tavola con le big arriva ora (0-0 con il Bari), dopo aver fallito il primo match point il 25 aprile. Ora il sindaco Alberto Bellelli dovrà iniziare a pensare anche al grattacapo dello stadio, intitolato a un partigiano fucilato da un capitano repubblichino dopo il rifiuto del plotone d’esecuzione. Perché il Sandro Cabassi, quattromila posti e autorizzazione a giocarci in deroga già tra i cadetti, non è da Serie A. È cresciuto troppo in fretta il Carpi. Nessuno si aspettava che il club – 106 anni di storia e una fusione con la Dorando Pietri poco prima che iniziasse la scalata – riuscisse davvero ad affacciarsi in A.
Anzi. Quando dopo gennaio il Carpi da lepre è diventata cacciatrice sul lungo circuito della B, qualcuno ha iniziato perfino a preoccuparsi. “Se me porti su il Carpi… noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira”, spiegava Lotito alludendo alla difficoltà di vendere i diritti tv con tante, troppe a suo avviso, piccole realtà nella massima serie. Ci sono già l’Empoli, il minuscolo Chievo, la vicina Sassuolo. “Ma non si possono sminuire nel nome del business le favole che premiano la meritocrazia – ammonisce Bellelli – Carpi è un modello e fa bene allo sport. Ha fatto qualcosa di imponderabile”. Costruito con la maestria di Giuntoli, che si scherma dietro un “sono stato fortunato” e accende le luci su mister Fabrizio Castori: “Bravo, bravissimo, a calarsi nella nostra realtà, umile nell’accettare uno staff già composto e una squadra allestita per nove undicesimi”. Nella carriera dell’allenatore marchigiano questa è la nona promozione, ma non ha mai allenato in A. Per due anni – dal 2004 al 2006 – ha dovuto rinunciare alla panchina per una squalifica in seguito a una rissa che ancora oggi lo fa star male. Castori è il catalizzatore decisivo: gli emiliani giocano bene, perdono appena cinque partite e subiscono solo 25 gol, miglior difesa della categoria.
Mancano quattro giornate alla fine e il Carpi potrebbe far meglio della Juventus, che nell’anno di purgatorio seguito a Calciopoli incassò 30 gol. Nonostante al Sandro Cabassi nomi di grido non se ne vedano. Il migliore della squadra, l’attaccante Jerry Mbakogu, è arrivato dopo il fallimento del Padova accompagnato da un recente passato fatto di stagioni mai convincenti fino in fondo. La sorpresa è Kevin Lasagna, ultima stagione all’Este in D. Il gol che ha stordito il Bologna in un derby atteso e importante per la classifica lo ha segnato Lorenzo Pasciuti, a Carpi dai tempi del dilettantismo. “Abbiamo sempre lavorato ricercando ragazzi motivati e con qualità morali. Chi più della gioventù che gioca nelle serie inferiori può averne?”, spiega Giuntoli come se stesse parlando di matematica. Prendi in D, più porti in B, uguale vittoria: “La matrice italiana ha fatto il resto, assieme all’unità d’intenti di tutto lo staff. La nostra parola d’ordine è sacrificio. Morale, tecnico ed economico”.
I soldi, appunto. La maggior parte viene dalle tasche di Stefano Bonacini e Roberto Marani, soci di maggioranza, Claudio Caliumi, presidente del club e socio di minoranza, oltre al main sponsor Gianguido Tarabini. Nomi noti nel mondo della moda con i marchi Gaudì, Marilena e Bluemarine. Sono carpigiani e qui, nel cluster del tessile che negli ultimi dieci anni ha visto quasi dimezzarsi le imprese, hanno quartier generali e in alcuni casi la base produttiva. “Nella proprietà del club si incrociano le storie della matrice economica carpigiana che ha saputo interpretare la crisi cambiando il proprio modello e oggi ricomincia a godere di alcuni risultati”, appunta con orgoglio il sindaco.
Le circa mille imprese che insistono nel distretto hanno messo insieme 1,4 miliardi di ricavi nel 2014 registrando una crescita del 3,1%. Trainate proprio dalle aziende più grosse, tra cui quelle di soci e sponsor del Carpi. “Siamo amici prima di tutto, accomunati dalla passione per il calcio e dalla cultura del lavoro a testa bassa”, racconta a ilfattoquotidiano.it Gianguido Tarabini, amministratore delegato del gruppo Blufin che produce Bluemarine. “Qui non c’è un mega-milionario e allora ci siamo messi insieme per fare qualcosa di miracoloso, per passione e per divertimento. Allo stesso tempo abbiamo un bilancio sano e uno stadio pieno di famiglie. Bisognerebbe premiarle le squadre come noi, altro che prese in giro. Il vero problema del calcio è chi non paga gli stipendi o ha un bilancio in rosso. Ecco perché ci siamo sentiti offesi da Lotito”. La squadra e la dirigenza ha evitato di fare polemica. La composta risposta sono stati i risultati sul campo e ora il direttore sportivo vorrebbe trattenere tutti i giocatori di proprietà. Impresa difficile se non impossibile. “Vedremo. Adesso finiamo il campionato e ce ne andiamo in vacanza – dice Giuntoli – Abbiamo sofferto per un’intera stagione. È il momento di festeggiare tutti insieme”.
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Re: Carpi Stagione 2014/2015
Attraverso i microfoni di Sportitalia, l’amministratore delegato e socio di maggioranza del Carpi Stefano Bonacini ha commentato la promozione della sua squadra in Serie A: “Non mi faccio vedere molto attraverso i media, ma stasera era doveroso. La mia è una soddisfazione fuori da ogni pensiero, dall’Eccellenza siamo arrivati in Serie A. Non ci sono regole per questi miracoli, serve serietà. In sei anni di calcio abbiamo fatto qualcosa di buono. Bonus di centomila euro a Castori? Lo pagherà chi lo ha promesso , ne sono contento. Serie A? Adesso godiamoci questo momento, andremo avanti con Castori e quasi tutta la rosa sarà riconfermata. Mbakogu? Non parliamo di mercato questa sera, tutti i ragazzi e il ds hanno fatto il massimo per conquistare la Serie A”.
Ultima modifica di Meridiano il 29.04.15 - 07:07, modificato 1 volta in totale.
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Re: Carpi Stagione 2014/2015
In serie A per la prima volta e con quattro turni d'anticipo sulla conclusione del torneo. Un'impresa meravigliosa, una promozione storica, una gioia incredibile.
Per Carpi, per i tifosi del Carpi, per tutti quelli che amano il calcio vero, credono nel verdetto del campo e applaudono l'exploit del mitologico Fabrizio Castori, 60 anni, ingaggio netto annuo 30 mila euro, alla nona promozione in carriera e dei suoi straordinari ragazzi.
Modena diventa la terza provincia italiana a vantare nella sua storia tre squadre che militano (Sassuolo), hanno militato (Modena) e hanno appena conquistato la serie A (Carpi). Le altre sono Milano (Inter, Milan e a suo tempo il Legnano) e Genova (Genoa, Samp e all'epoca, la Sampierdarenese).
I numeri schiacciano le parole. Cinque anni fa, il Carpi era in serie D, dieci anni fa era in Eccellenza. Prima di sbancare la B, il Carpi in questi anni ha cambiato undici allenatori. Il Carpi ha vinto 5 degli ultimi 6 campionati che ha disputato.
In questa stagione, vanta il maggior numero di vittorie e il minor numero di sconfitte, il secondo attacco, la miglior difesa.
Il Carpi è una società modello, ha i conti in regola, paga regolarmente stipendi e contributi. Il Carpi è la dimostrazione di come nulla sia impossibile se la passione ti guida e credi in te stesso e non ti arrendi mai.
Il Carpi è una lezione salutare, esaltante, esemplare a quei padroni del pallone convinti che si possa fare grande calcio soltanto con i diritti tv, i bacini d'utenza, le manovre di Palazzo, le riforme che non riformano mai.
La prima dedica in calce a questa fantastica impresa è al Carpi e ai suoi tifosi.
Ex aequo, Lotito.
Per Carpi, per i tifosi del Carpi, per tutti quelli che amano il calcio vero, credono nel verdetto del campo e applaudono l'exploit del mitologico Fabrizio Castori, 60 anni, ingaggio netto annuo 30 mila euro, alla nona promozione in carriera e dei suoi straordinari ragazzi.
Modena diventa la terza provincia italiana a vantare nella sua storia tre squadre che militano (Sassuolo), hanno militato (Modena) e hanno appena conquistato la serie A (Carpi). Le altre sono Milano (Inter, Milan e a suo tempo il Legnano) e Genova (Genoa, Samp e all'epoca, la Sampierdarenese).
I numeri schiacciano le parole. Cinque anni fa, il Carpi era in serie D, dieci anni fa era in Eccellenza. Prima di sbancare la B, il Carpi in questi anni ha cambiato undici allenatori. Il Carpi ha vinto 5 degli ultimi 6 campionati che ha disputato.
In questa stagione, vanta il maggior numero di vittorie e il minor numero di sconfitte, il secondo attacco, la miglior difesa.
Il Carpi è una società modello, ha i conti in regola, paga regolarmente stipendi e contributi. Il Carpi è la dimostrazione di come nulla sia impossibile se la passione ti guida e credi in te stesso e non ti arrendi mai.
Il Carpi è una lezione salutare, esaltante, esemplare a quei padroni del pallone convinti che si possa fare grande calcio soltanto con i diritti tv, i bacini d'utenza, le manovre di Palazzo, le riforme che non riformano mai.
La prima dedica in calce a questa fantastica impresa è al Carpi e ai suoi tifosi.
Ex aequo, Lotito.
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Re: Carpi Stagione 2014/2015
Pareggio senza reti e portieri nel ruolo di spettatori non paganti. La sfida tra Carpi e Virtus Lanciano è stata una delle più noiose nella esaltante stagione della capolista. Caratterizzata da un caldo estivo, la partita del Cabassi è stata giocata per tutti e 90 minuti sottoritmo con le due squadre che hanno quasi esclusivamente pensato a non prenderle piuttosto che a segnare. Senza titolari del calibro di Gagliolo, Mbakogu, Suagher, Lorro e Poli, Castori s'è presentato in campo con una formazione altamente sperimentale che non ha saputo produrre gioco con la velocità necessaria per mettere in difficoltà la difesa avversaria.
Dall'altro lato, D'Aversa s'è presentato a Carpi rispetto alle previsioni della vigilia con un attaccante in meno (Cerri è entrato solo nel finale) e ha conquistato un punto pesantissimo per allontanare quasi definitivamente lo spettro dei play-out. Atteggiamento conservativo dei rossoneri che si sono stretti davanti alla difesa lasciando spesso Thiam troppo isolato in attacco e sono usciti dal Cabassi con un buon pareggio.
Due le note degne di nota al termine di una gara che nei 90 minuti ha detto davvero poco. Con questo 0-0 il Carpi non potrà più battere il record del Palermo che ha chiuso la passata stagione con 86 punti. Il Carpi con la promozione in tasca ha alzato il piede dall'acceleratore e ha conquistato solo cinque punti nelle ultime quattro gare, privandosi così della possibilità di conquistare un record in un campionato comunque dominato dall'inizio alla fine.
La seconda nota a margine riguarda la volontà dei tifosi del Carpi di giocare nel proprio stadio anche in Serie A. "Il Carpi A Carpi", lo striscione esposto dai sostenitori della squadra emiliana che si auspicano un ampliamento del Cabassi per non trasferirsi a Modena nel massimo campionato. Tra il Comune e la Società la trattativa è in corso, le sensazioni sono positive perché tutti vogliono aumentare la capienza dello stadio per uniformarlo ai paletti imposti dalla Lega.
Dall'altro lato, D'Aversa s'è presentato a Carpi rispetto alle previsioni della vigilia con un attaccante in meno (Cerri è entrato solo nel finale) e ha conquistato un punto pesantissimo per allontanare quasi definitivamente lo spettro dei play-out. Atteggiamento conservativo dei rossoneri che si sono stretti davanti alla difesa lasciando spesso Thiam troppo isolato in attacco e sono usciti dal Cabassi con un buon pareggio.
Due le note degne di nota al termine di una gara che nei 90 minuti ha detto davvero poco. Con questo 0-0 il Carpi non potrà più battere il record del Palermo che ha chiuso la passata stagione con 86 punti. Il Carpi con la promozione in tasca ha alzato il piede dall'acceleratore e ha conquistato solo cinque punti nelle ultime quattro gare, privandosi così della possibilità di conquistare un record in un campionato comunque dominato dall'inizio alla fine.
La seconda nota a margine riguarda la volontà dei tifosi del Carpi di giocare nel proprio stadio anche in Serie A. "Il Carpi A Carpi", lo striscione esposto dai sostenitori della squadra emiliana che si auspicano un ampliamento del Cabassi per non trasferirsi a Modena nel massimo campionato. Tra il Comune e la Società la trattativa è in corso, le sensazioni sono positive perché tutti vogliono aumentare la capienza dello stadio per uniformarlo ai paletti imposti dalla Lega.
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