29/11/2012 - -2 DALLA STRACITTADINA
L’ombra della Champions sul derby. Con il Toro Conte tentato dal turnover
Lo Shakhtar preoccupa. Da Pogba a Lucio, potrebbe trovare spazio a una squadra diversa (e meno acciaccata)
MASSIMILIANO NEROZZI - lastampa.it
TORINO
Sacrilegio: il derby è una sfida come le altre, anzi, pure un po’ meno importante, per una bella fetta di fedeli juventini. Lo scrutinio a colpi di blog e tweet, evidenzia una robusta maggioranza, se non un plebiscito: «Ma quale Toro? Mercoledì a Donetsk ci si gioca la Champions». Un conto che fanno anche alla Juve, pur senza mettere in discussione il primo comandamento bonipertiano: «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta». Difatti, Antonio Conte assemblerà sul prato la «migliore squadra possibile, come sempre».
Da Chiellini a Vidal, che ieri si sono allenati ancora a parte, nessuno verrà però forzato. Il cuore in città, l’occhio verso l’Ucraina.
Dalle parti di Vinovo, di recente, il turnover non è andato troppo di moda, se nelle ultime sei partite la Juve ha cambiato uno o due giocatori al massimo, e nella metà dei casi per infortunio o squalifica: contro il Toro può andare di nuovo in vetrina.
C’è da prendere in considerazione i certificati medici per Chiellini, Vidal, Caceres e Pepe, ancora in bilico. Come bisognerà valutare la stanchezza e il chilometraggio di gente come
Asamoah, che non smonta da sei turni filati: cinque da 90 minuti e uno da 71. Poi c’è la strategia, che precede la tattica: e far giocare
Vidal sabato, con
Marchisio squalificato con lo Shakhtar, potrebbe rivelarsi temerario. Sul web si rispolveravano rischi simili diventati letali, chiaro con buona dose di iella. Il 7 marzo 2009 i bianconeri vincono un derby tirato (0-1, Chiellini nel finale), ma lasciano sul prato Momo Sissoko, a quei tempi l’unico diesel del centrocampo: dentro gli ultimi cinque minuti, giusto per rompersi il piede sinistro, e saltare il ritorno di Champions contro il Chelsea. Ci si può procurare amuleti, ma anche pensarci su, pure perché le alternative juventine paiono deluxe: da
Lichtsteiner a
Pogba, fino a ripescare soldati affamati di derby per lunga militanza, da
Giovinco a
De Ceglie. Cum grano salis, miscelando gli opposti estremismi dei tifosi su internet: da «io metterei in campo la Primavera», a «tutti i titolari, tanto hanno già riposato a San Siro».
C’è solo l’imbarazzo della scelta invece in attacco, enclave risparmiata dall’infermeria.
Tranne Vucinic, schierato solo se avrà bisogno di minuti, gli altri hanno chance di essere estratti:
Giovinco e
Matri un po’ più dei colleghi. Assaltatori e gol non sono però il problema, ha ribadito ieri Beppe Marotta, nonostante il popolo bianconero invochi ovunque l’arrivo di un salvatore, mestiere bomber. «Ma io non vedo il problema del gol - ha detto a Sky l’ad bianconero - questo non esiste. Chiaro che abbiamo l’obbligo di migliorarci dal punto di vista qualitativo, ma non abbiamo l’esigenza di andare sul mercato di gennaio con delle falle da tappare». A difesa, ha invocato le statistiche: 44 gol in 20 partite questa stagione (2,2 a giro), 77 in 43 in quella scorsa (media 1,92). Sono in pochi a farne di più, anche se il dato mostruoso resta quello della difesa: 0,66 reti prese a gara. Proprio dalla trincea potrebbe uscire
Lichtsteiner, che dopo l’offerta estiva, resta sulla lista della spesa del Psg: e da Parigi si sono di nuovo fatti vivi.