Pensieri e parole sull'Hellas
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SALVEZZA RAGGIUNTA: GRANDE RISULTATO
Raggiunta quota 40. Non vorrei che passasse sotto silenzio questo grande risultato del Verona ottenuto all’inizio di marzo. Sembrava scontato, visti i grandi risultati ottenuti, ma solo oggi che abbiamo tagliato questo traguardo possiamo affermarlo a voce alta. Certo, il pareggio con il Bologna non è stato granchè. Una partita così così, in cui si è sentita la mancanza di Luca Toni è indubbio. Ha giocato Rabusic (che non mi è dispiaciuto) mentre Cacia è apparso fuori ormai dal progetto. E’ un peccato che il bomber della scorsa stagione sia rimasto in panchina oggi, capisco anche il suo sfogo con Sogliano a fine gara. Ma è chiaro che il Verona in questo momento non può guardare al particolare ma pensare al bene “comune” e al domani. Rabusic è il domani, Cacia in scadenza di contratto non resterà a Verona.
Il Verona ha centrato il primo obiettivo. Non accorgersi di quanto sia importante ciò è veramente miope. L’Hellas ha bisogno di consolidarsi, non ci sono Paperoni nè sceicchi alle nostre spalle. Solo una società che vuole fare bene il proprio lavoro e il passo secondo la gamba. Adesso si può pensare al domani, senza naturalmente rinunciare a rincorrere quell’Europa League che sarebbe un sogno.
Gianluca Vighini
Raggiunta quota 40. Non vorrei che passasse sotto silenzio questo grande risultato del Verona ottenuto all’inizio di marzo. Sembrava scontato, visti i grandi risultati ottenuti, ma solo oggi che abbiamo tagliato questo traguardo possiamo affermarlo a voce alta. Certo, il pareggio con il Bologna non è stato granchè. Una partita così così, in cui si è sentita la mancanza di Luca Toni è indubbio. Ha giocato Rabusic (che non mi è dispiaciuto) mentre Cacia è apparso fuori ormai dal progetto. E’ un peccato che il bomber della scorsa stagione sia rimasto in panchina oggi, capisco anche il suo sfogo con Sogliano a fine gara. Ma è chiaro che il Verona in questo momento non può guardare al particolare ma pensare al bene “comune” e al domani. Rabusic è il domani, Cacia in scadenza di contratto non resterà a Verona.
Il Verona ha centrato il primo obiettivo. Non accorgersi di quanto sia importante ciò è veramente miope. L’Hellas ha bisogno di consolidarsi, non ci sono Paperoni nè sceicchi alle nostre spalle. Solo una società che vuole fare bene il proprio lavoro e il passo secondo la gamba. Adesso si può pensare al domani, senza naturalmente rinunciare a rincorrere quell’Europa League che sarebbe un sogno.
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Verona, le pagelle: Rafael ok, pasticcio Cacciatore
Rafael 7 Salva il risultato con un'autentica prodezza. Porta imbattuta a conferma del buon lavoro svolto in giornata.
Cacciatore 5 Deve ringraziare Rafael per la pezza alla grave ingenuità che regala il penalty ai rossoblu. A tratti poco lucido e disordinato. In giornata no.
Moras 6 In battaglie individuali ha sempre la meglio, mentre nella manovra difensiva corale anche lui qualche volta va in panne. Prova tutto sommato ok.
Marques 6,5 Il migliore del reparto assieme a Rafael. Sicuro, disinvolto, e oggi anche pericoloso in avanti. Per poco. Non trova il colpo del possibile vantaggio. Positivo.
Albertazzi 6 Ancora una buona prova per il giovane terzino preferito ad Agostini.
Romulo 6 Bene in costruzione, meno in fase di contenimento. Apporto comunque positivo.
Donadel 5,5 Non è una buona giornata per il centrocampista veneto. Poche idee e ben confuse.
Marquinho 5,5 Molto nervoso il numero sette del Verona. Non tutto gli riesce e questo lo indispettisce. Dalla sua parte fatica a trovare varchi, decisamente meglio a Livorno.
Iturbe 6 Il lampo di genio che può spaccare la partita c'è ancora. Le sue incursioni sono le più temute e le più tenute d'occhio. Non è più una sorpresa e se ne dovrà fare una ragione.
Rabusic 6 Nella giornata grigia del Verona "Rambo" lotta offrendo sponde giocabili ai compagni. Difficile chiedere al ceco di assimilare gli schemi tattici in una sola giornata, comunque positiva.
Jankovic 6 Altro gettone che merita la sufficienza. Il serbo prova a scuotere i compagni con le sue fisiche incursioni. Ci prova con grande determinazione ma senza riuscire a concretizza le giocate.
Martinho 5,5 Sostituisce Jankovic senza lasciare troppo il segno. Solo grande velocità.
Gomez 5,5 Impossibile fare il vice Toni in una squadra che gioca con dogmi tattici predefiniti. Vede pochissimi palloni.
Hallfredsson s.v.
Mandorlini 6 In una giornata difficile la sua squadra coglie ugualmente un punto che permette di brindare al raggiungimento della quota prefissata ad inizio torneo. Rabusic alternativa a Toni è la scelta giusta come la riproposizione di Albertazzi. Il tecnico ravennate vuole continuare a crescere assieme al suo Verona.
tuttohellasverona.it
Rafael 7 Salva il risultato con un'autentica prodezza. Porta imbattuta a conferma del buon lavoro svolto in giornata.
Cacciatore 5 Deve ringraziare Rafael per la pezza alla grave ingenuità che regala il penalty ai rossoblu. A tratti poco lucido e disordinato. In giornata no.
Moras 6 In battaglie individuali ha sempre la meglio, mentre nella manovra difensiva corale anche lui qualche volta va in panne. Prova tutto sommato ok.
Marques 6,5 Il migliore del reparto assieme a Rafael. Sicuro, disinvolto, e oggi anche pericoloso in avanti. Per poco. Non trova il colpo del possibile vantaggio. Positivo.
Albertazzi 6 Ancora una buona prova per il giovane terzino preferito ad Agostini.
Romulo 6 Bene in costruzione, meno in fase di contenimento. Apporto comunque positivo.
Donadel 5,5 Non è una buona giornata per il centrocampista veneto. Poche idee e ben confuse.
Marquinho 5,5 Molto nervoso il numero sette del Verona. Non tutto gli riesce e questo lo indispettisce. Dalla sua parte fatica a trovare varchi, decisamente meglio a Livorno.
Iturbe 6 Il lampo di genio che può spaccare la partita c'è ancora. Le sue incursioni sono le più temute e le più tenute d'occhio. Non è più una sorpresa e se ne dovrà fare una ragione.
Rabusic 6 Nella giornata grigia del Verona "Rambo" lotta offrendo sponde giocabili ai compagni. Difficile chiedere al ceco di assimilare gli schemi tattici in una sola giornata, comunque positiva.
Jankovic 6 Altro gettone che merita la sufficienza. Il serbo prova a scuotere i compagni con le sue fisiche incursioni. Ci prova con grande determinazione ma senza riuscire a concretizza le giocate.
Martinho 5,5 Sostituisce Jankovic senza lasciare troppo il segno. Solo grande velocità.
Gomez 5,5 Impossibile fare il vice Toni in una squadra che gioca con dogmi tattici predefiniti. Vede pochissimi palloni.
Hallfredsson s.v.
Mandorlini 6 In una giornata difficile la sua squadra coglie ugualmente un punto che permette di brindare al raggiungimento della quota prefissata ad inizio torneo. Rabusic alternativa a Toni è la scelta giusta come la riproposizione di Albertazzi. Il tecnico ravennate vuole continuare a crescere assieme al suo Verona.
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DUE GOLLONZI E LA QUESTIONE CIRIGLIANO
Il Parma è forte e non sta scritto da nessuna parte che il Verona debba vincere ovunque. La gara di oggi non l’abbiamo persa perchè “la società non vuole l’Europa” come si comincia a mormorare da qualche parte. E’ stata persa perchè abbiamo preso due gollonzi, frutto, forse di un po’ di superficialità e perchè a centrocampo, purtroppo abbiamo giocato un tempo con un uomo in meno. La questione Cirigliano è molto delicata da affrontare. C’è chi lo ha già bocciato impietosamente. Chi non lo ritiene all’altezza. Secondo me c’è un piano oggettivo (quello della gara di oggi) e un piano prospettico (quanto può migliorare, diventerà un grande giocatore) di giudizio. Oggi Cirigliano non è stato all’altezza. In debito fisico, di idee, di lucidità. Visto così non è pronto per giocare con continuità nel Verona e nel campionato italiano. Con onestà intellettuale, devo ammettere (ancora una volta) che Mandorlini ha sempre ragione. C’era un motivo se non lo voleva far giocare. Il rischio di “bruciarlo” era evidente e Cirigliano non era pronto. Credo però che l’argentino meriti una prova d’appello. Almeno ci mettiamo l’anima in pace. Se non è lui l’erede di Jorginho, Sogliano sa che dovrà cercare fin da subito un sostituto all’altezza.
Ragionare con i giovani non è mai semplice. A volte c’è bisogno di tempo, ma nessuna società ne ha all’infinito. Tra qualche anno, magari Cirigliano esploderà, ma quel momento non pare oggi. Mandorlini e la società devono capire se vale la pena puntare su di lui oppure no. Ballano anche due milioni e mezzo di euro. In questo momento, dispiace dirlo, ma Cirigliano non li vale. Può restare, ma non a queste cifre.
Gianluca Vighini
Il Parma è forte e non sta scritto da nessuna parte che il Verona debba vincere ovunque. La gara di oggi non l’abbiamo persa perchè “la società non vuole l’Europa” come si comincia a mormorare da qualche parte. E’ stata persa perchè abbiamo preso due gollonzi, frutto, forse di un po’ di superficialità e perchè a centrocampo, purtroppo abbiamo giocato un tempo con un uomo in meno. La questione Cirigliano è molto delicata da affrontare. C’è chi lo ha già bocciato impietosamente. Chi non lo ritiene all’altezza. Secondo me c’è un piano oggettivo (quello della gara di oggi) e un piano prospettico (quanto può migliorare, diventerà un grande giocatore) di giudizio. Oggi Cirigliano non è stato all’altezza. In debito fisico, di idee, di lucidità. Visto così non è pronto per giocare con continuità nel Verona e nel campionato italiano. Con onestà intellettuale, devo ammettere (ancora una volta) che Mandorlini ha sempre ragione. C’era un motivo se non lo voleva far giocare. Il rischio di “bruciarlo” era evidente e Cirigliano non era pronto. Credo però che l’argentino meriti una prova d’appello. Almeno ci mettiamo l’anima in pace. Se non è lui l’erede di Jorginho, Sogliano sa che dovrà cercare fin da subito un sostituto all’altezza.
Ragionare con i giovani non è mai semplice. A volte c’è bisogno di tempo, ma nessuna società ne ha all’infinito. Tra qualche anno, magari Cirigliano esploderà, ma quel momento non pare oggi. Mandorlini e la società devono capire se vale la pena puntare su di lui oppure no. Ballano anche due milioni e mezzo di euro. In questo momento, dispiace dirlo, ma Cirigliano non li vale. Può restare, ma non a queste cifre.
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La stagione non è finita. Superare l'impasse per togliersi altre soddisfazioni
Perde 2-0 il Verona di Mandorlini contro il Parma. La sfida 'europea' la vincono i ducali grazie ad un rocambolesco gol di Biabiany nel primo tempo e ad uno di Schelotto in pieno recupero.
Verona che non ha giocato una bruttissima partita ma che è mancato di quella cattiveria necessaria per portare a casa un risultato importante contro un'altra delle grandi sorprese di questa stagione. Tanti, troppi, gli errori del Verona sia in fase offensiva che difensiva a dimostrazione che questa squadra, protagonista di un grande girone d'andata, forse non è ancora pronta per fare il definitivo salto di qualità.
Il raggiungimento dei 40 punti e della conseguente salvezza, obiettivo primario del Verona in questa stagione, hanno probabilmente lasciato il segno nella squadra che già da qualche partita non mostra più quel calcio spumeggiante che tanto ha fatto innamorare l'Italia calcistica. Mancano ancora 11 partite alla fine del campionato, la pressione è sparita. E' ora di divertirsi, lasciarsi andare e far vedere a tutti di cosa è capace questa squadra. Ci sono ancora tante soddisfazioni da togliersi ed il Verona ha tutte le carte in regola per farlo.
tuttohellasverona.it
Perde 2-0 il Verona di Mandorlini contro il Parma. La sfida 'europea' la vincono i ducali grazie ad un rocambolesco gol di Biabiany nel primo tempo e ad uno di Schelotto in pieno recupero.
Verona che non ha giocato una bruttissima partita ma che è mancato di quella cattiveria necessaria per portare a casa un risultato importante contro un'altra delle grandi sorprese di questa stagione. Tanti, troppi, gli errori del Verona sia in fase offensiva che difensiva a dimostrazione che questa squadra, protagonista di un grande girone d'andata, forse non è ancora pronta per fare il definitivo salto di qualità.
Il raggiungimento dei 40 punti e della conseguente salvezza, obiettivo primario del Verona in questa stagione, hanno probabilmente lasciato il segno nella squadra che già da qualche partita non mostra più quel calcio spumeggiante che tanto ha fatto innamorare l'Italia calcistica. Mancano ancora 11 partite alla fine del campionato, la pressione è sparita. E' ora di divertirsi, lasciarsi andare e far vedere a tutti di cosa è capace questa squadra. Ci sono ancora tante soddisfazioni da togliersi ed il Verona ha tutte le carte in regola per farlo.
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IL PAGELLONE DI PARMA-VERONA
Strepitoso su Marchionni dopo 2′, super anche nell’uno contro uno con Cassano all’8′. Fino al momento del gol del Parma RAFAEL era stato tra i migliori. Poi il gollonzo dell’anno, il mia-tua con Maietta, ha cambiato l’inerzia della gara e della sua prestazione. Evidente anche il calo di concentrazione finale con cui regala a Cassano/Schelotto il 2-0 (voto 5).
Errore sul gol che pesa inevitabilmente anche sulla prestazione di MAIETTA (voto 5,5) che non se l’è cavata male al rientro. Discreta, nonostante le distrazioni davanti alla linea difensiva di Cirigliano, anche la prova di MORAS (voto 6) che insieme a Maietta ha cercato in un paio di occasioni fortune anche nell’area avversaria senza però trovare il guizzo giusto. Deludenti i due esterni: AGOSTINI (voto 5,5) non ha mai spinto, un solo cross nel primo tempo dopo 40′ in una fascia sinistra dove è mancata la freschezza di Albertazzi, CACCIATORE (voto 5,5) ha avuto più continuità in fase offensiva ma è stato poco preciso al cross e dietro paga sempre qualcosa, vedi il contropiede a cinque minuti dalla fine con Biabiany che lo anticipa in area di rigore e per un soffio non chiude la partita.
Centrocampo a due velocità. CIRIGLIANO (voto 5-) è la vera delusione della partita. Titolare a furor di popolo, nonostante la libertà concessa da Donadoni, che non gli ha mandato nessuno sulle sue tracce, il giovane argentino ha fatto vedere poco o nulla. Ed è sembrato proprio non avere il passo, specie quando (ed è successo spesso) ha perso palla. Bisogna aspettarlo, è vero, è lasciargli un po’ di tempo, come si è sempre detto. Ma è altrettanto vero che ora Cirigliano deve cominciare a far vedere qualcosa, altrimenti ha ragione (non una, ma cento volte) Mandorlini quando lo lascia in panchina. E non a caso il Verona (il centrocampo stesso) è cambiato con l’ingresso nella ripresa di DONADEL (voto 6,5) che si è messo davanti alla difesa, ha recuperato due o tre palloni, chiuso al bisogno e fatto né più meno quello che doveva fare.
MARQUINHO (voto 6,5) ha avuto due o tre spunti importanti, la palla per Toni al 7′, la conclusione alta da ottima posizione al 20′ su una bella giocata di Sala. E’ cresciuto nella ripresa come ROMULO (voto 7-) che a destra è stato uno scheggia, dentro sempre con i tempi giusti. Ha mandato in porta Iturbe con l’uno e due e cercato il tiro da fuori. Nonostante la pressione (e la regola del fallo sistematico come nella gara di andata) messa in atto dal Parma per bloccare ogni ripartenza, è ripartito. Come ITURBE (voto 7+), di gran lunga il migliore in campo. Il talento argentino ha fatto vedere il meglio del suo repertorio, nonostante il Parma contro lui sia sistematicamente ricorso al fallo. Peccato per quella discesa strepitosa del 17′ conclusa con quel tiro largo di qualche centrimetro che poteva davvero cambiare la partita. Un po’ in ombra TONI (voto 5,5) che non ha approfittato di un paio di palloni importanti in area di rigore, uno su tutti quello del 18′ del secondo tempo su un’invenzione di Romulo “bucata” dalla difesa del Parma. Ma sulla prestazione di Toni pesa anche il lavoro mostruoso fatto da Paletta, in questo momento il centrale più in forma del campionato. Molto in ombra JANKOVIC (voto 5) che a parte un salvataggio con un grande recupero difensivo nel primo tempo non si è mai visto.
Tra i subentrati, detto di Donadel, molto bene anche SALA (voto 6,5) che ha messo gamba e voglia, e attenzione nelle chiusure. Senza voto GOMEZ, che ha giocato gli ultimi scampoli di gara.
MANDORLINI (voto 6-) perde la gara più assurda del campionato. La prestazione di Cirigliano gli dà ragione per le volte che il giovane argentino è rimasto in panchina. Non se l’è sentita di rischiare Pillud, ma la sensazione è che sulle fasce (sinistra compresa) sia mancata freschezza e gamba e che quando attaccavamo, alla fine portavamo il solo Toni dentro l’area di rigore.
Scandaloso, dispiace dirlo, DE MARCO (voto 4), che non ha penalizzato il Parma nonostante il fallo sistematico per bloccare le ripartenze del Verona, in particolare di Iturbe. Marchionni andava già ammonito dopo 58” (entrata su Iturbe), Gobbi (già ammonito) andava buttato fuori alla mezzora, entrataccia su Cacciatore ignorata dall’arbitro. E c’era rigore su Sala.
Stefano Rasulo
Strepitoso su Marchionni dopo 2′, super anche nell’uno contro uno con Cassano all’8′. Fino al momento del gol del Parma RAFAEL era stato tra i migliori. Poi il gollonzo dell’anno, il mia-tua con Maietta, ha cambiato l’inerzia della gara e della sua prestazione. Evidente anche il calo di concentrazione finale con cui regala a Cassano/Schelotto il 2-0 (voto 5).
Errore sul gol che pesa inevitabilmente anche sulla prestazione di MAIETTA (voto 5,5) che non se l’è cavata male al rientro. Discreta, nonostante le distrazioni davanti alla linea difensiva di Cirigliano, anche la prova di MORAS (voto 6) che insieme a Maietta ha cercato in un paio di occasioni fortune anche nell’area avversaria senza però trovare il guizzo giusto. Deludenti i due esterni: AGOSTINI (voto 5,5) non ha mai spinto, un solo cross nel primo tempo dopo 40′ in una fascia sinistra dove è mancata la freschezza di Albertazzi, CACCIATORE (voto 5,5) ha avuto più continuità in fase offensiva ma è stato poco preciso al cross e dietro paga sempre qualcosa, vedi il contropiede a cinque minuti dalla fine con Biabiany che lo anticipa in area di rigore e per un soffio non chiude la partita.
Centrocampo a due velocità. CIRIGLIANO (voto 5-) è la vera delusione della partita. Titolare a furor di popolo, nonostante la libertà concessa da Donadoni, che non gli ha mandato nessuno sulle sue tracce, il giovane argentino ha fatto vedere poco o nulla. Ed è sembrato proprio non avere il passo, specie quando (ed è successo spesso) ha perso palla. Bisogna aspettarlo, è vero, è lasciargli un po’ di tempo, come si è sempre detto. Ma è altrettanto vero che ora Cirigliano deve cominciare a far vedere qualcosa, altrimenti ha ragione (non una, ma cento volte) Mandorlini quando lo lascia in panchina. E non a caso il Verona (il centrocampo stesso) è cambiato con l’ingresso nella ripresa di DONADEL (voto 6,5) che si è messo davanti alla difesa, ha recuperato due o tre palloni, chiuso al bisogno e fatto né più meno quello che doveva fare.
MARQUINHO (voto 6,5) ha avuto due o tre spunti importanti, la palla per Toni al 7′, la conclusione alta da ottima posizione al 20′ su una bella giocata di Sala. E’ cresciuto nella ripresa come ROMULO (voto 7-) che a destra è stato uno scheggia, dentro sempre con i tempi giusti. Ha mandato in porta Iturbe con l’uno e due e cercato il tiro da fuori. Nonostante la pressione (e la regola del fallo sistematico come nella gara di andata) messa in atto dal Parma per bloccare ogni ripartenza, è ripartito. Come ITURBE (voto 7+), di gran lunga il migliore in campo. Il talento argentino ha fatto vedere il meglio del suo repertorio, nonostante il Parma contro lui sia sistematicamente ricorso al fallo. Peccato per quella discesa strepitosa del 17′ conclusa con quel tiro largo di qualche centrimetro che poteva davvero cambiare la partita. Un po’ in ombra TONI (voto 5,5) che non ha approfittato di un paio di palloni importanti in area di rigore, uno su tutti quello del 18′ del secondo tempo su un’invenzione di Romulo “bucata” dalla difesa del Parma. Ma sulla prestazione di Toni pesa anche il lavoro mostruoso fatto da Paletta, in questo momento il centrale più in forma del campionato. Molto in ombra JANKOVIC (voto 5) che a parte un salvataggio con un grande recupero difensivo nel primo tempo non si è mai visto.
Tra i subentrati, detto di Donadel, molto bene anche SALA (voto 6,5) che ha messo gamba e voglia, e attenzione nelle chiusure. Senza voto GOMEZ, che ha giocato gli ultimi scampoli di gara.
MANDORLINI (voto 6-) perde la gara più assurda del campionato. La prestazione di Cirigliano gli dà ragione per le volte che il giovane argentino è rimasto in panchina. Non se l’è sentita di rischiare Pillud, ma la sensazione è che sulle fasce (sinistra compresa) sia mancata freschezza e gamba e che quando attaccavamo, alla fine portavamo il solo Toni dentro l’area di rigore.
Scandaloso, dispiace dirlo, DE MARCO (voto 4), che non ha penalizzato il Parma nonostante il fallo sistematico per bloccare le ripartenze del Verona, in particolare di Iturbe. Marchionni andava già ammonito dopo 58” (entrata su Iturbe), Gobbi (già ammonito) andava buttato fuori alla mezzora, entrataccia su Cacciatore ignorata dall’arbitro. E c’era rigore su Sala.
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VERONA, DIECI MOTIVI PER NON ESSERE APPAGATI
Verona appagato dopo il raggiungimento dei 40 punti? Può essere ma si spera che non sia così. Ecco di seguito dieci buoni motivi per non esserlo.
1) Non si può rovinare questa stagione fantastica. I grandi chef dicono che l'ultima percezione di un cliente è il dolce finale. Se è buono il cliente sarà convinto di aver fatto un grande pasto. Ecco, il Verona non deve finire a tarallucci e vino...
2) Certi treni passano una volta sola. Questa stagione è eccezionale e potrebbe veramente essere un'"eccezione". Quanti di questi giocatori avranno ancora una simile possibilità di restare nella storia?
3) Il pubblico lo merita. Se ne accorgerà sicuramente chi andrà via da Verona. Sarà dura trovare uno stadio del genere e tifosi così attaccati. Per rispetto nei loro confronti non bisogna mollare.
4) La società modello. Anche in questo caso chi lascerà il Verona vedrà di persona che non è semplice trovare in giro questo tipo di organizzazione, di attenzione, di puntualità. Sembrano cose scontate ma non è così. E un "professionista" a maggior ragione lo devo sapere ancora di più.
5) I "biscotti" ci fanno schifo. Altra particolarità del pubblico veronese: non ama i "biscotti". L'unico "ammesso" (e per scherzo) è stato il pareggio con l'Empoli che valeva la serie A. Ai veronesi piace la squadra che gioca all'inglese, che non è sparagnina, che si impegna alla morte. Se poi perde... Beh sono sempre applausi. Ci potete giurare.
6) I giovani devono essere i più motivati. Non è detto che se Mandorlini deciderà di far giocare i giovani i risultati siano già scritti. Anzi, sono proprio loro, i giovani che in questo momento devono avere la personalità di creare entusiasmo e guidare il gruppo verso grandi obiettivi. E' il loro momento di mettersi in mostra. Lo facciano e poi tiriamo le somme.
7) Gli esami non finiscono mai. E' inutile star lì a fare tabelle e pensare a quanti punti si fanno da qui alla fine. Meglio giocarsela alla morte in ogni partita trovando in ogni singola gara motivazioni per dare tutto. Sabato per esempio c'è l'Inter. Se giochiamo come nel secondo tempo contro la Juventus possiamo vincere. Se giochiamo come nel secondo tempo contro la Juventus...
8) La gara col Chievo non si può sbagliare. E' un'altra partita che questo Verona deve onorare in maniera totalmente diversa da come ha fatto all'andata. Ci aspettiamo una prova al di sopra di ogni sospetto. Bisogna vincere. Punto e stop.
9) Divertiamoci. Prima di Parma l'hanno detto tutti. Divertiamoci. Ci abbiamo provato. Non ci siamo divertiti. Ma ne abbiamo la possibilità.
10) Gli obiettivi personali. Ogni giocatore ne deve avere uno. Da Toni a Maietta, da Rafael a Iturbe. Tutti insieme faranno lo spirito di una squadra che resta ancora una squadra eccezionale e di uomini veri.
Gianluca Vighini
Verona appagato dopo il raggiungimento dei 40 punti? Può essere ma si spera che non sia così. Ecco di seguito dieci buoni motivi per non esserlo.
1) Non si può rovinare questa stagione fantastica. I grandi chef dicono che l'ultima percezione di un cliente è il dolce finale. Se è buono il cliente sarà convinto di aver fatto un grande pasto. Ecco, il Verona non deve finire a tarallucci e vino...
2) Certi treni passano una volta sola. Questa stagione è eccezionale e potrebbe veramente essere un'"eccezione". Quanti di questi giocatori avranno ancora una simile possibilità di restare nella storia?
3) Il pubblico lo merita. Se ne accorgerà sicuramente chi andrà via da Verona. Sarà dura trovare uno stadio del genere e tifosi così attaccati. Per rispetto nei loro confronti non bisogna mollare.
4) La società modello. Anche in questo caso chi lascerà il Verona vedrà di persona che non è semplice trovare in giro questo tipo di organizzazione, di attenzione, di puntualità. Sembrano cose scontate ma non è così. E un "professionista" a maggior ragione lo devo sapere ancora di più.
5) I "biscotti" ci fanno schifo. Altra particolarità del pubblico veronese: non ama i "biscotti". L'unico "ammesso" (e per scherzo) è stato il pareggio con l'Empoli che valeva la serie A. Ai veronesi piace la squadra che gioca all'inglese, che non è sparagnina, che si impegna alla morte. Se poi perde... Beh sono sempre applausi. Ci potete giurare.
6) I giovani devono essere i più motivati. Non è detto che se Mandorlini deciderà di far giocare i giovani i risultati siano già scritti. Anzi, sono proprio loro, i giovani che in questo momento devono avere la personalità di creare entusiasmo e guidare il gruppo verso grandi obiettivi. E' il loro momento di mettersi in mostra. Lo facciano e poi tiriamo le somme.
7) Gli esami non finiscono mai. E' inutile star lì a fare tabelle e pensare a quanti punti si fanno da qui alla fine. Meglio giocarsela alla morte in ogni partita trovando in ogni singola gara motivazioni per dare tutto. Sabato per esempio c'è l'Inter. Se giochiamo come nel secondo tempo contro la Juventus possiamo vincere. Se giochiamo come nel secondo tempo contro la Juventus...
8) La gara col Chievo non si può sbagliare. E' un'altra partita che questo Verona deve onorare in maniera totalmente diversa da come ha fatto all'andata. Ci aspettiamo una prova al di sopra di ogni sospetto. Bisogna vincere. Punto e stop.
9) Divertiamoci. Prima di Parma l'hanno detto tutti. Divertiamoci. Ci abbiamo provato. Non ci siamo divertiti. Ma ne abbiamo la possibilità.
10) Gli obiettivi personali. Ogni giocatore ne deve avere uno. Da Toni a Maietta, da Rafael a Iturbe. Tutti insieme faranno lo spirito di una squadra che resta ancora una squadra eccezionale e di uomini veri.
Gianluca Vighini
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Hellas Verona FC - Comunicato ufficiale
VERONA - In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dall’Amministratore Delegato del Parma F.C., Pietro Leonardi, ad una televisione di Parma e riprese da alcuni siti internet (compreso quello ufficiale del Parma F.C.), la società Hellas Verona FC intende precisare che "il tesserato Luca Toni non ha mai definito il calciatore Gabriel Paletta ‘normale’. Bensì ne ha parlato in termini lusinghieri, aggettivandolo come ‘un buon difensore, come ce ne sono tanti altri in Nazionale’”. Toni precisa inoltre che “non parlerà più del sig. Leonardi, perché ci sono le carriere a parlare per entrambi, senza fare troppi esercizi di memoria del passato”. La società Hellas Verona FC, in merito all’invito del sig. Leonardi di “complimentarsi con gli avversari dopo la partita di domenica”, ricorda che ciò è stato fatto nella persona dell’allenatore Andrea Mandorlini in più occasioni e in più interviste. Pertanto, l’invito è di occuparsi delle faccende di casa propria, senza consigliare suggerimenti a chi non ne ha bisogno.
Hellas Verona FC
VERONA - In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dall’Amministratore Delegato del Parma F.C., Pietro Leonardi, ad una televisione di Parma e riprese da alcuni siti internet (compreso quello ufficiale del Parma F.C.), la società Hellas Verona FC intende precisare che "il tesserato Luca Toni non ha mai definito il calciatore Gabriel Paletta ‘normale’. Bensì ne ha parlato in termini lusinghieri, aggettivandolo come ‘un buon difensore, come ce ne sono tanti altri in Nazionale’”. Toni precisa inoltre che “non parlerà più del sig. Leonardi, perché ci sono le carriere a parlare per entrambi, senza fare troppi esercizi di memoria del passato”. La società Hellas Verona FC, in merito all’invito del sig. Leonardi di “complimentarsi con gli avversari dopo la partita di domenica”, ricorda che ciò è stato fatto nella persona dell’allenatore Andrea Mandorlini in più occasioni e in più interviste. Pertanto, l’invito è di occuparsi delle faccende di casa propria, senza consigliare suggerimenti a chi non ne ha bisogno.
Hellas Verona FC
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Pensieri e parole sull'Hellas
Primavera, Atalanta: Grassi stangato dopo Verona. Pesante offesa a Salifu
Attraverso il comunicato ufficiale numero 143 del 10 marzo 2013 la Lega Nazionale Professionisti di Serie A ha reso nota la decisione del Giudice Sportivo Luca Lo Giudice di comminare ben dieci giornate di squalifica ad Alberto Grassi, giovane calciatore dell'Atalanta reo di "aver rivolto ad un avversario un epiteto ingiurioso espressivo di discriminazione razziale".
Il centrocampista della dea e della nazionale italiana Under 19 avrebbe rivolto la seguente espressione: "Alzati, vù cumprà".
Una decisone senza sconti, che ha fatto intervenire anche il responsabile del settore giovanile atalantino Mino Favini, che alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: "La frase è stata pronunciata in risposta a una provocazione verbale, ma era assolutamente priva di cattiveria e tantomeno aveva un intento razzista, lo dimostra il fatto che ogni tanto il ragazzo rivolge lo stesso termine anche al compagno Bangal, ma in modo del tutto scherzoso, senza alcuna intenzione offensiva".
Nonostante la stangata comminata ad un proprio - talentuoso - giocatore l'Atalanta non presenterà nessun ricorso.
tuttohellasverona.it
Attraverso il comunicato ufficiale numero 143 del 10 marzo 2013 la Lega Nazionale Professionisti di Serie A ha reso nota la decisione del Giudice Sportivo Luca Lo Giudice di comminare ben dieci giornate di squalifica ad Alberto Grassi, giovane calciatore dell'Atalanta reo di "aver rivolto ad un avversario un epiteto ingiurioso espressivo di discriminazione razziale".
Il centrocampista della dea e della nazionale italiana Under 19 avrebbe rivolto la seguente espressione: "Alzati, vù cumprà".
Una decisone senza sconti, che ha fatto intervenire anche il responsabile del settore giovanile atalantino Mino Favini, che alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: "La frase è stata pronunciata in risposta a una provocazione verbale, ma era assolutamente priva di cattiveria e tantomeno aveva un intento razzista, lo dimostra il fatto che ogni tanto il ragazzo rivolge lo stesso termine anche al compagno Bangal, ma in modo del tutto scherzoso, senza alcuna intenzione offensiva".
Nonostante la stangata comminata ad un proprio - talentuoso - giocatore l'Atalanta non presenterà nessun ricorso.
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Pensieri e parole sull'Hellas
SOGLIANO RESTERA’ AL VERONA. ECCO PERCHE’
Sogliano non andrà al Milan. Non quest’anno, non adesso. Nonostante Galliani abbia alzato la cornetta. Sogliano ha deciso. Forse qualche mese fa. Per carità: fino ad oggi nessuna smentita ufficiale, ma è chiaro che il ds scaligero, soprattutto dopo Gennaio, si è rimboccato le maniche e s’è messo a lavorare ancora di più a testa bassa per il Verona.
Vuol dire che Sean ha chiuso la porta al Milan? No, non sto dicendo questo. Un giorno può darsi che ci andrà. Ma non quest’anno. Le valutazioni di Sogliano sono due: la prima: cosa vado a fare in questo momento al Milan? La seconda: non posso entrare in una società dove, al di là delle apparenze, è in atto una guerra strisciante e logorante tra la proprietà (Barbara Berlusconi) e uno dei suoi uomini più rappresentativi (Galliani).
Comunque la giri, comunque ti schieri, rischi di essere triturato da questo duello. Sogliano non è Braida. E’ un operativo vero, uno totalizzante. A Verona decide persino chi deve parlare a fine gara o in settimana. A Milano in questo momento hanno bisogno di un’altra figura. Un Braida giovane che possa lavorare al fianco di Galliani per cercare di mettere nel mirino tanti Iturbe. Da qui il pensiero che porta a Sogliano, ignorando ciò che Sean in realtà è: un manager a 360°, che viaggia con staff incorporato (il fido Dibrogni, Gemmi) e che ama lavorare in profondità. Cosa che oggi al Milan non è possibile.
Certo, se stamattina Barbara Berlusconi, dopo l’umiliante 4-1 preso dall’Atletico annunciasse il licenziamento di Galliani, allora lo scenario cambierebbe. Ma sappiamo benissimo che quando ci ha provato si è trovata davanti a due ostacoli: il primo affettivo, visto che il padre è legatissimo al manager che col Milan ha vinto tutto. E l’altro economico visto che Galliani aveva annunciato che si sarebbe fatto da parte ma previo pagamento di ricchissima buonuscita che in questo momento Arcore non può pagare, attanagliato da crisi, guai giudiziari, sentenza Mondadori eccetera.
Infine, particolare non trascurabile, Sogliano è legato da un contratto sino al 2015 al Verona. E a Parma Setti ha detto chiaro e tondo che per lui, a marzo inoltrato, la questione è chiusa, visto che fino ad oggi nessuno s’è fatto vivo. Sean resterà e continuerà il buon lavoro fatto al Verona. Dove le sfide, tra l’altro, non mancheranno. Se questo era l’anno zero, il prossimo sarà l’anno doppio zero, con una squadra che dovrà essere rafforzata, migliorata e cambiata nei ruoli chiave.
twitter @gvighini
Sogliano non andrà al Milan. Non quest’anno, non adesso. Nonostante Galliani abbia alzato la cornetta. Sogliano ha deciso. Forse qualche mese fa. Per carità: fino ad oggi nessuna smentita ufficiale, ma è chiaro che il ds scaligero, soprattutto dopo Gennaio, si è rimboccato le maniche e s’è messo a lavorare ancora di più a testa bassa per il Verona.
Vuol dire che Sean ha chiuso la porta al Milan? No, non sto dicendo questo. Un giorno può darsi che ci andrà. Ma non quest’anno. Le valutazioni di Sogliano sono due: la prima: cosa vado a fare in questo momento al Milan? La seconda: non posso entrare in una società dove, al di là delle apparenze, è in atto una guerra strisciante e logorante tra la proprietà (Barbara Berlusconi) e uno dei suoi uomini più rappresentativi (Galliani).
Comunque la giri, comunque ti schieri, rischi di essere triturato da questo duello. Sogliano non è Braida. E’ un operativo vero, uno totalizzante. A Verona decide persino chi deve parlare a fine gara o in settimana. A Milano in questo momento hanno bisogno di un’altra figura. Un Braida giovane che possa lavorare al fianco di Galliani per cercare di mettere nel mirino tanti Iturbe. Da qui il pensiero che porta a Sogliano, ignorando ciò che Sean in realtà è: un manager a 360°, che viaggia con staff incorporato (il fido Dibrogni, Gemmi) e che ama lavorare in profondità. Cosa che oggi al Milan non è possibile.
Certo, se stamattina Barbara Berlusconi, dopo l’umiliante 4-1 preso dall’Atletico annunciasse il licenziamento di Galliani, allora lo scenario cambierebbe. Ma sappiamo benissimo che quando ci ha provato si è trovata davanti a due ostacoli: il primo affettivo, visto che il padre è legatissimo al manager che col Milan ha vinto tutto. E l’altro economico visto che Galliani aveva annunciato che si sarebbe fatto da parte ma previo pagamento di ricchissima buonuscita che in questo momento Arcore non può pagare, attanagliato da crisi, guai giudiziari, sentenza Mondadori eccetera.
Infine, particolare non trascurabile, Sogliano è legato da un contratto sino al 2015 al Verona. E a Parma Setti ha detto chiaro e tondo che per lui, a marzo inoltrato, la questione è chiusa, visto che fino ad oggi nessuno s’è fatto vivo. Sean resterà e continuerà il buon lavoro fatto al Verona. Dove le sfide, tra l’altro, non mancheranno. Se questo era l’anno zero, il prossimo sarà l’anno doppio zero, con una squadra che dovrà essere rafforzata, migliorata e cambiata nei ruoli chiave.
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Pensieri e parole sull'Hellas
Serie A TIM: anticipi e posticipi / 32a-34a giornata
VERONA - La Lega Serie A ha stabilito anticipi e posticipi del campionato dalla 32a alla 34a giornata. L'Hellas Verona FC giocherà sabato 5 aprile (ore 18) contro il Chievo, mentre la sfida contro la Fiorentina si disputerà lunedì 14 aprile (ore 19), solo se i viola approderanno ai quarti di finale della UEFA Europa League.
Ecco, di seguito, l'elenco completo con gli orari delle partite.
32ª GIORNATA
Chievo-Hellas Verona (sabato 5 aprile, ore 18)
33ª GIORNATA
Hellas Verona-Fiorentina (lunedì 14 aprile, ore 19) *
*Posticipo disposto solo in caso di qualificazione ai quarti di finale di UEFA Europa League della società interessata. Nel caso in cui lunedì 14 aprile si dovesse giocare un solo posticipo (gli altri in programma sono Udinese-Juventus e Napoli-Lazio), questo avrà inizio alle ore 20.45.
Ufficio Stampa
VERONA - La Lega Serie A ha stabilito anticipi e posticipi del campionato dalla 32a alla 34a giornata. L'Hellas Verona FC giocherà sabato 5 aprile (ore 18) contro il Chievo, mentre la sfida contro la Fiorentina si disputerà lunedì 14 aprile (ore 19), solo se i viola approderanno ai quarti di finale della UEFA Europa League.
Ecco, di seguito, l'elenco completo con gli orari delle partite.
32ª GIORNATA
Chievo-Hellas Verona (sabato 5 aprile, ore 18)
33ª GIORNATA
Hellas Verona-Fiorentina (lunedì 14 aprile, ore 19) *
*Posticipo disposto solo in caso di qualificazione ai quarti di finale di UEFA Europa League della società interessata. Nel caso in cui lunedì 14 aprile si dovesse giocare un solo posticipo (gli altri in programma sono Udinese-Juventus e Napoli-Lazio), questo avrà inizio alle ore 20.45.
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Pensieri e parole sull'Hellas
I nerazzurri restano un tabù così come il Bentegodi dove nel 2014 il Verona non ha mai vinto.
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Pensieri e parole sull'Hellas
RAGAZZI, NON ROVINIAMO TUTTO
Io non ho visto un Verona in vacanza contro l’Inter. La squadra m’è piaciuta, ma come a Parma abbiamo preso due gol frutto della svagatezza. La partita è stata buona, vedo giocatori che ancora s’impegnano, ma che forse hanno tolto il coltello dai denti e a volte impugnano un ago per ricamare. La fame non può essere quella di inizio stagione ma adesso questo campionato va onorato fino in fondo. E’ un obbligo non solo da affermare nelle interviste, ma anche nei fatti. Questo è un campionato eccezionale, ma non va rovinato con prove mediocri. C’è ancora il tempo e le gare per non cadere nel grigiore.
Gianluca Vighini
Io non ho visto un Verona in vacanza contro l’Inter. La squadra m’è piaciuta, ma come a Parma abbiamo preso due gol frutto della svagatezza. La partita è stata buona, vedo giocatori che ancora s’impegnano, ma che forse hanno tolto il coltello dai denti e a volte impugnano un ago per ricamare. La fame non può essere quella di inizio stagione ma adesso questo campionato va onorato fino in fondo. E’ un obbligo non solo da affermare nelle interviste, ma anche nei fatti. Questo è un campionato eccezionale, ma non va rovinato con prove mediocri. C’è ancora il tempo e le gare per non cadere nel grigiore.
Gianluca Vighini
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Pensieri e parole sull'Hellas
HELLAS IN CADUTA LIBERA
Il momento difficile del Verona ci fa capire quanto grande è stata la squadra di Mandorlini nel girone d’andata. La serie A è questa. Per un niente ti puoi ritrovare in fondo, anche se i valori tecnici della rosa non sono poi così male. L’Hellas di questo periodo ha un Jorginho in meno, ma non può essere solo questa assenza a giustificare la mancanza di risultati.
La sconfitta con l’Inter ha fatto capire che l’Europa può aspettare. Nessun dramma, nessun problema. Toni è in calo, Iturbe si accende ad intermittenza, Marquinho idem, in difesa si balla troppo. Risultato? Si fatica a segnare, si prendono gol da polli. E il morale scende ai minimi storici. Mettiamoci un po’ di appagamento, un po’ di inconscio rilassamento e la frittata è fatta.
La cosa più semplice ora è puntare il dito contro Mandorlini. Ma perché non ha cambiato prima? Perché Donati e non Donadel o Cirigliano? Perché non prova un modulo diverso?
Se Mandorlini ha fatto i cambi così tardi è perché era convinto di non avere tutto questo potenziale in panchina. Non si hanno controprove, sia chiaro, ma se tra le riserve ci fosse stato Tevez, secondo voi lo avrebbe messo dentro a 5 dalla fine? Un dubbio sul ritorno di Maietta però c’è. Ok la riconoscenza, ok la leadership del capitano, ma Marques stava facendo bene e secondo me andava riconfermato.
Il Verona di Parma e quello visto contro l’Inter sono stati bellini da vedere, ma poco efficaci e senza quella cattiveria agonistica necessaria per ottenere risultati importanti. Credo ci sia anche un calo generale sia fisico che mentale dopo le fatiche per arrivare a quota 40. Giusto dunque andare in vacanza anticipata? Assolutamente no. Sono sicuro che questa squadra può dire ancora qualcosa di importante in queste ultime giornate di campionato, iniziando dalla prossima trasferta di Genova con la Sampdoria.
Luca Fioravanti
Il momento difficile del Verona ci fa capire quanto grande è stata la squadra di Mandorlini nel girone d’andata. La serie A è questa. Per un niente ti puoi ritrovare in fondo, anche se i valori tecnici della rosa non sono poi così male. L’Hellas di questo periodo ha un Jorginho in meno, ma non può essere solo questa assenza a giustificare la mancanza di risultati.
La sconfitta con l’Inter ha fatto capire che l’Europa può aspettare. Nessun dramma, nessun problema. Toni è in calo, Iturbe si accende ad intermittenza, Marquinho idem, in difesa si balla troppo. Risultato? Si fatica a segnare, si prendono gol da polli. E il morale scende ai minimi storici. Mettiamoci un po’ di appagamento, un po’ di inconscio rilassamento e la frittata è fatta.
La cosa più semplice ora è puntare il dito contro Mandorlini. Ma perché non ha cambiato prima? Perché Donati e non Donadel o Cirigliano? Perché non prova un modulo diverso?
Se Mandorlini ha fatto i cambi così tardi è perché era convinto di non avere tutto questo potenziale in panchina. Non si hanno controprove, sia chiaro, ma se tra le riserve ci fosse stato Tevez, secondo voi lo avrebbe messo dentro a 5 dalla fine? Un dubbio sul ritorno di Maietta però c’è. Ok la riconoscenza, ok la leadership del capitano, ma Marques stava facendo bene e secondo me andava riconfermato.
Il Verona di Parma e quello visto contro l’Inter sono stati bellini da vedere, ma poco efficaci e senza quella cattiveria agonistica necessaria per ottenere risultati importanti. Credo ci sia anche un calo generale sia fisico che mentale dopo le fatiche per arrivare a quota 40. Giusto dunque andare in vacanza anticipata? Assolutamente no. Sono sicuro che questa squadra può dire ancora qualcosa di importante in queste ultime giornate di campionato, iniziando dalla prossima trasferta di Genova con la Sampdoria.
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Pensieri e parole sull'Hellas
“DI QUESTA PARTITA NON CE NE FREGA UN C…”
“La verità è sovversiva” scrive Luis Sepulveda. La verità è anche dissacrante e l’unica verità del sabato sera di Verona-Inter è quel coro intonato dai butei della sud sul finire: “Di questa partita non ce ne frega un c****”. Un vecchio tormentone, ma ieri sera improvvisato sulle emozionanti note di “I will follow him” e dunque particolarmente riuscito.
Il significato di quelle parole è da sempre chiaro: si tifa innanzitutto… il tifo e la curva, poi il Verona, ma inteso come ”istituzione”, maglia, simboli e colori. La partita in sé è un contorno, un pretesto, il grimaldello ideale per questa autocelebrazione settimanale di uno stile unico in Italia. E giocatori e allenatore sono solo delle comparse (da qua il must che non si dedicano loro cori).
Ma ieri - preso atto di come la stagione del Verona stia scivolando verso un grigio anonimato - quelle parole partite dalla curva, ma poi intonate da tutto stadio, assumono forse senza volerlo anche un significato dissacratorio della sfera più prettamente calcistica. Infatti, cosa vogliamo ormai scrivere di partite come Bologna, Parma e Inter? Il Verona ha mollato qualcosa a livello di tensione emotiva e di furore agonistico. Veri obiettivi, almeno per quest’anno, non ce ne sono più, per colpa di una paranoia esclusivamente italiana per cui i piccoli-medi club, di anno in anno, vivono, lottano e vegetano solo per fottuta rotta dei 40 punti. La parola “salvezza” nel resto del mondo pallonaro non è nemmeno contemplata, qua ormai è bagaglio antropologico di ognuno di noi, in perfetta linea con la nostra cultura remissiva, di piccolo cabotaggio, anti-rivoluzionaria e cripto-democristiana che ci ammanta da secoli e ci ammanterà nei secoli e nei secoli (amen).
E allora di cosa scriviamo? Ci mettiamo a fare una disamina tecnica di Verona-Inter? La mia è telegrafica: il nostro punto di riferimento Luca Toni, ieri come a Parma, è apparso un po’ ”sulle gambe”. Se lui non è al top l’Hellas ne risente , dal momento che il calcio, nel bene o nel male, lo fanno i calciatori e non i ”demiurghi” della panchina, da Mourinho in giù. E Toni quest’anno è stato metà squadra, un po’ come Gilardino nel Bologna di Pioli la scorsa stagione (questo sappiamolo in vista della prossima annata). Potremmo poi parlare di un Iturbe ”spremuto” da un lavoraccio di mesi e mesi a tutto campo e ieri costantemente raddoppiato (altri sbocchi non ne abbiamo?). Nel secondo tempo Mandorlini ha chiesto all’argentino di restare “alto”, il tentativo giustamente era di provare a pareggiare, ma (sarà un caso) poco dopo abbiamo preso il raddoppio (come dire, non abbiamo meccanismi difensivi tali da poterci permettere gli esterni d’attacco “alti”?). La frittata è stata servita da un centrocampo scombiccherato, col compassato (eufemismo) Donati, l’ancor intangibile Marquinho e il debuttante Sala, bravo (lo si vede) ma ora come ora un tantino’ affannoso, e una difesa che non per niente è la stessa della serie B (e il calo dei nostri attaccanti è lì impietosamente ad evidenziarlo).
Ma ogni disamina tecnica è nulla rispetto a quella che è una sensazione. Checché ne dica Moras (abolire le interviste di fine partita, no?), non percepisco più quel “sacro fuoco” nei ragazzotti in maglia gialloblù (o blu-arancio, ma qui entriamo in un’altra sfera a me cara e lasciamo perdere per carità di patria). L’auspicio è che sia solo un periodo storto, mettiamola così. Lo dico anche alla critica veronese: è ora di finirla coi discorsi autoassolutori che ”tanto siamo salvi”, “ci siamo divertiti” e balle varie. Rimangono dieci partite da giocare ed è prestino per abbassare le serrande e appendere il cartello “chiuso per ferie”. Obiettivi? Vincere il derby, raggiungere i 55 punti e restare tra le prime otto. Non vedo alternative.
Francesco Barana
“La verità è sovversiva” scrive Luis Sepulveda. La verità è anche dissacrante e l’unica verità del sabato sera di Verona-Inter è quel coro intonato dai butei della sud sul finire: “Di questa partita non ce ne frega un c****”. Un vecchio tormentone, ma ieri sera improvvisato sulle emozionanti note di “I will follow him” e dunque particolarmente riuscito.
Il significato di quelle parole è da sempre chiaro: si tifa innanzitutto… il tifo e la curva, poi il Verona, ma inteso come ”istituzione”, maglia, simboli e colori. La partita in sé è un contorno, un pretesto, il grimaldello ideale per questa autocelebrazione settimanale di uno stile unico in Italia. E giocatori e allenatore sono solo delle comparse (da qua il must che non si dedicano loro cori).
Ma ieri - preso atto di come la stagione del Verona stia scivolando verso un grigio anonimato - quelle parole partite dalla curva, ma poi intonate da tutto stadio, assumono forse senza volerlo anche un significato dissacratorio della sfera più prettamente calcistica. Infatti, cosa vogliamo ormai scrivere di partite come Bologna, Parma e Inter? Il Verona ha mollato qualcosa a livello di tensione emotiva e di furore agonistico. Veri obiettivi, almeno per quest’anno, non ce ne sono più, per colpa di una paranoia esclusivamente italiana per cui i piccoli-medi club, di anno in anno, vivono, lottano e vegetano solo per fottuta rotta dei 40 punti. La parola “salvezza” nel resto del mondo pallonaro non è nemmeno contemplata, qua ormai è bagaglio antropologico di ognuno di noi, in perfetta linea con la nostra cultura remissiva, di piccolo cabotaggio, anti-rivoluzionaria e cripto-democristiana che ci ammanta da secoli e ci ammanterà nei secoli e nei secoli (amen).
E allora di cosa scriviamo? Ci mettiamo a fare una disamina tecnica di Verona-Inter? La mia è telegrafica: il nostro punto di riferimento Luca Toni, ieri come a Parma, è apparso un po’ ”sulle gambe”. Se lui non è al top l’Hellas ne risente , dal momento che il calcio, nel bene o nel male, lo fanno i calciatori e non i ”demiurghi” della panchina, da Mourinho in giù. E Toni quest’anno è stato metà squadra, un po’ come Gilardino nel Bologna di Pioli la scorsa stagione (questo sappiamolo in vista della prossima annata). Potremmo poi parlare di un Iturbe ”spremuto” da un lavoraccio di mesi e mesi a tutto campo e ieri costantemente raddoppiato (altri sbocchi non ne abbiamo?). Nel secondo tempo Mandorlini ha chiesto all’argentino di restare “alto”, il tentativo giustamente era di provare a pareggiare, ma (sarà un caso) poco dopo abbiamo preso il raddoppio (come dire, non abbiamo meccanismi difensivi tali da poterci permettere gli esterni d’attacco “alti”?). La frittata è stata servita da un centrocampo scombiccherato, col compassato (eufemismo) Donati, l’ancor intangibile Marquinho e il debuttante Sala, bravo (lo si vede) ma ora come ora un tantino’ affannoso, e una difesa che non per niente è la stessa della serie B (e il calo dei nostri attaccanti è lì impietosamente ad evidenziarlo).
Ma ogni disamina tecnica è nulla rispetto a quella che è una sensazione. Checché ne dica Moras (abolire le interviste di fine partita, no?), non percepisco più quel “sacro fuoco” nei ragazzotti in maglia gialloblù (o blu-arancio, ma qui entriamo in un’altra sfera a me cara e lasciamo perdere per carità di patria). L’auspicio è che sia solo un periodo storto, mettiamola così. Lo dico anche alla critica veronese: è ora di finirla coi discorsi autoassolutori che ”tanto siamo salvi”, “ci siamo divertiti” e balle varie. Rimangono dieci partite da giocare ed è prestino per abbassare le serrande e appendere il cartello “chiuso per ferie”. Obiettivi? Vincere il derby, raggiungere i 55 punti e restare tra le prime otto. Non vedo alternative.
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Pensieri e parole sull'Hellas
IL PAGELLONE DI VERONA-INTER
Un primo tempo sopra le righe, dominando nella zona di Hernanes. Una ripresa con meno spunti ma chiusa con l’ultimo tentativo (tiro da fuori al 43′ s.t.) del Verona di far male ad Handanovic. E’ Jacopo SALA (voto 6,5) la nota positiva della sconfitta 2-0 con l’Inter. In campo da interno di centrocampo, Sala è stato il perno di una catena di destra che nel primo tempo ha funzionato benissimo. Meno bene il resto del centrocampo. DONATI (voto 5,5) ha aiutato poco nei raddoppi e come altre volte è stato poco preciso nel giro palla. Non bene anche MARQUINHO (voto 5,5) che offensivamente parlando da più di Hallfredsson, ma ha aiutato pochissimo Albertazzi e dalla sua parte Jonathan ha fatto vincere la partita all’Inter. Di contro, le due occasioni più pericolose del Verona lo vedono nel ruolo di protagonista: il rasoterra fuori di poco al 24′ di un primo tempo dove è andato a sprazzi e il cross per Moras al 26′ del s.t. dove il Verona ha sciupato l’opportunità di riaprire la partita.
In attacco TONI (voto 5,5) sta diventando un caso. Il finalizzatore principale di tutta la manovra del Verona è ormai diventato un bersaglio dei difensori avversari e degli arbitri. Ranocchia, ma a turno Campagnaro e Rolando, non l’hanno fatto saltare, non l’hanno fatto girare, ricorrendo a una fisicità ed un’aggressività esasperata. Molto spesso fallosa. Ma se l’arbitro non ti fischia mai fallo allora è un gioco al massacro. E ha fatto benissimo Mandorlini a sottolineare con forza questo aspetto a fine partita. Detto questo Toni è troppo solo lì davanti. Contro l’Inter i due esterni offensivi sono rientrati poco rimanendo alti per dare un punto di riferimento oltre a Toni, ma alla fine stavano sempre molto larghi lasciando il numero 9 troppo solo contro i centrali dell’Inter. E così Toni rischia di non durare sino alla fine del campionato. ROMULO (voto 6) ha fatto bene anche esterno d’attacco. Ha dato equilibrio, si è proposto. L’unico vero problema è che giocando lì ha tolto il lato di campo dove ITURBE (voto 5,5) si trova più a suo agio e la pericolosità di squadra del Verona (voto 5,5) ne ha risentito. L’argentino è rimasto molto largo nel primo tempo, non ha mai cercato di rientrare, puntando solo a conquistare il fondo. Nella ripresa ha avuto qualche guizzo ma l’impressione è che da una parte piuttosto che dall’altra non sia la stessa cosa.
Dietro stavolta è andato in difficoltà ALBERTAZZI (voto 5+) che ha pagato la giornata particolarmente positiva di Jonathan ed ha qualcosa da farsi perdonare in entrambe le azioni dei gol interisti. Ma è stato pochissimo aiutato (nei raddoppi) e comunque pur nella difficoltà si è fatto sempre trovare pronto nella spinta offensiva. MORAS (voto 6,5) è stato quasi perfetto. E’ stato molto alto, si è fatto trovare pronto nei palloni in verticale per Icardi, le ha prese di testa, ha sporcato il pallone del 3-0 che Kovacic aveva disegnato per Hernanes. Peccato per quel colpo di testa alto a botta sicura che poteva riaprire la partita. Sarebbe stato un gol importante e strameritato.
Meno bene MAIETTA (voto 5,5) che da quando è rientrato dall’infortunio non ha ancora trovato il passo giusto ed è stato sicuramente sfortunato ma altrettanto poco pronto sul rimpallo che ha permesso a Jonathan di arrivare al punto del 2-0. Meglio del solito CACCIATORE (voto 6+), che è sempre un po’ impreciso ma specie nel primo tempo ha fatto molto bene insieme a Sala e Romulo, entrando con i tempi giusti, a volte rubando anche tempi di gioco. RAFAEL (voto 6) è stato attento sulle conclusioni di fuori, bravo su Guarin nel primo tempo e poco poteva in più sulle azioni dei gol.
MANDORLINI (voto 5+) ha provato a cambiare qualcosa nel suo 4-3-3 tenendo un po’ più alti gli esterni offensivi ma Iturbe a sinistra è una scelta che non ha pagato. Tardivi (molto) gli ultimi due cambi. BANTI (voto 5) si aggiunge alla lista di quelli che permettono ogni corbelleria possibile su Toni senza fischiare mai.
Stefano Rasulo
Un primo tempo sopra le righe, dominando nella zona di Hernanes. Una ripresa con meno spunti ma chiusa con l’ultimo tentativo (tiro da fuori al 43′ s.t.) del Verona di far male ad Handanovic. E’ Jacopo SALA (voto 6,5) la nota positiva della sconfitta 2-0 con l’Inter. In campo da interno di centrocampo, Sala è stato il perno di una catena di destra che nel primo tempo ha funzionato benissimo. Meno bene il resto del centrocampo. DONATI (voto 5,5) ha aiutato poco nei raddoppi e come altre volte è stato poco preciso nel giro palla. Non bene anche MARQUINHO (voto 5,5) che offensivamente parlando da più di Hallfredsson, ma ha aiutato pochissimo Albertazzi e dalla sua parte Jonathan ha fatto vincere la partita all’Inter. Di contro, le due occasioni più pericolose del Verona lo vedono nel ruolo di protagonista: il rasoterra fuori di poco al 24′ di un primo tempo dove è andato a sprazzi e il cross per Moras al 26′ del s.t. dove il Verona ha sciupato l’opportunità di riaprire la partita.
In attacco TONI (voto 5,5) sta diventando un caso. Il finalizzatore principale di tutta la manovra del Verona è ormai diventato un bersaglio dei difensori avversari e degli arbitri. Ranocchia, ma a turno Campagnaro e Rolando, non l’hanno fatto saltare, non l’hanno fatto girare, ricorrendo a una fisicità ed un’aggressività esasperata. Molto spesso fallosa. Ma se l’arbitro non ti fischia mai fallo allora è un gioco al massacro. E ha fatto benissimo Mandorlini a sottolineare con forza questo aspetto a fine partita. Detto questo Toni è troppo solo lì davanti. Contro l’Inter i due esterni offensivi sono rientrati poco rimanendo alti per dare un punto di riferimento oltre a Toni, ma alla fine stavano sempre molto larghi lasciando il numero 9 troppo solo contro i centrali dell’Inter. E così Toni rischia di non durare sino alla fine del campionato. ROMULO (voto 6) ha fatto bene anche esterno d’attacco. Ha dato equilibrio, si è proposto. L’unico vero problema è che giocando lì ha tolto il lato di campo dove ITURBE (voto 5,5) si trova più a suo agio e la pericolosità di squadra del Verona (voto 5,5) ne ha risentito. L’argentino è rimasto molto largo nel primo tempo, non ha mai cercato di rientrare, puntando solo a conquistare il fondo. Nella ripresa ha avuto qualche guizzo ma l’impressione è che da una parte piuttosto che dall’altra non sia la stessa cosa.
Dietro stavolta è andato in difficoltà ALBERTAZZI (voto 5+) che ha pagato la giornata particolarmente positiva di Jonathan ed ha qualcosa da farsi perdonare in entrambe le azioni dei gol interisti. Ma è stato pochissimo aiutato (nei raddoppi) e comunque pur nella difficoltà si è fatto sempre trovare pronto nella spinta offensiva. MORAS (voto 6,5) è stato quasi perfetto. E’ stato molto alto, si è fatto trovare pronto nei palloni in verticale per Icardi, le ha prese di testa, ha sporcato il pallone del 3-0 che Kovacic aveva disegnato per Hernanes. Peccato per quel colpo di testa alto a botta sicura che poteva riaprire la partita. Sarebbe stato un gol importante e strameritato.
Meno bene MAIETTA (voto 5,5) che da quando è rientrato dall’infortunio non ha ancora trovato il passo giusto ed è stato sicuramente sfortunato ma altrettanto poco pronto sul rimpallo che ha permesso a Jonathan di arrivare al punto del 2-0. Meglio del solito CACCIATORE (voto 6+), che è sempre un po’ impreciso ma specie nel primo tempo ha fatto molto bene insieme a Sala e Romulo, entrando con i tempi giusti, a volte rubando anche tempi di gioco. RAFAEL (voto 6) è stato attento sulle conclusioni di fuori, bravo su Guarin nel primo tempo e poco poteva in più sulle azioni dei gol.
MANDORLINI (voto 5+) ha provato a cambiare qualcosa nel suo 4-3-3 tenendo un po’ più alti gli esterni offensivi ma Iturbe a sinistra è una scelta che non ha pagato. Tardivi (molto) gli ultimi due cambi. BANTI (voto 5) si aggiunge alla lista di quelli che permettono ogni corbelleria possibile su Toni senza fischiare mai.
Stefano Rasulo