Pensieri e parole sull'Hellas

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Messaggio da SirPsychoSexy » 31.03.14 - 14:30

SPIAZZATI DA QUESTO VERONA – BIS

Dopo la brutta prova di Cagliari e le cinque pappine prese a Genova dalla Samp, alzi la mano chi era pronto a scommettere in un Verona così spumeggiante, bravo ad annientare il Genoa nel primo tempo e a non demoralizzarsi dopo l’espulsione ingiusta di Albertazzi tanto da riuscire a chiudere il match con doppietta di Toni nella ripresa. Io non ho alzato la mano. Lo ammetto: sono rimasto ancora una volta spiazzato dall’Hellas, questa volta però positivamente. Impatto sul match perfetto, bel gioco, voglia di segnare e di dare un calcione al momento negativo. Il Verona ha entusiasmato come non succedeva da tanto tempo. Il Genoa non ci ha capito molto e quando avrebbe potuto rimettere in piedi la partita, ha fallito miseramente, disputando una prestazione indecente, anche e soprattutto per merito dell’Hellas.

Visto che non capita spesso, volevo sottolineare che sabato, dopo la conferenza stampa di Mandorlini, ho azzeccato tutta la formazione (c’è il Tg Gialloblù in chiusura del Tg Verona a dimostrarlo). Non è questo grande merito, sia chiaro, comunque ci ho preso e mi sembrava giusto dirlo. Una formazione che ha dato le risposte giuste a Mandorlini. Fossi in lui sabato non cambierei una virgola contro il Chievo, tenendo Romulo pronto in panchina in caso di necessità.

Contro il Genoa è stata una vittoria di squadra, come ha spiegato l’allenatore gialloblù. Tutti hanno giocato bene, con attenzione e la necessaria cattiveria agonistica. Cacciatore è tornato ai livelli d’inizio stagione, Moras e Marques hanno dato sicurezza, Albertazzi non ha voluto strafare, disputando una gara attenta prima dell’ingiusto cartellino rosso. A centrocampo Donadel è stato il migliore, conquistandosi con i fatti la riconferma, bene anche Sala e Hallfredsson. In attacco Toni è stato stratosferico, ben supportato da Marquinho e Iturbe. Insomma, un gran bel Verona che lascia ben sperare per il derby con il Chievo e le successive sei partite.


Luca Fioravanti
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Messaggio da SirPsychoSexy » 31.03.14 - 14:32

SOTTO PRESSIONE SI VINCE

Sarà stata la presenza del mio idolo di sempre, Preben Elkjaer Larsen (l’ho detto alla Brera, omaggio doveroso); sarà stato il trovarmi testimone di un presente che sarà consegnato alla storia gialloblù, grazie alla doppietta di Luca Toni che raggiunge due miti come Gianni Bui e Nico Penzo nella classifica cannonieri di un unico campionato del Verona in serie A; sarà stata soprattutto la reazione di orgoglio dei ragazzi di Mandorlini, che sono scesi in campo con la bava alla bocca per zittire il mondo, gli arbitri e noi rompicoglioni (e così doveva essere!).

Saranno state tutte queste cose, non so, ma mi sono emozionato, ecco l’ho detto. Non si vive di solo pane (ergo di 40 punti) - anche se nel calcio contabile sembrano avercelo sordidamente imposto - lo dicevo tempo fa e lo ribadisco ora più che mai. Il Verona dell’ultimo mese era un colpo al cuore perpetuo e non per i risultati, ma per l’atteggiamento inerme e anemico. Non poteva finire tutto lì, non potevamo essere la copia di altre squadre che in passato, raggiunta la salvezza, regalavano punti a destra e a manca. Ma come, noi come gli altri? Anonimi polli da batteria? Comparse tra le tante nel proscenio dei soliti divi?

Oggi dopo 40 secondi ho capito che l’aria era cambiata e l’Hellas si stava riprendendo quanto gli spettava. Non il risultato, ma la dignità. Fatalità abbiamo vinto (ma non è una fatalità, quando il Verona si esprime per le sue capacità vince con almeno 12 squadre in questa serie A), ma anche non ci fossimo riusciti il giudizio sarebbe lo stesso.

Il recupero di questa presa di coscienza (“fondamentale il faccia a faccia dopo Cagliari”, ha detto Marquinho in sala stampa) è il senso di questa giornata del Bentegodi. Più di un Verona-Genoa che rischiava di trascinarsi nell’anonimato di un’inutile metà classifica. E conferma un dato: questi giocatori e questo allenatore vanno messi sotto pressione per spingerli a dare il meglio e rincorrere nuovi obiettivi. La pax, le mediocri formule assolutorie, le esegesi aprioristicamente buoniste non servono a una beneamata fava.

Quindi bravi a tutti, ma fine dei complimenti. Non esaltiamoci, o perlomeno aspettiamo a farlo. Di mezzo c’è un derby e una convinzione: se il Verona fa il Verona vince. Sabato è una partita da non sbagliare. Caro mister e cari giocatori: sappiatelo!


Francesco Barana
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Messaggio da SirPsychoSexy » 31.03.14 - 14:35

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

Nel Verona che torna il bel Verona del girone d’andata e dopo quattro sconfitte e uno di meno per tutto il tempo fa fare una figuraccia al Genoa (durissimo il tecnico Gasperini verso i suoi giocatori a fine partita) c’è soprattutto la coesione di un gruppo che in campo è tornato a soffrire (insieme), difendere (di squadra) e attaccare (di squadra). Una squadra che stavolta merita un 7 abbondante perchè il momento non era dei più semplici e l’avversario era tra i meno malleabili.
Un grande plauso va stavolta alla difesa. MORAS (voto 7,5) e MARQUES (voto 7) hanno lasciato le briciole agli avversari, con il greco che si è fatto notare anche nell’area avversaria. CACCIATORE (voto 7+) ha fatto bene a destra e sinistra, è andato alla conclusione, è stato attento dietro anche quando gli è capitato nel finale il più pericoloso (perchè più fresco) del Genoa, Fetfatzidis. MAIETTA (voto 6,5) è entrato subito in partita, dando una mano per respingere l’assalto genoano e l’applauso del pubblico del Bentegodi all’uscita dal campo di ALBERTAZZI (voto 6,5) è il segnale di quanto sia stato ingiusto quel cartellino rosso che ha costretto il Verona in dieci per più di un tempo. Ma merita un voto alto anche AGOSTINI (7) che è uno che non segna mai, e che davanti alla porta ha messo palla sui piedi toni con un gesto che è il vero segnale che la squadra c’è, si era solo smarrita.
In mezzo DONADEL (voto OTTO) ha giocato la sua migliore in gialloblù. Ha schermato la difesa, si è proposto, con quell’intraprendenza che lo ha portato anche al tiro decisivo del primo tempo. Oggi è un giocatore ritrovato. HALLFREDSSON (voto 7+) è stato prezioso, come sempre, SALA (voto 7+) addirittura soprendente per attenzione quando Mandorlini gli ha chiesto di fare il “2” e MARQUINHO (voto 7,5) sul piano della disponibilità, della corsa e del sacrificio è stato addirittura clamoroso: ha girato tre quattro ruoli nella stessa gara, ha giocato a destra, a sinistra, ha dato l’assist a Toni in quell’azione dove poteva segnare anche lui. Strepitoso. E bene, subito in partita anche DONATI (voto 6,5) di cui Mandorlini avrà ancora sicuramente bisogno.
Davanti TONI (voto OTTO) ha segnato due gol facili facili, ma uno se l’è procurato con la caparbietà del campione e la prestazione è da incorniciare. A ITURBE (voto 7,5) è mancata solo una cosa: il gol.
Voto 7,5 anche ad ANDREA MANDORLINI perchè questo è tornato il suo Verona. Voto 3 all’arbitro CELI, per aver rovinato una bella partita.


Stefano Rasulo
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Messaggio da SirPsychoSexy » 06.04.14 - 12:54

E ORA LA FIORENTINA

Archiviata la gara contro il Chievo, giocata con classe dalla società durante la settimana, e con grinta e cuore dalla squadra in campo, ora questo meraviglioso Verona può finire alla grande questo campionato. La squadra di Mandorlini, superato lo scoglio dei 40 punti, ha ripreso a volare. La gara con il Chievo non ha avuto storia, tanto è stata superiore la qualità dell’Hellas, messa davanti alla pochezza tecnica della formazione di Corini. Forse un solo piccolo appunto: questa era una gara da vincere almeno 3-0. C’è da dire comunque che Agazzi è stato il migliore dei pandorati. Ora c’è la Fiorentina. E il Verona, questo meraviglioso Verona di Mandorlini, non finisce più.

Gianluca Vighini
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Messaggio da SirPsychoSexy » 06.04.14 - 12:55

LA SCONFITTA DI CAMPEDELLI

Il Chievo ha perso sul campo, Campedelli ha perso sugli spalti. La sua strategia si è rivelata un fallimento. Il presidente pandorato aveva tutto il diritto di considerare la partita con il Verona di prima fascia, ma il risultato è stato quasi deprimente. Spalti semi vuoti e tanta gente a casa a guardare la tv o in giro a fare dell’altro. Un autogol clamoroso che ha scontentato tante persone e che ha dato un’ulteriore carica al popolo dell’Hellas.

Ci fosse stato il tutto esaurito, avrebbe avuto ragione Campedelli. Non è andata così, gli spettatori saranno stati circa 10mila, minimo storico per il derby cittadino. Insomma, una tristezza per un avvenimento che anni fa era considerato una festa per la Verona calcistica. Forse è giusto che oggi festa non lo sia. Vuol dire che il Chievo è cresciuto, svestendo i panni della matricola simpatica. Non più favola, ma realtà.

Nessuno vuole togliere i meriti sportivi della squadra pandorata degli ultimi 12, 13 anni. Ma se fossi in Campedelli qualche domanda me la farei. Perché in città il piccolo Ceo è diventato così antipatico? Perché c’è stato un crollo di spettatori anche quando il Verona era in categorie inferiori? Perché tanti litigi con i media, tante chiusure a riccio, tanti silenzi? Solo colpa degli altri? Io credo di no. Non è che forse la società abbia perso l’umiltà di un tempo? Una riflessione, se lavorassi in via Galvani, la farei.

Sul successo della squadra di Mandorlini c’è poco da dire. Vittoria meritata, anche se troppo sofferta, ma va bene anche così (soprattutto se ricordiamo l’andata). Ottimo il ritorno di capitan Maietta, che ha dato risposte confortanti a chi lo ha criticato un po’ troppo velocemente. Ma direi bene tutta la squadra con note speciali per Toni e Iturbe.

46 punti a sei giornate dalla fine… Risultato STRAORDINARIO!


Luca Fioravanti
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Messaggio da SirPsychoSexy » 06.04.14 - 12:58

CONTRASTI AL BENTEGODI

Contrasti al Bentegodi. Spazi deserti sugli spalti, eppure là in curva mai come questa volta cantavano incessantemente. L’ecumenico Corini vestiva da prete e passeggiava, tanto nervoso quanto impeccabile, con le mani in tasca; pochi metri più in là lo “spettinato” Mandorlini si sbracciava, sbuffava, imprecava. Al suo fianco in panchina si mostravano Sogliano e Setti, figure di una società che sta colmando piano piano anche l’unico gap rimasto intatto sinora, cioè la “distanza” coi tifosi e la storia del Verona (in questo quadro va vista la riapertura dell’antistadio e anche, perché no, la scelta di regalare il biglietto con l’Udinese ai paganti di ieri, adesso manca il tassello di riconsegnare i colori storici alle maglie e di riappropiarsi di scale e mastini anche per la campagna abbonamenti al posto di stravaganti opliti). In tribuna invece si annidava e masticava amaro Campedelli che, alla resa dei conti, piange sia per l’incasso che per il risultato.

Che diceva quel vecchio proverbio? Chi la fa l’aspetti, uno a zero e palla al centro (in attesa del prossimo derby, perché probabilmente il Chievo si salverà). Se da un lato c’è un club centenario, con uno scudetto e un popolo dietro, resistenza old style ai tentacoli impalpabili ma soffocanti del calcio moderno, dall’altro troviamo una società che ai tempi del “miracolo” perse l’occasione della vita, quella di identificarsi e identificare, di creare e accrescere un suo popolo, di sviluppare un suo marchio antropologico, e che adesso orfana di pathos vive socialmente di riflesso e probabilmente soffre il ritorno dell’Hellas a certi livelli.

Contrasti anche in campo, e non mi riferisco ai tackle, ma all’andamento musicale della partita. Il vecchio gioco del gatto col topo. Primo tempo d’assaggio, col Verona un po’ sulle sue, ma già superiore sul piano delle occasioni (due nitide). Crescendo rossiniano nella ripresa, quando si è svegliato quel mezzo indio terribile, un po’ paraguaiano e un po’ argentino, di Iturbe. L’Hellas ha alzato vertiginosamente il ritmo, facendo impazzire il sottoscritto anche su facebook (“lo facciamo ‘sto càzzo di gol?”, sono stato accontentato dopo trenta secondi, credo) e siglando la rete della vittoria con un bellissimo gesto tecnico di Toni (alla faccia di chi dice che non è agile). Vittoria meritata e gioia, perché – checché se ne dica – questa non era una partita come le altre e si percepiva dalle facce felici di tanti tifosi alla fine. In loro un retrogusto sarcastico di rivincita, un sentimento di rivalsa a fronte di tante (troppe) cose accadute in questa decade.

Mandorlini, uomo molto attento alle sfaccettature della piazza, sembra averlo capito. La sua dedica a chi è rimasto a casa va in questa direzione. Avevo scritto a suo tempo dell’autogol di Campedelli, che alzando i prezzi avrebbe anche alzato la tensione agonistica della partita. E lo spirito, l’atteggiamento in campo e anche le parole del mister a fine partita mi confermano che un surplus di motivazioni Maietta & C. devono averlo avuto anche per la tanta gente di Verona e del Verona. Un plauso.

Nel frattempo ci stiamo riappropiando anche di una classifica che ci compete, adesso si tratta di porsi l’obiettivo dell’ottavo posto, quello più realistico. Mandorlini, uomo che per rendere al meglio ha bisogno del senso della sfida, della pressione e dell’ambizione, sa che riuscendoci firmerebbe il miglior risultato del Verona in serie A, Bagnoli a parte. Chi lo ferma più? Avanti.


Francesco Barana
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Messaggio da SirPsychoSexy » 06.04.14 - 12:59

IL PAGELLONE DI CHIEVO-VERONA

Difficile trovare “un” migliore in campo del VERONA che vince 1-0 il derby di ritorno (voto di squadra 7, perchè era una partita da chiudere molto prima con un risultato più rotondo). Per il fatto di essere stato un’altra volta decisivo, però, non si può non ripartire da un Luca TONI (voto 8+) a dir poco monumentale. Aggiunge al suo ricco repertorio della stagione un gol di rapina, alla Inzaghi, da falco dell’area di rigore; in una gara dove ha corso, lottato, difeso, per 90 minuti, senza soste e senza risparmio. A 36 anni “abbondanti” ne farà 37 tra un mese e mezzo, il 26 di maggio, ha infilato la sua terza miglior stagione in fatto di gol in serie A (ne aveva segnati 31 nel torneo 2005/2006 con la Fiorentina, 20 l’anno prima, col Palermo e 16, come quest’anno, nella stagione 2006/2007 sempre con la viola, nella stagione che ha preceduto la cessione al Bayern Monaco). Un campione pazzesco.
Ma è un campione pazzesco anche ITURBE (8-) che spacca le partite con le sue volate da 80 metri e fa il terzino con una naturalezza e una continuità che è propria solo ai grandi. Ha un solo difetto: per quanto è forte segna poco, ma lo correggerà nel tempo. Perchè se Toni è un ’77, Iturbe, non va dimenticato, è un ’93 e farà 21 anni a giugno, fra due mesi.
Restiamo in attacco dove MARQUINHO (voto 6-) è stato l’unico sottotono. Nervoso (ammonito dopo pochi minuti per un fallo da dietro su Radovanovic), impreciso, il brasiliano non ha ripetuto per qualità la bella prova di domenica scorsa contro il Genoa ma non si è comunque risparmiato.
A centrocampo DONADEL (voto 7,5) è rimasto sugli standard (alti) di rendimento di domenica scorsa. L’ex viola ha un po’ sofferto nel primo tempo qualche inserimento di Hetemaj, ma ha fatto un grande lavoro davanti alla difesa. Il posto di Jorginho è suo, ed è un posto conquistato sul campo dopo un percorso tutt’altro che semplice. Sono piaciuti anche ROMULO (voto 7) e HALLFREDSSON (voto 7-) per entrambi) che hanno dato solidità e vivacità al reparto. Il brasiliano è andato negli spazi, ha messo quel pallone al bacio per Toni nel primo tempo su cui Agazzi ha fatto un paratone ed è tornato a livelli a lui più consoni rispetto alle giornataccie di qualche settimana fa. Emil, invece, ha sofferto un po’ sia l’ispirazione di Radovanovic nel primo tempo, sia quella di Sardo nella ripresa. E dalla sua parte Marquinho e Agostini non sono stati sempre impeccabili. Però ne è venuto fuori bene, si è sentito quando è uscito e nel finire del primo tempo stava facendo un gol incredibile con una conclusione da lontanissimo.
Dietro RAFAEL (voto 6,5) ha avuto solo un momento, dopo il gol di Toni, in cui ha tentennato su un paio di palloni, poi è stato il Raffaello di sempre: preciso e attento. CACCIATORE (voto 7,5) è tornato sui livelli di rendimento più alti del girone di andata. Ha sempre appoggiato l’azione, ha tolto pressione a Iturbe, è andato al cross. L’unica macchia di una partita perfetta è quell’azione in cui si è fatto saltare da Hetemaj sulla linea di fondo. AGOSTINI (voto 7-) è sbagliato qualcosa dal centrocampo in su, ma dietro ha fatto una partita importante contro un avversario pericoloso, come Obinna, che si è allargato spessissimo dalla sua parte. Poteva segnare il gol del vantaggio dopo 4′ di secondo tempo su quella respinta di Agazzi su Romulo che gli ha spalancato davanti la porta, ma far gol non è tra le cose che gli riesce meglio e amen.
Bene anche i due centrali. Lasciare fuori il Marques visto col Genoa non era semplice, ma Mandorlini ha giocato sulle motivazioni di MAIETTA (voto 7+) e Mimmone ha risposto alla grande. Il feeling con MORAS (voto 7+) era quello dei giorni migliori, il Chievo ha verticalizzato tanto ma in mezzo non è mai passato. “The wall” è tornato, per la partita più importante. E da capitano del Verona ha vinto il derby, robe da raccontare a figli e nipoti.
Dei subentrati è piaciuto SALA (voto 6,5) subito in partita e anche pericoloso al tiro. MARQUES (voto 6,5) quando è entrato le ha prese tutte di testa, DONATI (voto 6) si è messo a disposizione della squadra.
MANDORLINI (voto 7) si è tolto l’ennesima soddisfazione di una stagione, a 46 punti, che torna ad essere molto importante. Quando è passato a tre dietro il Chievo ha iniziato a essere pericoloso, ma c’è un dato, su tutti, che non può passare inosservato: è la prima volta quest’anno che il Verona non subisce gol per due partite di fila. Finora era successo solo 4 volte: con il Sassuolo, con la Sampdoria in casa, a Catania e ancora con il Genoa domenica scorsa. Un risultato che viaggia di pari passo con la crescita di Donadel e forse una ritrovata attenzione nei meccanismi difensivi da parte di tutta la squadra.
TAGLIAVENTO (voto 6,5) ha arbitrato bene un derby spigoloso ma corretto.


Stefano Rasulo
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Messaggio da SirPsychoSexy » 09.04.14 - 16:06

IL TRIO SMS (PIU’ IL PUNTO G…)

Arriveranno i tempi duri e non sarà sempre domenica (cit Vasco Rossi, “T’ immagini”). Quest’anno è stata una stagione eccezionale, in cui tante cose sono combaciate. Ma, non è neanche giusto dire che è stata una casualità. Questa stagione è stata il frutto di scelte giuste e ponderate. Dalla conferma di Mandorlini dopo la riflessione estiva, all’ingaggio di Luca Toni, all’ingaggio capolavoro di Iturbe, a quello straordinario di Romulo. Ma anche nel tenere in vita un gruppo storico che ha dato identità e valori alla squadra. Insomma è stata il frutto di scelte societarie. Cosa che a Verona mancava da anni. Al vertice di questa piramide abbiamo finalmente un Presidente. Lo scrivo con la P maiuscola perché è ora anche di riconoscere qualche merito a Setti. Maurizio è un personaggio competente, molto, che di calcio ne capisce, molto, che ha idee chiare, molte, e che soprattutto si è follemente innamorato del Verona, molto più, credetemi di certi veronesi altezzosi che hanno sempre considerato il club “un problema”, adducendo come alibi “la violenza del proprio pubblico” per giustificare il loro braccino corto. Non solo Setti ha capito che quel pubblico è una risorsa, ma ha anche capito, da lungimirante imprenditore, che le azioni del Verona erano come quelle della Apple scese a un dollaro. Chapeau. Setti ha poi scelto Sogliano e poi Gardini. Il resto è stata una conseguenza. E anche i risultati eccezionali lo sono stati.

Il Verona ha una società che sa difendere il proprio patrimonio (i tifosi) e lo fa con un puntiglio che non abbiamo mai riscontrato in nessuna dirigenza (quando sa di avere la ragione dalla propria parte). E questo ha stimolato sia la responsabilità soggettiva, sia il senso di appartenenza. Ma ora Setti è alle prese con un’altra sfida: dare continuità al Verona. Come? Beh, la prima mossa, in silenzio, probabilmente l’ha già fatta. Sta tentando di blindare Sogliano, il primo tassello, con un contratto che dovrebbe allungarsi sino al 2017. Se Sean, che per ora ha detto no al Milan, deciderà che è inutile tentare avventure rossonere, sposando al cento per cento Verona, un minuto dopo si procederà al contratto di Mandorlini.

Tra Setti e Mandorlini, c’è da dirlo, il rapporto è assai strano. Molto rispettoso per quello che io ho potuto vedere. Ma anche molto “dialettico”. A Setti piace tenere sempre sulla corda il mister, che dal canto suo, orgoglioso com’è, ne soffre. Pare una gara a chi alza di più l’asticella. Mandorlini sembra in eterna rincorsa di un abbraccio affettuoso del presidente. E per averlo, continua a migliorare le prestazioni del Verona. Setti appare freddo, in realtà la sua è una evidente strategia per tenere tutti pungolati, mister per primo. Ma è nel rispetto che i due si portano che bisogna guardare, non alle esteriorità. Mandorlini ha la piena autonomia gestionale dell’area tecnica. Ha mezzi a disposizione. E una società che ha sempre lavorato al suo fianco e che lo ha rafforzato anche nei momenti più duri. Anche lui, dopo Sogliano, resterà a Verona. Forse con un contratto annuale, come vuole Setti (ed è di questo che si parlerà a brevissimo).

Insomma, anche il prossimo anno, il trio SMS, resterà unito. Ma attenzione anche al punto G… Perchè se il Verona sta raggiungendo tutti questi traguardi, colmando gap che parevano siderali, è merito anche di Giovanni Gardini… Un altro che pare, ma solo pare, uno accomodante e tranquillo. In realtà un lavoratore pazzesco e uno che quando c’è da prendere decisioni non ci mette un attimo. Dietro ai successi dell’Hellas c’è anche la sua paziente ragnatela.

twitter @gvighini
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Messaggio da SirPsychoSexy » 10.04.14 - 19:56

Gardini: "Mandorlini? C'è volontà di intesa"

CASTELFRANCO VENETO (Treviso) - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Giovanni Gardini. Ecco le dichiarazioni del direttore generale gialloblù, rilasciate a margine dell'incontro con gli studenti del liceo Giorgione di Castelfranco Veneto: "Toni porta la sua esperienza professionale, è un esempio per i ragazzi. Ci nascondiamo dicendo che il calcio non porta esempi positivi, ma Luca è un esempio positivo e propositivo. Di fronte a quello che dice e quello che fa bisogna togliersi il cappello. Il riscatto di Iturbe? Avremo tempo. Lo faremo. Lo abbiamo già detto, rientra nella credibilità. Abbiamo detto che lo faremo e lo faremo nei tempi e modi previsti. L'asta su Iturbe? Ha potenzialità mondiali. E' bene che lo ammiriamo bene, lo guardiamo bene perché difficilmente troveremo un omologo. Ci proveremo ma è un giocatore che ha avuto la possibilità di mettere in mostra cose fuori dal comune. E anche in questo l'esempio di Luca Toni è stato determinante. In un gruppo sano, ognuno si trasforma e dà il meglio. Europa League? Gli obiettivi vanno costruiti giorno dopo giorno e quindi il nostro è di fare una grande partita con la Fiorentina. Se arrivasse la ciliegina non butteremo via la torta... L'autosostenibilità? Noi ci lavoriamo quotidianamente. Non possiamo pensare di diventare autosostenibili, anche attraverso la vendita di giocatori. Ma non esiste nemmeno che gli imprenditori per fare calcio debbano tirare fuori tanti soldi. Il campionato di Serie A è un campionato per pochi, noi ci siamo arrivati quest'anno e vogliamo restarci a lungo. L'Antistadio? Ci torneremo ma non con continuità perché le misure non ce lo consentono. Cercheremo di renderlo però più accogliente e fruibile dai tifosi. Il contratto di Sogliano? Ha un contratto che scade nel 2015, come ce l'ho io e come ce l'ha tutta la struttura. Sono valutazioni che dovrà fare il presidente. Come ho detto in tempi non sospetti "non mi risulta che Sogliano vada via" e i fatti dicono esattamente questo. Il rinnovo di Mandorlini? Il suo contratto termina a giugno, ma non credo che ci sia interesse di nessuna delle due parti di interrompere il rapporto. C'è la volontà di continuarlo ed è quella la strada che andremo a perseguire".

Ufficio Stampa
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Messaggio da SirPsychoSexy » 15.04.14 - 14:02

TROPPA ALLEGRIA (NON SIAMO MIKE BONGIORNO)

Feste, gemellaggi e un’aria da sagra paesana che inevitabilmente ha avuto ripercussioni in campo. Allegria, direbbe Mike Buongiorno. Troppa. E non va bene. Il Verona con la Fiorentina ha giocato come se fosse la partitella del giovedì, in campo per un solo tempo, poi innescato a sprazzi dai due piú forti che abbiamo. Cinque gol sono tanti, troppi. E non é la prima volta. Piú che evidente che Mandorlini e Sogliano dovranno molto lavorare per il prossimo anno su questo aspetto. Il Verona quando é distratto prende una caterva di gol. Ormai é una costante e non puó essere un caso. Tutti vengono contagiati da questo clima. Rafael per primo. In serie A non te lo puoi permettere. Quest’anno é girato tutto giusto, ma non puó essere sempre così. Meno male che stiamo parlando di tutto questo a 46 punti, ma il campanello d’allarme meglio suonarlo adesso.
In mezzo a questa strana domenica che con un po’ di attenzione poteva avere un’altra storia, c’é la conferma di un ragazzo che puó avere un futuro: si chiama Jacopo Sala. Abbiamo capito che lui é uno giusto da Verona.


Gianluca Vighini
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Messaggio da SirPsychoSexy » 15.04.14 - 14:05

IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

Un gol da marziano, in una partita dove per un tempo è stato soprattutto al servizio della squadra. Voto 7 a ITURBE: per il coast to coast finale, per l’essersi procurato il rigore che ha riaperto per qualche minuto la gara, per come ha aiutato la squadra in fase divensiva, per l’averci messo sempre la gamba. Questa volta a vederlo c’erano osservatori del Manchester United e del Barcellona, interessa a Chelsea e Psg. Ormai è uno da primi cinque, sei club d’Europa.
Ma è un marziano anche Luca TONI (voto 6,5) che si batte e combatte su ogni pallone ed è sempre l’ultimo ad alzare bandiera bianca. Con il rigore di oggi è salito a 17, un campionato straordinario per intensita e continuità nelle prestazioni.
Ma quando si prendono 5 gol (seconda “manita” stagionale dopo quella di Genova con la Sampdoria) c’è sempre qualcosa che non va. Inevitabile che nel tritacarne della critica finisca la difesa anche se ancora una volta è mancata la “fase difensiva”, che non è problema di un singolo reparto.
RAFAEL (voto 5) evidentemente non digerisce la Fiorentina (9 gol presi in 2 partite). Aveva sbagliato all’andata e non è stato impeccabile nemmeno nel ritorno. Il primo gol di Cuadrado è bello da vedere ma non si può prendere sul proprio palo. E concede due tap in nel terzo e nel quinto gol viola abbastanza evitabili.
MAIETTA e MORAS (voto 5,5) all’inizio hanno retto. Poi ne avevano sempre minimo tre o quattro dentro l’area di rigore, normale che alla prima disattenzione si sia pagato dazio. AGOSTINI (voto 5,5) ha giocato 20′ superlativi, difendendo e ripartendo. Ma poi Tomovic lo affrontava sempre uno contro uno, ed entrava Aquilani o si allargava uno dei due esterni offensivi. Così, senza aiuto, non si va da nessuna parte. E dall’altra parte è stato lo stesso per CACCIATORE (voto 5,5) che pure è stato in parte protetto dalla generosità di Iturbe.
A mancare è stato il filtro del centrocampo. DONADEL (voto 6-) ha fatto una mezzora da applausi, anticipando, recuperando palla, facendo il cagnaccio davanti alla difesa. Ma poi è calato e nell’azione dell’espulsione ha provato a correre dietro Cuadrado senza riuscire a prenderlo, come capita a molti. SALA (voto 6,5) va premiato per il gol e per la voglia che ha messo in campo. Nel primo tempo ha fatto Romulo, ripartendo e accellerando come nella miglior versione del brasiliano prossimo nazionale italiano. E’ mancato in qualche gestione della palla ma ha fatto bene. Nella ripresa è calato ma va lodato perchè dopo l’espulsione di Donadel ha giocato un po’ davanti alla difesa, poi ha fatto l’esterno basso per tornare a centrocampo verso la fine.
Chi ha deluso invece è HALLFREDSSON (voto 5) preso dentro tra Aquilani, Tomovic e l’esterno di turno e come lui, forse anche più di lui MARQUINHO (voto 5-), troppo avulso dal gioco. Tra i subentrati ingiudicabile Pillud, che sinora è entrato solo quando il Verona ne ha presi cinque mentre 6 di fiducia a CIRIGLIANO che ha fatto un quarto d’ora con un piglio diverso rispetto a qualche partita fa.
Voto 5 anche ad Andrea MANDORLINI, sempre più allergico ai cambi nei momenti di difficoltà della squadra. Dall’uscita di Donadel all’ingresso di Cirigliano sono passati 8 minuti. Prima doveva entrare Juanito, poi è entrato Pillud, ma tutto a partita ormai finita. E’ vero che questo Verona ha segnato tantissimo, 50 reti, ma sono i 57 gol presi che preoccupano. E voto 5 anche al signor Peruzzo di Schio che ha concesso due rigori generosissimi e non ha espulso Savic per una gomitata a Iturbe. P.s. Molto dubbio anche il fuorigioco fischiato a Toni solo davanti a Neto nell’azione (fermata) che poteva valere la doppietta dell’attaccante gialloblù.


Stefano Rasulo
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Messaggio da SirPsychoSexy » 15.04.14 - 14:09

ARIA DI RIVOLUZIONE

“Basta che non ci manca mai qualcosa da aspettare”, cantava Jannacci. L’istrionico cantan-dottore milanese parlava di progetti e stimoli che nella vita non devono mai mancare. Noi, più modestamente, parliamo di calcio. Cosa si aspetta adesso il Verona dopo l’allegra sconfitta di ieri? Riguardo il campionato, ormai, poco o nulla. Sfumato l’obiettivo Europa, non ci resta che un onorevole piazzamento, ma è chiaro ormai che i punti in palio contano relativamente.

C’è aria di vacanza e…di futuro. La palla ora passa al riconfermato Sean Sogliano. Come impostare il nuovo Verona? Si dovrebbe ripartire da Mandorlini, ma sarà comunque una rivoluzione.

Non inganni infatti il brillante campionato di quest’anno: la sensazione è che il ciclo di quei giocatori che hanno tirato la carretta anche nelle serie minori sia giunto al termine. Qualcuno rimarrà, ma difficilmente con un ruolo da titolare. Aggiungiamoci la sicura partenza di Iturbe, quella probabile di Romulo e l’incertezza legata al futuro di Toni, cioé i tre elementi che sono il 70% della cifra tecnica del Verona attuale.

Antenne dritte quindi e poche illusioni, sul campo si ripartirà (quasi) da zero. Fortunatamente non così in società, con Setti che s’appoggerà ancora a Gardini e Sogliano. Sogliano in particolare è la garanzia (non per niente Setti vuole prolungargli il contratto fino al 2017).

Si punterà sui giovani, che in rosa saranno ancora più numerosi di quelli di quest’anno; si continuerà a pescare in Sudamerica, dove il ds ha agganci preferenziali. Mandorlini riceverà minori protezioni dallo scudo della vecchia guardia - alla quale per sua stessa ammissione spesso si è appoggiato - e senza le individualità di quest’anno (un Iturbe difficilmente lo ripeschi) dovrà per forza di cose completare la sua maturazione tecnica.

Non è ancora tempo di entrare nei dettagli, ma è chiaro che bisognerà intervenire con decisione sul reparto difensivo, perché non sempre è domenica, perché Toni – resti o vada – non è eterno, perché segnare 50 gol a cinque giornate dalla fine è l’eccezione e non la regola. E’ evidente che la terza linea scarseggia di un centrale davvero forte e di terzini all’altezza della categoria (Pillud è da serie A? Albertazzi farà il necessario salto di qualità?). Lo stesso Rafael deve trovare maggiore continuità. Negli altri reparti la situazione è meno drammatica, ma non tranquilla. L’erede di Romulo è Sala e su questo non ci piove, ma il resto? Donadel verrà riscattato? E Cirigliano? Marquinho non ha fatto la differenza, resterà? E Martinho l’abbiamo perso, o può essere recuperato (perché è chiaro che il vero Martinho non è quello di quest’anno)? Questo Jankovic a intermittenza (più spento che acceso, in verità) è utile? E Gomez è solo un rincalzo? Rabusic può essere l’erede di Toni? Certezze societarie molte, certezze tecniche poche: Sogliano avrà molto da lavorare. Aspettiamo con fiducia.


Francesco Barana
Ultima modifica di SirPsychoSexy il 15.04.14 - 14:10, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da SirPsychoSexy » 17.04.14 - 13:14

Setti: "Il rinnovo di Toni, Iturbe e..."

MILANO - Ecco le dichiarazioni del presidente gialloblù, Maurizio Setti, rilasciate ai microfoni di Sky Sport 24 durante l'evento "Tutti i colori dello sport" organizzato da Sport Network: "La nostra stagione? E' unica e sta continuando ad esserlo anche con qualche battuta d'arresto. Questo ci rende molto orgogliosi, ma a noi piace lavorare e guardiamo avanti. L'idea è quella di cercare di fare meglio, anche se siamo una neopromossa, facciamo tutto quello che possiamo perché ci piace costruire qualcosa, non pensando solamente al risultato finale della domenica. I nostri tifosi lo sanno, guardiamo l'ottica del calcio come futuro cercando di fare tante altre cose importanti per una società con certi crismi. Il futuro di Toni? Per me non era una scommessa, ma una certezza. Luca, dopo un anno trascorso qui a Verona, se mi chiedesse di rinnovare altri due anni lo farei per l'uomo e per il giocatore che è. Ha la mentalità giusta, un sorriso contagioso che rappresenta al meglio il modo in cui bisogna fare calcio. Sogliano? Ha tutta l'intenzione di onorare il contratto che ha con noi. Sono felice di averlo qui dopo anni che lo inseguivo anche nelle categorie minori. Dal nostro punto di vista non ci sono mai stati problemi. Il Verona del futuro è già iniziato e Sean sta già lavorando sulla prossima stagione. Ci sentiamo anche 30 volte al giorno. Iturbe? L'ho definito un predestinato, riesce a ribaltare una partita in 5 minuti. Finirà sicuramente in un top club, noi di certo lo riscatteremo e se per una serie di circostanze dovesse rimanere a Verona sarebbe un altro piccolo sogno che si realizza. Se invece dovesse arrivare in club come Real Madrid e Barcellona sarebbe comunque un orgoglio averlo lanciato. Paragoni con l'Udinese? Scoprono talenti da 20 anni, noi solo da uno, è presto per paragonarci. Per noi sarebbe bello scovare un grande giocatore all'anno. Sarebbe bello, con i mezzi che abbiamo riuscire a raggiungere grandi risultati, sarebbe giusto anche come meritocrazia. Stiamo facendo un grande sforzo anche come società, con il settore giovanile e tante altre iniziative presenti e future. Anche l'internazionalizzazione è importante per noi. Romulo? Non è una sorpresa per noi, lo sarà per l'Italia. Andrà sicuramente al Mondiale perché è un giocatore fantastico con caratteristiche uniche. Può fare ripartenze paurose anche al novantesimo, può ricoprire tranquillamente 2-3 ruoli quindi può davvero essere utile. Romulo ci è sicuramente grato, da noi ha dimostrato che può essere un giocatore da prime cinque squadre italiane. Se vorrà rimanere con noi non ci tireremo indietro, se invece dovesse avere altre richieste o volontà lo asseconderemo. Anche con la Fiorentina c'è un buon rapporto, quindi non ci saranno problemi. Qualcuno in Italia ha la forza economica per prendere Iturbe? No".

Ufficio Stampa
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Messaggio da SirPsychoSexy » 20.04.14 - 08:27

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Messaggio da SirPsychoSexy » 20.04.14 - 08:30

Che favola: 15 vittorie come nell'anno Scudetto

BERGAMO - Con la vittoria ottenuta nella sfida contro l'Atalanta, l'Hellas Verona FC di Andrea Mandorlini ha eguagliato uno splendido record della storia gialloblù. Sono 15 i successi in Serie A, esattamente come quelli stabiliti nella stagione 1984-85 quando la squadra era allenata da Osvaldo Bagnoli e vinse lo Scudetto.

Alla squadra e allo staff tecnico i migliori complimenti per questo prestigioso traguardo ottenuto, adesso l'augurio è che si possa migliorarlo nelle prossime 4 partite.

Ufficio Stampa
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