Pensieri e parole sull'Hellas
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ITURBE, TONI E ROMULO: MA NON SOLO…
Sono tre, sono fortissimi, fanno la differenza. Ma il Verona non è solo loro. Se Iturbe prima di qui non aveva mai fatto granchè un motivo ci sarà. E se Romulo faceva panchina a Firenze e qui va in nazionale, probabilmente non è un caso. E non sono un caso neanche le 18 reti di Luca Toni, che due anni fa sembrava ad un passo dall’attaccare le scarpette al chiodo.
Quello che voglio dire è che i tre tenori sono fortissimi ma nulla sarebbe possibile se non fossero dentro un contesto perfetto. Il Verona ha beneficiato della loro classe, ma anche loro hanno beneficiato di tutto quanto di buono il Verona sa esprimere. Per esempio, bisognerà anche dare qualche merito a Mandorlini che da quattro campionati a questa parte continua a vincere. O magari a Sogliano che ha portato ottimi giocatori, tutti con una prospettiva e come minimo, male che vada, a costo zero per il Verona. Ma merito anche di Setti che ha dato autonomia ai suoi dirigenti, ad una società inappuntabile per organizzazione e idee.
Oggi abbiamo visto anche tre giocatori che per un motivo o per l’altro non avevano brillato. Il primo: Massimo Donati. Tante perplessità per alcune gare giocate francamente sottotono, ma a Bergamo, un Donati da copertina con gol da cineteca. E finalmente, udite udite, anche il principino Cirigliano ha fatto capire di non essere un abbaglio di mercato estivo. L’argentino ha giocato con continuità, bravo a chiudere e a ripartire. Ma soprattutto ha dimostrato quella personalità che non avevamo mai visto.
E poi Pillud. Lui poverino è arrivato a gennaio e ha avuto poco tempo per farsi vedere. Ha lavorato in silenzio. E al momento giusto, eccolo. Prestazione di tanta concretezza. Buon acquisto pure lui. Potrebbe diventare utilissimo il prossimo anno. Insomma: è vero che Romulo, Toni e soprattutto Iturbe hanno rappresentato il plusvalore di questa squadra, ma credo che l’Hellas abbia una base solida su cui lavorare.
twitter @gvighini
Sono tre, sono fortissimi, fanno la differenza. Ma il Verona non è solo loro. Se Iturbe prima di qui non aveva mai fatto granchè un motivo ci sarà. E se Romulo faceva panchina a Firenze e qui va in nazionale, probabilmente non è un caso. E non sono un caso neanche le 18 reti di Luca Toni, che due anni fa sembrava ad un passo dall’attaccare le scarpette al chiodo.
Quello che voglio dire è che i tre tenori sono fortissimi ma nulla sarebbe possibile se non fossero dentro un contesto perfetto. Il Verona ha beneficiato della loro classe, ma anche loro hanno beneficiato di tutto quanto di buono il Verona sa esprimere. Per esempio, bisognerà anche dare qualche merito a Mandorlini che da quattro campionati a questa parte continua a vincere. O magari a Sogliano che ha portato ottimi giocatori, tutti con una prospettiva e come minimo, male che vada, a costo zero per il Verona. Ma merito anche di Setti che ha dato autonomia ai suoi dirigenti, ad una società inappuntabile per organizzazione e idee.
Oggi abbiamo visto anche tre giocatori che per un motivo o per l’altro non avevano brillato. Il primo: Massimo Donati. Tante perplessità per alcune gare giocate francamente sottotono, ma a Bergamo, un Donati da copertina con gol da cineteca. E finalmente, udite udite, anche il principino Cirigliano ha fatto capire di non essere un abbaglio di mercato estivo. L’argentino ha giocato con continuità, bravo a chiudere e a ripartire. Ma soprattutto ha dimostrato quella personalità che non avevamo mai visto.
E poi Pillud. Lui poverino è arrivato a gennaio e ha avuto poco tempo per farsi vedere. Ha lavorato in silenzio. E al momento giusto, eccolo. Prestazione di tanta concretezza. Buon acquisto pure lui. Potrebbe diventare utilissimo il prossimo anno. Insomma: è vero che Romulo, Toni e soprattutto Iturbe hanno rappresentato il plusvalore di questa squadra, ma credo che l’Hellas abbia una base solida su cui lavorare.
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Pensieri e parole sull'Hellas
IL PAGELLONE DI ATALANTA-VERONA
ITURBE (voto 8,5) è il migliore. Partita straordinaria. Le sue accellerazioni hanno prima acceso la partita e poi mandato in orbita l’Hellas. Livaja, Carmona, Yepes, l’hanno menato a turno facendogli male, ma senza fermarlo. Ha fatto far gol a Toni, poteva far segnare Marquinho. Se non ha segnato è solo a causa della super giornata di Consigli che gli ha respinto un paio di conclusioni e perchè a volte è stato sin troppo altruista nel cercare il compagno in mezzo all’area. Un fe-no-me-no. Che è stato bello vedere e ammirare nella sua prima vera stagione da protagonista.
DONATI (voto 7,5) sarà per le motivazioni da ex, sarà perchè Mandorlini gli ha disegnato in campo una posizione diversa, da interno più che da mediano basso davanti alla difesa, ma ha fatto un partitone. Ha contrastato, è andato al tiro, ha recuperato palloni ha fatto persino il rifinitore. Il suo infortunio è una pessima notizia, perchè è stata la sua migliore da quando è a Verona.
CIRIGLIANO (voto 7+) vengono da dire tante cose dopo aver visto il Cirigliano di Bergamo. Finalmente il giocatore su cui Sogliano e il Verona avevano riposto tanta fiducia. Non era questione di capacità ma di testa. E il ragazzo dopo mesi bui, la sfiga degli infortuni e prestazioni anonime si è sbloccato. Ha lottato, difeso, impostato, offrendo sponda e dettando passaggi, restando sempre dentro la partita. Facendo meglio di Carmona, tra i più in forma dell’Atalanta e del gioiellino Baselli. Il Cirigliano, con personalità, che sinora non si era ancora visto.
GOMEZ (voto 7) Mandorlini ha ragione quando lo descrive come uno con gli attributi. Ha giocato poco ultimamente, finendo dietro nella gerarchie dell’allenatore a Marquinho. Ma è entrato da guerriero, con la voglia di dimostrare, aiutando la squadra nei momenti di difficoltà dopo l’uscita di Iturbe. Ha tenuto palla conquistando un paio di punizioni che hanno alleggerito la pressione alla difesa, ha preso un palo dopo un’azione personale meravigliosa, ha regalato il pallone del terzo gol a Toni che l’ha sciupato. Tanta roba un Juanito così.
RAFAEL (voto 7) E’ stato importante, altrochè. Freddo su Estigarribia, nella ripresa, attento su Cigarini. E nel convulso finale non ha avuto paura di uscire nel traffico a prendere palla e qualche colpo proibito.
MORAS (voto 6,5) è stato un leader in campo. Si è fatto sorprendere all’inizio, dopo 1′ da Livaja che gli è girato intorno, e alla fine sul gol di Denis. Ma “in the box” ha concesso pochissimo, come MARQUES (voto 6,5) che quando è entrato ha sempre fatto bene e facendo il confronto con Yepes (che era l’altra scelta estiva per rinforzare la difesa) c’è da dire che anche questa volta Sogliano ha visto giusto.
ALBERTAZZI (voto 6) ha fatto il compitino, è stato ordinato, può fare di più ma ampiamente da sei. AGOSTINI (voto 6) è entrato in un momento in cui c’era solo da gestire e ha ci ha messo del suo, come sempre. PILLUD (voto 6,5) è stato invece una sorpresa. Ha spinto, ci ha messo voglia, è stato in partita. Qualcosa ha sbagliato e l’amnesia difensiva su quel pallone che Moralez ha tirato alle stelle dopo la respinta di Rafael nel concitato finale di partita poteva costare carissimo. Ma la prima di titolare l’ha passata bene. HALLFREDSSON (voto 7-) è stato il solito guerriero. Ha ribaltato l’azione come sa fare lui, nel secondo tempo è stato utile soprattutto dietro. Ma anche strappato applausi per una doppia veronica con cui si è liberato di un paio di avversari nel secondo tempo. MARQUINHO (voto 7+) è tornato invece parente stretto di quello ammirato a Livorno. Piede caldissimo nelle conclusioni (peccato non abbia trovato la porta su punizione) ha mancato il match point nella ripresa, quando Iturbe l’ha messo davanti a Consigli. Ma ha fatto un’ora ad altissimo livello.
Chiusura con il più vecchio e il più giovane della compagnia. Uno, TONI (voto 7,5) gioca con la passione e l’entusiamo del ragazzino e fisicamente (per uno di 37 anni) è mostruoso perchè fa 90′ tutte le volte senza mai risparmiarsi. Se analizziamo le cifre a Verona è tornato indietro di dieci anni perchè 18 gol sono il suo terzo bottino di sempre (ha fatto meglio solo a Palermo, 20 gol nel 2004/05 e l’anno dopo a Firenze quando ne ha fatti 31 e ha vinto la scarpa d’oro). DONSAH (voto 6+) è l’ultimo successo di una stagione sinora straordinaria. Perchè la funzione della Primavera dev’essere proprio questa: non creare plusvalenze, ma creare giocatori per la prima squadra.
MANDORLINI (voto 7), a 49 punti sta rendendo ancora più importante una stagione sinora ricca di soddisfazioni. Dato che è Pasqua, e bisogna essere più buoni, voto 5 al debuttante arbitro MINELLI che altrimenti sarebbe stato da 3. Il giallo al posto del rosso a Yepes per fallo da ultimo uomo su Iturbe lanciato tra l’altro in direzione della porta è totalmente inspiegabile. E poi consente una sequela di falli (duri) in particolare su Iturbe senza ammonire.
Stefano Rasulo
ITURBE (voto 8,5) è il migliore. Partita straordinaria. Le sue accellerazioni hanno prima acceso la partita e poi mandato in orbita l’Hellas. Livaja, Carmona, Yepes, l’hanno menato a turno facendogli male, ma senza fermarlo. Ha fatto far gol a Toni, poteva far segnare Marquinho. Se non ha segnato è solo a causa della super giornata di Consigli che gli ha respinto un paio di conclusioni e perchè a volte è stato sin troppo altruista nel cercare il compagno in mezzo all’area. Un fe-no-me-no. Che è stato bello vedere e ammirare nella sua prima vera stagione da protagonista.
DONATI (voto 7,5) sarà per le motivazioni da ex, sarà perchè Mandorlini gli ha disegnato in campo una posizione diversa, da interno più che da mediano basso davanti alla difesa, ma ha fatto un partitone. Ha contrastato, è andato al tiro, ha recuperato palloni ha fatto persino il rifinitore. Il suo infortunio è una pessima notizia, perchè è stata la sua migliore da quando è a Verona.
CIRIGLIANO (voto 7+) vengono da dire tante cose dopo aver visto il Cirigliano di Bergamo. Finalmente il giocatore su cui Sogliano e il Verona avevano riposto tanta fiducia. Non era questione di capacità ma di testa. E il ragazzo dopo mesi bui, la sfiga degli infortuni e prestazioni anonime si è sbloccato. Ha lottato, difeso, impostato, offrendo sponda e dettando passaggi, restando sempre dentro la partita. Facendo meglio di Carmona, tra i più in forma dell’Atalanta e del gioiellino Baselli. Il Cirigliano, con personalità, che sinora non si era ancora visto.
GOMEZ (voto 7) Mandorlini ha ragione quando lo descrive come uno con gli attributi. Ha giocato poco ultimamente, finendo dietro nella gerarchie dell’allenatore a Marquinho. Ma è entrato da guerriero, con la voglia di dimostrare, aiutando la squadra nei momenti di difficoltà dopo l’uscita di Iturbe. Ha tenuto palla conquistando un paio di punizioni che hanno alleggerito la pressione alla difesa, ha preso un palo dopo un’azione personale meravigliosa, ha regalato il pallone del terzo gol a Toni che l’ha sciupato. Tanta roba un Juanito così.
RAFAEL (voto 7) E’ stato importante, altrochè. Freddo su Estigarribia, nella ripresa, attento su Cigarini. E nel convulso finale non ha avuto paura di uscire nel traffico a prendere palla e qualche colpo proibito.
MORAS (voto 6,5) è stato un leader in campo. Si è fatto sorprendere all’inizio, dopo 1′ da Livaja che gli è girato intorno, e alla fine sul gol di Denis. Ma “in the box” ha concesso pochissimo, come MARQUES (voto 6,5) che quando è entrato ha sempre fatto bene e facendo il confronto con Yepes (che era l’altra scelta estiva per rinforzare la difesa) c’è da dire che anche questa volta Sogliano ha visto giusto.
ALBERTAZZI (voto 6) ha fatto il compitino, è stato ordinato, può fare di più ma ampiamente da sei. AGOSTINI (voto 6) è entrato in un momento in cui c’era solo da gestire e ha ci ha messo del suo, come sempre. PILLUD (voto 6,5) è stato invece una sorpresa. Ha spinto, ci ha messo voglia, è stato in partita. Qualcosa ha sbagliato e l’amnesia difensiva su quel pallone che Moralez ha tirato alle stelle dopo la respinta di Rafael nel concitato finale di partita poteva costare carissimo. Ma la prima di titolare l’ha passata bene. HALLFREDSSON (voto 7-) è stato il solito guerriero. Ha ribaltato l’azione come sa fare lui, nel secondo tempo è stato utile soprattutto dietro. Ma anche strappato applausi per una doppia veronica con cui si è liberato di un paio di avversari nel secondo tempo. MARQUINHO (voto 7+) è tornato invece parente stretto di quello ammirato a Livorno. Piede caldissimo nelle conclusioni (peccato non abbia trovato la porta su punizione) ha mancato il match point nella ripresa, quando Iturbe l’ha messo davanti a Consigli. Ma ha fatto un’ora ad altissimo livello.
Chiusura con il più vecchio e il più giovane della compagnia. Uno, TONI (voto 7,5) gioca con la passione e l’entusiamo del ragazzino e fisicamente (per uno di 37 anni) è mostruoso perchè fa 90′ tutte le volte senza mai risparmiarsi. Se analizziamo le cifre a Verona è tornato indietro di dieci anni perchè 18 gol sono il suo terzo bottino di sempre (ha fatto meglio solo a Palermo, 20 gol nel 2004/05 e l’anno dopo a Firenze quando ne ha fatti 31 e ha vinto la scarpa d’oro). DONSAH (voto 6+) è l’ultimo successo di una stagione sinora straordinaria. Perchè la funzione della Primavera dev’essere proprio questa: non creare plusvalenze, ma creare giocatori per la prima squadra.
MANDORLINI (voto 7), a 49 punti sta rendendo ancora più importante una stagione sinora ricca di soddisfazioni. Dato che è Pasqua, e bisogna essere più buoni, voto 5 al debuttante arbitro MINELLI che altrimenti sarebbe stato da 3. Il giallo al posto del rosso a Yepes per fallo da ultimo uomo su Iturbe lanciato tra l’altro in direzione della porta è totalmente inspiegabile. E poi consente una sequela di falli (duri) in particolare su Iturbe senza ammonire.
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PERCHE’ DEVE FINIRE PROPRIO ORA?
Peccato che sia quasi finita. Paradossi: c’è spazio pure per un filo di rimpianto. Il Verona avvincente di quest’anno si sta superando, lambendo la perfezione a poche giornate dalla conclusione. Un tridente spettacolare, dove l’innesto e la crescita di un centrocampista puro come Marquinho permette a Iturbe (i terzinacci avversari gli consentiranno di finire una partita?) o a Gomez più libertà e quindi a Toni più sostegno. Un Sala nuovo campioncino da coltivare. La scoperta (tardiva?) di Pillud e la virata decisa (finalmente!) verso la coppia centrale (Moras-Marques) più forte. Mandorlini più flessibile e coraggioso. Che diceva Lubrano? La domanda sorge spontanea: perché deve finire proprio ora?
Stiamo coltivando un sogno che non avremmo mai più pensato dopo i leggendari anni ’80. Sarà difficile raggiungere l’Europa League, ma è già bello essere lì a provarci. Serviranno come minimo altri sette punti nelle tre partite che restano, dunque un’impresa a Roma con la Lazio, o a Napoli. Godiamocela.
P.S. Errore madornale la sostituzione di Toni, ma ancora più sbagliata la sua reazione. Non togli alla mezz’ora contro l’ultima in classifica il tuo bomber che sta lottando per i cannonieri, è l’abc della psicologia. Ma quello che ne è seguito è ingiustificabile e fuori luogo.
P.P.S. Mandorlini supera Bagnoli nel computo delle vittorie in serie A in un singolo campionato. Complimenti.
Peccato che sia quasi finita. Paradossi: c’è spazio pure per un filo di rimpianto. Il Verona avvincente di quest’anno si sta superando, lambendo la perfezione a poche giornate dalla conclusione. Un tridente spettacolare, dove l’innesto e la crescita di un centrocampista puro come Marquinho permette a Iturbe (i terzinacci avversari gli consentiranno di finire una partita?) o a Gomez più libertà e quindi a Toni più sostegno. Un Sala nuovo campioncino da coltivare. La scoperta (tardiva?) di Pillud e la virata decisa (finalmente!) verso la coppia centrale (Moras-Marques) più forte. Mandorlini più flessibile e coraggioso. Che diceva Lubrano? La domanda sorge spontanea: perché deve finire proprio ora?
Stiamo coltivando un sogno che non avremmo mai più pensato dopo i leggendari anni ’80. Sarà difficile raggiungere l’Europa League, ma è già bello essere lì a provarci. Serviranno come minimo altri sette punti nelle tre partite che restano, dunque un’impresa a Roma con la Lazio, o a Napoli. Godiamocela.
P.S. Errore madornale la sostituzione di Toni, ma ancora più sbagliata la sua reazione. Non togli alla mezz’ora contro l’ultima in classifica il tuo bomber che sta lottando per i cannonieri, è l’abc della psicologia. Ma quello che ne è seguito è ingiustificabile e fuori luogo.
P.P.S. Mandorlini supera Bagnoli nel computo delle vittorie in serie A in un singolo campionato. Complimenti.
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IL PAGELLONE DI VERONA-CATANIA
Uno l’ha fatto, uno gliel’hanno rubato (decisione cervellotica e fuori luogo), uno se l’è divorato, uno (il più bello) gliel’hanno annullato per fuorigioco. Copertina del pagellone anche questa volta per Luca TONI (voto 7,5) che a 37 anni ha ancora voglia di incazzarsi con il proprio allenatore che sul 4-0 lo ha fatto uscire a un quarto d’ora dalla fine negandogli la possibilità della tripletta.
Un Toni così, integro fisicamente, in condizione e con la voglia del campione, può vincere la classifica dei marcatori. E a quel punto per Prandelli portarlo in Brasile sarebbe una sorta di dovere morale. Per questo lo sgambetto della LEGA CALCIO (voto 0) che gli ha tolto il gol del 2-0 assegnando autorete a Frison è a dir poco scandaloso.
Com’è scandaloso il trattamento riservato ogni settimana dai difensori avvesari a ITURBE (voto 7,5) che ha esaltato il Bentegodi con due, tre volate delle sue tra un calcione e l’altro. Rolin lo ha messo ko dopo 51 secondi, prendendosi giallo alla prima azione. Plasil ha rincarato la dose all’11′. E’ uscito zoppo e sciancato dopo 35′ con la tribuna in piedi che gridava il suo nome. Un campione che andrebbe tutelato e non massacrato tutte le domeniche.
Migliore in campo, però, MARQUINHO (voto 8), che contro il Catania ha fatto la sua migliore in gialloblù. Ispirato sin dall’inizio, attento nelle coperture (come al 7′, quando ha disinnescato una bella apertura a campo aperto per Peruzzi), pericoloso da palla ferma, il brasiliano ha segnato un gol bellissimo, stava facendo segnare Hallfredsson (abbattuto al limite al momento del tiro) e ne ha sfiorato uno sotto il diluvio nel secondo tempo.
A centrocampo brilla la stella di SALA (voto 7) che tra l’altro ha anche servito due assist, HALLFREDSSON (voto 7) è una sicurezza, rende facili anche le cose più complicate e davanti alla difesa si fa sentire moltissimo. Il classico cagnaccio che quando è giornata recupera tanti palloni e ne perde pochissimi. Tanta quantità anche da DONADEL (voto 6+) che è sempre bravo nel tenere le misure.
Dietro la pochezza offensiva del Catania non deve togliere i meriti alla linea difensiva del Verona. MORAS (voto 6,5) è la solita sicurezza, MARQUES (voto 6,5) non sbaglia un colpo e va sempre in anticipo. ALBERTAZZI (voto 6,5) sta diventando una sicurezza, e nel finale poteva anche far gol. PILLUD (voto 6,5) concede sempre qualcosina dietro (vedi l’occasione di Leto al 22′ in un primo tempo dominato dal Verona) ma è ordinato e quando è sceso, nella prima mezzora di gara, ha dialogato bene con Iturbe.
Tra i subentrati GOMEZ (voto 7) conferma il buon momento di condizione. Le ultime volte è sempre entrato con la voglia giusta, ha segnato con un colpo da biliardo e ha preso un palo con la complicità di Frison in chiusura di primo tempo. CACIA (voto 6) ha provato un guizzo dei suoi su un bel cross sul primo palo di JANKOVIC (voto 6), che invece un paio di belle giocate le ha fatte vedere, ma ha passato metà del tempo in campo a beccarsi con Rinaudo e Barrientos. Un nervosismo, sul 4-0, totalmente ingiustificato.
MANDORLINI (voto 7) parla ancora una volta con i risultati, che come altre volte oscurano qualche scelta impopolare (vedi l’esclusione di Tosi o l’ennesima panchina di Cirigliano). L’aver superato lo step dei 50 punti è tantissima roba, anche perchè non va dimenticata la cessione del pupillo Jorginho a gennaio. Peccato per un paio di pause, fisiologiche, ma l’essersi salvato a marzo ed essere in corsa per l’Europa a tre giornate dalla fine sono un risultato importante. Voto 6 all’arbitro RUSSO, tutto sommato non malvagio.
Stefano Rasulo
Uno l’ha fatto, uno gliel’hanno rubato (decisione cervellotica e fuori luogo), uno se l’è divorato, uno (il più bello) gliel’hanno annullato per fuorigioco. Copertina del pagellone anche questa volta per Luca TONI (voto 7,5) che a 37 anni ha ancora voglia di incazzarsi con il proprio allenatore che sul 4-0 lo ha fatto uscire a un quarto d’ora dalla fine negandogli la possibilità della tripletta.
Un Toni così, integro fisicamente, in condizione e con la voglia del campione, può vincere la classifica dei marcatori. E a quel punto per Prandelli portarlo in Brasile sarebbe una sorta di dovere morale. Per questo lo sgambetto della LEGA CALCIO (voto 0) che gli ha tolto il gol del 2-0 assegnando autorete a Frison è a dir poco scandaloso.
Com’è scandaloso il trattamento riservato ogni settimana dai difensori avvesari a ITURBE (voto 7,5) che ha esaltato il Bentegodi con due, tre volate delle sue tra un calcione e l’altro. Rolin lo ha messo ko dopo 51 secondi, prendendosi giallo alla prima azione. Plasil ha rincarato la dose all’11′. E’ uscito zoppo e sciancato dopo 35′ con la tribuna in piedi che gridava il suo nome. Un campione che andrebbe tutelato e non massacrato tutte le domeniche.
Migliore in campo, però, MARQUINHO (voto 8), che contro il Catania ha fatto la sua migliore in gialloblù. Ispirato sin dall’inizio, attento nelle coperture (come al 7′, quando ha disinnescato una bella apertura a campo aperto per Peruzzi), pericoloso da palla ferma, il brasiliano ha segnato un gol bellissimo, stava facendo segnare Hallfredsson (abbattuto al limite al momento del tiro) e ne ha sfiorato uno sotto il diluvio nel secondo tempo.
A centrocampo brilla la stella di SALA (voto 7) che tra l’altro ha anche servito due assist, HALLFREDSSON (voto 7) è una sicurezza, rende facili anche le cose più complicate e davanti alla difesa si fa sentire moltissimo. Il classico cagnaccio che quando è giornata recupera tanti palloni e ne perde pochissimi. Tanta quantità anche da DONADEL (voto 6+) che è sempre bravo nel tenere le misure.
Dietro la pochezza offensiva del Catania non deve togliere i meriti alla linea difensiva del Verona. MORAS (voto 6,5) è la solita sicurezza, MARQUES (voto 6,5) non sbaglia un colpo e va sempre in anticipo. ALBERTAZZI (voto 6,5) sta diventando una sicurezza, e nel finale poteva anche far gol. PILLUD (voto 6,5) concede sempre qualcosina dietro (vedi l’occasione di Leto al 22′ in un primo tempo dominato dal Verona) ma è ordinato e quando è sceso, nella prima mezzora di gara, ha dialogato bene con Iturbe.
Tra i subentrati GOMEZ (voto 7) conferma il buon momento di condizione. Le ultime volte è sempre entrato con la voglia giusta, ha segnato con un colpo da biliardo e ha preso un palo con la complicità di Frison in chiusura di primo tempo. CACIA (voto 6) ha provato un guizzo dei suoi su un bel cross sul primo palo di JANKOVIC (voto 6), che invece un paio di belle giocate le ha fatte vedere, ma ha passato metà del tempo in campo a beccarsi con Rinaudo e Barrientos. Un nervosismo, sul 4-0, totalmente ingiustificato.
MANDORLINI (voto 7) parla ancora una volta con i risultati, che come altre volte oscurano qualche scelta impopolare (vedi l’esclusione di Tosi o l’ennesima panchina di Cirigliano). L’aver superato lo step dei 50 punti è tantissima roba, anche perchè non va dimenticata la cessione del pupillo Jorginho a gennaio. Peccato per un paio di pause, fisiologiche, ma l’essersi salvato a marzo ed essere in corsa per l’Europa a tre giornate dalla fine sono un risultato importante. Voto 6 all’arbitro RUSSO, tutto sommato non malvagio.
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Sogliano: "Ci hanno portato via un sogno"
ROMA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, rilasciate al termine della sfida contro la Lazio (3-3), 36a giornata del campionato Serie A TIM: "Smettere di sognare per episodi come il rigore assegnato alla Lazio ci fa rimanere male. Siamo dispiaciuti ed incazzati, abbiamo fatto una grande partita ma evidentemente le favole in Italia devono durare poco. Torneremo a lottare per la classifica che più ci compete, così non daremo fastidio a nessuno. Sul campo abbiamo dimostrato di meritare la vittoria, nel calcio ci sta tutto ma un rigore così ci fa rimanere veramente male. L'arbitro di linea non ha detto nulla, ha deciso Mazzoleni, sfortunato quando ci incontra visto che anche contro la Roma ha assegnato agli avversari un rigore che non c'era. Con Iturbe i calciatori della Lazio hanno fatto un gioco al massacro per tutta la partita, mentre lui è stato ammonito per una scivolata e non ci sarà contro l'Udinese. Una vittoria contro la Lazio ci avrebbe fatto sognare, ora è tutto più difficile perché in lizza per L'Europa League ci sono squadre che stanno andando forte. Noi facciamo riunioni con gli arbitri per avere più collaborazione e alla fine non riceviamo nemmeno delle spiegazioni, ci sentiamo come se ci avessero tolto qualcosa, in una partita importante con due grandi squadre questo rigore non sarebbe mai stato fischiato. Oggi andiamo a casa con tanto rammarico. La fine del sogno Europa League? Ora è tutto più difficile, ci prepariamo per fare una grande gara contro l'Udinese. Iturbe? Lo riscatteremo, dal 1 luglio sarà un calciatore dell'Hellas Verona. Poi il mercato è lungo e decideremo cosa fare".
Ufficio Stampa
ROMA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, rilasciate al termine della sfida contro la Lazio (3-3), 36a giornata del campionato Serie A TIM: "Smettere di sognare per episodi come il rigore assegnato alla Lazio ci fa rimanere male. Siamo dispiaciuti ed incazzati, abbiamo fatto una grande partita ma evidentemente le favole in Italia devono durare poco. Torneremo a lottare per la classifica che più ci compete, così non daremo fastidio a nessuno. Sul campo abbiamo dimostrato di meritare la vittoria, nel calcio ci sta tutto ma un rigore così ci fa rimanere veramente male. L'arbitro di linea non ha detto nulla, ha deciso Mazzoleni, sfortunato quando ci incontra visto che anche contro la Roma ha assegnato agli avversari un rigore che non c'era. Con Iturbe i calciatori della Lazio hanno fatto un gioco al massacro per tutta la partita, mentre lui è stato ammonito per una scivolata e non ci sarà contro l'Udinese. Una vittoria contro la Lazio ci avrebbe fatto sognare, ora è tutto più difficile perché in lizza per L'Europa League ci sono squadre che stanno andando forte. Noi facciamo riunioni con gli arbitri per avere più collaborazione e alla fine non riceviamo nemmeno delle spiegazioni, ci sentiamo come se ci avessero tolto qualcosa, in una partita importante con due grandi squadre questo rigore non sarebbe mai stato fischiato. Oggi andiamo a casa con tanto rammarico. La fine del sogno Europa League? Ora è tutto più difficile, ci prepariamo per fare una grande gara contro l'Udinese. Iturbe? Lo riscatteremo, dal 1 luglio sarà un calciatore dell'Hellas Verona. Poi il mercato è lungo e decideremo cosa fare".
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Pensieri e parole sull'Hellas
C’É DEL MARCIO IN QUESTO CALCIO
Dopo la rabbia c’é l’amarezza. E forse la rassegnazione. Per un calcio malato. Profondamente. Noi lo sappiamo bene. E non serve Mazzoleni a ricordarcelo. Mazzoleni é solo l’emblema di un sistema che ha in Genny ‘a carogna la sua massima espressione. In questo paese, oltre a mille altre cose, manca la cultura sportiva. Il fantastico Buffa raccontava che agli inglesi per 40 anni non é servito nemmeno l’arbitro per dirigere le partite. I calciatori inglesi erano cosí nobili che non avrebbero mai permesso che qualcuno barasse. Per questo non stesero Maradona quando giocó contro di loro e segnò partendo da centrocampo. Non sarebbe stato “leale”. Purtroppo a noi tutto ciò é sconosciuto. Siamo il paese di Macchiavelli, ma al Principe abbiamo sostituito Gennaro. Siamo malati dentro. Roma é una capitale infetta. I giochi politici hanno la prevalenza. Si preferisce uno stadio vuoto e per anni abbiamo tollerato che un presidente del consiglio avesse anche una squadra di calcio. E nessuno sa piú indignarsi, nessuno si dimette quando sbaglia: hanno la faccia come il c***, si ripresentano alle elezioni, anche se inquisiti, anche se con le fedine penali lunghe dieci chilometri. Non c’é dignitá, non c’é cultura delle regole, della legge. Il calcio é una parte di questo sistema malato, di questo paese allo sbando. Direte: tutto questo per un calcio di rigore inventato? Non la stai facendo troppo grossa? Puó darsi cari amici, puó darsi… Ma io non ci credo piú. Mi piacerebbe dirvi il contrario, pensare che sia solo un episodio, ma non ce la faccio. Per questo non sapevo cosa scrivere questa mattina, affinché questo post non diventasse un vuoto sfogatoio contro l’arbitro. Che ci resta? Come ho urlato ieri sera al cellulare dall’Olimpico, resta il nostro orgoglio di tifare Verona. Che non é una cosa da poco. Anzi… Credo stia diventando l’unico salvagente per non venire seppelliti dal sistema. E da Genny ‘a carogna…
Gianluca Vighini
Dopo la rabbia c’é l’amarezza. E forse la rassegnazione. Per un calcio malato. Profondamente. Noi lo sappiamo bene. E non serve Mazzoleni a ricordarcelo. Mazzoleni é solo l’emblema di un sistema che ha in Genny ‘a carogna la sua massima espressione. In questo paese, oltre a mille altre cose, manca la cultura sportiva. Il fantastico Buffa raccontava che agli inglesi per 40 anni non é servito nemmeno l’arbitro per dirigere le partite. I calciatori inglesi erano cosí nobili che non avrebbero mai permesso che qualcuno barasse. Per questo non stesero Maradona quando giocó contro di loro e segnò partendo da centrocampo. Non sarebbe stato “leale”. Purtroppo a noi tutto ciò é sconosciuto. Siamo il paese di Macchiavelli, ma al Principe abbiamo sostituito Gennaro. Siamo malati dentro. Roma é una capitale infetta. I giochi politici hanno la prevalenza. Si preferisce uno stadio vuoto e per anni abbiamo tollerato che un presidente del consiglio avesse anche una squadra di calcio. E nessuno sa piú indignarsi, nessuno si dimette quando sbaglia: hanno la faccia come il c***, si ripresentano alle elezioni, anche se inquisiti, anche se con le fedine penali lunghe dieci chilometri. Non c’é dignitá, non c’é cultura delle regole, della legge. Il calcio é una parte di questo sistema malato, di questo paese allo sbando. Direte: tutto questo per un calcio di rigore inventato? Non la stai facendo troppo grossa? Puó darsi cari amici, puó darsi… Ma io non ci credo piú. Mi piacerebbe dirvi il contrario, pensare che sia solo un episodio, ma non ce la faccio. Per questo non sapevo cosa scrivere questa mattina, affinché questo post non diventasse un vuoto sfogatoio contro l’arbitro. Che ci resta? Come ho urlato ieri sera al cellulare dall’Olimpico, resta il nostro orgoglio di tifare Verona. Che non é una cosa da poco. Anzi… Credo stia diventando l’unico salvagente per non venire seppelliti dal sistema. E da Genny ‘a carogna…
Gianluca Vighini
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Pensieri e parole sull'Hellas
FURTO CON DESTREZZA
Mazzoleni non mi era dispiaciuto fino al momento del rigore. Non aveva diretto a senso unico. Poteva risparmiare il giallo ad Iturbe, ma l’ammonizione non è stata scandalosa. Onestamente poteva anche non fermare l’azione conclusa con il gol di Biglia (sbagliato comunque parlare di rete annullata). In pieno recupero però l’arbitro ha sbagliato clamorosamente, anzi… ha proprio rubato la vittoria al Verona. Capisco che il braccio di Albertazzi, prima del tuffo di Klose, poteva ingannare. Ma il bravo arbitro non può cascarci come un pollo.
Voglio ancora pensare che Mazzoleni abbia preso un abbaglio, che abbia sbagliato in buonafede, ma proprio mentre scrivo queste righe, i dubbi mi assalgono. Forse voglio autoconvincermi, forse voglio ancora illudermi che ci sia un minimo di pulizia in questo sport malato. Ma non ci riesco. Quanto visto nel finale di Lazio Verona è stato proprio un furto con destrezza. Mazzoleni avrebbe dovuto consultarsi al volo con i suo collaboratori. L’arbitro di porta era ancora più vicino allo svolgimento dell’azione e andava interpellato prima di decidere su un episodio talmente importante.
Poi possiamo parlare di tutto il resto. Dei gol sbagliati da Toni, delle mosse strategiche di Mandorlini che stavano dando vita all’ennesimo capolavoro. I gialloblù hanno giocato bene, hanno sofferto, sono andati sotto e si sono rialzati, accelerando nel finale proprio quando la Lazio era in debito d’ossigeno, quasi in balia del Verona.
Ultima annotazione per chi ancora crede che l’Hellas non voglia andare in Europa (uso ancora il presente perché l’obiettivo non è saltato definitivamente). Avete visto gli occhi di Mandorlini nel dopo partita? Avete visto la rabbia di Sogliano? Nemmeno i più grandi attori potrebbero fingere così bene. Insomma, il Verona voleva e vuole quel sesto posto. E i problemi legati al preliminare di fine luglio e allo sconvolgimento della preparazione? Ci sarebbero, certo. Ma una società forte non può essere intimorita da questo tipo di difficoltà. Sarebbe tutto più insidioso, ma anche molto, molto, molto più affascinante e intrigante.
Luca Fioravanti
Mazzoleni non mi era dispiaciuto fino al momento del rigore. Non aveva diretto a senso unico. Poteva risparmiare il giallo ad Iturbe, ma l’ammonizione non è stata scandalosa. Onestamente poteva anche non fermare l’azione conclusa con il gol di Biglia (sbagliato comunque parlare di rete annullata). In pieno recupero però l’arbitro ha sbagliato clamorosamente, anzi… ha proprio rubato la vittoria al Verona. Capisco che il braccio di Albertazzi, prima del tuffo di Klose, poteva ingannare. Ma il bravo arbitro non può cascarci come un pollo.
Voglio ancora pensare che Mazzoleni abbia preso un abbaglio, che abbia sbagliato in buonafede, ma proprio mentre scrivo queste righe, i dubbi mi assalgono. Forse voglio autoconvincermi, forse voglio ancora illudermi che ci sia un minimo di pulizia in questo sport malato. Ma non ci riesco. Quanto visto nel finale di Lazio Verona è stato proprio un furto con destrezza. Mazzoleni avrebbe dovuto consultarsi al volo con i suo collaboratori. L’arbitro di porta era ancora più vicino allo svolgimento dell’azione e andava interpellato prima di decidere su un episodio talmente importante.
Poi possiamo parlare di tutto il resto. Dei gol sbagliati da Toni, delle mosse strategiche di Mandorlini che stavano dando vita all’ennesimo capolavoro. I gialloblù hanno giocato bene, hanno sofferto, sono andati sotto e si sono rialzati, accelerando nel finale proprio quando la Lazio era in debito d’ossigeno, quasi in balia del Verona.
Ultima annotazione per chi ancora crede che l’Hellas non voglia andare in Europa (uso ancora il presente perché l’obiettivo non è saltato definitivamente). Avete visto gli occhi di Mandorlini nel dopo partita? Avete visto la rabbia di Sogliano? Nemmeno i più grandi attori potrebbero fingere così bene. Insomma, il Verona voleva e vuole quel sesto posto. E i problemi legati al preliminare di fine luglio e allo sconvolgimento della preparazione? Ci sarebbero, certo. Ma una società forte non può essere intimorita da questo tipo di difficoltà. Sarebbe tutto più insidioso, ma anche molto, molto, molto più affascinante e intrigante.
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FURTO CON SCASSO
Furto con scasso. Altro che “Malox per pettinarci lo stomaco” (cit.), qui brucia tutto e non si pettina un bel niente. Quel rigore alla Lazio grida vendetta. Senso di impotenza, pugni all’aria, nervi a fior di pelle. Sogliano si morde la lingua e chissà quanto gli deve costare. Mandorlini, imbufalito con l’arbitro Mazzoleni, sfiora la rissa con Reja: interviene Gardini che se lo porta via per evitargli guai peggiori (o forse li evita Reja). Mazzoleni, angosciato e remissivo come un bambino scoperto a rubare la caramella, guadagna l’uscita: ha timbrato il cartellino e compiuto il suo dovere.
Italia del Gattopardo. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, spiegava arguto e spregiudicato Tancredi Falconeri nel romanzo di Tomasi di Lampedusa. “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci s’azzecca”, sosteneva Belzebù Andreotti, che di cose maligne se ne intendeva.
Lazio-Verona per il Palazzo doveva finire pari e pari è stato. A cosa è servito Moggi? Perché l’ex arbitro De Santis è stato radiato? L’avete mai letto il corrosivo e sarcastico Daniel Pennac? Inventò il signor Malaussène, di professione capro espiatorio. Designare chi si prende le colpe e sacrificarlo è un modo per fingere di fare pulizia e nel frattempo “gattopardescamente” riciclarsi e combinarne di peggio.
Il calcio non è pulito, non lo è mai stato e Genny ‘a Carogna stavolta non c’entra. Lo sporca anche (soprattutto?) chi non ha tatuaggi, ma porta la cravatta e copiosi sorrisi di circostanza. Signori in abiti eleganti che la faranno franca, fino al prossimo scandalo, fino al prossimo capro espiatorio, fino alla prossima rivoluzione del “tutto cambi perché tutto rimanga com’è”. E mentre noi quel giorno alzeremo le spalle rassegnati e senza stupore, un nugolo di squali complici si mostreranno verginelle violate scandalizzate, in attesa di servire il prossimo Gattopardo. E’ il “circo mangione” (cit.), rutilante e falso, eterno e trasformista. Venghino signori venghino…
P.S. Grazie Verona, società, staff tecnico e giocatori: ci avete fatto divertire e sognare!
Francesco Barana
Furto con scasso. Altro che “Malox per pettinarci lo stomaco” (cit.), qui brucia tutto e non si pettina un bel niente. Quel rigore alla Lazio grida vendetta. Senso di impotenza, pugni all’aria, nervi a fior di pelle. Sogliano si morde la lingua e chissà quanto gli deve costare. Mandorlini, imbufalito con l’arbitro Mazzoleni, sfiora la rissa con Reja: interviene Gardini che se lo porta via per evitargli guai peggiori (o forse li evita Reja). Mazzoleni, angosciato e remissivo come un bambino scoperto a rubare la caramella, guadagna l’uscita: ha timbrato il cartellino e compiuto il suo dovere.
Italia del Gattopardo. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, spiegava arguto e spregiudicato Tancredi Falconeri nel romanzo di Tomasi di Lampedusa. “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci s’azzecca”, sosteneva Belzebù Andreotti, che di cose maligne se ne intendeva.
Lazio-Verona per il Palazzo doveva finire pari e pari è stato. A cosa è servito Moggi? Perché l’ex arbitro De Santis è stato radiato? L’avete mai letto il corrosivo e sarcastico Daniel Pennac? Inventò il signor Malaussène, di professione capro espiatorio. Designare chi si prende le colpe e sacrificarlo è un modo per fingere di fare pulizia e nel frattempo “gattopardescamente” riciclarsi e combinarne di peggio.
Il calcio non è pulito, non lo è mai stato e Genny ‘a Carogna stavolta non c’entra. Lo sporca anche (soprattutto?) chi non ha tatuaggi, ma porta la cravatta e copiosi sorrisi di circostanza. Signori in abiti eleganti che la faranno franca, fino al prossimo scandalo, fino al prossimo capro espiatorio, fino alla prossima rivoluzione del “tutto cambi perché tutto rimanga com’è”. E mentre noi quel giorno alzeremo le spalle rassegnati e senza stupore, un nugolo di squali complici si mostreranno verginelle violate scandalizzate, in attesa di servire il prossimo Gattopardo. E’ il “circo mangione” (cit.), rutilante e falso, eterno e trasformista. Venghino signori venghino…
P.S. Grazie Verona, società, staff tecnico e giocatori: ci avete fatto divertire e sognare!
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IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA
MAZZOLENI (voto 3). Già l’ammonizione a Iturbe, menato anche a Roma, era una perla. Ma trasformando la simulazione di Klose in rigore al 91′ e decidendo il punteggio finale della partita si è decisamente superato. Viene da pensare che per qualche motivo il Verona non doveva vincere all’Olimpico.
MANDORLINI (voto 8). Quando mette Romulo e Cirigliano cambia modulo e partita. Un piccolo capolavoro tattico con Sala trequartista e Iturbe vicino a Toni, in posizione più centrale che non porta alla vittoria solo per l’invenzione di Mazzoleni. Il faccia a faccia con Reja alla fine è quello dell’allenatore che sa di aver subito una grossa ingiustizia.
RAFAEL (voto 5,5). Impreciso e meno sicuro del solito. Un paio di uscite nel traffico apprezzabili, ma nelle altre troppi “passetti” e troppi palloni pericolosi lasciati in zona portiere. Peccato per il rigore, che aveva intuito e parato.
TONI (voto 5). Mai visto sbagliare quattro occasioni limpide davanti alla porta. Serataccia.
ITURBE (voto 8). Che dire: non doveva giocare. Ha giocato, ed è stato l’Iturbe di sempre, quello che spacca le partite con le sue progressioni devastanti, quello che prende un sacco di botte e si rialza sempre, quello che in posizione centrale è ancora più pericoloso di quando gioca esterno. Non vederlo ancora una volta al Bentegodi (era diffidato) è un autentico delitto.
MARQUINHO (voto 7-). Un primo tempo da protagonista e un gol di qualità, si è un po’ spento nella ripresa.
DONADEL (voto 5). Stavolta non è piaciuto, qualche errore di troppo nel primo tempo e nel secondo è crollato.
PILLUD (voto 6,5). In difficoltà nell’uno contro uno ma sia Candreva che Keita erano due difficili, sempre molto attento e prezioso in un paio di salvataggi in area dietro. Dal centrocampo in su invece è ancora poca cosa.
ALBERTAZZI (voto 6+). Bel duello con Candreva, a cui ha concesso il fisiologico. Un po’ statico nel primo tempo. Pericoloso con quel palo esterno nel secondo. Incolpevole protagonista al 91′ dell’episodio che decide la partita e lo costringe a uscire anzitempo dal campo.
CIRIGLIANO (voto 6,5). E’ entrato subito e bene in partita. Con personalità. Altra cosa rispetto al ragazzino timido e impacciato visto nell’immediato dopo Jorginho.
ROMULO (voto 7+). E’ entrato con una voglia incredibile e in pochi minuti ha contribuito a cambiare la partita. Il Romulo di inizio campionato.
HALLFREDSSON (voto 7,5). E’ stato il vero dominatore del centrocampo. Ha portato via un paio di palloni in uscita alla Lazio che si sono trasformati nella super occasione di Toni del primo tempo e nel gol di Marquinho. Ha tirato, difeso, messo il cross del 2-3. Che altro doveva fare?
SALA (voto 7+). Magari all’inizio con un po’ di voglia di strafare, che si è tradotta in qualche errore di misura di troppo. Ma nel secondo tempo ha fatto bene bene, fino al debutto da trequartista con assist nel gol di Iturbe. Un perno del Verona del futuro.
MARQUES (voto 6-). Fuori posizione sul primo gol di Keita, sfortunato nel secondo di Lulic a cui chiude involontariamente l’uno due al limite dell’area di rigore. Ma dentro l’area si è fatto sentire.
MORAS (voto 6+). Stavolta con Marques non sempre ha parlato la stessa lingua. Forse si poteva fare meglio sui due gol, ma è stato anche pericoloso nell’area avversaria.
GOMEZ (voto 6). Dieci minuti dandosi da fare, una conclusione che Toni gli porta via al limite dell’area su un pallone intelligente di Romulo dalla destra e una spinta di Radu in area al 94′ che era molto più rigore rispetto alla simulazione di Klose.
Stefano Rasulo
MAZZOLENI (voto 3). Già l’ammonizione a Iturbe, menato anche a Roma, era una perla. Ma trasformando la simulazione di Klose in rigore al 91′ e decidendo il punteggio finale della partita si è decisamente superato. Viene da pensare che per qualche motivo il Verona non doveva vincere all’Olimpico.
MANDORLINI (voto 8). Quando mette Romulo e Cirigliano cambia modulo e partita. Un piccolo capolavoro tattico con Sala trequartista e Iturbe vicino a Toni, in posizione più centrale che non porta alla vittoria solo per l’invenzione di Mazzoleni. Il faccia a faccia con Reja alla fine è quello dell’allenatore che sa di aver subito una grossa ingiustizia.
RAFAEL (voto 5,5). Impreciso e meno sicuro del solito. Un paio di uscite nel traffico apprezzabili, ma nelle altre troppi “passetti” e troppi palloni pericolosi lasciati in zona portiere. Peccato per il rigore, che aveva intuito e parato.
TONI (voto 5). Mai visto sbagliare quattro occasioni limpide davanti alla porta. Serataccia.
ITURBE (voto 8). Che dire: non doveva giocare. Ha giocato, ed è stato l’Iturbe di sempre, quello che spacca le partite con le sue progressioni devastanti, quello che prende un sacco di botte e si rialza sempre, quello che in posizione centrale è ancora più pericoloso di quando gioca esterno. Non vederlo ancora una volta al Bentegodi (era diffidato) è un autentico delitto.
MARQUINHO (voto 7-). Un primo tempo da protagonista e un gol di qualità, si è un po’ spento nella ripresa.
DONADEL (voto 5). Stavolta non è piaciuto, qualche errore di troppo nel primo tempo e nel secondo è crollato.
PILLUD (voto 6,5). In difficoltà nell’uno contro uno ma sia Candreva che Keita erano due difficili, sempre molto attento e prezioso in un paio di salvataggi in area dietro. Dal centrocampo in su invece è ancora poca cosa.
ALBERTAZZI (voto 6+). Bel duello con Candreva, a cui ha concesso il fisiologico. Un po’ statico nel primo tempo. Pericoloso con quel palo esterno nel secondo. Incolpevole protagonista al 91′ dell’episodio che decide la partita e lo costringe a uscire anzitempo dal campo.
CIRIGLIANO (voto 6,5). E’ entrato subito e bene in partita. Con personalità. Altra cosa rispetto al ragazzino timido e impacciato visto nell’immediato dopo Jorginho.
ROMULO (voto 7+). E’ entrato con una voglia incredibile e in pochi minuti ha contribuito a cambiare la partita. Il Romulo di inizio campionato.
HALLFREDSSON (voto 7,5). E’ stato il vero dominatore del centrocampo. Ha portato via un paio di palloni in uscita alla Lazio che si sono trasformati nella super occasione di Toni del primo tempo e nel gol di Marquinho. Ha tirato, difeso, messo il cross del 2-3. Che altro doveva fare?
SALA (voto 7+). Magari all’inizio con un po’ di voglia di strafare, che si è tradotta in qualche errore di misura di troppo. Ma nel secondo tempo ha fatto bene bene, fino al debutto da trequartista con assist nel gol di Iturbe. Un perno del Verona del futuro.
MARQUES (voto 6-). Fuori posizione sul primo gol di Keita, sfortunato nel secondo di Lulic a cui chiude involontariamente l’uno due al limite dell’area di rigore. Ma dentro l’area si è fatto sentire.
MORAS (voto 6+). Stavolta con Marques non sempre ha parlato la stessa lingua. Forse si poteva fare meglio sui due gol, ma è stato anche pericoloso nell’area avversaria.
GOMEZ (voto 6). Dieci minuti dandosi da fare, una conclusione che Toni gli porta via al limite dell’area su un pallone intelligente di Romulo dalla destra e una spinta di Radu in area al 94′ che era molto più rigore rispetto alla simulazione di Klose.
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E’ TORNATO L’HELLAS VERONA
Il sogno è sfumato. Contro la Lazio per colpa di Mazzoleni che ha fatto il delitto perfetto. Contro l’Udinese un po’ per colpa nostra. Ma fa niente. Questa è stata una stagione meravigliosa che ricorderemo a lungo. Nessuno di noi, francamente si immaginava di fare un torneo di questa portata. Un crescendo meraviglioso. Salvi al 2 marzo, un girone d’andata da favola, Toni, Iturbe, Romulo, i giovani lanciati, le partite epiche. Il 2-2 con la Juventus, il gol di Gomez, e lo stadio sempre pieno, fino all’applauso di oggi, tutti in piedi a salutare una squadra eccezionale. Il Verona è tornato e lo ha fatto nel migliore dei modi. So che Mandorlini voleva regalare alla città l’Europa League. Lo voleva lui, lo volevano Sogliano, Setti, Gardini. Abbiamo perso per strada qualche punto, qualcuno ce l’hanno rubato, ma resta la sensazione di una stagione sopra le righe. Il Verona ha costruito un gruppo solido e all’orizzonte ci sono già ragazzi che sapranno fare benissimo. La continuità è data dalla dirigenza, mai così competente. Mai venditori di fumo. Con realismo hanno creato attorno a Mandorlini e ai suoi ragazzi l’ambiente ideale. Il resto, se permettete lo abbiamo fatto ancora noi. Verona ha espresso una maturità allucinante, dribblando provocazioni e trappole, riempiendo lo stadio con quel suo tifo all’inglese che non ha paragoni in Italia. Da Balotelli, sbeffeggiato alla giornata numero 1, a Livorno, alla gara contro i napoletani, al derby contro i clivensi, è stato tutta una prova di maturità che ha preso per mano la squadra e l’ha portata sempre più in alto. Ho sempre detto che quando a Verona riusciamo creare questa bolla, non ci sono preclusi i traguardi più alti. Davanti a noi si staglia adesso un nuovo campionato. Mandorlini resterà qui, con Sogliano e Setti. E Toni ci guiderà ancora. Non sarà facile. Ma il Verona è tornato. E questa è stata la notizia più bella dopo tutto quello che abbiamo passato.
Gianluca Vighini
Il sogno è sfumato. Contro la Lazio per colpa di Mazzoleni che ha fatto il delitto perfetto. Contro l’Udinese un po’ per colpa nostra. Ma fa niente. Questa è stata una stagione meravigliosa che ricorderemo a lungo. Nessuno di noi, francamente si immaginava di fare un torneo di questa portata. Un crescendo meraviglioso. Salvi al 2 marzo, un girone d’andata da favola, Toni, Iturbe, Romulo, i giovani lanciati, le partite epiche. Il 2-2 con la Juventus, il gol di Gomez, e lo stadio sempre pieno, fino all’applauso di oggi, tutti in piedi a salutare una squadra eccezionale. Il Verona è tornato e lo ha fatto nel migliore dei modi. So che Mandorlini voleva regalare alla città l’Europa League. Lo voleva lui, lo volevano Sogliano, Setti, Gardini. Abbiamo perso per strada qualche punto, qualcuno ce l’hanno rubato, ma resta la sensazione di una stagione sopra le righe. Il Verona ha costruito un gruppo solido e all’orizzonte ci sono già ragazzi che sapranno fare benissimo. La continuità è data dalla dirigenza, mai così competente. Mai venditori di fumo. Con realismo hanno creato attorno a Mandorlini e ai suoi ragazzi l’ambiente ideale. Il resto, se permettete lo abbiamo fatto ancora noi. Verona ha espresso una maturità allucinante, dribblando provocazioni e trappole, riempiendo lo stadio con quel suo tifo all’inglese che non ha paragoni in Italia. Da Balotelli, sbeffeggiato alla giornata numero 1, a Livorno, alla gara contro i napoletani, al derby contro i clivensi, è stato tutta una prova di maturità che ha preso per mano la squadra e l’ha portata sempre più in alto. Ho sempre detto che quando a Verona riusciamo creare questa bolla, non ci sono preclusi i traguardi più alti. Davanti a noi si staglia adesso un nuovo campionato. Mandorlini resterà qui, con Sogliano e Setti. E Toni ci guiderà ancora. Non sarà facile. Ma il Verona è tornato. E questa è stata la notizia più bella dopo tutto quello che abbiamo passato.
Gianluca Vighini
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VERONA, CHE BELLA SORPRESA!
Ora non ci sono più dubbi. La vera sorpresa di questa serie A è il Verona. Ad inizio stagione nessuno poteva immaginare una cavalcata così entusiasmante, tanti gol, tante emozioni, tanto entusiasmo sugli spalti. Manca ancora l’ultima giornata, l’ultimo atto di un campionato meraviglioso. Battere il Napoli e sperare di agguantare l’ottavo posto sarebbe l’epilogo migliore arrivati a questo punto, dopo aver fantasticato la qualificazione alla prossima Europa League. Arrivate ottavi significa partire dagli ottavi di finale della prossima Coppa Italia, senza dover sprecare forze ed energie mentali durante la prima parte del prossimo campionato per cercare di superare i primi turni.
E’ un peccato che questa stagione sia ormai terminata. So che molti non la pensano come me. Per chi ha lavorato sodo da luglio fino ad oggi, la voglia di vacanza è logica e comprensibile. Ma ci sono altri giocatori che sono rimasti spesso a guardare e che in questo momento potrebbero dare ancora tanto. E penso a Iturbe che nessuno si stancherebbe mai di vedere in azione. Anche per questo è un peccato che il campionato sia ormai agli sgoccioli.
Società, giocatori, staff tecnico, medici, massaggiatori, magazzinieri e soprattutto i tifosi meritano un plauso enorme. Avremo modo di analizzare nel dettaglio la stagione dopo la trasferta di Napoli quando la firma di Mandorlini sul rinnovo si concretizzerà.
E il match con l’Udinese? Un pareggio amaro, un pareggio giusto per quanto visto sul terreno di gioco. Mandorlini non mi ha entusiasmato nelle scelte, anche se è facile parlare adesso. Niente da dire sul cambio obbligato Pillud-Cacciatore. Le altre mosse non mi hanno convinto. Hallfredsson era stremato (aveva avuto qualche problema fisico in settimana e non ce la faceva più, anche se da fuori non si notava), Gomez aveva speso tanto. Mandorlini gli ha tolti e ha cercato di irrobustire centrocampo e difesa, sperando di resistere. E’ andata male. E’ giusto dire che in panchina mancavano alternative importanti e Mandorlini ha optato per una tattica che non si è rivelata vincente. Se poi l’Udinese si è salvata un paio di volto respingendo il pallone sulla linea, che colpa può avere l’allenatore?
Luca Fioravanti
Ora non ci sono più dubbi. La vera sorpresa di questa serie A è il Verona. Ad inizio stagione nessuno poteva immaginare una cavalcata così entusiasmante, tanti gol, tante emozioni, tanto entusiasmo sugli spalti. Manca ancora l’ultima giornata, l’ultimo atto di un campionato meraviglioso. Battere il Napoli e sperare di agguantare l’ottavo posto sarebbe l’epilogo migliore arrivati a questo punto, dopo aver fantasticato la qualificazione alla prossima Europa League. Arrivate ottavi significa partire dagli ottavi di finale della prossima Coppa Italia, senza dover sprecare forze ed energie mentali durante la prima parte del prossimo campionato per cercare di superare i primi turni.
E’ un peccato che questa stagione sia ormai terminata. So che molti non la pensano come me. Per chi ha lavorato sodo da luglio fino ad oggi, la voglia di vacanza è logica e comprensibile. Ma ci sono altri giocatori che sono rimasti spesso a guardare e che in questo momento potrebbero dare ancora tanto. E penso a Iturbe che nessuno si stancherebbe mai di vedere in azione. Anche per questo è un peccato che il campionato sia ormai agli sgoccioli.
Società, giocatori, staff tecnico, medici, massaggiatori, magazzinieri e soprattutto i tifosi meritano un plauso enorme. Avremo modo di analizzare nel dettaglio la stagione dopo la trasferta di Napoli quando la firma di Mandorlini sul rinnovo si concretizzerà.
E il match con l’Udinese? Un pareggio amaro, un pareggio giusto per quanto visto sul terreno di gioco. Mandorlini non mi ha entusiasmato nelle scelte, anche se è facile parlare adesso. Niente da dire sul cambio obbligato Pillud-Cacciatore. Le altre mosse non mi hanno convinto. Hallfredsson era stremato (aveva avuto qualche problema fisico in settimana e non ce la faceva più, anche se da fuori non si notava), Gomez aveva speso tanto. Mandorlini gli ha tolti e ha cercato di irrobustire centrocampo e difesa, sperando di resistere. E’ andata male. E’ giusto dire che in panchina mancavano alternative importanti e Mandorlini ha optato per una tattica che non si è rivelata vincente. Se poi l’Udinese si è salvata un paio di volto respingendo il pallone sulla linea, che colpa può avere l’allenatore?
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GRAZIE VERONA!
Va bene va bene così, cantava Vasco. Quel pezzo era più una rassegnata e fatalistica scrollata di spalle, che un gioioso accontentarsi. Ho colto la stessa delusa rassegnazione nella parole di Mandorlini ieri in sala stampa dopo Verona-Udinese. Più che l’orgoglio per il brillante campionato della sua squadra, il tecnico mostrava rammarico per l’obiettivo sfumato dell’Europa League: “Siamo contenti per quanto fatto, ma è ancora troppo fresca la delusione, permettetemi quindi di essere un po’ così…”, il suo esordio davanti ai microfoni.
Quindi oggi anche noi scriviamo “va bene va bene così”, ma a caldo (e solo a caldo) sappiamo che va bene a metà. L’occasione era ghiotta ed è sfumata per gli episodi di Roma lunedì e qualche punto di troppo lasciato per strada.
Il “furto con scasso” (per la sua grossolanità) di Mazzoleni ancora si faceva sentire ieri in campo. Mandorlini alla fine l’ha confermato: “Se avessimo vinto a Roma, avremmo giocato con un altro spirito oggi”. Invece si è visto un Hellas scarico, come se la benzina fosse finita, arroccato sulla difensiva e a maglie larghe nella propria area di rigore. Un Verona che ha confermato quanto diciamo dall’inizio: costruito per offendere e non difendersi, dà spettacolo quando impone il suo gioco, mentre se si “abbassa” troppo prende paga, per caratteristiche e anche per il livello non eccelso dei suoi difensori.
Peccato dunque, ma resta l’orgoglio di essersi riaffermati a grandi livelli dopo tanti anni. Adesso verrà il difficile, confermarsi, ma la sfida sarà anche affascinante. Ma per il futuro c’è tempo, ora digeriamo la delusione e sorridiamo per quanto il Verona ci ha regalato. Troppi anni di retrovie, pugni nei denti e foto scolorite in soffitta, quest’anno ci siamo ripresi il palcoscenico e il voluttuoso piacere di attimi di superba gioia. Grazie Verona!
Francesco Barana
Va bene va bene così, cantava Vasco. Quel pezzo era più una rassegnata e fatalistica scrollata di spalle, che un gioioso accontentarsi. Ho colto la stessa delusa rassegnazione nella parole di Mandorlini ieri in sala stampa dopo Verona-Udinese. Più che l’orgoglio per il brillante campionato della sua squadra, il tecnico mostrava rammarico per l’obiettivo sfumato dell’Europa League: “Siamo contenti per quanto fatto, ma è ancora troppo fresca la delusione, permettetemi quindi di essere un po’ così…”, il suo esordio davanti ai microfoni.
Quindi oggi anche noi scriviamo “va bene va bene così”, ma a caldo (e solo a caldo) sappiamo che va bene a metà. L’occasione era ghiotta ed è sfumata per gli episodi di Roma lunedì e qualche punto di troppo lasciato per strada.
Il “furto con scasso” (per la sua grossolanità) di Mazzoleni ancora si faceva sentire ieri in campo. Mandorlini alla fine l’ha confermato: “Se avessimo vinto a Roma, avremmo giocato con un altro spirito oggi”. Invece si è visto un Hellas scarico, come se la benzina fosse finita, arroccato sulla difensiva e a maglie larghe nella propria area di rigore. Un Verona che ha confermato quanto diciamo dall’inizio: costruito per offendere e non difendersi, dà spettacolo quando impone il suo gioco, mentre se si “abbassa” troppo prende paga, per caratteristiche e anche per il livello non eccelso dei suoi difensori.
Peccato dunque, ma resta l’orgoglio di essersi riaffermati a grandi livelli dopo tanti anni. Adesso verrà il difficile, confermarsi, ma la sfida sarà anche affascinante. Ma per il futuro c’è tempo, ora digeriamo la delusione e sorridiamo per quanto il Verona ci ha regalato. Troppi anni di retrovie, pugni nei denti e foto scolorite in soffitta, quest’anno ci siamo ripresi il palcoscenico e il voluttuoso piacere di attimi di superba gioia. Grazie Verona!
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Pensieri e parole sull'Hellas
IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE
Non sarà Europa, ma il Verona, squadra (tecnico compreso) merita lo stesso un 8 in pagella. Perchè 54 punti, la parte sinistra della classifica, i 20 gol di Toni, l’esplosione di Iturbe, una salvezza conquistata a conti fatti a gennaio e qualche impresa (dalla vittoria in casa con il Milan alla prima di campionato, al gol di Gomez alla Juve, alle vittorie schiacchianti di Livorno e Bologna a quella in casa con la Lazio o all’ultimo respiro col Parma, il derby di ritorno) sono un bilancio assolutamente straordinario per una neopromossa.
La partita. HALLFREDSSON (voto 7,5) è in forma mondiale ma in Brasile non ci andrà perchè l’Islanda non si è qualificata (mai a dire il vero, né alla fase finale del mondiale, né a quello dell’europeo). Dal rinnovo in poi ha ritrovato quella serenità che forse per un periodo gli era mancata. Contro l’Udinese ha fatto numeri, è ripartito in continuazione, è stato un mix di quantità e qualità e ha segnato un gol bellissimo, al volo, piegando le mani a Scuffet. Peccato che la stagione finisca domenica prossima.
MARQUINHO (voto 7+) le cose migliori dal punto di vista della qualità le ha fatte vedere lui. E in un’azione, nel secondo tempo, ha accellerato come il miglior Iturbe. Da quando Mandorlini lo ha messo alto a sinistra è sempre andato in crescendo.
AGOSTINI (voto 7) ha l’entusiasmo di un ragazzino, si fa trovare sempre pronto, sbaglia raramente partita. Qualcosa ad Hertaux (p.s. Tanta roba…) ha concesso, ma si procura il rigore facendone fuori tre uno in fila all’altro, è stato attento e preciso dietro, ha spinto… Prezioso.
SALA (voto 6-) ha fatto incazzare Mandorlini. Non perchè non ce la mettesse, ma perchè è ripartito un sacco di volte e ha sempre sbagliato l’ultimo passaggio. Fin troppo condizionato dal dover far segnare Toni. Tanta quantità stavolta con meno qualità del solito; anche se in fatto di disponibilità non lo batte nessuno (ha cambiato tre ruoli anche oggi, partendo da interno e finendo da trequartista dietro Toni).
RAFAEL (voto 6,5) Di Natale ha fatto un gol da marziano, Badu gliel’ha piazzata all’angolino nel traffico. In mezzo è sempre stato attento sui tiri da fuori, si è fatto applaudire per un paio di uscite alte e ha fatto un paratone su Hertaux.
TONI (voto 6,5) Ha lavorato tanto per la squadra, andandosi un paio di volte anche a recuperare palloni nella propria metà campo. Il 20° su rigore e il 21° ribattuto sulla linea da Danilo dopo pallone in mezzo alle gambe a Scuffet. Peccato.
GOMEZ (voto 6+) Come Toni ha lavorato e si è sacrificato molto per la squadra. Davanti poteva fare di più ma ha comunque pennellato il pallone per il 2-0 di Hallfredsson.
CIRIGLIANO (voto 6+) Altro giocatore rispetto a prima, anche quando fa così così. Si vede che ha più fiducia e adesso gestisce diversamente anche l’errore. Era partito bene, poi qualcosa ha sbagliato. Moras se lo sarebbe mangiato quando nella ripresa ha perso palla in uscita in mezzo a due regalando all’Udinese il pallone del possibile pareggio. Ma ha svolto il compitino con qualche bella intuizione.
MORAS (voto 6,5) Un leone in campo, ha urlato a tutti, ha fatto il leader di una difesa che ha avuto il torto alla fine di abbassarsi troppo. Lui ha salvato un gol fatto con un intervento pazzesco sulla riga sull’errore di Cirigliano (25′ s.t.) e ha strappato applausi per un tiro da fuori nel primo tempo.
PILLUD (voto 6,5) Dietro molto bene. Ha sbrogliato un paio di situazioni difficili, sempre attento su Lazzari. Le uniche due volte che ha passato la metà campo in una ha ciccato un cross in maniera piuttosto goffa nell’altra ha calciato un rasoterra che ha messo i brividi a Scuffet.
CACCIATORE (voto 6) Ordinato al rientro e sfortunato per quel colpo di testa che poteva valere il 3-1 rinviato sulla linea di porta.
RAFAEL MARQUES (voto 6+) Qualcosa ha concesso ma resta una sicurezza.
DONADEL Parentesi da interno perchè Cirigliano si è meritato i 90 minuti, senza particolari spunti ma anche senza particolari errori e MAIETTA in campo solo nei minuti finali, senza voto.
MANDORLINI (voto 6-) Senza Iturbe e con un Udinese viva, fresca nelle gambe, era molto difficile. Però il Verona era andato 2-0 ed è ripartito fino all’ultimo cambio, quello di Maietta per Hallfredsson, in cui si è pensato, come altre volte, solo a difendere portandosi l’avversario nell’area di rigore. Ed è arrivato il 2-2 finale di Badu.
Arbitro TOMMASI (voto 5). Nel primo quarto d’ora ha fischiato un fallo ogni tre, poi si è un po’ ripreso. Ma l’ammonizione a Gomez, che rallenta una ripartenza fino a fermarla perchè gli indicano un avversario a terra e viene spintonato via da Domizzi è una delle più assurde mai viste su un campo di calcio.
Stefano Rasulo
Non sarà Europa, ma il Verona, squadra (tecnico compreso) merita lo stesso un 8 in pagella. Perchè 54 punti, la parte sinistra della classifica, i 20 gol di Toni, l’esplosione di Iturbe, una salvezza conquistata a conti fatti a gennaio e qualche impresa (dalla vittoria in casa con il Milan alla prima di campionato, al gol di Gomez alla Juve, alle vittorie schiacchianti di Livorno e Bologna a quella in casa con la Lazio o all’ultimo respiro col Parma, il derby di ritorno) sono un bilancio assolutamente straordinario per una neopromossa.
La partita. HALLFREDSSON (voto 7,5) è in forma mondiale ma in Brasile non ci andrà perchè l’Islanda non si è qualificata (mai a dire il vero, né alla fase finale del mondiale, né a quello dell’europeo). Dal rinnovo in poi ha ritrovato quella serenità che forse per un periodo gli era mancata. Contro l’Udinese ha fatto numeri, è ripartito in continuazione, è stato un mix di quantità e qualità e ha segnato un gol bellissimo, al volo, piegando le mani a Scuffet. Peccato che la stagione finisca domenica prossima.
MARQUINHO (voto 7+) le cose migliori dal punto di vista della qualità le ha fatte vedere lui. E in un’azione, nel secondo tempo, ha accellerato come il miglior Iturbe. Da quando Mandorlini lo ha messo alto a sinistra è sempre andato in crescendo.
AGOSTINI (voto 7) ha l’entusiasmo di un ragazzino, si fa trovare sempre pronto, sbaglia raramente partita. Qualcosa ad Hertaux (p.s. Tanta roba…) ha concesso, ma si procura il rigore facendone fuori tre uno in fila all’altro, è stato attento e preciso dietro, ha spinto… Prezioso.
SALA (voto 6-) ha fatto incazzare Mandorlini. Non perchè non ce la mettesse, ma perchè è ripartito un sacco di volte e ha sempre sbagliato l’ultimo passaggio. Fin troppo condizionato dal dover far segnare Toni. Tanta quantità stavolta con meno qualità del solito; anche se in fatto di disponibilità non lo batte nessuno (ha cambiato tre ruoli anche oggi, partendo da interno e finendo da trequartista dietro Toni).
RAFAEL (voto 6,5) Di Natale ha fatto un gol da marziano, Badu gliel’ha piazzata all’angolino nel traffico. In mezzo è sempre stato attento sui tiri da fuori, si è fatto applaudire per un paio di uscite alte e ha fatto un paratone su Hertaux.
TONI (voto 6,5) Ha lavorato tanto per la squadra, andandosi un paio di volte anche a recuperare palloni nella propria metà campo. Il 20° su rigore e il 21° ribattuto sulla linea da Danilo dopo pallone in mezzo alle gambe a Scuffet. Peccato.
GOMEZ (voto 6+) Come Toni ha lavorato e si è sacrificato molto per la squadra. Davanti poteva fare di più ma ha comunque pennellato il pallone per il 2-0 di Hallfredsson.
CIRIGLIANO (voto 6+) Altro giocatore rispetto a prima, anche quando fa così così. Si vede che ha più fiducia e adesso gestisce diversamente anche l’errore. Era partito bene, poi qualcosa ha sbagliato. Moras se lo sarebbe mangiato quando nella ripresa ha perso palla in uscita in mezzo a due regalando all’Udinese il pallone del possibile pareggio. Ma ha svolto il compitino con qualche bella intuizione.
MORAS (voto 6,5) Un leone in campo, ha urlato a tutti, ha fatto il leader di una difesa che ha avuto il torto alla fine di abbassarsi troppo. Lui ha salvato un gol fatto con un intervento pazzesco sulla riga sull’errore di Cirigliano (25′ s.t.) e ha strappato applausi per un tiro da fuori nel primo tempo.
PILLUD (voto 6,5) Dietro molto bene. Ha sbrogliato un paio di situazioni difficili, sempre attento su Lazzari. Le uniche due volte che ha passato la metà campo in una ha ciccato un cross in maniera piuttosto goffa nell’altra ha calciato un rasoterra che ha messo i brividi a Scuffet.
CACCIATORE (voto 6) Ordinato al rientro e sfortunato per quel colpo di testa che poteva valere il 3-1 rinviato sulla linea di porta.
RAFAEL MARQUES (voto 6+) Qualcosa ha concesso ma resta una sicurezza.
DONADEL Parentesi da interno perchè Cirigliano si è meritato i 90 minuti, senza particolari spunti ma anche senza particolari errori e MAIETTA in campo solo nei minuti finali, senza voto.
MANDORLINI (voto 6-) Senza Iturbe e con un Udinese viva, fresca nelle gambe, era molto difficile. Però il Verona era andato 2-0 ed è ripartito fino all’ultimo cambio, quello di Maietta per Hallfredsson, in cui si è pensato, come altre volte, solo a difendere portandosi l’avversario nell’area di rigore. Ed è arrivato il 2-2 finale di Badu.
Arbitro TOMMASI (voto 5). Nel primo quarto d’ora ha fischiato un fallo ogni tre, poi si è un po’ ripreso. Ma l’ammonizione a Gomez, che rallenta una ripartenza fino a fermarla perchè gli indicano un avversario a terra e viene spintonato via da Domizzi è una delle più assurde mai viste su un campo di calcio.
Stefano Rasulo
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Pensieri e parole sull'Hellas
La Commissione di Primo Grado delle licenze Uefa, esaminata la documentazione presentata dalla società Hellas Verona FC, ha deliberato di rilasciare la Licenza Uefa per la stagione sportiva 2014-15.
Ufficio Stampa
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Pensieri e parole sull'Hellas
L'Hellas Verona FC comunica che dal 30 maggio al 6 giugno la squadra gialloblù sarà in Brasile per sostenere una tournée-esibizione. Saranno 3 i test match da disputare contro formazioni brasiliane (e con un programma in via di definizione). Questa tournée, organizzata nel paese ospitante il Mondiale 2014, rappresenta un motivo d'orgoglio per la società Hellas Verona FC e per il popolo gialloblù, nell'ottica del processo d'internazionalizzazione del nostro brand.
Hellas Verona FC
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