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da SirPsychoSexy » 08.08.14 - 13:26
la scheda di Marquez da hellastory:
Per comprare bene devi vendere bene, e viceversa perché chi sa comprare sa per forza anche vendere. E' esattamente il caso di Sogliano, ma attenzione, non si parla solo di cartellini di giocatori. Si parla anche di emozioni.
Come fai, ci si può chiedere, tu, direttore sportivo di una società «minore» della serie A italiana a convincere un giocatore a venire a Verona? Le leve sono sempre più o meno quelle: il contratto, la categoria, i soldi.
Ma se questo giocatore vive dall'altra parte del mondo ed è da poco ritornato in patria dove è venerato come un eroe nazionale, uno che a 35 anni è anagraficamente per forza di cose quasi a fine carriera, uno che ha vinto tutto in Europa in uno dei club migliori della terra, dopo aver giocato quattro mondiali con la propria nazionale e tutti e quattro da capitano...ecco, ad uno così, cosa gli può offrire un direttore sportivo per cercare di farlo rimettere in gioco seriamente, costringendolo magari a tornare ancora una volta in Europa?
Forse gli avrà offerto Verona intera, Arena e balcone di Giulietta compresi. Forse la moglie attuale (Jaydy Michel, googlatela pure...), un po' messicana, un po' americana gli avrà detto «Dai Rafa portami a Verona, la città dell'amore!». Eh si, perché oltre oceano, negli Stati Uniti e anche, di riflesso in Messico, sono queste le cose che veramente attirano della nostra città. Può essere successo un po' come con la moglie di Mario Gomez che era innamorata di Firenze?
Ovviamente non sappiamo quale sia stata la scintilla che è scattata negli occhi del giocatore quando ha parlato con Sogliano. Soldi, contratto, palcoscenico, sono tutte cose che passano in secondo piano per un giocatore della caratura di Rafa Marquez e chissà forse alla fine siamo andati anche vicino alla verità.
Tanti giri di parole per presentare alla fine quella che è la vera ed unica novità riguardo questo giocatore di cui si sa tutto, ovvero che per qualche incomprensibile ragione ha deciso di darsi un'ultima botta di vita nel calcio europeo, dopo che l'aveva abbandonato anzitempo a soli 31 anni, quando nel Barcellona poteva ancora strabiliare, per andare a giocare in un torneo quasi di plastica, come lo è la MLS.
Di cosa volete che parliamo? Di quanto era un grande difensore ai tempi del Barcellona? Del tempismo e dell'eleganza impressionanti dei suoi interventi, sempre puliti (tuffi di Robben esclusi)? Dei precisi lanci che partivano dai suoi piedi in fase di impostazione? Dei gol di testa con stacco deciso ed imperioso (ultimo dei quali contro la Croazia ai mondiali)? Oppure parliamo delle punizioni che l'avevano portato a vincere nel 2008 uno specifico contest tra i migliori specialisti al mondo?
E' a tutti gli effetti il miglior giocatore messicano attualmente in attività, non il più titolato in assoluto, ma poco ci manca.
Forse il calcio italiano, ora in inesorabile declino, ma pur sempre ricco di fascino, era l'ultimo tassello che gli mancava per coronare degnamente la sua carriera e anche un modo per onorare la memoria del padre, professionista anche lui e mancato qualche anno fa, che fin da piccolo gli raccomandava di essere disciplinato altrimenti non avrebbe mai potuto ambire di giocare in Italia.
Di Rafa si sono dette tante cose ma probabilmente le più importanti riguardano il suo carisma, lui che sembra nato per essere capitano, come ha detto poco tempo fa il suo ex allenatore al Leon, oppure come disse Rijkaard quando lo allenava al Barcellona: «Ha molto carattere e molta personalità. Arriva sempre al momento giusto e trasmette la sua mentalità vincente alla squadra».
A Verona non troverà il lusso che tanto amava a Montecarlo, a Barcellona o a New York. Qui troverà qualcosa di diverso, la bellezza e la tranquillità di una città incantevole e non gli mancheranno di certo ne le soddisfazioni ne il calore del pubblico.
Pronti ad accogliere questo monumento del calcio mondiale?
Valeriano
