Gooner ha scritto:C'è sangue?
Abbastanza
Comunque è un bellissimo gioco e lo consiglio
RECENSIONE
L’evocativo scenario romano fa da sfondo alle vicende di Assassin’s Creed: Brotherhood, nuovo capitolo della saga completamente dedicato a Ezio Auditore e, per la prima volta, alla sua combriccola di assassini. Vicende che si collegano a doppio filo con quelle della precedente iterazione, riprendendo esattamente da dove quest’ultima si era interrotta, e che permettono di compiere notevoli balzi temporali mentre il giocatore si sposta dalle vesti di Ezio ai più comodi jeans di Desmond.
Con tali premesse, era dunque ovvio che gli sviluppatori canadesi di Ubisoft partissero da un riferimento ben preciso, ovvero Assassin’s Creed II, per promuovere un qualunque tipo di innovazione grafica e, più semplicemente, rivolta al gameplay. Tra le novità saltate agli occhi di GamesNation, citiamo la possibilità di entrare a cavallo nelle zone urbane (un dettaglio che consentirà ai giocatori di muoversi più rapidamente, come nel caso delle gallerie sotterranee) o di pagare gli architetti affinché restaurino gli edifici all’interno delle aree epurate dalla presenza dei Borgia.
La natura di sandbox gestionale impiantata in Assassin’s Creed: Brotherhood garantisce un gran numero di sottoquest che, pur spezzando piacevolmente il ritmo della trama, non cancellano le radici stealth della serie e, addirittura, potranno essere ignorate da chi vorrà (sconsigliatissimo) giungere in fretta e furia alla conclusione. Favoriti, costoro, da un livello di difficoltà fin troppo basso, adeguato alle esigenze di un pubblico meno maturo, e dal non più necessario raggiungimento della massima sincronia con i ricordi iscritti nel genoma del protagonista.
Il pacchetto longevità resta comunque superiore rispetto al passato, anche grazie al nuovo Addestramento Virtuale (vi basti ricordare le VR Mission di Metal Gear Solid) e all’implementazione di un’esordiente modalità multiplayer fino a otto giocatori: qui bisognerà fidarsi del proprio intuito per svelare l’obiettivo da eliminare ed evitare di venir assassinati in un kafkiano gioco delle parti.
Da un punto di vista squisitamente tecnico, l’ultima produzione di casa Ubisoft sfoggia significative migliorie se confrontato all’illustre predecessore: il livello di dettaglio è nel complesso aumentato, forte di un vestiario più ricco, di volti più espressivi, di vasti ambienti riprodotti fino alle estreme conseguenze della fedeltà storica. Due particolari mostrano i progressi fatti in tal senso dal team di sviluppo: le ombre, che si sono finalmente liberate della loro “pixellosità”, e il labiale sincronizzato quasi alla perfezione con l’idioma di vostra scelta.
A tal proposito, sottolineiamo con piacere che il doppiaggio è stato realizzato e inciso anche nel più fortunato, e paradossalmente fedele, inglese. Di contro, non possiamo negare un certo ristagnamento nella realizzazione degli scontri (adesso più vari nell’aspetto, ma non nel contenuto) e qualche leggera imperfezione nel passaggio da visuale dietro le spalle a fissa. Nulla comunque che infici particolarmente un’esperienza, nel complesso, molto positiva.
Assassin’s Creed: Brotherood è dunque l’ennesimo passo in avanti compiuto da un franchise estremamente dinamico, se non nell’imperfetto sistema di combattimento da stravolgere nelle successive, e ancora lontane, incarnazioni videoludiche. Il nostro voto è 9, con la speranza che la software house di Montreal rivolga agli aspetti incriminati una maggiore attenzione nei mesi a venire.