Abrogato l'emendamento D'Alia, l'ammazzablog

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Abrogato l'emendamento D'Alia, l'ammazzablog

Messaggio da Vis Pesaro » 30.04.09 - 13:25

Ieri notte, 29 aprile 2009, l’emendamento D’Alia, soprannominato da molti ”Ammazzablog”, è stato abrogato a favore di un emendamento presentato dal deputato del Pdl Roberto Cassinelli.

Per chi non ne fosse ancora a conoscenza, l’emendamento, presentato dal deputato dell’Udc Giampiero D’Alia, prevedeva l’obbligo per i provider di filtrare i contenuti della rete e di oscurare, per volere del Ministero dell’Interno e senza nessuna sentenza della Magistratura, siti, blog e Social Media (come Facebook e Youtube) nel caso si rendessero colpevoli di reati d’opinione, ossia nel caso si trovasse un gruppo, un video o un blog nel quale si condanna, ad esempio, una legge ritenuta ingiusta.
Qui potete leggere il testo dell’emendamento:

«Art. 50-bis.

(Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet)

1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

2. Il Ministro dell’interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all’adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all’autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.

3. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l’effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l’attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministro dell’interno con proprio provvedimento.

4. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dell’interno, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.

5. Al quarto comma dell’articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: “col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda”.».

Inutile sottolineare come un emendamento del genere, nel caso fosse divenuto legge, avrebbe potuto prestarsi benissimo ad una strumentalizzazione politica, censurando l’unico mezzo di informazione ancora libero, ossia internet. Ciò avrebbe fatto cadere l’Italia ai livelli della Cina, che, ci tengo a ricordarlo, si trova sotto una dittatura.

Fortunatamente in Parlamento ogni tanto le cose vanno come dovrebbero andare. Come ho già detto, ieri notte, durante la riunione della Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia, in seguito ad una battaglia sicuramente non facile, l’emendamento è stato abrogato sotto proposta del deputato Roberto Cassinelli.

Si tratta di una grande vittoria per tutto il popolo italiano di internet.
Non ci resta che sperare che questo sia solo l’inizio di una serie di decisioni positive e sensate all’interno del Parlamento.
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