
Qualcuno l'ha vista?
Per me è una miniserie fatta veramente bene, con un taglio originale (quello della famiglia Rontini e soprattutto di Renzo, un fantastico Ennio Fantaschini), fedeltà alla storia, cura quasi maniacale dei particolari ma soprattutto un senso costante d'angoscia. (che non cessa spegnendo il lettore dvd perchè è doveroso ricordare che il mandante degli omicidi, quasi sicuramente di natura esoterica, non è mai stato definito).
Ricordo per chi non conoscesse del tutto la storia [SE VOLETE VEDERE LA SERIE E NON LA CONOSCETE, NON LEGGETE] che con "mostro di Firenze" non intendiamo una sola persona ma almeno 3, autrici di 8 pluriomici dalle dinamiche simili, ossia l'uccisione di una coppia appartata in macchina. Mario Vanni e Pacciani sono gli esecutori materiali, Giancarlo Lotti il "palo" nonchè quello che ha consentito di risolvere il caso "cantando", come si suol dire in ambiente mafioso-criminologico.
Il mandante come detto non è mai stato trovato per assenza di una prova schiacciante ma è da ricondursi quasi certamente alla pista esoterica, ossia il pagamento da parte di alcune persone ricche, mai determinate, ai compagni di merende (termine stranoto per definire la banda, uscito dalla bocca di Vanni) per ottenere organi umani per i riti (pube e seni, perlopiù) o al massimo per infliggere una punizione doverosa a donne ritenute impure.
E' ritenuto questo il mandante più probabile per svariati motivi. Intanto l'arricchimento sconsiderato di Pacciani, improponibile col lavoro dei campi (non agiva quindi per devianza, che pure gli apparteneva vista l'uccisione in giovinezza di un altro uomo e la violenza a sfondo sessuale in famiglia). Quindi l'asportazione degli organi con la stessa maniacale precisione, salvo imprevisti quale il timore di essere scoperti; infine, l'ultimo pluriomicidio, quello che ha fatto saltare il banco. Due ragazzi francesi vengono prima "scelti" predisponendo, nel luogo dove vengono trovati la prima volta, 3 cerchi di pietre. Uno chiuso (sono loro), uno aperto con bacche all'interno (vanno uccisi), uno aperto con pietre sconclusionate, pezzi di animali e bastoncini (vanno mutilati), idea confermata dai fanatici più che da una giustificazione postuma all'omicidio (da escludere al 100% una casualità nelle distribuzioni).
Penso che di questa storiaccia non si saprà mai più nulla. Con la morte di tutti i compagni di merende, nessuno avrà più interesse a riaprire la storia e ad incolpare qualcuno.
La caratterizzazione dei personaggi è molto azzeccata (si poteva lavorare un po' di più sulla figura di Pacciani, forse), anche se il vero motore della serie è chiaramente Renzo Rontini, che ha una figlia che cresce con le vicende del mostro sullo sfondo, una figlia, Pia, che ritiene estranea a tutto ciò tanto da dire "per fortuna non gli toccherà come destino perchè è piccola".
Pia era una ragazza solare, molto volenterosa.. era tutto per Renzo nonchè l'ovvio orgoglio, come praticamente sempre il figlio per il padre. Perderla è stata una mazzata troppo grande, da far sembrare piccolo tutto.. l'unico obiettivo di vita, in netta controtendenza con tutti i genitori/familiari delle altre vittime cui l'ultimo, unico sollievo sarebbe dimenticare tutto il prima possibile è regalare giustizia alla figlia e per farlo molla tutto e cerca prove, fiaccato sempre più dal dolore ma sempre con dignità e forza. La forza che lo porta a seguire ogni udienza in aula per dovere nei confronti della figlia, il desiderio alla fine quasi ossessivo e morboso di scoprire con gli inquirenti chi gli ha fatto questo, e perchè. L'altalena di emozioni, dalla frustrazione alla soddisfazione, poi allo sconforto per un'assoluzione a Pacciani per vizio procedurale ingiusta e quasi offensiva. (che poi paradossalmente un'assoluzione che suona di condanna perchè dopo un anno, col ritorno a casa, viene fatto fuori da qualcuno). Infine la morte, tradito dal cuore tanto provato ma così carico d'orgoglio. La degenerazione economica che corre parallela ai sentimenti, da una situazione di ricchezza vista la sua grande professionalità nel lavoro alla povertà più assoluta, con la grande prova d'umanità sulla coda, già in condizioni disperate quali l'indebitamento non indifferente e l'ipoteca della casa: il rifiuto di parte dei possedimenti di Pacciani in quanto causa civile del processo per "lasciarli alle figlie che hanno sofferto abbastanza" (ma questo potrebbe essere romanzato).
Voto. 8,5
(e scusate per la lunghezza)