CONFERENZA STAMPA DI OGGI POMERIGGIO :
Papadopulo: "Bologna, voglio il massimo"
Mister, sabato contro la Reggina al Bologna andrà bene solo un risultato, quello da tre punti?
"Il nostro obiettivo è di arrivare un punto sopra la terzultima a fine campionato. In questo momento dobbiamo solo guardare partita per partita, sapendo di avere un calendario particolare, con quattro scontri diretti su cinque gare. Dobbiamo affrontare Reggina, Torino, Lecce e Chievo cercando di ottenere per far lievitare la nostra classifica. Questo è l'imperativo da tener presente, sapendo che i nostri avversari non ci regaleranno nulla".
Come arriva la squadra alla partita con la Reggina?
"A livello mentale c'è più serenità rispetto altra settimana scorsa, dopo l'insuccesso di Palermo, ma sappiamo che la lotta per la salvezza si protrarrà sino all'ultimo minuto di campionato. Quanto all'infermeria, non recuperiamo nessuno dei lungodegenti, mentre altre situazioni che si sono verificate sono di lieve entità".
Ha già deciso chi giocherà in porta, dopo le buone prove di Colombo?
"Ora abbiamo recuperato Antonioli, come auspicavamo anche dal turno precedente. Abbiamo nel frattempo avuto conferma delle qualità di Colombo, che se in questi tre anni non ha avuto possibilità di giocare perché davanti a sé aveva un monumento: è stato proprio Antonioli a garantire per lui e si è rivelato buon profeta. Ho la mia idea su chi giocherà sabato, ma non è corretto esternarla prima di parlare con i diretti interessati e mi confronterò anche con il preparatore dei portieri".
Indicativamente, pensa di premiare l'undici che ha battuto il Genoa?
"Non ho precedenti molto rassicuranti a questo proposito: ricordo che l'anno scorso nel finale di campionato vincemmo a Bergamo sull'Albinoleffe per 4-0 poi la settimana successiva, confermando la stessa formazione, perdemmo in casa contro il Bari fornendo una prestazione molto diversa. Non è un regola fissa quella secondo cui la squadra che vince dev'essere per forza confermata: ogni situazione è diversa. Non escludo comunque di ricorre alla scelta di iniziare con la stessa formazione".
In ogni caso, il modulo sarà lo stesso di domenica?
"Quello che, in questo momento, è più gradito alla squadra. Avrei voluto proporne un altro ma, mancando gli interpreti idonei, non posso far cantare una canzone pop a un lirico: è necessario avere gli interpreti giusti per proporre un certo tipo di calcio. Ma credo ci possano essere le condizioni per fare bene proponendo anche qualcosa di diverso. In questo momento gli egoismi sono da mettere da parte: la priorità è il raggiungimento del nostro obiettivo, in qualsiasi maniera ci si riesca. Il tempo è quello che è e non posso mettermi ad alterare gli equilibri: potrebbe essere controproducente".
Quanta pressione sentite intorno a voi?
"Se c'è, non la stiamo avvertendo in maniera cpsì marcata. Se ce la creiamo in maniera positiva, penso che questo possa essere uno sprone maggiore per tirar fuori quel qualcosa in più che serve da parte di tutti. La scelta del ritiro è volta a concentrarci ulteriormente: ci stiamo allenando, abbiamo visto i filmati della squadra avversaria, che in quest'ultimo periodo sta ottenendo buoni risultati e consensi. Non siamo venuti qui a Forlì per sottrarci da un luogo a noi familiare, ma per accentuare la nostra attenzione sull'obiettivo di questa partita, per coagulare ancora di più il gruppo e approfondire ciò che va approfondito".
Chi farà partita sabato: il Bologna o la Reggina?
"Nel calcio italiano è difficile trovare squadre che fanno la partita: si contano sulle dita di una mano: l'interpretazione tattica diffusa è quella di difendersi e colpire con le ripartenze (che una volta si chiamavano contropiede). Ha fatto così anche ieri sera il Manchester in Champions League, con Tevez e Rooney che si riallineavano con i centrocampisti e lo stesso Ronaldo a rientrare e dare una mano: a volte nemmeno il Manchester United riesce a fare la partita. Il calcio moderno è questo: bisogna interpretare bene le due fasi, sapendo che se ti difendi bene riparti altrettanto bene".
La preoccupa il calendario delle dirette concorrenti, che potrebbero trovare avversari con poche motivazioni in queste ultime giornate?
"Non abbiamo il tempo di focalizzare troppo il nostro interesse su queste situazioni: cerchiamo di capitalizzare al massimo le nostre partite. Domenica quando sono rientrato negli spogliatoi l'unico risultato di mia conoscenza era il nostro e penso che il pensiero di riuscire a salvarci solo con le nostre forze debba darci ancora più adrenalina. Se poi le nostre forze non saranno all'altezza ed arrivasse una mano dall'esterno non la rifiuteremmo, ma il primo interesse è quello di ottenere il massimo dalle nostre gare".
Ha avuto modo di discutere con la dirigenza del suo futuro a Bologna?
"No e anche se la dirigenza mi dovesse interpellare in questo momento non ci sono per nessuno. Sono parole che avverto e che mi sorgono spontanee, chi mi conosce lo sa: sono abituato ad ottenere prima i risultati. Se poi le cose dovessero realizzarsi come tutti noi speriamo e si aprisse spiraglio, io ritengo che il Bologna sia una delle piazze più importanti del calcio italiano e che questa società a medio termine possa puntare ad obiettivi superiori a quelli attuali: ci sono tutte le condizioni. Ma in questo momento l'attenzione è rivolta a queste cinque partite: per il Bologna la serie A è la vita e noi per la vita siamo disposti a dare il sangue".
Cosa pensa un allenatore quando ha il capocannoniere in diffida? Di Vaio è diffidato.
"Lo utilizza in funzione della partita che si va a giocare. Nel nostro caso, le partite più importanti non sono quelle contro Chievo o Catania: forse lo diventeranno, ma ora la partita della vita è quella con la Reggina. Pensare a preservare il giocatore per tenerlo immunizzato da eventuali ammonizioni in questo momento potrebbe essere sconsigliabile. Se poi incorresse in un cartellino giallo, ne prenderemmo atto e vorrebbe dire che ci sarà l'opportunità di utilizzare altri giocatori che potrebbero rivelarsi importanti per il conseguimento della salvezza".