Di Vaio: "Un anno da incorniciare"
Marco, come valuti il tuo 2009?
"Un anno eccezionale, da incorniciare: è arrivata la salvezza che tutti volevamo, a livello personale ho concluso un campionato in maniera più che positiva, sono diventato il capitano di questa squadra, abbiamo celebrato il Centenario in Serie A, nella prima parte di questa stagione abbiamo mantenuto quello che ci eravamo promessi restando sopra la zona calda. Si è cambiato tanto, purtroppo anche l'allenatore e questa è la nota negativa perché vuol dire che le cose non stavano andando bene, però stiamo riuscendo a risollevarci e vogliamo andare avanti così come squadra. Complessivamente, un'annata positiva: abbiamo raggiunto l'obiettivo dello scorso campionato, anche se a fatica, e ora stiamo cercando di migliorare rispetto alla passata stagione".
E poi ci sono i tuoi gol: tantissimi.
"Sicuramente: è stato un anno eccezionale. Dopo un campionato da 24 gol, come è logico anche perché gioco in un ruolo diverso rispetto all'anno scorso, le cose stanno andando un po' diversamente, ma ora stiamo segnando in tanti e ve benissimo così per la squadra".
Sei diventato capitano e anche punto di riferimento un po' per tutti: quanto sei stato coinvolto nei cambiamenti che ci sono stati a livello dirigenziale?
"In maniera molto marginale, ed è la cosa che preferisco: come giocatore è importante essere un punto di riferimento per chi gravita intorno allo spogliatoio, e magari pure per i tifosi, ma non posso essere parte integrante della dirigenza, a cui al massimo posso dare qualche consiglio, se mi viene chiesto, dato che tante volte i dirigenti non possono sapere tutto quello che avviene in spogliatoio. Ma non spetta ad un giocatore entrare nel merito di certe decisioni e l'importante è che ci sia chiarezza su chi gestisce i rapporti tra squadra e proprietà, come è sempre stato".
A proposito, è arrivato Baraldi nel ruolo di dg e ha precisato che nel mercato di gennaio non si compra se prima non si vende: questo vi preoccupa?
"Il discorso che è stato fatto è onesto, ma questo non vuol certo dire indebolirsi: non penso che la società smantelli quello che ha costruito in estate. C'è qualcuno che per giocare di più, essendo arrivato con certe idee ed avendo iniziato il campionato con altre prospettive, magari cambierebbe anche aria, ma non penso che la società si possa privare facilmente di quelli che sin qui hanno giocato con più continuità. Il mercato dà la possibilità di cambiare qualcosa, ma smantellare una squadra che ha trovato una sua identità sarebbe un errore e credo proprio che la società non lo farà. Magari potrà valutare eventuali possibilità di vendere un giocatore per spendere i soldi che ricava rinforzando la rosa nei ruoli in cui eventualmente ci fosse più bisogno, tenendo anche conto che il nuovo allenatore può avere valutazioni diverse rispetto al precedente. Poi se rimaniamo così fino a giugno io sono contentissimo: non dimentichiamo che qui ci sono giocatori con grande esperienza di Serie A che non stanno giocando tantissimo e che farebbero molto comodo alle nostre avversarie".
E se fosse sacrificato Britos, come riporta la stampa?
"Ci può stare, se conviene a lui e alla società: nel caso, come se fosse un altro ad essere venduto, spero che arrivi un giocatore altrettanto importante. Leggere di richieste da società importanti fa piacere per un ragazzo serio che qui a Bologna si è fatto trovare pronto ed è cresciuto; questo rivaluta anche il lavoro del direttore sportivo, che a volte è stato criticato: se ha saputo scovare e valorizzare un giocatore come Britos, che secondo me ha le doti fisiche ed il temperamento per emergere a livello continentale, significa che ha lavorato bene e molto seriamente. Se Britos dovesse andare via, spero che avvenga a fine anno: sarebbe un'arma importante per noi nella lotta per la salvezza".
Il nuovo modulo ha pesato sul tuo rendimento personale.
"Soprattutto a livello di gol e spesso vengo valutato sotto questo aspetto, dato che l'anno scorso ne avevo fatti moltissimi. Andiamo avanti così: preferisco mettermi a disposizione in un modulo che ci sta permettendo di vincere più partite, perché la mia goduria in questo momento è vincere e salvarmi col Bologna. I giudizi personali non mi interessano, so che ci si aspetta molto da me ma non faccio paragoni con l'anno scorso perché gioco in un ruolo diverso; devo migliorare per essere più incisivo in questo modulo da cui la squadra trae giovamento, questo sì".
I tuoi gol potevano essere anche di più.
"Ricordo il salvataggio di Chiellini sulla linea di porta e l'anno scorso quel pallone contro il Genoa sarebbe entrato e non avrei commesso l'errore contro il Napoli. Ma l'importante per me è esserci, avere le opportunità di tirare in pora e di essere pericoloso".
Dopo la sosta vi aspetta un mese importante.
"Stiamo lavorando bene, intensamente: ci servono questi dieci giorni per preparare bene un mese, quello di gennaio, in cui abbiamo molti scontri diretti, compreso il recupero della gara con l'Atalanta, e che se le cose andranno bene ci potrà portare punti importanti per vivere un campionato sopra la zona calda della classifica. Ora ci aspetta una sfida importantissima a Catania: troveremo un ambiente carico dopo il cambio di allenatore e la vittoria storica a Torino contro la Juventus. Il Catania può viaggiare sulle ali dell'entusiasmo sulla scia di quell'exploit e beneficiare del lavoro di un allenatore, Mihajlovic, che conosciamo bene e sappiamo essere bravo e preparato; in più, ha maturato qui a Bologna un'esperienza che gli potrà tornare utile a Catania".
Non gli potrai augurare la salvezza...
"Invece io mi auguro che ci si possa salvare tutti e due. Per me Mihajlovic è stato un allenatore importante e ne conservo un ottimo ricordo. Ecco, spero che salviamo prima noi e poi loro".
La salvezza è una corsa a cinque?
"Sì: la Lazio la escluderei, come pure l'Udinese, a livello tecnico sono superiori. Certo, se squadre che erano partite con altri obiettivi a febbraio si trovano invischiate nella zona retrocessione, può diventare dura anche per loro perché i giocatori non erano mentalmente predisposti a vivere una stagione così sofferta e perché a fine anno sono tutte finali, partite in cui contano anche fattori non controllabili a livello tecnico: staremo a vedere".
A proposito, la maggiore goduria del 2009 è stata il tuo rigore contro il Torino nel finale dello scorso campionato?
"Direi piuttosto il mio gol del 3-1 sul Catania: a quel punto era tutto finito, finalmente ci si poteva rilassare dopo tanta apnea, che a Torino ancora vivevamo in pieno".
Fonte:bolognafc.it