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da MagicoGonzalez » 14.07.11 - 17:16
El Kabir promette ''tanti gol e molti assist''
Moestafa El Kabir ha lo sguardo e il portamento di chi è sicuro dei propri mezzi, ben più di quanto possano far supporre la sua età e le esperienze maturate finora nel mondo del calcio. Classe 1988, 23 anni ancora da compiere, un passato nelle giovanili di Ajax e Feyenoord, poi l'esordio in Eredivisie con il Nec, prima di esplodere in Svezia con la maglia del Mjällby. La serie A è la sua
grande occasione, ne è consapevole ma non la teme: «Sono felicissimo di poter fare questa esperienza in uno dei campionati più importanti del mondo, ma sono convinto delle mie possibilità.
E poi quando ero in Olanda ho già giocato la Coppa Uefa». Sfacciato quel tanto che basta per rompere il ghiaccio il prima possibile. Con la città l'ha già fatto, «Sono qui da una settimana ed è bellissima, come il clima e la sua gente». Coi compagni di squadra pure, «Li ho appena conosciuti e sono stati da subito gentilissimi con me». Ora però il gioco si fa duro, c'è il rito di iniziazione da superare: la prova canora. Gliel'hanno già detto e non può fare a meno di sorridere quando glielo si ricorda: «Devo ancora scegliere la canzone, non so quale sarà». L'italiano ancora non lo parla, ma per quello c'è tempo, intanto il suo obiettivo è confermare le credenziali con cui arriva a Cagliari. Quindici gol in 33 partite nel campionato svedese, 5 nelle ultime otto, giocando in una squadra che lotta per non retrocedere. Tanto che ora ci si chiede quanti ne potrebbe fare in Italia, ma lui non si pone obiettivi né, soprattutto limiti: «Non penso a un numero minimo o massimo di gol che potrei fare in serie A, non credo che Eto'o o Ibrahimovic lo facciano. Io non sono certo loro, ma voglio impegnarmi per fare il mio meglio per la squadra». Il suo compito ce l'ha chiaro in testa, «Sono un attaccante, devo fare gol e assist, questo è ovvio», e l'attenzione agli assist la dice lunga sulle sue
caratteristiche. Seconda punta di movimento, ama puntare la porta partendo da lontano, per scaricare a rete l'ottimo tiro di cui è capace, o servire i compagni di squadra per mandarli in porta.
In Svezia qualcuno si è spinto fino a definirlo il nuovo Ibrahimovic, e le analogie con il fuoriclasse del Milan ci sono, nonostante una ventina di centimetri in meno in altezza. Entrambi hanno giocato in Olanda e Svezia, entrambi hanno il doppio passaporto, marocchino e olandese quello di El Kabir, svedese e bosniaco quello di Zlatan. Ironia della sorte: la vittima preferita di Moestafa è proprio il Malmö, squadra che fu di Ibra e alla quale è riuscito a segnare quattro gol in una gara. Diversi in campo, simili nei comportamenti. Non solo per quella ostentata sicurezza nei propri mezzi che spesso rischia di sfociare in arroganza, ma anche per qualche colpo di testa di troppo, lontano dall'area di rigore. In Olanda, quando era al Nec, El Kabir fu messo fuori squadra per questioni comportamentali, e il suo contratto venne rescisso nonostante fosse ancora lungo. In Svezia ha addirittura ricevuto delle minacce di morte dopo aver insultato l'Helsingborg, i suoi giocatori e la città prima della sfida di campionato. Eppure a vederlo e sentirlo parlare non sembra poi un cattivo ragazzo, è che lo disegnano così.
Fonte:Sardegna Quotidiano