Il nuovo allenatore del Catania, Francesco Moriero in conferenza stampa a Torre del Grifo Village si presenta ai giornalisti e agli operatori dell'informazione:
“La fiducia e la stima va conquistata. Non appena sono stato chiamato ho preso la macchina e ho fatto nove ore di strada per venire qui. Ho la voglia di mettermi in discussione in una piazza importante. Allenare a Catania è uno stimolo per tutti gli allenatori, è un punto di arrivo. So di poter fare bene e voglio fare uscire la squadra da questa situazione. I giocatori hanno valori importantissimi, li conoscono tutti. Ho avuto Calil, Russotto, Nunzella e Lupoli, sono ragazzi dalle grandi qualità umane e tecniche. Sanno che voglio una squadra che deve scendere in campo sempre per vincere. Mi aspetto che diano qualcosa in più sia mentalmente che fisicamente. Mi devo conquistare la riconferma, facendo bene con la mia personalità e le mie idee. Voglio far tornare la gente allo stadio”.
“È una squadra costruita per giocare a calcio, con criteri importanti. Dobbiamo diventare più gruppo e lavorare sotto il profilo caratteriale. Secondo me il tifoso del Catania vuole questo, soprattutto chi ne capisce di calcio. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte. Non ho problemi di modulo, si può giocare 4-3-3 o 4-2-3-1, l’importante che la squadra si sblocchi. In questa piazza ci vogliono gli attributi e i giocatori hanno dimostrato di averne. Non ho la bacchetta magica, ma sappiamo che il 100% non basta. Dobbiamo dare il 200% e preparare le partite che restano come se fossero le gare della vita”.
“Abbiamo bisogno di un cambio di passo, la squadra mi è sembrata propositiva. Vedo il calcio a ritmi alti. Con me ci vuole intensità, ho pochi giorni per poter valutare, ma ho bisogno di uomini veri e di gente che dia tutto per il Catania. Siedo in una panchina in cui si sono seduti grandissimi allenatori, il Catania equivale per me a un top club. Ci vuole gente che corre e sacrificio, preferisco uno che ha meno qualità e che aiuta il compagno, al posto di quello che ha più qualità ma che non mi dà nient’altro. Non sono un fenomeno, ma ne capisco di calcio. So di poter dare qualcosa al Catania, le esperienze negative mi hanno fortificato”.
“Siamo in un momento in cui non bisogna sbagliare niente e cercare di fare le cose più semplici possibili. I giocatori devono avere l’umiltà, ci vuole concretezza. La Lega Pro è un campionato difficile e aperto, con calciatori importanti. Andremo a Martina Franca per imporre il nostro gioco. Non bisogna più scherzare, vogliamo i tre punti. Gli avversari devono avere paura dei miei giocatori e per farlo ci vuole gioco di squadra”.
“Io faccio l’allenatore e non devo andare dietro alle chiacchiere. Ho fatto esperienze importanti, come a Catanzaro. Ma non guardo il mio passato, anche se ho fatto una carriera importante da giocatore. Sono convinto dei miei mezzi, ho fatto di tutto per volere il Catania che, ripeto, è un top club come Inter e Roma. Per me questa è una chance importante. Ho visto negli occhi dei giocatori la voglia di togliersi da questa situazione”.
“Musacci? Se mi dimostra che entra nelle mie direttive, ovvero che gioca veloce e verticalizza, allora avrà spazio. A me non piace il fraseggio, bisogna arrivare in porta con meno passaggi possibili. A prescindere dal modulo ci deve essere intensità, il possesso palla non deve essere sterile e serve per colpire gli avversari”.
“Pancaro e i giocatori hanno fatto grandi cose nonostante la penalizzazione e quando le cose non vanno bene si cerca di capire dove sta il problema. Ho vissuto la stessa situazione a Grosseto e so che non è facile. Adesso basta pensare al passato, azzeriamo tutto e portiamo entusiasmo. Abbiamo bisogno della gente e di riconquistare la fiducia dei nostri tifosi. Chiedo di poter lavorare tranquillo per il bene mio e della squadra, domenica comincia il campionato”.
“L’esordio in Nazionale fu al Massimino e tengo con me il ricordo e l’affetto. Il destino è strano, spero sia un’avventura indimenticabile e di questo ne sono convinto. Pancaro è un amico, so cosa sta passando e presto lo contatterò. Molte volte la sofferenza fortifica, come nel mio caso. Ora sta a me inculcare la mia mentalità alla squadra e confermare quello che so fare”.
“Non ho visto i giocatori scarichi, è impossibile esserlo se giochi a Catania. Nel calcio non esiste la paura. Ci vuole un po’ di fortuna, oltre all’umiltà, per uscire dalla situazione. La medicina è quella di azzerare tutto. Ora c’è un nuovo tecnico, con nuove idee”.
“Il campo di Martina Franca è brutto, soprattutto se dovesse piovere. Ecco perché ci vuole intensità, perché se andiamo lì e siamo leziosi potrebbe essere dura. E’ una prova importante per i miei ragazzi per dimostrare che hanno capito la lezione, è la partita perfetta per questo. Bisogna correre più degli avversari che hanno degli stimoli quando affrontano il Catania”.
“Bombagi è un giocatore importante che fa entrambe le fasi. Non so se ha i 90 minuti nelle gambe, sono arrivato ieri. Si è allenato benissimo, ha carattere e ha grandi piedi. Da Russotto e Calderini voglio di più, discorso identico per Calil. In campo vanno i calciatori ed è il momento che si prendano le loro responsabilità. Se fosse per me scenderei anche domani mattina in campo, ma questo non è possibile