Notizie da Torre del Grifo Village

[Meridiano]

Domani Izco in conferenza stampa

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Da questo pomeriggio il Catania dovrà pensare al Genoa e a mettere da parte la delusione Chievo che verrà analizzata per l'ultima volta dal capitano Izco in sala stampa. La squadra etnea agli ordini di mister Maran svolgerà il primo allenamento settimanale a porte chiuse, alle 15.00. Il tecnico parlerà con i giocatori valutando e analizzando cosa non ha funzionato al Bentegodi. Per la gara con il Genoa, la squadra dell'Elefante dovrà certamente rinunciare a Gonzalo Bergessio, già diffidato e domenica ammonito (quarta sanzione).

Da valutare le condizioni di Pablo Barrientos e Lucas Castro. Si spera infine che il giudice sportivo non faccia ricorso alla prova tv per Nicolas Spolli che ha colpito al capo col piede destro il centrocampista del Chievo Hetemaj. Infine una buona notizia per Norbert Gyomber: il difensore centrale slovacco classe 1992, infatti, è stato convocato per la prima volta dal Commissario Tecnico della Nazionale maggiore, Ján Kozák, in vista dell'amichevole con l'Israele, in programma mercoledì 5 marzo.

[Meridiano]

Per problemi in attacco potrebbe essere reintegrato Leto per la partita di Genova

[Meridiano]

TABELLINO GENOA-CATANIA 2-0

MARCATORI: 13' Antonelli, 84' Sturaro

GENOA (3-4-3): 1 Perin, 8 Burdisso, 90 Portanova, 3 Antonini (dal 82' Calaiò), 21 Motta, 69 Sturaro, 91 Bertolacci (dal 46' Fetfatzidis), 13 Antonelli, 77 Konate, 11 Gilardino, 10 Sculli (dal 59' Cabral). (53 Bizzarri, 95 Albertoni, 4 De Maio, 15 Marchese, 14 Cofie, 26 Centurion, 29 De Ceglie). All.: Gasperini.

CATANIA (3-5-1-1): 21 Andujar, 14 Bellusci, 3 Spolli, 5 Rolin, 2 Peruzzi, 13 Izco, 10 Lodi (dal 64' Monzon), 15 Rinaudo, 34 Biraghi, 8 Plasil (dal 63' Fedato), 26 Keko (dal 72' Leto) (1 Frison, 35 Ficara, 6 Legrottaglie, 24 Gyomber, 22 Alvarez, 33 Capuano, 23 Boateng, 32 Petkovic). All.: Maran.

ARBITRO: Irrati di Pistoia
AMMONITI: Bellusci (2), Bertolacci, Sturaro, Burdisso
ESPULSI: Bellusci al 38' pt per doppia ammonizione

[Meridiano]

Barrientos verso il recupero
ci sara' col Cagliari

[MagicoGonzalez]

[PeppeJackson]

Pulvirenti sul quotidiano “La Sicilia”chiama tutti: “Lottiamo”

Ecco il presidente. Nino Pulvirenti decide di parlare il giorno dopo la sconfitta di Genova. Magari poteva restarsene zitto, non certo felice per l’esito della doppia trasferta, ma zitto a leggere e ad ascoltare l’eco delle leggende metropolitane che ormai circolano per Catania aleggiando come fantasmi. Come messaggi delle Cassandre che abbondano sempre da queste parti. Invece no, stavolta no. Il presidente ha deciso che è di nuovo il momento di parlare, di farsi sentire, magari di alzare la voce, se serve. A difesa della serie A. Dunque della città. Dunque della squadra. Perché, piaccia o no, la catena è quella, inevitabile, per fortuna, insostituibile. La catena di trasmissione delle emozioni del calcio, che vivono dei risultati, ma non solo di quelli. E anche questa è una benedizione, perché se non fosse così saremmo proprio come non si deve e non si può essere: oggetti sospinti dal vento, in alto quando va bene, in caduta libera quando va male. Invece no. Il presidente oggi parla e dice un sacco di cose importanti.

Senza cadere nei luoghi comuni, nelle banalità, nello scontato.

«Un’annata allucinante, consentitemi di ripartire da qui, perché se no non è possibile spiegare seriamente per quale ragione siamo precipitati in questa situazione. Non voglio rifare l’elenco degli infortuni, non voglio ricordare di nuovo per quanti mesi abbiamo dovuto fare a meno di gente come Almiron, Izco, Barrientos, Bellusci, Spolli, Bergessio e, l’ultimo, Castro. Ma è andata così, una catena impressionante che avrebbe messo ko anche un grande club, anche chi poteva contare su rose straordinariamente allargate. Ma quando perdi quattro o cinque titolari come fai ad andare avanti? Guardate la Fiorentina che ha dovuto rinunciare a Gomez prima e a Rossi dopo. Sembra essersi sgonfiata. Non siamo stati per nulla fortunati».

Presidente, ma a parte questa catena di infortuni, i tifosi hanno avuto la sensazione che a tratti il gruppo abbia mollato. E’ così?

«Ma scherziamo? Se il gruppo avesse mollato, se fosse stato travolto dagli eventi oggi non saremmo ancora a due punti dalla salvezza, saremmo, forse, già retrocessi. I giocatori, al contrario, hanno reagito sempre, c’è gente che ha giocato con infiltrazioni, la squadra è caduta e si è rialzata. Perché ha continuato a crederci. E ci crede ancora».

Lei ci crede? Perché, sa, se ci crede davvero lei, è possibile che anche buona parte della città le venga dietro. Insomma, presidente, serve un po’ di ottimismo.

«Lasciamo stare l’ottimismo. Io ci credo perché credo in questa squadra, perché nelle prossime 12 partite avremo sette partite in casa e cinque fuori. Perché abbiamo superato momenti difficili, abbiamo reagito, siamo sempre rimasti a galla. Per questo ci credo».

Però dopo quella vittoria contro la Lazio il peggio sembrava passato. Invece che cosa è successo a Verona e Genova?
«Mi fermerei a Verona, perché contro il Chievo stavamo giocando bene, potevamo andare in vantaggio. Invece abbiamo subito quel rigore, poi l’infortunio pesantissimo a Castro. Lì siamo di nuovo venuti meno, è riemersa la difficoltà di questa squadra e quella fragilità che dipende, ne sono convinto, dal fatto che veramente non abbiamo avuto tanta buona sorte in questa stagione. Non doveva accadere, chiaro, ma ci siamo caduti. E Genova è stata un po’ una conseguenza, anche se, pur in svantaggio troppo presto e a lungo in dieci uomini, avremmo potuto recuperare la partita. Ma il destino è quello di soffrire, evidentemente».

Ma, onestamente presidente, che cosa è successo quest’anno, oltre agli infortuni? Possiamo provare a fare un esame di coscienza?
«Le assicuro, e rassicuro i tifosi, sul fatto che ci sarà un tempo anche per riflettere su quel che è stato fatto, su quel che non ha funzionato, magari, come avremmo voluto. Ma, scusi, le sembra questo il momento? E pensa che sia utile, opportuno, importante fare processi mentre ci stiamo giocando la salvezza? Io dico che non è né utile, né opportuno, men che meno importante. Noi dobbiamo pensare a salvarci. Tutti insieme».

I tifosi, però, dicono che al mercato di gennaio si poteva cercare di prendere qualcosa di più. Non è così?
«Penso che sia molto facile, normalmente facile, esprimere pareri e giudizi quando si guarda dall’esterno. Noi ci siamo dentro, noi conosciamo le esigenze della squadra, e l’esperienza ci ha sempre spinto anche nel mercato di riparazione ad agire con molta attenzione e senza cedere alla tentazione di prendere un uomo in più per far piacere alla piazza. Non voglio giudicare quel che hanno fatto altre squadre coinvolte nella lotta per la salvezza, ma constato che anche chi ha cambiato mezza squadra e ha preso elementi che, tra l’altro, incidono in maniera spaventosa sui bilanci societari, sono ancora lì, in enorme difficoltà. Noi non possiamo, non vogliamo e non abbiamo mai fatto questo errore, perché la società in qualunque circostanza e in qualunque contingenza deve essere sempre in salute, sempre in grado di andare avanti in serenità, senza assilli finanziari, senza farsi strozzare da contratti lunghi e anche pesanti. Noi ci possiamo salvare con questa squadra, noi ci vogliamo salvare con i giocatori che abbiamo. Perché sono validi e possono farcela».

Lei dice che ci salviamo, che la squadra è forte (magari recuperando tutti gli effettivi davvero), che la città deve dare il suo contributo, che i tifosi devono stare vicini al Catania. Ma in giro si sentono strane voci. Pulvirenti lascia, Pulvirenti vende. Pulvirenti vuole calare. Presidente, presidente…, come si dice, ca ma fari?
«Non so se ridere, piangere, o prendermela sul serio. Stupidaggini, mettiamola così, usiamo termini moderati. Ma come, ma chi può pensare fesserie simili? Chi vuole male al Catania, evidentemente, chi vuol colpire me, con teorie assurde, ma alla fine rischia di colpire solo la squadra e far male alla città, ai tifosi».

Quindi lei è il presente ed è anche il futuro del calcio a Catania?
«Assolutamente. Al punto che in questo momento difficile per la situazione in classifica io sto lavorando per dotare Catania e il Catania di un altro gioiello, come abbiamo fatto qualche anno fa con Torre del Grifo. Nelle settimane scorse abbiamo firmato l’atto per l’acquisto del terreno dove realizzeremo il nuovo stadio del Catania. Non più a Librino, non più con quell’idea. Ma uno stadio nuovo, moderno, funzionale, facilmente raggiungibile e per cui è già pronto anche il progetto. E… Ma non aggiungo altro, per ora basta».

Stadio nuovo. Un motivo in più per lottare alla morte per salvare la serie A.
«Certamente, ma vorrei anche che la città capisse che non sono i risultati a condizionare la vita di questa società, nel senso che il nostro progetto non si ferma, non rallenta, non devia alla luce di una fase di sofferenza. Anche perché si tratta di sofferenze cicliche, che per società medie e piccole come la nostra ci sono, ci possono stare. Ne hanno avute città come Parma, Bergamo, Verona, Palermo, Genova. Abbiamo sofferto anche noi in passato, poi abbiamo avuto stagioni più semplici. Ora siamo in un momento difficile. E’ normale, guardate, fa parte degli equilibri difficili di questo mondo».

Lei, però, dice che oggi il Catania, anche se penultimo in classifica, deve farsi forte di un altro numero, di un’altra statistica. Che ci piazza, addirittura, vicino alla Juventus. Perché?
«Perché la forza di questa società sta anche nell’infrastrutturazione di cui ci siamo dotati. E che in Italia, in pratica, possiamo vantare oggi solo noi e la Juventus. Che ha anche lo stadio. Ecco perché il nostro impegno, già avviato, è quello di costruirci l’impianto, perché questo dà forza e consolida una società. Il valore del Catania oggi non sta solo nei giocatori, ma parte dal Centro sportivo che, lo ricordo, è indissolubilmente legato alla società rossazzurra. Per questo mi sembra assurdo e incomprensibile sentire quelle chiacchiere, quelle fesserie, anche certe cattiverie gratuite che vorrebbero delegittimare questa società. E, invece, non scalfiscono noi, ma colpiscono la città, i tifosi, chi crede nel nostro progetto».

Insomma, presidente, è successo già qualche anno fa: quando le cose vanno male, lei rilancia. Perché da situazioni così difficile ci siamo già passati.
«E ne siamo usciti tutti insieme. E anche adesso dobbiamo fare in modo che le negatività, il pessimismo che qualcuno sta facendo calare sulla città, quest’aria di depressione siano cancellate dai risultati. Sabato sera c’è il Cagliari, inutile dire che ci giochiamo un bel pezzo di serie A. Non ci sono alternative, dobbiamo vincere. E dobbiamo farlo come contro la Lazio, quando i tifosi sono tornati ad essere protagonisti, quando il loro stadio è diventato di nuovo il nostro stadio e la squadra ha sentito che c’era fiducia, che c’era passione, che c’era voglia di combattere tutti insieme».

Presidente, lei ci crede, vero? Perché se ci crede lei…
«Ci credo. Dobbiamo crederci tutti. Perché il nostro progetto va avanti. E vogliamo arrivare lontano».

[Meridiano]

Non ho nulla con te Peppe anche se so cosa pensi di me...
Ma da ultras PULVIRENTI NON SARA' MAI IL MIO PRESIDENTE,detto questo da oggi in poi non scrivero' nulla ne contro ne a favore di questa societa' giusto quello che scrive alla fine, ma io la penso diversamente su di lui..per il resto un abbraccio Giuseppe

[Meridiano]

Convocato Barrientos per domani sera col Cagliari.. servono tre punti... speriamo

[Meridiano]

Curiosita:

Gol a Livorno e Lazio
Il Catania ha segnato 6 gol nelle ultime 2 gare in casa: con Livorno (3-3) e Lazio (3-1)

[Meridiano]

Dopo il pari in casa contro il Cagliari (1-1), il tecnico del Catania, Rolando Maran, ha concesso ai suoi giocatori due giorni e mezzo di riposo. I giocatori rossazzurri si ritroveranno per un allenamento pomeridiano martedì pomeriggio in vista dell'importante sfida salvezza di domenica prossima contro il Sassuolo di Di Francesco. Una sfida già da dentro o fuori per i rossazzurri che dovranno cercare di portare a casa un risultato positivo per alimentare le speranze di permanenza in Serie A.

[Meridiano]

Il ritorno a Catania di Ciccio Lodi sembrava poter dare una marcia in più alla squadra etnea che a centrocampo risentiva la mancanza di un regista dopo il flop del greco Tachtsidis.
Purtroppo però l'ex genoano non ha mai avuto continuità di rendimento. Più bassi che alti per un calciatore che a Catania aveva mostrato ben altro nelle passate stagioni. Finora nessun gol su punizione in 9 partite giocate anche se le sue traiettorie tagliate hanno permesso a Bergessio di fare gol. Gasperini a Genova l'aveva messo fuori squadra preferendogli Matuzalem nel suo 3-4-3.
La panchina allontanò il centrocampista di Frattamaggiore che decise di tornare a Catania per dare una mano alla squadra in difficoltà. Finora però al di là delle parole e dei buoni propositi, il campo ha detto ben altro. Contro il Cagliari Lodi ci ha provato centrando la porta in 5 occasioni ma fallendo quella più facile di testa.

[Meridiano]

Nino Pulvirenti, presidente del Catania, ha indetto oggi un po' a sorpresa una conferenza stampa. Lo stesso Pulvirenti ha dichiarato: «Purtroppo le cose non vanno bene e voglio parlare perché ho sentito strane illazioni. Abbiamo avuto molte difficoltà anche a fare gli allenamenti, troppi infortuni quest'anno. I giocatori che credevamo fondamentali non hanno potuto giocare con continuità. Almiron ha giocato solo 13 partite, Izco e Bergessio 20, Bellusci 14, questa si chiama sfiga».

BOLAS - «Alcuni giocatori hanno fatto miracoli e se ci troviamo ancora in corsa è per il loro spirito di sacrificio. Non avete idea delle 'palle' che ha Bergessio, perché ha giocato 3 partite con un dito rotto e dieci minuti con una frattura al perone per non lasciare la squadra in 10, quindi non voglio sentir dire che non è un giocatore coraggioso. La fortuna non è stata dalla nostra, certe partite non sono andate bene e quindi la classifica si è fatta pesante e i giocatori sbagliano anche le cose più semplici di conseguenza».

MEA CULPA - «Noi ci crediamo, ma solo stando uniti riusciremo a salvarci e a salvare il patrimonio della serie A. Può anche darsi che la società abbia sbagliato, ma lo diremo a fine stagione. Lopez? E' andato via per problemi personali, non poteva più stare a Catania, dove non riusciva a giocare sereno, non sono arrivate alternative perché avevamo già una buona rosa con Castro, Leto che da punta centrale ha fatto 16 gol, e Petkovic, il giovane più richiesto dalla B, dal quale ci aspettavamo di più».

SPECCHIO SPECCHIO - «I giornalisti a volte dicono molte inesattezze... Noi progettiamo il futuro, siamo tranquilli perché abbiamo i conti in regola e le strutture che ci permettono di guardare oltre. Abbiamo opzionato il terreno per costruire lo stadio quando eravamo ultimi e questo significa andare avanti in un certo modo. Ci salveremo, siamo forti e abbiamo una squadra più forte di quanto dice il campo. Dopo l'anno scorso ci siamo specchiati troppo».

[Meridiano]

Il calendario degli allenamenti a porte chiuse in vista della gara contro il Sassuolo, in programma domenica alle 15.00 al "Mapei Stadium - Città del Tricolore" di Reggio Emilia, prevede per domani il picco di fatica: giovedì, doppia seduta (rossazzurri pronti alle 10.30 ed alle 15.00). Venerdì e sabato, Izco e compagni in campo alle 10.30. Dopo Sassuolo-Catania, calciatori e tecnici si ritroveranno martedì 18 marzo alle 14.30 a Torre del Grifo.

fonte: ilcalciocatania.it

[Meridiano]

Maran in conferenza stampa ha parlato accoratamente di motivazioni e di coraggio, elementi essenziali per violare il campo del Sassuolo: "Non è uno spareggio definitivo, ma importante, sì. Cercheremo di affrontarlo con la grinta che serve, con la lucidità necessaria per superare le difficoltà. Siamo una squadra che cresce e contro il Cagliari, al di là del risultato, lo abbiamo dimostrato. Continuiamo a crederci, ci crediamo altrimenti non saremmo qui a lavorare, a soffrire, a cercare le soluzioni migliori". I convocati. Portieri: Andujar, Ficara. Difensori: Alvarez, Bellusci, Biraghi, Capuano, Gyomber, Legrottaglie, Monzon, Peruzzi. Centrocampisti: Barrientos, Izco, Lodi, Plasil, Rinaudo. Punte: Bergessio, Boateng, Fedato, Keko, Leto, Petkovic.