L'erba del Massimino torna la più verde

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L'erba del Massimino torna la più verde

Messaggio da Rossazzurro » 20.08.09 - 12:31

el campionato di B 2003/2004 le squadre “straniere” che arrivano al Massimino, qualunque fosse poi il risultato finale della gara, lasciavano l'impianto complimentandosi del manto erboso, ed affermando, più d'una volta ed a più voci “un campo così farebbe invidia anche alla serie A” . Complimenti che finalmente, a distanza di tanti anni, il Catania può tornare ad incassare con soddisfazione. Alla gara d'esordio della stagione 2009/2010 il manto di gioco del Massimino si presenta in perfette condizioni, come del resto testimoniato agli occhi dei tifosi nei due incontri già ospitati nell'impianto etneo: Il triangolare Dahlia Cup e la gara di Coppa Italia contro la Cremonese (meno di una settimana fa, ndr). Un fiore all'occhiello che purtroppo, negli anni passati, è stato oggetto di profonda vergogna dacché, l'erba del Massimino, non è sempre stata “la più verde” .

Tutto ebbe inizio nella stagione 2005/06 , la seconda dell'era Pulvirenti, quella della Promozione in A. La prima gara al Massimino, contro il Brescia (2-1), si risolse in 90' di beach-soccer nei quali a far la differenza fu un tiro a giro di De Zerbi, sotto la traversa, che sollevò tanti applausi ma anche tantissima sabbia .

Al primo anno di serie A la musica certo non cambiò anzi, si rivelò più stonata che in passato. Il Catania fu costretto a chiedere la disputa della prima gara del torneo in trasferta , strappando così ai tifosi la gioia di battezzare in casa il nuovo esordio della squadra in serie A, che avvenne difatti a Cagliari, stupenda vittoria. Ma la settimana di tempo in più concessa agli addetti del Comune per la sistemazione del manto erboso del Massimino servì a poco, davvero a poco. Quando il 17 settembre il Massimino riaprì le porte alla Serie A, la gara contro l'Atalanta di Colantuono, altra neo-promossa, si risolse in 90' dove la paura dei giocatori più che di perdere, era quella di farsi male, cadendo in una buca o affossandosi in un banco sabbioso. Al termine della gara lo stesso Fabio Caserta, allora giocatore del Catania, dichiarerà di aver trovato “vermi” sul terreno di gioco e d'esser uscito coi calzoncini verdi perché, a suo dire, sabbia ed erba secca erano state colorate di verde per render meno crudo ed evidente quello scempio.

Resterà poi celebre, quell'anno, la gara Catania - Empoli , rinviata da Dicembre a Gennaio per impraticabilità del campo dopo un nemmeno troppo violento temporale. L'arbitro Bergonzi non potè far altro che constatare l'assenza di drenaggio, il pallone non rimbalza, galleggia.

Le brutte figure, si dice, dovrebbero insegnare la lezione e, bruciando nell'orgoglio, concorrere a ché certi spettacoli indegni non abbiano a verificarsi in futuro. A Catania non funziona così, tant'è che l'anno successivo, alla prima di Campionato, si è nuovamente punto e “daccapo”. La società, dotatasi nel frattempo di (costosissimi) teloni per coprire il campo in caso di pioggia (tenendo a scongiurare l'evenienza di nuovi rinvii) chiede e viene nuovamente accontentata nel giocar fuori la prima gara del torneo, e si va così a Parma. Al ritorno, stessa storia di sempre, si affronta il Genoa ed è un nuovo pareggio dove a rischio, più che la sconfitta, sono gli arti inferiori dei giocatori. Stavolta l'infortunio ci scappa anche, l'allora difensore etneo Andrea Sottil , al 5' del primo tempo, sprofonda in una buca e dice temporaneamente addio al corretto funzionamento di una caviglia. Marco Di Vaio , allora di proprietà del Genoa dichiara: “E' una vergogna che in serie A ci siano questi campi. Non si vedono nemmeno nell'interregionale” e dalle pagine de “La Gazzetta dello Sport” si può ancora leggere: “ la società non ha provveduto alla manutenzione di propria competenza per rifare il prato e si gioca fra sabbia e buche [...] campioni come Ibra e Kakà rischiano di lasciarci le caviglie”.

La realtà tuttavia, vede questo disservizio non come una negligenza della società quanto il verificarsi di un conflitto di attribuzione delle competenze. La società ritiene necessaria la rizollatura del campo con annesso ripristino dei canali di drenaggio, il che sarebbe di pertiene alla manutenzione straordinaria spettante al Comune; il Comune non ritiene la rizollatura necessaria e perciò reputa sufficiente la semina, manutenzione ordinaria , figurante tra gli obblighi della società concessionaria.

Da allora in avanti i rapporti tra amministrazione comunale e Calcio Catania non saranno più gli stessi ed arriveranno addirittura a compromettersi irreparabilmente . In una conferenza stampa indetta a Massannunziata prima dell'inizio del campionato, il Direttore Generale Pietro Lo Monaco accuserà il Comune di non sorvegliare attentamente i lavori che gli operai della Multiservizi compiono sul terreno di gioco, denunciando la presenza di un solo operaio ad occuparsi dell'intera superficie del campo. Il Comune replica duramente, ma soprattutto ad un'altra accusa del Direttore etneo, quella che collega tale imperizia al rifiuto della società rossazzurra di elargire a consiglieri ed assessori comunali (dell'allora Giunta Scapagnini , ndr) “tessere d'abbonamento gratuite”. Il giorno successivo a questa “intervista-denuncia” ad operare sul terreno del Massimino si vedono 6 dipendenti della partecipata del Comune.

In più, qualcuno lo ricorderà ancora, lo stesso anno problemi al manto erboso si verificarono anche nell'impianto di Massannunziata, adibito a campo d'allenamento. I rossazzurri, pertanto, non mancarono di disputare alcuni allenamenti nei campi di città limitrofe, come Trecastagni ad esempio.

Da un eccesso ad un altro, verrebbe da dire pensando all'ultimo “esordio” in campionato. Prima dell'inizio del Campionato 2008/2009 il Calcio Catania, stufo di contrattempi e difficoltà d'attribuzione delle competenze, prende la situazione in mano e decide di rizollare interamente il campo utilizzando la tecnica del “tappeto d'erba” piuttosto che riseminare nuovamente. Il Massimino innesca pericolosi amarcord, tornanado così, in alcune foto, totalmente in terra battuta ; intanto alle spalle della Curva Nord viene issato il tanto promesso ed atteso tabellone luminoso. Una condizione temporanea, quella della terra battuta, alla quale fa seguito la posa del tappeto verde che, se dà all'occhio la sua parte, dall'altra non permette agli addetti al campo di tagliare l'erba ad una misura consona prima del terzo turno casalingo. Così, sia contro Genoa che contro Atalanta è singolare vedere i giocatori comparire sull'erba dalle caviglie in su , con le calzature totalmente immerse tra i fili verdi . Simpatico e singolare, semplicemente se poi il rotolamento del pallone non subisse palesi rallentamenti dovuti appunto all'eccessivo attrito generato dall'altezza dell'erba.

Approdiamo quindi, cronologicamente, al campionato che sta per iniziare, con la Sampdoria prima ospite del Massimino, tra pochissimi giorni. Il manto erboso, come detto, rasenta la perfezione. A celebrare il ritrovato “fiore all'occhiello”, arriva anche la stipula della convenzione di concessione domenicale dello stadio Angelo Massimo tra il cedente Comune di Catania (che ha cambiato padrone di casa ed inquilini) ed il concessionario Club Calcio Catania . Un accordo triennale che, nei suoi termini, va a tutto vantaggio delle casse di Palazzo degli Elefanti, poiché la società rossazzurra, in luogo dell'utilizzo domenicale dello stadio (e del Campetto di Monte Po per le giovanili, ndr), si è caricata sulle spalle manutenzione ordinaria e straordinaria del terreno di gioco nonché la ristrutturazione de l campo sportivo “San Teodoro” di Librino, impegnandosi a promuovere una scuola calcio, gratuita per i bambini e i ragazzi di quel quartiere. Come se non bastasse, il Comune avrà libertà di “trasmettere video istituzionali sul tabellone elettronico dello stadio, prima e durante le partite, e vedrà il proprio logo apposto sulle riviste ufficiali del Calcio Catania e sui pannelli televisivi”. Mancherebbe solo l'impegno perequativo del Catania a rattoppare le buche sul manto stradale, ma non è detto che a ciò non possa provvedere il Comune stesso, visto che (Dulcis in fundo) il Catania ripianerà 400.000 euro di debito maturati col le casse comunali anche se, visti i precedenti sopraelencati, non si capisce davvero come questo passivo sia potuto maturare.

Tant'è, il Direttore Lo Monaco fa spallucce, e non nasconde le speranze future sue e del club che rappresenta. “Questa convenzione la giudico ancora rattoppante . Speriamo che nel giro di qualche anno lo Stato vari una serie di norme che permettano alle società di calcio, facilitandone iter e sostenibilità dei costi, la costruzione di stadi che siano di loro esclusiva proprietà, così da avvicinare il calcio italiano non solo agli standard di sicurezza inglesi ma anche innalzando i profitti derivanti dallo sfruttamento delle strutture sportive.

“Già tempo fa avevamo inquadrato, nell'area dell'eliporto di Maristaeli , una sede consona alla realizzazione di un nuovo stadio, di nostra proprietà. Aspettiamo fiduciosi l'evolversi della normativa, intanto pensiamo a completare i lavori di costruzione del centro sportivo, che procedono speditamente, poi metteremo mano alla questione stadio .

(fonte: mondocatania.com)
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