Di Michele, finalmente! «Chievo, scelta di cuore»
Preso al volo. David Di Michele trova il Chievo. Dopo un lungo inseguimento. L'attaccante romano e il club di Campedelli si erano cercati a lungo. Sfiorandosi.
Ma senza trovare mai un punto di contatto. Stavolta, però, il finale è stato cambiato in corsa. Di Michele si è svincolato dal Lecce, ha aspettato la chiamata giusta, si è confrontato con il Chievo e ha trovato finalmente il modo e il momento ideali per legarsi alla società di via Galvani.
Un anno di contratto e la voglia matta di provare ad andare in doppia cifra.
Di Michele, vi eravate solo sfiorati lei e il Chievo. Stavolta che cosa è successo?
“Ci siamo trovati al momento giusto, Era importante essere qui. L'inseguimento è durato un paio d'anni. E devo ringraziare Sartori e Campedelli che hanno dimostrato di volermi a tutti i costi. Sono felice di avere fatto questa scelta. Ora s'inizia”.
Parola di un attaccante che ha 36 anni
“Ma dentro ancora tantissima voglia. Questo non è un punto di arrivo. Semmai la considero una nuova partenza. Potevo fare altro, potevo starmene tranquillo. E, invece, ho cercato una soluzione che mi permettesse subito di rimettermi in discussione. Tutto il resto non mi interessava. Ho ancora fame di gol.
Tanta fame”.
Il Chievo le regala la A persa sul campo con il Lecce.
“Il Chievo mi regala una ribalta prestigiosa e la possibilità di poter essere ancora protagonista. A Lecce ho vissuto tre anni bellissimi. Mi sento molto legato a quell'ambiente. Poi sono emersi alcuni problemi. Ma avrò modo di chiarire tutto più avanti. Comunque, sono legatissimo ai tifosi leccesi. Il giorno in cui siamo retrocessi proprio qui al Bentegodi hanno avuto un atteggiamento straordinario nei nostri confronti. Non potrò mai dimenticare il loro attaccamento”.
Coincidenze: ha salutato il Bentegodi da retrocesso. Due mesi dopo si riprende la A ripartendo proprio da Verona.
“Casuale da un lato. Meditato dall'altro. Chievo, come società mi ha sempre incuriosito. Apprezzo lo stile, l'organizzazione di gioco della squadra, la serietà della società. Adesso avrò modo di vivere da dentro questo mondo”.
Lo sa che i tifosi si aspettano da lei la 'doppia cifra'?
“Le loro aspettative sono anche le mie. Attenzione però: qui c'è un grande parco attaccanti. Pellissier, a parte l'ultima stagione, ha sempre garantito più di dieci reti a stagione. Io ci proverò. L'anno scorso a Lecce sul piano personale è andata bene. Spero di potermi ripetere anche qui a Verona. Mi rendo conto che ci sarà grande concorrenza. Di Pellissier ho già detto. Paloschi, Moscardelli e Thereau sono giocatori di primissimo piano. Il livello qualitativo è apprezzabilissimo. Cercherò di inserirmi nel miglior modo possibile”.
Ha detto quasi tutto. Ma perché proprio Chievo?
“È una scelta di cuore, di stima, di categoria. Insomma, esistevano tutti gli elementi per poter entrare a far parte di questo mondo”.
Di Michele, lei ha cambiato tantissime maglie. Qual è l'allenatore che l'ha colpita di più?
“Luciano Spalletti. Un uomo tutto d'un pezzo. Ti dice quello che pensa. In faccia. Proprio come faccio io. A me piacciono le persone dirette, trasparenti”.
Il Chievo gioca con le due punte ed un trequartista. Ha preso appunti?
“Non ne ho bisogno. Nel tempo ho imparato ad adattarmi a tutto. Non sono certo una punta statica. Faccio quello che serve. Ho giocato nel tridente, pure nel 3-5-2 e anche nel modulo proposto dal Chievo. Sono convinto che più di tutto conti la predisposizione al sacrificio e al lavoro”.
Chievo cos'è?
“A me sembra una grande famiglia. Dove tutto fila per il verso giusto. E in campo arrivano poi i riflessi di una gestione oculata ed equilibrata”.
Regge il paragone con Udine? Campedelli come i Pozzo?
“Direi proprio di sì. C'è grande cura nella scelta dei ragazzi. Si cerca di fidelizzare il giocatore per cercare di renderlo importante e valorizzarlo”.
Il primo pensiero arrivato in ritiro?
“Voglio il campo. Ho bisogno di correre. Ancora per molto”.
Fonte:larena.it