Corvino:"Gilardino è stato un grande affare"
Lunga intervista al ds viola da parte del magazine Calcio2000:
Domanda – Soddisfatto di quanto fatto?
Risposta – Considerato che abbiamo dovuto cominciare a lavorare l'anno scorso ancora non sapendo che competizione dovessimo affrontare e che quest'anno abbiamo dovuto puntare tutto sui preliminari, direi di sì. Poi il fatto che abbiamo superato l'ostacolo e che siamo finalmente arrivati ai giorni di Champions a lungo rincorsi, ci conferma che abbiamo fatto bene.
D – Al di là dei risultati, sarebbe veramente orgoglioso se la sua Fiorentina a giugno...
R – Avesse fatto bene come negli ultimi anni.
Non dimentichiamoci da dove siamo partiti e non scordiamoci che questa squadra ha raggiunto la zona Champions per il terzo anno consecutivo e che una stagione è arrivata addirittura terza: quando siamo partiti eravamo lontanissimi dalle altre, ora possiamo dire che ci siamo avvicinati. Manca ancora un po', ma il divario si è decisamente accorciato. Ecco, se ripetessimo i risultati delle ultime stagioni sarei già soddisfatto, ma se non dovesse succedere, bisogna considerare che non si possono fare miracoli tutti gli anni.
D – Quindi lo scudetto deve restare un miraggio?
R – Stiamo lavorando in quella direzione ma sinceramente non credo che possano tornare gli anni degli scudetti in provincia come quelli del Verona e della Samp. Questi sono altri tempi. In quegli anni se ti alzavi prima degli altri e andavi a letto più tardi e tutto girava diritto, potevi anche farcela. Ora ci sono squadre che partono con 100 milioni in più di dote e anche se si dovesse trovare un imprenditore che li voglia buttare quei 100 milioni, si partirebbe al massimo alla pari e si dovrebbe sperare nella buona sorte.
D – Una curiosità: di recente ha detto che i tifosi fiorentini sono da scudetto,mentre la squadra sta lavorando per esserlo e parte della stampa non è ancora pronta.
R - E' vero? Confermo, i nostri tifosi sono eccezionali, passionali. La stampa, invece, deve crescere con noi. Non si mette in discussione la libertà di critica, intendiamoci, quella ci sta, ma non si può essere bastian contrari per partito preso.
D – A proposito di tifosi, Firenze ha cancellato dal vocabolario calcistico la parola violenza. Ci spiega qual è la ricetta?
R – E' facile: ci vogliono acqua, olio e pomodori buoni (ride ndr). A parte gli scherzi, questo per dire che servono degli ingredienti giusti e a Firenze ci sono tutti. I tifosi hanno fatto la loro parte, la società pure ed il piatto è uscito prelibato.
D – Ha anche detto, però, che la società deve crescere per diventare da scudetto...
R – Lo penso. Dobbiamo migliorare soprattutto nelle infrastrutture, lavorare sul vivaio, investire in quei settori che rappresentano le basi di una grande squadra. Ma ovviamente siamo partiti da lontano e per queste cose ci vogliono tempo e pazienza. Ma arriveranno,
perchè come ha dimostrato in questi anni la proprietà è seria ed intenzionata a fare della Fiorentina una delle migliori società.
D – Qual è l'acquisto di cui va più fiero? Quello invece sfuggito di un nulla che ancora rimpiange?
R – Sono tanti quelli di cui vado fiero. Per restare dagli attaccanti e partendo dal Casarano penso a Miccoli, Francioso, Cucciari; a Lecce invece Lucarelli, Vucinic e Chevanton. A Firenze basta nominare Toni, Mutu e Giladino. Un rimpianto, invece, ce l'ho per Berbatov: l'avevo preso per il Lecce, aveva già fatto le visite mediche in gran segreto a Brescia ed eravamo all'hotel Auriga a Milano per firmare il contratto. Lo stavo acquistando per 1,7 milioni di euro, ma poi per un cavillo saltato tutto (pare che da ultimo il bulgaro chiese un'auto ndr). Pensare che sia finito al Bayer Leverkusen e che i tedeschi lo abbiano poi ceduto al Tottenham per 18 milioni di sterline (circa 25 milioni di euro) e che quest'anno il Manchester abbia sborsato 40 milioni per averlo, beh, un po' di rimpianti me li fa venire. A Firenze, invece, era tutto fatto per Vidic: avremmo sfruttato la clausola rescissoria, ma purtroppo dovevo aspettare gennaio per liberare un posto da extra-comunitario. A quel punto si è inserito il Manchester e ce l'ha portato via.
Pensare che lo United che oggi è una delle squadre più forti al mondo, ha oggi due giocatori ai quali sono stato vicinissimo, mi rende comunque orgoglioso.
D – Si dice che anche per Balotelli a Firenze sia mancato un niente...
R – Sì, è vero, ma quella è un'altra storia. Ero arrivato da poco a Firenze e stavamo ricostruendo. Anche lì era tutto fatto,lo avrei preso dal Lumezzane per 800mila euro, un investimento importante per un ragazzino di 15 anni, anche se con le prospettive di Mario. Ma quando mi incontrai a parlare con la famiglia, mi fu chiesto un appartamento in cui sistemarsi per seguire il ragazzo. Purtroppo, come detto, noi non godiamo di infrastrutture di questo tipo e non me la sentii di creare un precedente del genere. Così svanì tutto.
D – C'è un giocatore che è arrivato quest'anno in Italia che lei aveva fatto seguire e che per qualche ragione non è riuscito a prendere?
R – Muntari: l'avremmo prelevato l'anno scorso dall'Udinese. Avevamo fatto un'offerta di 10 milioni più metà Maggio, ma i friulani preferirono darlo al Portsmouth praticamente alle stesse condizioni.
D – Esclusi gli acquisti della Fiorentina, qual è il miglior colpo di mercato messo a segno?
R – Non c'è dubbio: Milito al Genoa
D – Il Genoa che durante quest'ultimo calciomercato ha sfruttato l'esperienza del suo amico Foschi. A proposito, ci racconti come ha festeggiato Rino il giorno del suo compleanno...
R – (ride ndr) Gli avevo dato appuntamento all'Hotel. Era periodo di mercato e lui pensava gli volessi parlare di un affare. Io, invece, sapendo che era molto giù per il divorzio dal Palermo, mi sono presentato con una carrozza trainata da 4 cavalli. L'ho preso sotto braccio e poi l'ho portato in giro per Milano. Era emozionatissimo. E' stato un gesto sincero verso un amico in difficoltà.
D – A proposti di colleghi, se Corvino è il Cristiano Ronaldo, chi è il Kakà dei ds?
R – Facile, Foschi
D – E chi Pato, l'emergente?
R – Mi piace la capacità intuitiva di Stefano Capozucca
D – A chi sostiene che è facile fare il ds coi Della Valle che risponde?
R – Dico che ogni società pone degli obiettivi ed ogni ds lavori per perseguirli. E' vero che i Della Valla mi hanno dato le risorse,ma è anche vero che io ho portato dei risultati. Se ci riescono anche gli altri, sono felice per loro., ma ricordo che io ho fatto ottime cose anche a Lecce, dove le disponibilità erano diverse. Questo non per auto-incensarmi, ma per chiarezza.
D – Qual è la regola che deve sempre rispettare un ds degno di questo nome?
R – Io segreto è conciliare quelle che sono le ambizioni dei tifosi con le risorse che la tua società ti mette a disposizione. Certo, non è facile, ma questa deve essere la linea guida.
D – E dunque perdere Mutu sarebbe stata una deroga alla norma fondamentale?
R – Mutu è un giocatore importante per noi, ma quando ti arriva un'offerta di 20 milioni di euro è dovere di ogni ds portarla alla proprietà, soprattutto perchè il giocatore o il suo procuratore avevano avanzato richieste che andavano oltre quelle che sono le nostre possibilità. Quando prendiamo un giocatore, tutti sanno quali sono i nostri vincoli oltre i quali non possiamo andare. Poi, però, è intervenuta la proprietà che ha deciso di far rispettare il contratto e tutto è finito bene.
D – Ora ce lo può dire, lei aveva già bloccato il sostituto del rumeno vero? Ci faccia fare lo scoop: chi era?
R – (ride ndr) Nooo,non mi ero ancora mosso. Non riesco a fare due cose alla volta, Mutu non era ancora certo che andasse via, come facevo a pensare di sostituirlo (ride ndr).
D – Non ci crediamo neanche un po', ma andiamo avanti. Al di là dei nuovi acquisti,la Fiorentina si aspetta molto da giocatori attesi al grande salto: chi secondo lei potrebbe trovare l'esplosione definitiva quest'anno?
R – Sono felice che mi faccia questa domanda, perchè quando dice che sono soddisfatto del nostro mercato, mi riferissco ai tanti nuovi arrivati , pensate a Gilardino, Vargas, Jovetic, Felipe, Zauri, Comotto e gli altri, ma anche al merito di non aver ceduto alle lusinghe che ci sono arrivate da tantissime società per i nostri giocatori, come Pazzini, Dainelli e Gamberini, Pasqual e molti altri. Sono in molti quelli già pronti,basta vedere cosa ha fatto Pazzini contro la Juve: è entrato ed ha cambiato la partita. Siamo fieri dei nostri ragazzi.
D – A proposito di Gilardino,la sensazione è che il fiore all'occhiello della vostra campagna acquisti sia arrivato con la trattativa più semplice.
R – E' vero, per assurdo è così. Siamo stati ovviamente agevolati dalla stagione no di Gila e dai problemi che stava incontrando al Milan,ma noi siamo stati bravi ad inserirci e, anche grazie ad un investimento economico di tutto rispetto della proprietà, s
iamo riusciti ad accaparrarci uno dei bomber più prolifici in circolazione.
D – Dica la verità, quando è uscito da via Turati ha detto: “Questo è uno dei più grandi affare della mia vita”.
R – L'ho pensato, anche perchè il giocatore ci era venuto incontro riducendosi l'ingaggio, che altrimenti per noi era improponibile. In questa trattativa siamo stai anche fortunati a sfruttare il momento e poi, comunque, abbiamo trovato anche la disponibilità di Gilardino. Io sono convinto che sia stato un ottimo acquisto, ora sarà il campo a dare il responso.
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