Messaggio
da 19angelo85 » 14.03.09 - 16:05
Mourinho: è preoccupato di un contraccolpo psicologio della squadra dopo l'eliminazione dall'Uefa Champions League?
"No, non ho paura. Ho fiducia perchè credo che la squadra sia consapevole di quello che ha commesso. È ovvio che un'eliminazione sia sempre un'eliminazione, la vittoria morale fa parte del vocabolario di chi perde spesso, e questo non è il nostro caso. Mi sembra, invece, che non aver paura di giocare e non aver paura delle responsabilità siano caratteristiche di chi vince spesso. Al contrario, dopo una sconfitta, bisogna utilizzare la propria frustrazione e la propria tristezza e trasformarle in energia positiva perchè abbiamo ancora molte partite da affrontare in campionato. Abbiamo un titolo molto importante da vincere che andrebbe ad aggiungersi ad una serie nerazzurra che potrebbe portare l'Inter alla pari con il Milan con 17 scudetti vinti, per tutte queste ragioni è molto importante conquistare lo scudetto. Manca ancora del tempo, troviamo nella Juventus un avversario che ha dimostrato e dimostrerà di non voler mollare, un avversario di qualità. Abbiamo bisogno di punti, adesso giocheremo due partite consecutive a San Siro prima della sosta per le nazionali: una sosta che arriva in un momento positivo per i giocatori che avranno così la nuova motivazione di andare in nazionale e giocare in partite ufficiali importanti per il loro paese. Ma come ho appena detto, prima di questa sosta, abbiamo da giocare due partite contro Fiorentina e Reggina, due squadre che hanno bisogno di punti per ragioni diverse. Però io sono fiducioso perchè ho visto i miei giocatori con la tranquillità e la sicurezza di chi vincerà lo scudetto".
L'Inter, per essere competitiva in Europa, ha bisogno di qualche ritocco o di una vera e propria rivoluzione?
"Ripeto, quello che ho detto dopo la partita contro il Manchester United: questo è un discorso tra me, il presidente Moratti, Marco Branca e Gabriele Oriali. Io, intanto, mi preparo: scrivo, studio, faccio la mia relazione per la società sulla mia visione del futuro del club. È così che lavoro, tutto quello che si legge sui giornali è assolutamente impossibile sia venuto fuori dalla mia testa perchè io lavoro da solo fino al giorno nel quale questa mia relazione sarà ultimata. Tutto quello che si scrive sono solo storie che sono il vostro lavoro. I progetto del club non sarà deciso dalla mia relazione, non dobbiamo immaginare una filosofia del progetto Mourinho, del progetto Branca, del progetto Oriali o del progetto del dottor Moratti. Il progetto è dell'Inter, la mia relazione non è altro che una spiegazione di quelle che sono le mie idee per la prossima stagione, poi siamo noi, tutti insieme, a dover arrivare a un progetto futuro. Però sono molto, molto, molto, soddisfatto dello sforzo fatto dal club per i giocatori, della loro professionalità, del loro impegno per noi e il nostro gruppo. In generale, abbiamo bisogno di qualcosa in più come ne hanno bisogno tutte le squadre. Ora, in questa squadra, abbiamo giocatori che nel futuro saranno ancora meglio di oggi ed è facile capire che giovani come Santon o Balotelli miglioreranno anno dopo anno. Poi abbiamo un gruppo di giocatori con un'età stabilita che hanno un alto rendimento, stabilità e livello di gioco, e che costituiscono nel presente e nel futruro un gruppo di grande fiducia per noi: questo è il gruppo principale nel quale posso elencare due o tre nomi, come ad esempio Julio Cesar o Cambiasso, ma in realtà i giocatori di questa maturità sarebbero dodici-quattordici-quindici. E poi c'è un piccolo gruppo di giocatori che non possono essere migliori rispetto a quanto lo sono oggi, ma sono molto soddisfatto di loro. Mi sarebbe dispiaciuto veramente tornare a casa dall'Old Trafford per un atteggiamento negativo della mia squadra, per una mancanza di professionalità o di concentrazione, invece io sono tornato a Milano con la tristeazza della sconfitta ma con la goia di una squadra che è stata tale dal primo all'ultimo minuto, e questo mi piace davvero".
Intende commentare l'indiscrezione secondo la quale Mourinho avrebbe avuto un contatto fisico con un tifoso del Manchester United?
"Mourinho vende molto, e voi lo sapete".
Ma questa vendita ha un prezzo alto da pagare...
"Non parlo".
Esiste una sostanziale differenza tra la Champions League e il Campionato?
"Non parlo di quest'argomento, questo è un discorso adatto agli osservatori e agli specialisti. Io sono l'allenatore dell'Inter e con l'Inter che devo aprire il mio cuore, il mio pensare, la mia esperienza".
Cosa ha fatto Mourinho per evitare un eventuale contraccolpo psicologico che può derivare dalla sconfitta rimediata all'Old Trafford?
"Per un giocatore è importante che, quando finisce una partita, capisca quello che la sua squadra è stata in grado di fare senza avere bisogno del feedback del proprio allenatore, dei tifosi o della stampa. Io ho voluto dimostrare alla mia squadra, in modo esplicito e diretto, quello che pensavo, questa per me è la cosa più importante. Ho visto tre, quattromila tifosi interisti a Manchester, sicuramente più frustati di noi o almeno quanto noi, che dopo la partita hanno reagito in modo bellissimo: sono venuti con noi in aereoporto e non si è verificato nessun incidente, nessuna parola negativa contro un giocatore, l'allenatore o contro la società. Questo mi sembra un feedback di grande fiducia e rispetto. Per noi questa reazione è stata molto importante: non è questo che alimenta la mia forza o la mia ambizione, però fa piacere. Non si possono fare paragoni con il passato o con altre situazioni, non voglio paragonare la nostra eliminazione con quella dello Sporting che è arrivato a Lisbona dopo una sconfitta per 6-1 rimediata a Monaco o con il Real Madrid che è ha rientrata nella sua città con dopo una scofitta per 4.-0. Non è giusto fare paragoni, ma c'è modo e modo di perdere e, secondo me, l'Inter ha perso con grande dignità. Che voglio dire? È chiaro che non voglio perdere sebbene con grande dignità anche contro la Fiorentina perchè non è questo il nostro modo di pensare, però quando si parla di fiducia e di reazione dopo una sconfitta c'è, come ho appena sottolineato, modo e modo di essere sconfitti. Ora mi sembra che la mia squadra sia in perfette condizioni di giocare nuovamente a calcio, principalmente perchè c'è un grandissimo obiettivo da raggiungere. Ad esempio, possiamo parlare di una squadra come il Milan che, dopo l'eliminazione dalla Coppa Uefa, non ha nient'altro per cui giocare e si potrebbe dire che, per loro, la stagione sia già finita a marzo. L'Inter e la Juventus, invece, sono uscite dalla Champions League ma hanno ancora qualcosa per cui giocare fino alla fine. Questa per noi è una motizione".
Il recupero di Christian Chivu le permette di avere maggiore tranquillità?
"Si, abbiamo recuperato tre giocatori: Chivu, Samuel e Rivas. Sono tre difensori centrali in grado di essere in campo, più Cambiasso che può adattarsi, non siamo in una situazione drammatica. All'"Old Trafford", durante le interviste del dopo gara, mi sono dimenticato di parlare di Walter Samuel e desidero farlo ora: un giocatore che non è stato in grado di allenarsi per tre settimane e che è arrivato con coraggio per disputare i novanta minuti di una partita come Manchester United-Inter, un calciatore che non merita che il suo allenatore si dimentichi pubblicamente di lui. Ma desidero parlare anche di Ivan Cordoba: dopo essersi infortunato nella trasferta a Genova, cosa che ha nascosto a tutti perché conosceva le nostre difficoltà, ha giocato all'Old Trafford con l'ambizione di aiutare la squadra, ha nascosto fino al termine della gara il suo dolore, e dopo la partita tutti abbiamo saputo che era infortunato, già il giorno dopo gli è stata riscontrata una lesione muscolare al retto femorale. Per tutto questo anche lui non merita di essere dimenticato. Queste sono cose che i tifosi devono sapere, che i ragazzi hanno fatto un grande sforzo per esserci, si deve sapere che tipo di uomini ha l'Inter".