Daniste ha scritto:
Lippi è cresciuto con quei giocatori e quei giocatori sono cresciuti con Lippi...sui fenomeni sono d'accordo, anche eprchè i fenomeni per me sono 3-4 in tutto il mondo pure adesso, figurarsi se possono stare in iuna squadra sola...se parliamo di ottimi giocatori è un altro paio di maniche e ti dico che l'elenco di quella squadra era piuttosto lungo

Certo, sul fatto che la squadra sia cresciuta con Lippi posso soltanto darti ragione. Ma per far crescere dei giocatori devi metterci del tuo, eh. Ranieri ora fa due anni... che non sono tanti ma neanche pochi.
Sui giocatori: io intendo che magari non eravamo pieni di top class (tanto per farti un esempio: il Barcellona ha in squadra il miglior trequartista, il miglior regista, uno tra i migliori incursori di centrocampo, il secondo terzino più forte del mondo... queso intendo per squadra zeppa di campioni e di qualità).
Quella squadra era un ottimo mix di gente collaudata e giocatori che facevano la differenza, costruito alla perfezione, nel quale ogni giocatore rivestiva un ruolo di una certa importanza, e soprattutto la squadra riusciva a non snaturarsi anche con qualche cambio. Due tre individualità che spiccavano, il resto erano OTTIMI operai (che non significa brocchi, anzi) che tirarono fuori un'organizzazione di gioco invidiabile. Gente come Ferrara, Jugovic, Pessotto... non erano fenomeni assoluti, non ebbero una carriera sfavillante, ma erano buonissimi giocatori che inseriti in un contesto di grande organizzazione, risultavano essere preziosissimi. I giocatori davvero "sopra la media" erano Del Piero, Vialli, Deschamps.
Conte? Non aveva i piedi di Zidane, ma in quella squadra era insieme a Deschamps il perno intorno a cui ruotava tutto il resto. Tacchinardi? E' diventato Tacchinardi proprio con Lippi.
Tanto per farti un esempio, in avanti avevamo Ravanelli-Vialli-Padovano-Del Piero se non vado errato. Un campione, un ottimo giocatore e due onesti comprimari. Non tanto più di ora, probabilmente.
Insomma, il mio discorso in sostanza vuole esprimere un semplice concetto: non servono 11 fenomeni per vincere. Basta una squadra in cui ci siano quei 2/3 che fanno la differenza, il resto lo fa l'amalgama del gruppo e l'organizzazione di gioco. Organizzazione che prima avevamo, ora non più (perlomeno non come negli anni d'oro). Per questo io imputo a Ranieri certe colpe in riferimento al gioco espresso dalla squadra: in due anni doveva e poteva creare un'organizzazione di gioco migliore, che fosse meno dipendenti da certi elementi e più flessibile ed efficace nelle varie situazioni di gioco.
Non vedo i progressi che speravo ci fossero.
Non voglio dire che con Lippi avremmo vinto scudetto e CL, semplicemente mi sento di poter affermare (con ragionevole sicurezza, e la storia lo conferma: Mondiale incluso) che Lippi è uno che ha SEMPRE saputo creare il gruppo e l'organizzazione di gioco. Ha vinto con in mano ottime squadre ma non squadroni (in stile Barça attuale, Milan di Sacchi e Capello, Juve di Platini...). Qui risiede il valore aggiunto dell'allenatore. E Ranieri, secondo me, questo "di più" non lo possiede
