Antonio Conte, visti i risultati è una fortuna che siano finite le amichevoli o, al contrario, qualche altro test per rodare la squadra avrebbe fatto comodo?
Sorride
«Beh, effettivamente non ne abbiamo vinta neanche una... Ma l’aspetto positivo, se guardiamo la situazione da un altro punto di vista, è che ne abbiamo pareggiate quattro e persa una soltanto. Contro l’Inter, comunque, a livello di impegno, di voglia, di volontà ho visto buone cose da parte dei miei».
Quindi non è una sconfitta, sia pure ai rigori, che brucia quella con i nerazzurri?
«No, proprio perché abbiamo perso ai rigori una partita equilibrata. Sono molto sereno. E poi in estate, in passato, è capitato spesso di perdere contro l’Inter e contro il Milan. Sia nella Tim Cup sia nel trofeo Berlusconi. Ma poi le partite importanti sono quelle in campionato ed eventualmente in Coppa Italia. Noi puntiamo a centrare gli obiettivi stagionali, non a vincere le amichevoli».
I nazionali hanno risposto bene?
«Sì, avevo la necessità di farli giocare per almeno 70, anche 90 minuti. Si trattava della prima partita piena, per loro. E hanno risposto bene. Posso dire che, in vista della Supercoppa, abbiamo fatto un passo in avanti. Anche se c’è da lavorare, da perfezionarsi, da crescere ulteriormente».
Abbiamo visto molti passaggi sbagliati, molti errori individuali. Questione di preparazione e di gambe pesanti?
«Del resto è inevitabile che il caldo e l’alta umidità di Miami e il gran lavoro di preparazione fatto nella prima parte del ritiro portino a una serie di errori e imprecisioni. In questo periodo ci sta e bisogna accettarlo, bisogna accettare anche qualche risultato negativo. E’ chiaro che noi vorremmo vincere tutte le partite, ma è fondamentale impostare il lavoro in un certo modo. Se in futuro il presidente mi chiederà di vincere la Guinness International Champions Cup, in futuro imposterò il lavoro e la preparazione in maniera diversa. Ma al momento preferisco concentrarmi su Supercoppa, campionato e Champions League».
Tevez ha giocato un po’ più indietro rispetto a Vucinic, arretrava spesso. Lo faceva in base a una richiesta specifica?
«Non esattamente. Infatti quando si è avvicinato a Vucinic, lui e Mirko hanno subito trovato l’intesa. Come coppia mi è piaciuta molto. Di Mirko mi è piaciuto l’atteggiamento: atteggiamento da leader. Da lui ho avuto conferme e annotazioni positive. Carlos sta migliorando di partita in partita. Poi, è ovvio, lui, Ogbonna e Llorente hanno bisogno di recepire bene i nostri meccanismi, cosa che si verifica giocando partite su partite. Comunque, anche Angelo mi è piaciuto molto. Così come Llorente, che appena avrà smaltito i carichi di lavoro renderà al massimo».
Insomma, sembra che dopo la furia post Galaxy, lei abbia ritrovato un po’ di buon umore. In quell’occasione aveva minacciato di essere pronto, eventualmente, ad “usare il bastone” se la squadra non avesse ritrovato la retta via da sola.
«Il punto, ed è questo quello che ho detto ai giocatori, è che quest’anno sarà difficilissimo. E lo dico anche a me stesso: anche io sono una parte interessata visto che tre scudetti di fila non li ho mai vinti: con la Juventus di Lippi non è mai successo. Quattro finali di fila sì, ma mai tre scudetti. Anzi, una volta dopo due scudetti siamo addirittura finiti in Intertoto. Dobbiamo restare concentrati, determinati. E dobbiamo essere consapevoli del fatto che da fuori cercheranno di far passare dei messaggi ad hoc: diranno che abbiamo già vinto, che è una formalità, che siamo i più forti. Guai a cadere nella trappola e sentirsi bravi, e sottovalutare le insidie.
Quindi ci sta dicendo che questo campionato sarà giocato anche fuori dal campo, anche a mezzo stampa e media?
«Sì, sarà un campionto super, super, super difficile per tantissimi motivi. Difficoltà enormi, difficoltà differenti. E a me interessa che questo aspetto sia ben chiaro a tutti: sottoscritto, società, miei calciatori, tifosi. Se cadiamo nel tranello di chi parla e sparla soltanto perché non ha niente da perdere, di chi dà giudizi liberamente, andiamo incontro a delusioni cocenti. In questo senso esorto anche i tifosi a starci vicini. A capire l’importanza del nostro obiettivo: sento tutti parlare della Champions League, ma vorrei che la gente capisse che anche vincere il terzo tricolore consecutivo sarebbe qualcosa di storico, di importantissimo».
A proposito: ha parlato con Mazzarri?
«Eh, questa è una cosa privata, non la metto in pubblico».
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