Ventrone a Tuttosport: "Il doppio impegno influirà e su Conte..."
19.06.2012 09:30 di Redazione TuttoJuve
Il professor Ventrone a Tuttosport ha parlato di preparazione atletica e di come cambieranno le cose con il doppio impegno campionato-Champions League: «Cambierà tantissimo perché si possono allenare di meno, c'è un dispendio psicofisico superiore, dovuto alle partite e ai viaggi, che porta automaticamente a complicazioni. I giocatori faticano a recuperare in poco tempo e pagano questo pedaggio. L'esempio più eclatante è stato il Napoli: due anni fa ha avuto un rendimento altissimo senza l'Europa, con la Champions sono calati. Il prepatore deve capire il margine di fatica e cercare di abbassare i tempi di recupero. Ogni giocatore reagisce a suo modo, il lavoro personalizzato è d'obbligo, in futuro ci saranno uomini che lavorano soltanto su quello. Giocare ogni tre giorni sarà la vera prova del dieci. Se riescono in questo, nonostante le gare ogni tre giorni, si meritano 10 e lode».
Sulla supercoppa: «Non influisce più di tanto se quella diventa l'unica attenzione durante la preparazione. Se ci sono più appuntamenti importanti, allora può essere una noia. Ad agosto non si può essere al top, ma neppure si può arrivare a Pechino troppo affaticati altrimenti non si ha la lucidità per risolvere la partita. E poi sfatiamo il mito della preparazione estiva: non serve lavorare duro 40 giorni e poi sopravvivere, ma a luglio-agosto si gettano le basi del lavoro che deve durare tutto l'anno in maniera costante».
Sul clima umido di Pechino: «Peserà per entrambi: non aspettiamoci ritmi intensi, ma avranno più valenza le giocate dei singoli. Non so quali saranno le strategie di Juve e Napoli, ma sicuramente si prenderanno dei provvedimenti. In genere, tra fuso e umidità, lavoreranno con maggiore intensità ma in tempi più brevi».
Conte e la trasferta americana: «Antonio è un veterano della Champions da giocatore e lo diventerà ben presto anche da allenatore. Lui sa che serve tranquillità e maggiore stanzialità per poter lavorare bene in estate. Ai nostri tempi, nel primo anno di Ancelotti, rimanemmo a Chatillon 40 giorni di fila. Chatillon ha un unico piccolo inconveniente è il vento che soffia ogni pomeriggio, ma per il resto è una struttura perfetta perché è tutto concentrato, un bunker in cui la squadra può stare tranquilla e concentrarsi sul lavoro. Ai miei tempi avevamo persino una sala muscolare di 850 metri quadrati».
Sullo staff tecnico bianconero: «Beh, Bertelli, Sassi e Tous sono il meglio che si vede in giro. E poi c'è Antonio che fa la differenza. E' una macchina bellica, molto esigente, che ha un controllo totale. Quando giocava sapeva di non essere tra i più forti, ma grazie alla testa, all'abnegazione e al coraggio è rimasto per tantissimi anni alla Juve diventandone il capitano. E quel bagaglio se lo è portato dietro come un bene prezioso».
Ul top player e la prepazione: «Se è un campione, in genere non si sono problemi ma molto dipende dall'allenatore che deve subito inquadrarlo e cucirgli l'abito addosso».