L'ESORDIO — Vero, stasera basterebbe pure un pareggio contro i coreani dello Seongnam. Un punto e sarà già semifinale di Coppa della Pace. L’esordio del colpo Diego, i primi calci del botto Melo sembrano già un ottimo antidoto contro la noia. Per vederli si scende a Jerez de la Frontera, provincia di Cadice, dove l’Andalusia cammina verso la frontiera con il Portogallo. Ci sarà il solido caldo, anche alle 8 e mezza della sera. Ci sarà aria lusitana, che poi fu la prima che annusò il brasiliano Diego quando sbarcò in Europa. Approdò al Porto, due stagioni ed emigrò in Germania, Brema, il Werder e la Bundesliga. Se doveva abituarsi al Vecchio Continente meglio di così non poteva fare.
IL TRADUTTORE — Certo, il suo resta un perfetto repertorio do Brasil. Ieri stop con palla che arrivava da dietro, senza neppure dare un’occhiata al pallone. Quattro giorni fa, nel primo allenamento con i nuovi compagni, nel campetto davanti al fiume Guadalquivir, aveva fatto anche meglio. Colpo di tacco e assist per Melo-gol. Buffon, quel giorno stava seduto sui gradoni di cemento, in mezzo alla gente. E ha accompagnato quella prodezza con un sorriso compiaciuto. Ieri, parlando della stagione che verrà, ha raccontato: «Mi sa che quest’anno vedremo più colpi di tacco. Io tre brasiliani alla Juventus, tutti insieme, mica li avevo mai visti. Vedremo più colpi di tacco, ma non dimenticheremo mai lo spirito di questa squadra». In sintesi: alla Juventus il calcio deve essere bello, ma soprattutto vincente. Diego lo ha già capito e comunque Ferrara non perderà occasione per ribadirgli il concetto. Ieri lo ha fatto anche Adolfo Sormani, detto Dodo. E’ il tattico salito a bordo della nave Ferrara. Sormani, prima dell’allenamento, ha tenuto una breve lezione a Diego e Giovinco. Titolo: ultimi dettagli sul ruolo del trequartista. Lectio brevis bilingue, italiano e portoghese. Dodo se lo può permettere, è figlio di Angelo Benedicto Sormani, attaccante brasiliano che diventò italiano. Negli anni Sessanta fece la gioia (soprattutto) del Milan. Ora il figlio è l’arma in più della Juventus: tattico-traduttore. Così il D-Day può iniziare: Diego è pronto a stupirvi. Non giocava dal 30 maggio, finale vittoriosa, in Coppa di Germania. Torna dopo qualche acciacco e un’estate fatta di nessun gol e troppi paparazzi. Tra l’amore sacro e l’amore profano.
Giampiero Timossi
gazzetta.it