Molinaro sorride: «Uscito da un incubo»
Inviato: 12.07.09 - 21:08
Molinaro sorride: «Uscito da un incubo»
La paura di una grave malattia, poi la vittoria: «Sembra un miracolo»
PINZOLO (Trento)d«Cristian Molinaro è indisponibile per una colica renale». Il bollettino medico della Juve porta la data
dell'8 maggio, un comunicato stampa stringato al quale seguirà un aggiornamento più allarmante: «Il giocatore dovrà essere ricoverato in clinica per accertamenti per un ematoma perirenale ». Una macchia congenita il primo responso. La notizia circola sotto voce tra gli addetti ai lavori, si parla di carriera finita e sarebbe il meno, addirittura di male incurabile. Il buio oltre il confine, dietro la porta della clinica Fornaca. I genitori fanno le valige e da Napoli corrono a Torino, così gli amici più intimi, i compagni di squadra, semplici tifosi si stringono intorno ad un ragazzo di 25 anni di fronte, all’improvviso,
all'abisso.Un mese dura l'incubo, tra analisi e controlli, immobile nel letto d'ospedale prima, sul divano di casa poi, nella
speranza che la macchia nera scompaia, si riassorba e non lasci tracce dietro di sé.
La vittoria Oggi Cristian può tirare un sospiro di sollievo, l'incubo è finito. Lo ha cambiato dentro, lo ha reso più forte ed
impermeabile agli alti e bassi di una carriera, una professione che potrà regalargli ancora sogni e soddisfazioni. Essere qui in ritiro con i compagni di squadra due mesi dopo lo stop forzato è già una vittoria. «I primi giorni in clinica sono stati devastanti - racconta Molinaro - uno dei momenti più brutti della mia vita, l'incertezza nel futuro, l'incubo di un'operazione ».Un bello spavento. «Ho vissuto in un incubo fino al 18 giugno, alla penultima visita di controllo quando la situazione clinica è migliorata e di molto. Tutto questo trambusto dovuto ad un colpo subito nel primo tempo della partita contro il Genoa...». Il ritorno Oggi Molinaro prova, se non a riderci su, almeno a sorridere. Il peggio è alle spalle, il ritorno in campo vicino. «Ho fatto una partitella, mi sto allenando con regolarità ma senza forzare, un miracolo. Mi sono visto passare la vita davanti agli occhi, ho avuto paura di smettere con il calcio, la mia passione di bambino». L’opportunità Passata la paura di annegare, dal fondo della piscina i piedi trovano l'appoggio per la spinta per risalire, per riemergere, per ricominciare. «Correre non è un problema, due mesi di stop hanno inciso a livello muscolare, spero di recuperare al più presto, darò il 200 per cento, per riconquistare la Juve e convincere Lippi a darmi una opportunità. Quest'anno dovremo far scoppiare la palla,mettercela tutta per superare l'Inter: possiamo farcela». Sul tormentato finale dell’ultimo campionato, Molinaro ha le idee chiare. «Abbiamo sbagliato tutti, la colpa non è stata solo di Ranieri. Con Ferrara è cambiato il clima, ma succede sempre quando si rimescolano le carte. C’è subito più collaborazione, più fiducia, e si lavora meglio. A Diego ha ceduto la sua maglia, il 28. «L'ho fatto volentieri, mi sono preso il 19, il numero con il quale ho esordito tra i prof a Salerno».
fonte: gazzetta dello sport
il calciatore si discute, l'uomo no. i migliori auguri a lui. e spero che diventi un ottimo giocatore :whistle:
La paura di una grave malattia, poi la vittoria: «Sembra un miracolo»
PINZOLO (Trento)d«Cristian Molinaro è indisponibile per una colica renale». Il bollettino medico della Juve porta la data
dell'8 maggio, un comunicato stampa stringato al quale seguirà un aggiornamento più allarmante: «Il giocatore dovrà essere ricoverato in clinica per accertamenti per un ematoma perirenale ». Una macchia congenita il primo responso. La notizia circola sotto voce tra gli addetti ai lavori, si parla di carriera finita e sarebbe il meno, addirittura di male incurabile. Il buio oltre il confine, dietro la porta della clinica Fornaca. I genitori fanno le valige e da Napoli corrono a Torino, così gli amici più intimi, i compagni di squadra, semplici tifosi si stringono intorno ad un ragazzo di 25 anni di fronte, all’improvviso,
all'abisso.Un mese dura l'incubo, tra analisi e controlli, immobile nel letto d'ospedale prima, sul divano di casa poi, nella
speranza che la macchia nera scompaia, si riassorba e non lasci tracce dietro di sé.
La vittoria Oggi Cristian può tirare un sospiro di sollievo, l'incubo è finito. Lo ha cambiato dentro, lo ha reso più forte ed
impermeabile agli alti e bassi di una carriera, una professione che potrà regalargli ancora sogni e soddisfazioni. Essere qui in ritiro con i compagni di squadra due mesi dopo lo stop forzato è già una vittoria. «I primi giorni in clinica sono stati devastanti - racconta Molinaro - uno dei momenti più brutti della mia vita, l'incertezza nel futuro, l'incubo di un'operazione ».Un bello spavento. «Ho vissuto in un incubo fino al 18 giugno, alla penultima visita di controllo quando la situazione clinica è migliorata e di molto. Tutto questo trambusto dovuto ad un colpo subito nel primo tempo della partita contro il Genoa...». Il ritorno Oggi Molinaro prova, se non a riderci su, almeno a sorridere. Il peggio è alle spalle, il ritorno in campo vicino. «Ho fatto una partitella, mi sto allenando con regolarità ma senza forzare, un miracolo. Mi sono visto passare la vita davanti agli occhi, ho avuto paura di smettere con il calcio, la mia passione di bambino». L’opportunità Passata la paura di annegare, dal fondo della piscina i piedi trovano l'appoggio per la spinta per risalire, per riemergere, per ricominciare. «Correre non è un problema, due mesi di stop hanno inciso a livello muscolare, spero di recuperare al più presto, darò il 200 per cento, per riconquistare la Juve e convincere Lippi a darmi una opportunità. Quest'anno dovremo far scoppiare la palla,mettercela tutta per superare l'Inter: possiamo farcela». Sul tormentato finale dell’ultimo campionato, Molinaro ha le idee chiare. «Abbiamo sbagliato tutti, la colpa non è stata solo di Ranieri. Con Ferrara è cambiato il clima, ma succede sempre quando si rimescolano le carte. C’è subito più collaborazione, più fiducia, e si lavora meglio. A Diego ha ceduto la sua maglia, il 28. «L'ho fatto volentieri, mi sono preso il 19, il numero con il quale ho esordito tra i prof a Salerno».
fonte: gazzetta dello sport
il calciatore si discute, l'uomo no. i migliori auguri a lui. e spero che diventi un ottimo giocatore :whistle: