Secco salva la vita ad un giornalista depresso
Inviato: 17.07.09 - 15:21
Juve, ds Secco salva la vita ad un giornalista depresso
E' stato proprio Alessio Secco, direttore sportivo della Juventus, a essersi trovato nel mezzo di un dramma umano e ad averlo saputo affrontare con tempestività. Se una telefonata può allungare la vita, in questo caso un sms l’ha salvata. E’accaduto, un giorno della scorsa settimana, che un collega della provincia di Caserta, Carlo Pascarella, cronista anti camorra, in un momento di profondo sconforto abbia ingerito un ingente quantitativo di barbiturici. Era il suo primo giorno di ferie e il giornalista, separato, padre di una figlia (Francesca, di 4 anni), non è riuscito a reagire alla depressione. Da solo, nello studio di casa sua con l’agendina a fianco, ha mandato un sms al primo nome sul quale gli è caduto l’occhio, il gesto disperato di chi sta chiedendo aiuto.
Il caso ha voluto che il nome fosse proprio quello di Secco, conosciuto durante un’intervista. «Sto male, sono un tifoso bianconero, se muoio vorrei che sulla mia bara ci fossero la foto di mia figlia e una maglia della Juve» il drammatico contenuto del messaggino arrivato al ds. Il dirigente, che si trovava a Pinzolo in ritiro con la squadra, non ha perso tempo e ha immediatamente avvisato i Carabinieri. E subito è scattata la mobilitazione dell’Arma che è riuscita a raggiungere Pascarella evitando un epilogo tragico.
Secco e il presidente Giovanni Cobolli Gigli hanno preso a cuore la vicenda umana del giornalista seguendo a distanza l’intervento delle forze dell’ordine e sincerandosi personalmente delle condizioni di Pascarella. Lo scambio di sms non si è interrotto, anzi.
«Alessio, ti ringrazio per avermi salvato la vita. Vincete anche per me...». «Noi vinciamo per tutti, ma serve l’apporto di tutti, quindi anche il tuo» l’invito con cui Secco ha voluto risvegliare l’attenzione del giornalista, ridargli una motivazione per continuare a lottare contro il senso di afflizione. Il direttore sportivo bianconero è restio a parlare di questa storia: «Chiunque al mio posto avrebbe agito così». Però ha salvato una vita umana.
fonte: tmw
E' stato proprio Alessio Secco, direttore sportivo della Juventus, a essersi trovato nel mezzo di un dramma umano e ad averlo saputo affrontare con tempestività. Se una telefonata può allungare la vita, in questo caso un sms l’ha salvata. E’accaduto, un giorno della scorsa settimana, che un collega della provincia di Caserta, Carlo Pascarella, cronista anti camorra, in un momento di profondo sconforto abbia ingerito un ingente quantitativo di barbiturici. Era il suo primo giorno di ferie e il giornalista, separato, padre di una figlia (Francesca, di 4 anni), non è riuscito a reagire alla depressione. Da solo, nello studio di casa sua con l’agendina a fianco, ha mandato un sms al primo nome sul quale gli è caduto l’occhio, il gesto disperato di chi sta chiedendo aiuto.
Il caso ha voluto che il nome fosse proprio quello di Secco, conosciuto durante un’intervista. «Sto male, sono un tifoso bianconero, se muoio vorrei che sulla mia bara ci fossero la foto di mia figlia e una maglia della Juve» il drammatico contenuto del messaggino arrivato al ds. Il dirigente, che si trovava a Pinzolo in ritiro con la squadra, non ha perso tempo e ha immediatamente avvisato i Carabinieri. E subito è scattata la mobilitazione dell’Arma che è riuscita a raggiungere Pascarella evitando un epilogo tragico.
Secco e il presidente Giovanni Cobolli Gigli hanno preso a cuore la vicenda umana del giornalista seguendo a distanza l’intervento delle forze dell’ordine e sincerandosi personalmente delle condizioni di Pascarella. Lo scambio di sms non si è interrotto, anzi.
«Alessio, ti ringrazio per avermi salvato la vita. Vincete anche per me...». «Noi vinciamo per tutti, ma serve l’apporto di tutti, quindi anche il tuo» l’invito con cui Secco ha voluto risvegliare l’attenzione del giornalista, ridargli una motivazione per continuare a lottare contro il senso di afflizione. Il direttore sportivo bianconero è restio a parlare di questa storia: «Chiunque al mio posto avrebbe agito così». Però ha salvato una vita umana.
fonte: tmw